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Recensione

Remothered Tormented Fathers – Recensione, Orrore tutto italiano!

Dagli italianissimi ragazzi di Darril Arts e Stormind Games arriva un survival horror vecchio stampo, ricco di citazionismo e fascino. Scopriamolo insieme nella nostra recensione!

Diretto dal catanese Chris Darril – pseudonimo di Mario Christopher Valenti – e sviluppato dal team indipendente Stormind Games, Remothered Tormented Fathers è il primo capitolo di una trilogia horror che fonda le sue radici su di una accurata ed eclettica ricerca nel panorama horror cinematografico, letterario e videoludico degli anni 90. Il progetto è tutto italiano, e questo primo titolo è attualmente disponibile per PC. L’arrivo è previsto in questo 2018 anche su PlayStation 4 ed Xbox One.

Un macabro mistero che viene dal passato!

La vicenda ci vede impersonare una donna trentacinquenne, Rosemary Reed, la quale si reca apparentemente senza una chiara motivazione a casa del notaio Richard Felton, per indagare sulla scomparsa della figlia di lui, Celeste. Giunti nell’abitazione ha inizio la serie di efferati orrori, che tessono una fitta rete di misteri. Cosa è realmente accaduto a Celeste? E perché il padre si ostina a chiamarla Jennifer? Per quale ragione la nostra presenza ha scatenato l’ira barbara e sadica del padrone di casa? Fin da subito si evidenziano i primi, chiari riferimenti al cinema di Polanski – il nome della protagonista è ripreso dalla pellicola Rosemary’s baby, da cui l’intera opera ha attinto parecchio. Non è casuale nemmeno la forte somiglianza tra la nostra alter ego e la Jodie Foster de Il Silenzio degli Innocenti, cui il director ha chiaramente ammesso di essersi ispirato.

Il mistero della vicenda andrà via via schiudendosi, chiarendo il legame tra la giovane donna, i Felton e la piccola Celeste, attraverso una narrativa dallo stampo piuttosto classico. La struttura si avvale del connubio tra – brevi – cutscenes e documenti od oggetti che andranno a delineare il quadro di un plot nel suo complesso ben scritto ed in grado di coinvolgere. Non siamo di fronte a qualcosa di particolarmente memorabile, sia chiaro. La premessa è piuttosto classica e sa abbastanza di già visto. Ciò nonostante, lo snodo degli avvenimenti si rivela quadrato ed equilibrato in termini di ritmo, con una coerenza generale apprezzabile ed un’atmosfera in grado di dar lustro egregiamente agli eventi narrati.

Rosemary Reed - Remothered Tormented Fathers

Rosemary Reed, la protagonista di Remothered Tormented Fathers, prende il nome dall’omonima comprimaria della pellicola di Polanski.

La formula di gioco di Remothered Tormented Fathers è altrettanto classica e piuttosto essenziale. La visuale è in terza persona, con la solita prospettiva spalle alla protagonista, che potrà camminare, scattare o muoversi adagio, accovacciandosi. Sarà nostro compito scovare all’interno della grande abitazione di Felton maggiori informazioni su quanto accaduto alla figlia, e sulla famiglia in generale. L’obiettivo fondamentale, tuttavia, sarà quello di sopravvivere al feroce sadismo che ha d’improvviso assalito il padrone di casa, e fuggire dall’abitazione. Per fare ciò, ci troveremo ad avere a che fare con enigmi ambientali che ci porteranno a dover scovare oggetti e comprendere in che modo potranno tornarci utili nell’interazione con i vari ambienti di gioco, secondo uno stile che attinge ai primissimi capitoli di saghe quali Silent Hill e Resident Evil. Disporremo, a tal proposito, di un inventario dalla struttura semplice ed immediata, nel quale potremo radunare un massimo di tre diversivi con cui depistare il nemico.

La struttura ludica si permea di una marcata componente stealth, che rappresenta la sola via di salvezza. Un aspetto centrale, nonché uno dei più riusciti dell’intera opera, difatti, è rappresentato dalla figura del villain e dalla sua gestione. Il brutale notaio, con un solo grembiule indosso ed un grosso uncino, vi darà incessantemente la caccia, aggirandosi continuamente e costantemente per tutti i tre piani della tenuta. Non vi sentirete mai al sicuro, in quanto un passo di troppo, una porta aperta al momento sbagliato o uno scatto troppo azzardato vi porteranno incontro ad una sanguinosa fine. Non vi sono aree sicure, stanze o zone particolari in cui non potrete essere raggiunti. Il pericolo sarà costante e concreto, e questo è l’aspetto che denota il maggior pregio della produzione: la tensione costante che è in grado di suscitare nel giocatore. L’unica singola chance di sopravvivenza che avrete è rappresentata da un oggetto di difesa che potrete portare con voi, e che vi consentirà di divincolarvi dalla presa sempre letale del nemico. In seguito, naturalmente, l’oggetto si consumerà, e dovrete scovarne un altro all’interno della casa per regalarvi un’altra chance in caso di errore. La fuga è sempre una valida opzione in caso veniste scoperti, ma tenete sempre a mente che le doti fisiche della giovane donna sono limitate, e non vi consentiranno di correre a lungo. Potrete nascondervi in alcuni armadi, sotto divani o letti per far perdere le vostre tracce, ma il nemico controllerà anche in questi posti, denotando un discreto lavoro svolto anche nello sviluppo dell’intelligenza artificiale.

