In quanti dopo Rayman 3, hanno atteso per anni che qualcuno si ricordasse dell’omino senza arti riportandolo alla luce con un quarto episodio? Non poteva che pensarci lui, il creatore del primo episodio: Michel Ancel ! Non con un seguito di Hoodlum Havoc ma bensì con un titolo che ci riporta alle origini di Rayman, un po’ diverse da come ce le ricordavamo in realtà, ma rivisitate decisamente bene.
Una giornata come tante
Nella radura dei sogni tutti sonnecchiano spensieratamente come al solito, incuranti del pericolo che porterà il mondo alla rovina. Ecco che allora il nostro Rayman assieme all’inseparabile amico Globox e due Teens a caso partono per cercare di liberare le fate elementali catturate dai malvagi Darktoon e far tornare la radura allo splendore di sempre. Insomma la solita trama un po’ campata per aria per dare un minimo di senso alla storia ma a cui comunque i giocatori sono abituati.
Ritorno in azione!
Il gameplay di Rayman Origins non è proprio simile a quello cui gli episodi precedenti ci avevano abituato. Inizialmente ci ritroveremo come al solito senza poteri all’interno della foresta ma successivamente liberando le varie fate ne guadagneremo di nuovi come la fidata elica, la corsa sui muri, il rimpicciolimento o la possibilità di nuotare. Questo gran numero di abilità però non rende il gioco solo più vario come nel primo Rayman (che risultava sempre troppo lento) ma porterà il gioco ad essere sempre più veloce col passare dei livelli, forse troppo considerando che spesso ci chiederemo se stiamo giocando a Sonic. Rimangono comunque amici e nemici classici del titolo come i lum, gli esserini gialli qui un po’ sonnecchianti che andranno ad aumentare il nostro punteggio finale del livello in base a quanti ne abbiamo trovati, questi potranno essere poi incrementati trovando le monete lum, o i Re lum che ci forniranno il doppio dei punti per un brevissimo tempo. Essendo poi le origini del nostro eroe, non potevano mancare gli Electoons rinchiusi dentro le solite gabbie, non si sa di preciso cosa ci facciano là dentro ma sta di fatto che liberandoli riempiremo uno dei sette spazi nel medaglione, anche se riempiendoli tutti e 7 non otterremo nulla. Ma non tutte le gabbie potranno essere trovate normalmente: alcune saranno nascoste in aree segrete mentre altre ci verranno donate completando la prova a tempo dello stage col miglior tempo. Questi ci forniranno l’accesso ai nuovi mondi, precedentemente bloccati da una forza che ne richiederà un certo numero. I vari ambienti di gioco sono disposti su una mappa principale, dove inizialmente potremo visitare un solo mondo, ma una volta completati i primi 5 ne sbloccheremo altrettanti da completare nell’ordine che più ci aggrada. Le ambientazioni andranno dalla radura delle fate, alle montagne innevate, a caverne stracolme di lava o fasi subacquee, a mio parere quelle che si fanno apprezzare meno. Logicamente vista l’appena citata alta velocità del gameplay, troveremo spesso zone in cui bisogna portare a termine un determinato percorso nel minor tempo possibile, per evitare di rimanere schiacciati sotto qualche pressa o mangiati da un mostro gigante. Bisogna dire però che queste fasi non sono sempre sincronizzate perfettamente, il che ci porta a volte a trovare qualche piattaforma già passata sotto di noi nonostante siamo andati perfettamente…con conseguente caduta in un burrone. Non ci aiuta poi di certo la giocabilità, spesso instabile e che ci farà morire per colpa di qualche pugno tirato male, salti mal calibrati o piattaforme scivolose ( che in realtà non lo sono ma è Rayman ad esserlo). Novità del titolo è l’assenza di vite, morendo verremo trasportati solo all’ultimo checkpoint, il che ci permetterà di ripetere pezzi ostici del livello cercando di prendere ogni cosa.
Non c’è 2 senza 4
Grande novità del titolo è la possibilità di affrontare l’avventura in co-op fino a un massimo di 4 giocatori, idea azzeccatissima che regala ancor più divertimento di quanto Rayman Origins non riesca già a dare in singolo. L’aiuto dei nostri amici ci porterà anche ad avere punteggi finali più alti ad ogni stage anche se si sa che prima o poi finisce sempre in rissa con gente che muore tradita dai propri compagni, non riuscendo a resistere vedendo un amico al margine del burrone e tirandogli un calcione nel sedere. Peccato che per venire uccisi, debbano morire tutti e quattro i personaggi, cosa alquanto impossibile se non nei livelli di corsa…in ogni caso il tutto è implementato molto bene e funziona alla perfezione tanto che poteva starci anche una co-op in live.
Quando gioco diventa arte
Il nuovo motore grafico di Ubisoft, ha utilizzato come primo esperimento proprio Rayman Origins e il risultato, non c’è che dire, è straordinario! La grafica 2D coloratissima e piena di dettagli riesce anche a rendere perfettamente l’idea di prospettiva, cosa che altri giochi dello stesso genere non riescono a dare appieno. Le animazioni e le espressioni facciali dei vari personaggi poi sono azzeccatissime anche se forse vedere Rayman e amici in versione pazzoidi non era proprio quello che ci aspettavamo.Anche il sonoro svolge il suo lavoro egregiamente con musiche orecchiabili ed effetti sonori perfetti ( tralasciando il canto dei lum che alla lunga diventa davvero fastidioso). Arrivando a parlare di longevità non si possono fare troppe critiche: fregandosene del completamento dei livelli ed arrivando dritti al boss finale ci si impiegano circa 7 ore…..ma com’è immaginabile, trovando tutti gli electoons, zone segrete, denti e vincendo tutte le prove a tempo ci impiegheremo sicuramente almeno il doppio del tempo, dovendo ripetere quasi l’intero gioco una seconda volta, in ogni caso i circa 60 livelli presenti sono più che sufficienti per un platform 2D.
Rayman Origins è certamente un ottimo gioco, capace di divertire da soli ma soprattutto in compagnia di amici. Peccato per qualche pecca nel gameplay che non lo rendono un capolavoro assoluto ma il lavoro svolto ci fa ben sperare anche per titoli futuri..