Una partitina a “stecca” non guasta mai. Pronti per sfidare il mondo intero al classico gioco del biliardo?
Sono veramente poche le cose che possono battere il fascino di possedere un biliardo in casa. Non c’è tavolo da ping pong o calcio balilla che regga; su questo punto ci troviamo tutti d’accordo, no? Bene. Chi vi scrive ricorda sempre con piacere le partite insieme agli amici sui tavoli pensati per i più piccini, ma anche le partite giocate nei bar o nelle apposite sale, spesso attrezzate con dei tavoli che amo definire “poliedrici” a buche strette, su cui era possibile allestire sia i classici giochi da pool, che quelli della “italica” carambola. Insomma, una valida sfida per i giocatori abituali, ma un vero incubo per coloro che si trovano ancora in fase di apprendimento delle basi, richiedendo grande precisione di tiro e tanta pazienza in caso di errore.
Il sottoscritto, non può certo parlarvi in veste di grande esperto in questo sport, ma può farlo nei termini di reale esperienza sul campo, accompagnata da quella puramente ludica portata avanti su diverse piattaforme da gioco. I titoli dedicati al gioco del biliardo non sono mai stati accompagnati da grandi innovazioni ed anche sulle console più prestanti e moderne, non hanno mai spostato l’ago della bilancia sulle prestazioni tecniche, continuando verso la strada del realismo e delle dinamiche di gioco che interessano questo mondo. La stessa strada volutamente intrapresa con Pure Pool da VooFoo Studios, l’ultimo esponente di questa disciplina, pubblicato da Ripstone per PC, Xbox One e PlayStation 4.
Abbiamo scelto di testare la versione dedicata alla PlayStation 4 di Sony , ma siamo certi che il target renderdel titolo sia praticamente identico su ogni piattaforma su cui è stato pubblicato. È bene notare che Pure Pool si presenta effettivamente come un titolo appartenente a quella che definiremo next gen, dimostrando carattere e qualità grafica di buon livello, pur non essendo esente da difetti e eventuali miglioramenti. Non è stata inserita una vera introduzione dedicata al videogiocatore, salvo un tutorial opzionale e una guida sullo svolgimento dei giochi, consultabile in qualsiasi momento in formato testuale. L’avvio di Pure Pool avviene attraverso un caricamento non proprio breve, seguito da un veloce passaggio attraverso i loghi degli studi responsabili, una rapidissima vista del locale in cui è ambientato il videogioco, concludendo la panoramica sul tavolo da biliardo, pronto per effettuare il primo tiro.
Attraverso questa carrellata di scene si capisce perfettamente che il tavolo, l’unico elemento messo a fuoco nell’inquadratura, è il vero e unico protagonista, relegando tutto il resto a puro elemento di contorno. Il tasto “options” ci aprirà il menu con il quale sarà possibile scegliere fra quattro tipologie di gioco da pool, ed ognuno di questi potrà essere affrontato tramite sfide singole via internet, contro la CPU, oppure con l’organizzazione di tornei. Si potrà quindi fare una partita a Palla 8, Palla 9, Assassino o Accumulatore, che sono probabilmente quelle maggiormente giocate a livello internazionale. A queste si aggiungono anche delle sfide basate sulla velocità e la precisione con cui si dovranno eseguire le buche, un vero spasso per i giocatori “pro”. È presente una modalità mista chiamata Carriera, giocabile offline e singolarmente, che offre una buona curva di apprendimento e sfida, grazie alla quale si potrà passare del tempo affrontando dei personaggi di fantasia gestiti dalla CPU.
Ogni nostro successo, ma anche insuccesso, ci aiuterà a guadagnare dei punti esperienza utili allo sblocco di nuovi oggetti, ricompense, nonché al matchmaking, garantendo di conseguenza delle partite con persone di pari o similari abilità. Se tutto ciò non bastasse, esistono delle schede contenenti il DNA del giocatore, utili per approfondire le peculiarità di chi stiamo affrontando, potendo leggere statistiche numeriche sulle diverse performance di gioco.
