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Recensione

Pro Evolution Soccer 2014, recensione

Pro Evolution Soccer 2014 scende in campo!

Negli anni duemila Konami dominava il mercato dei giochi calcistici con i vari Winning Eleven e Pro Evolution Soccer. Giochi che hanno rivoluzionato il modo ed il concetto dei videogame basati sul calcio. Con il passare del tempo e dei titoli, la saga si è guadagnata una fetta importante di fan e di critica, imponendosi sul mercato mondiale. Con il tempo però la creatura di Electronic Arts – che risponde al nome di FIFA – ha sorpassato il diretto rivale andandosi a sedere sul trono del genere. Negli anni successivi Konami ha sempre cercato di avvicinarsi al gioco made EA, cambiando spesso formula di gioco ma con scarsi risultati. Con l’edizione 2014 le cose sembrano destinate a cambiare. Cari fan di PES e dei giochi calcistici preparatevi, l’anno zero è arrivato. In questa recensione andremo ad analizzare in ogni sua parte il nuovo titolo Konami e cercheremo di farlo nella maniera più corretta possibile vista la rivoluzione effettuata dalla serie.

Il vento del cambiamento

Konami ha deciso di mescolare il mazzo e cambiare le carte in tavola, quello che ci apprestiamo a recensire è il PES di transizione per una – si spera – nuova e più proficua era per il gioco della casa giapponese. I cambiamenti si notano da subito a partire dal gruppo di sviluppatori, da quest’anno interni a Konami, che rispondono al nome di PES PRODUCTIONS. Team che lavora a PES 2014 da ben quattro anni e – a detta del publisher – a stretto contatto con i feed dei fan del brand. Altro cambiamento radicale è quello di puntare su di una versione adattata del FOX ENGINE, ideato da Hideo Kojima e che verrà utilizzato per Metal Gear Solid V. I risultati provenienti dall’utilizzo del nuovo motore grafico si notano sin da subito. La giocabilità ne trae vantaggio e – una volta sul terreno di gioco – potremo toccare con mano il gigantesco passo avanti. Un passo che cerca di avvicinarsi ad una libertà più simulativa che arcade, allontanandosi da quello che la serie è stata negli ultimi anni, tornando agli albori. Il lag  che seguiva l’impartizione dei comandi impartiti sul pad si è ridotto drasticamente rendendo l’esperienza di gioco meno frustante rispetto al passato.

L’intelligenza artificiale è stata aumentata (meglio perfezionata o migliorata) notevolmente. Ora avremo più approcci per creare le nostre azioni e gli avversari saranno più reattivi e ben organizzati. Questo influisce positivamente sul gameplay, rendendo le partite molto più varie e dinamiche. Potremo adottare numerosi stili di gioco: dal TikiTaka blaugrana fin ad arrivare – magari con squadre di media-bassa classifica – ai classici catenacci e contropiede. O ancora, per esempio, potremo adottare la classica tattica del “palla lunga e pedalare” o quella di sfruttare le fasce come le squadre di Mazzarri. Il tutto dipenderà dal nostro credo tattico e dai giocatori che avremo in squadra. Anche superare l’uomo sarà più arduo grazie al sistema 1 vs 1 introdotto che – anche avvalendosi del dribbling di precisione – andrà a calcolare numerosi fattori come la stazza del calciatore, la forza fisica, etc.. Questo renderà i duelli sul manto erboso interessanti e pieni di incognite. Scordatevi, dunque, di controllare giocatori come CR7 ed andare a segnare correndo solamente sulla fascia (i vecchi PES insegnano). Tramite la levetta analogica destra potremo spostare le braccia del nostro giocatore per difendere lo spazio, aggrapparci all’avversario per rubargli la sfera o semplicemente tirargli la maglia. Queste situazioni però non funzionano sempre benissimo e delle volte sembrerà che qualsiasi giocatore sia leggero come una piuma. Il gioco e le meccaniche di squadra sono efficienti sia in attacco sia in difesa, con i giocatori che faranno inserimenti e proposizioni in base allo schema adottato o che si difenderanno con più attenzione dalle minacce avversarie sia nella marcatura che nell’anticipo.

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90 minuti per la gloria

Nelle passate edizioni, una delle pecche maggiori della serie PES era la scarsa efficacia del portiere. Il numero uno era sempre in ritardo sulle uscite, fuori posizione e prendeva sempre – o quasi – gol sul suo palo. L’estremo difensore, in PES 2014, si dimostra molto più sicuro di se e – tranne in alcune situazioni dove mostra ancora qualche ingenuità – si rivela molto efficace, con parate ed animazioni veramente di alto livello. Anche il sistema di tiro è stato completamente rivisto, con l’attaccante che calcerà più o meno bene la sfera in base alla posizione del corpo, il piede con cui tirerà, dalla velocità con cui arriverà sulla palla e da come la stessa verrà colpita. Un sistema che non ci ha appagato totalmente, anche a causa di alcuni errori di calcolo e ai numerosi tiri sbagliati per aver calciato fuori tempo. Altra nota dolente – purtroppo – è l’estrema leggerezza del pallone, più simile ad un Super Santos che ad una sfera di cuoio.  

