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Recensione

Prey – Recensione, Un thriller psicologico ricco di possibilità

Arkane Studios prova nuovamente a stupire i videogiocatori con Prey. Ecco la nostra review!

Negli ultimi anni Bethesda ha pubblicato videogiochi di indubbia qualità, capaci di convincere prima di tutto la stampa e poi una fetta considerevole di videogiocatori. Tra le sue fila, il publisher può contare su delle serie di alto spicco come quelle di Fallout, The Elder Scrolls e Dishonored. Quest’ultima in particolare è arrivata al suo secondo capitolo ed è stata apprezzata sia dalla stampa che dai videogiocatori, anche se i dati di vendita non hanno (ancora) reso giustizia alla produzione sviluppata da Arkane Studios. La filosofia del gameplay attuata per i due Dishonored, ossia dare la possibilità al giocatore di seguire differenti approcci, è stata ripresa con il nuovo Prey, il reboot del titolo originale uscito nell’ormai lontano 2006.

Scopriamo insieme se questo Prey vale la pena o meno di essere giocato!

La misteriosa Talos I

Mi sento in dovere di catalogare subito il genere di videogame a cui ci troviamo davanti; Prey è un thriller psicologico in prima persona con meccaniche da shooter che presenta una trama fitta di misteri (che valgono la pena di essere risolti) e che fa leva su diversi elementi presi di peso dalla fantascienza. Nel titolo impersoneremo i panni di Morgan Yu e ci troveremo a vagare in lungo e in largo all’interno di un’enorme stazione spaziale chiamata Talos I; l’anno che corre è il 2032 e le scoperte in ambito spaziale hanno raggiunto un livello decisamente elevato.

Prey, il nuovo titolo di Bethesda e Arkane Studios

Il processo narrativo presenta delle defezioni rispetto alla realtà, che difatti inizia dai primi satelliti lanciati in orbita dagli States e dalla Russia per poi giungere alla privatizzazione e successiva affermazione internazionale (in campo spaziale) della Transtar Corporation. Le cose, però, non procederanno lisce come l’olio ed anzi, il giocatore dovrà – come prevedibile – cercare delle soluzioni per risolvere la situazione in cui versa la stazione. La presenza ostile di creature extraterrestri dovrà essere da noi debellata, tenendo a mente un particolare non di poco conto; noi siamo le prede, mentre gli alieni sono i nostri predatori.

“Prey è un videogioco consigliato a chi adora un gameplay variegato e aperto a numerose possibilità”.

Scegli il tuo approccio e le tue abilità

Il breve tutorial iniziale di Prey è chiaro fin da subito; il giocatore può procedere utilizzando strade alternative e scegliendo personalmente quali abilità sbloccare. Da questo punto di vista, Arkane Studios non ha “tradito” le sue convinzioni e francamente la formula si sposa davvero bene con le vicende che saremo portati ad intraprendere. Il nostro Morgan potrà infatti essere potenziato sempre di più, grazie all’utilizzo delle neuromod; queste ultime sono delle invenzioni brevettate dalla Transtar che racchiudono al proprio interno le capacità dei migliori intellettuali, atleti e varie altre individualità mai esistite e – come si può facilmente ipotizzare – sono in grado di far aumentare in un solo istante le capacità del nostro personaggio. A quel punto starà a noi decidere quali abilità potenziare per prima a discapito delle altre, dando vita in questa maniera al nostro “percorso”. Ad esempio, se decidessimo di essere degli abili hacker, nessuna porta criptata potrà essere inaccessibile mentre, in altri casi, la nostra potenza nel sollevamento di oggetti ci permetterà di aprire strade altrimenti invalicabili, ma credetemi: le possibilità sono davvero innumerevoli, perché riguardano anche la salute del nostro personaggio, l’abilità di costui con le armi e tanto altro ancora. Difatti la ramificazione delle abilità è davvero varia e ogni qualvolta che avremo per le mani delle neuromod, ci dovremo porre non pochi problemi su come utilizzarle.

Prey, il nuovo titolo di Bethesda e Arkane Studios

Nel corso di questa incredibile avventura, inoltre, troveremo numerosi oggetti tutti più o meno utili. Ad esempio, in giro per la mappa di gioco saranno presenti kit medici per curare la restituire preziosi punti vita al nostro alter-ego digitale e kit di riparazione per la tuta spaziale, qualora fosse stata danneggiata in seguito ad uno scontro con le presenze aliene. Nello scenario di gioco – che esprime davvero il lusso proprio degli anni sessanta – saranno presenti anche proiettili di vario genere, cibo da mangiare per recuperare un pizzico di salute ed oggetti a una prima occhiata inutili, come ad esempio provette scadute, bucce di banane etc. Queste risorse apparentemente inutilizzabili, però, potranno essere riciclate con un uno specifico macchinario, in modo tale da poterne poi ricavare elementi sintetici, naturali e di altro tipo; d’altro canto, questi materiali riconvertiti saranno necessari per la creazione di munizioni, kit medici e persino di neuromod. La raccolta in Prey è quindi più importante di quanto si possa pensare, perché rappresenta una componente utile per ottenere più risorse e per aumentare passo dopo passo le proprie abilità. In soldoni, c’è da dire che “Prey presenta delle meccaniche da shooting, da GDR e altre da crafting per creare risorse importanti e modificare le armi in nostro possesso”.