Gestire al meglio i controlli di questo titolo è veramente semplice ed intuitivo. Chiunque abbia mai provato Virtual Pool 64 su Nintendo 64 o successivi, sarà perfettamente in grado di gestire la stecca attraverso la leva analogica di destra, utile per simulare l’intensità e la forza che stiamo per imprimere alla palla. Con l’utilizzo di un paio di tasti e la mira gestita con la leva di sinistra, il metodo di controllo scelto per Pure Pool risulta gradevole ed immediato. Effetto, tiri di potenza e di precisione risultano gestibilissimi. Discorso invece non percorribile per i tiri di sponda o in estrema lontananza, complice l’unica inquadratura resa disponibile dal team di sviluppo. Non è chiaro se sia stata una scelta appositamente pensata, quella di stringere l’inquadratura verso la punta della stecca e la biglia bianca; un modo efficace per aumentare la difficoltà dei tiri di sponda e per simulare la concentrazione del giocatore sul tiro, ma sta di fatto che il campo visivo è estremamente limitato, rendendo del tutto impossibile gestire tiri di sponda o quelli a palla lontana. C’è la possibilità di “alzarsi dal tavolo” per dare un’occhiata intorno ed anche la possibilità di spostare leggermente a destra o sinistra il punto di vista, ma anche in questo caso non esistono punti di riferimento o un’inquadrature valida per effettuare un tiro senza chiedere aiuto alla “dea bendata”.
I particolari rombi o pallini, spesso presenti nella parte alta della sponda, utili come punti di riferimento, non sono presenti e l’unico aiuto che possiamo ricevere è il fantasma che ci indicherà la scia che seguirà la palla bianca e l’eventuale che colpiremo, a patto che sia posizionata nel breve raggio di azione. Colpi di “fortuna” quindi, nel caso ci si trovasse nella situazione di dover evadere dalle biglie avversarie o nel caso in cui si debba giocare forzatamente di sponda. Questo per noi è un grande problema, che nel caso si trattasse di una scelta simulativa, sarebbe potuto essere risolto con la difficoltà di gioco già presente, capace per l’appunto di eliminare le scie delle biglie con la modalità chiamata “Master”. Questo particolare difetto o impossibilità di scegliere un’altra inquadratura, guasta in un certo senso l’aspetto tecnico, che come scrivevamo in precedenza, è capace di mostrare un tavolo da gioco molto convincente, condito da texture di ottima qualità e di una gestione della fisica pressoché perfetta. Meno convincente è il comparto sonoro, al quale è subentrato quasi immediatamente il “mute” della TV. Effetti sonori monotoni e brani musicali ripetitivi non hanno assolutamente aiutato con la concentrazione sulle sfide maggiormente complicate, soprattutto in presenza di giocatori reali affrontati nei match via internet.
È bene parlare di Pure Pool come un titolo low budget non tanto per la qualità generale, bensì per la fascia di prezzo con cui si presenta al consumatore: 10 onesti euro (circa). Se prendiamo questo titolo per quello che viene chiesto in denaro, Pure Pool acquisisce un notevole valore, soprattutto per chi ha il desiderio di giocare con un titolo dedicato al biliardo in chiave next gen. L’impatto visivo è buono, nonostante i problemi legati al campo visivo, che a dir la verità ci lasciano tutt’ora basiti. Si potranno in futuro acquistare nuovi oggetti dallo store e non è detto che un update non possa risolvere questo problema. Le numerose possibilità di gioco, sfide e multiplayer online, lo rendono un titolo da provare, nonché l’unico acquisto obbligato per i possessori delle nuove console che vogliono sperimentare il biliardo attraverso i propri gamepad. In termini di longevità e rapidità nell’assimilare il sistema di controllo, il titolo firmato VooFoo Studios non teme rivali ed è forse per questi due aspetti che merita almeno il "test su strada". Prima di lasciarvi vi raccomandiamo ancora una volta: tenete d’occhio il tasto "mute" della TV e chissà che non ci si incontri nelle partite online dell’automatico, ma anche funzionale, matchmaking.