Remothered Tormented Fathers - Casa

L’atmosfera cupa e claustrofobica di Remothered Tormented Fathers è uno dei punti di forza dell’intera esperienza.

Quanto detto fin’ora si esprime in una progressione di gioco aperta, che lascia libertà al giocatore di aggirarsi per l’abitazione, alla ricerca del suo prossimo obiettivo o di semplici dettagli aggiuntivi sul plot, quantomeno in una prima fase di gioco. Avvicinandosi al finale – che vedrete dopo non più di 6 o 7 ore al massimo – la struttura si fa via via più lineare, complice lo spostamento in ambienti dalle dimensioni più contenute e claustrofobici.

Tanto per voler essere chiari e diretti, dunque: la struttura ludica di Remothered Tormented Fathers funziona. E questo poiché il titolo punta ad incutere tensione toccando le giuste corde, ovvero quelle del costante senso di minaccia percepito dal giocatore, abbandonando quasi completamente l’inflazionata – e francamente poco efficace – formula dello jumpscare. Il merito, tuttavia, non sta esclusivamente in azzeccate scelte di game design ed in una narrativa nel complesso interessante, ma anche in un’atmosfera ottimamente ricreata e perfettamente congeniale alla causa. L’espediente narrativo – tutt’altro che originale, invero – di una rara malattia che affligge il padrone di casa, impedendogli l’esposizione alla luce del sole ci porta a dover agire nella quasi totale oscurità.

Il comparto tecnico del titolo si rivela nel complesso discreto, con una pulizia generale gradevole. Gli ambienti esclusivamente chiusi da elaborare hanno sicuramente facilitato il lavoro, e l’Unreal Engine 4 ha potuto offrire un colpo d’occhio generale apprezzabile e curato, in special modo considerato il regime di sostenibilità in cui ha lavorato il team di sviluppo. Certo, la qualità delle texture è ben lungi dal competere con molte altre produzioni ad alto budget. Segnaliamo, inoltre, anche un buon lavoro svolto in sede di ottimizzazione, con il titolo che mantiene una fluidità costante, oltre a tempi di caricamento più che accettabili.

Ciò in cui Remothered Tormented Fathers svetta davvero, toccando picchi d’eccellenza, è nel comparto sonoro. La gestione e la riproduzione dei suoni è certosina, con una resa superba delle voci. I sospiri e le esclamazioni della protagonista, così come gli angoscianti versi del nemico e i rumori ambientali sono riprodotti con un’efficacia tale da creare un senso d’immersione notevole. Ascoltare attentamente, inoltre, si rivelerà di assoluto aiuto per comprendere la posizione del nemico ed evitare di incrociarne il cammino. A condire il tutto, troviamo la prestigiosa firma dell’acclamata musicista Nobuko Oda, già nota per le colonne sonore di The Evil Within, Metal Gear Solid IV: Guns of the Patriots, Metal Gear Solid V: The Phantom Pain Halo 5 Guardians, la quale ha donato al titolo una lirica quanto più azzeccata possibile, in grado di donare un’enfasi costante alla profonda componente psicologica che l’opera si prefigge di colpire.

Versione analizzata: PC

Configurazione di prova:

  • CPU: AMD Ryzen 5 1600
  • RAM: 8GB
  • Scheda Video: Nvidia GeForce 1050 Ti 4GB

Requisiti minimi

  • Richiede un processore e un sistema operativo a 64 bit
  • Sistema operativo Windows 7 64-bit
  • Processore Quad-core Intel o AMD processor, 2.5 GHz
  • 4 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce 470 GTX o AMD Radeon 6870 HD series
  • DirectX 11
  • 10 GB di spazio su Hard Disk

Requisiti consigliati

  • Processore Quad-core Intel i7 o AMD processor, 2.5 GHz
  • 8 GB di RAM
  • Scheda video GeForce GTX 1060 o equivalente

I pro

  • Trama interessante e coinvolgente...
  • Struttura ludica efficace, capace di incutere tensione nel giocatore
  • Comparto sonoro superbo

I Contro

  • ... seppur non troppo originale
  • Avventura nel complesso piuttosto breve

Voto Globale 8

Remothered Tormented Fathers è un titolo complessivamente riuscito. La motivazione principale risiede nella sua capacità di centrare efficacemente l'obiettivo che un qualsiasi survival horror dovrebbe porsi: stimolare psicologicamente il giocatore, turbarlo interiormente attraverso una costante ed efficace tensione. L'opera di Darril Arts e Stormind Games vi riesce in pieno, merito di una struttura ludica estremamente essenziale ma azzeccata, così come di una gestione e caratterizzazione del villain congeniali allo scopo. A dispetto di un'esperienza nel complesso piuttosto breve e misurata a quelle che sono le risorse messe a disposizione del team di sviluppo, l'avventura vanta l'enorme pregio di scongiurare i cliché ludici del genere videoludico cui appartiene, attingendo efficacemente e coraggiosamente a produzioni vecchio stile dell'ultimo decennio del secolo scorso. Che lo stesso risultato sia riscontrabile solo in parte per quanto concerne l'aspetto narrativo, poco importa. Questi giovani ragazzi nostrani hanno mostrato un talento ed una passione per la cultura horror dell'ultimo trentennio degni di nota. Spetta solamente a noi valorizzarne l'operato e preservarne il lavoro futuro.
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