L’approccio, però, non riguarderà soltanto l’utilizzo delle abilità, ma anche il come procedere: potremo infatti avanzare furtivamente, cercando di sgattaiolare silenziosamente ed evitare in questo modo le presenze ostili o, al contrario, affrontarle come se non ci fosse un domani. Ogni strategia avrà i suoi pro e contro, comprese le scelte morali presenti che daranno seguito a possibili ricompense o a grattacapi in più da risolvere. “Il gameplay è completamente nelle mani dei videogiocatori e ciò non può che far felici coloro che hanno voglia di affrontare un’avventura, superando le avversità con la propria strategia”.

La mano di Arkane Studios

Un videogiocatore attento che ha giocato Dishonored, non potrà che riconoscere lo spirito familiare espresso dal comparto grafico di Prey. Il CryEngine è stato utilizzato in maniera degna e la produzione regala un comparto grafico di buon livello, caratterizzato da una direzione artistica di altissima qualità. Gli ambienti presentano un buon numero di dettagli ed è possibile interagire con un gran numero di oggetti presenti, anche solo per prenderli e lanciarli. Il tutto potrebbe risultare inutile, ma a parer mio ha una funzione ben precisa: immedesimare ulteriormente la presenza dell’utente nel gioco, farlo sentire vivo e di conseguenza più partecipe all’intera vicenda che ha come protagonisti i misteri di Talos I e quelli di Morgan.

C’è però un aspetto del gioco che avrei preferito che fosse stato gestito meglio: Talos I è un’immensa stazione composta da diverse zone, le quali sono però accessibili solo dopo lunghi e fastidiosi caricamenti, un problema di non poco conto se si considera che il titolo permette e richiede al videogiocatore di tornare più volte in ambientazioni già esplorate. Immaginate di dover tornare di 3-4 zone indietro… ciò si tramuta in ben 4 caricamenti da dover effettuare. Mi sarebbe estremamente piaciuto poter godere di una stazione sviluppata a mo’ di open world, ma evidentemente la faccio troppo semplice…

Prey, il nuovo titolo di Bethesda e Arkane Studios

Per il resto, il design dei nemici, degli oggetti e delle strutture in generale è mediamente buono e riesce a trasmettere una sensazione di fascino e di soddisfazione. In egual misura riesce nel suo intento il comparto sonoro, che presenta un doppiaggio completamente in italiano davvero di buona fattura, così come le musiche di accompagnamento. Non ci troviamo davanti a niente di superlativo, ma riescono comunque a garantire quella qualità che ci si aspetterebbe da una produzione targata Arkane Studios e Bethesda.

Della longevità, francamente, preferisco non parlare. Perché? Ragazzi, è assolutamente elevata. Il tutto però non risulta un mero allungare il brodo della vicenda. Per arrivare all’End Game basterà seguire il filone delle missioni principali, ma Prey offre molto di più; le missioni secondarie presenti permetteranno agli utenti di esplorare ancor di più le vicende che ruotano attorno a Talos I e al suo equipaggio. La lore è estremamente viva e vasta e potrà essere approfondita ulteriormente leggendo e-mail, documenti cartacei e ascoltando i transcribe (una sorta di registratori audio) sparsi in tutte le location della stazione. La sfida proposta è buona e dipende sostanzialmente dal livello di difficoltà selezionato. Questo potrà essere comunque cambiato in ogni momento, dando la possibilità al giocatore di ricalibrarlo più volte, al fine di settare l’esperienza definitiva in base alla proprie capacità. In definitiva, posso assicurarvi che i più curiosi e coloro i quali adorano le esperienze di questo tipo, avranno sicuramente pane per i loro denti…

I pro

  • Narrativa solida ed in grado di generare interesse e curiosità
  • Il gameplay è vario e permette diversi approcci
  • Buona grafica e ottimo comparto artistico
  • Le musiche di accompagnamento non sono maestose ma contribuiscono a elevare la qualità generale della produzione
  • Tantissime, emozionanti e divertenti ore di gioco.

I Contro

  • Poco immediato. Bisogna riflettere e avere pazienza. Non è adatto a tutti
  • Troppi caricamenti
  • La grafica è buona, ma si poteva fare sicuramente di più

Voto Globale 8.5

Non aspettavo molto questo Prey, ed è indubbio che sul lato marketing Bethesda avrebbe potuto fare di più per creare curiosità attorno alla sua creatura titolo. Mi riferisco più al periodo pre-lancio, perché la promozione lancio e post-lancio l’ho trovata davvero azzeccata e ben riuscita. Arkane Studios ha confezionato un videogame davvero solido, completo e ricco di possibilità. Prey ha una sua anima, una propria originalità e riesce nell'intento di immergere il giocatore all'interno delle vicende narrate. Si tratta di un ottimo punto di partenza per un genere che - personalmente parlando - è riuscito a dilettarmi per parecchie ore; questo grazie soprattutto ad una storia di impatto intrisa di mistero e alla possibilità di agire seguendo la propria strategia e il proprio personale approccio, una libertà ludica che ben pochi titoli sono in grado d’offrire oggigiorno. Concludendo, Prey merita assolutamente di essere giocato.

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