Nuova ed importante funzionalità del nuovo capitolo di PES è l’Hearth, funzione che andrà a cambiare l’atteggiamento della squadra. Ebbene si, ogni giocatore sarà soggetto ad alcuni valori emozionali. Se dalla nostra parte – giocando in casa – avremo un pubblico caloroso che ci incita a squarciagola, i nostri giocatori daranno il massimo di loro stessi per cercare la rimonta o magari per difendere il vantaggio. In caso contrario, qualora giocassimo in trasferta, la spinta degli ultras avversari farà si che sbaglieremo alcuni palloni o faremo più errori in fase difensiva o d’impostazione. Feature a nostro parere molto interessante visto che andrà ad influire sia sull’esperienza di gioco, sia sul coinvolgimento del giocatore. Immaginatevi il Bernabeu o il Camp Nou o l’Allianz Arena, con la nostra squadra (il Real, il Barça o il Bayern) in svantaggio a dieci minuti dal fischio finale. La curva e lo stadio che si trasformano in una bolgia, incitando i nostri giocatori a cercare il pareggio, è un’esperienza unica e molto coinvolgente. Hearth influirà anche sui Top Player, spingendoli a trovare la giocata che risolva la partita. Parlando di Top Player cogliamo l’occasione per menzionare il Player ID (per chi non lo sapesse è una tecnologia che riproduce le movenze e le giocate delle controparti reali) che in quest’edizione va a coprire un centinaio di giocatori.

GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOL!

L’importante è la formula di gioco ed il gameplay, si sa. Ma anche l’occhio vuole la sua parte! I nostri sono stati orribilmente accecati dal menu principale di questo nuovo PES. Un menu brutto e scomodo che poteva essere ideato decisamente meglio. Le modalità presenti sono le stesse degli anni passati. Abbiamo le classiche esibizioni dove fare partite singoli o tornei a sè stanti contro la cpu o contro un altro player in locale, i campionati e le coppe, la modalità online, Diventa un Mito ed il Campionato Master. Quest’ultimo è quello che ha subito più modifiche ed ora si presenta in una versione molto più semplificata. Dite addio alle scene con protagonisti il mister e la segretaria e date il benvenuto a scene più funzionali al contesto, come l’assegnazione del Pallone d’Oro o la presentazione del nuovo giocatore acquistato dalla nostra squadra. Sono stati eliminati lo staff e gli osservatori, così come la scansione dei giorni di mercato. Per quanto concerne l’allenatore che impersoneremo è stata aggiunta la possibilità di allenare una nazionale oltre al club e quella di cambiare squadra al termine del contratto. Tirando le somme il Campionato Master risulta meno profondo e più immediato rispetto al passato, per un’accessibilità ad una fascia di giocatori più ampia.

Le licenze – anche quest’anno – sono nettamente inferiori alla controparte EA. Manca totalmente il campionato inglese (eccezion fatta per il Manchester United) ma Pes può contare sulle licenze ufficiali della UEFA Champions League e dell’Europa League o, per gli amanti del Brasile, la Copa Libertadores.

Comparto grafico

Cambiando motore grafico i miglioramenti si notano anche sul piano estetico. La regia è simile a quella delle varie emittenti televisive, con inquadrature che ci faranno fare una panoramica completa dello stadio – con relative coreografie -, ci porteranno a seguire l’ingresso in campo dei giocatori, le esultanze dopo i gol o la festa della squadra che vince un titolo. Gli effetti luce sono ben realizzati, mostrando però qualche difetto nelle partite in notturna. I volti – togliendo i vari campioni – sono ben lungi dall’essere somiglianti a quelli delle controparti reali, risultando gommosi e simili l’un l’altro. Il comparto audio è più completo, con i vari cori da stadio e la telecronaca affidata a Pierluigi Pardo e Luca Marchegiani. Nota di merito per i cori ed il rumore degli spettatori, veramente realistico.

Buone le animazioni, molto tendenti al realismo e di gran lunga migliori rispetto al passato.

Nota di demerito l’assenza dei fattori atmosferici. Lavorando da zero su di un nuovo motore grafico, i ragazzi di PES PRODUCTIONS, si sono risparmiati di calcolare anche la variabili relative, concentrandosi sul creare una formula di gioco da zero. Ci si aspetta questi ed altri miglioramenti nei capitoli successivi.

I pro

  • Gameplay più simulativo ed appagante
  • La nuova IA
  • Il sistema Hearth

I Contro

  • I volti dei giocatori
  • Le licenze
  • Mancanza degli effetti atmosferici

Voto Globale 8

PES 2014 è un prodotto che dà un taglio netto al passato. Un gioco creato da zero che pone le basi per le edizioni future e si erge come punto di partenza per la serie. Un gioco che offre un gameplay migliorato e più appagante rispetto al passato. Alcune pecche come la mancata presenza delle licenze, gli effetti atmosferici o alcune sbavature nel gameplay fanno si che abbia meno appeal del rivale ma resta comunque un titolo consigliato a tutti gli amanti del calcio giocato su console.

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