La rinascita di un brand!
Scrivere questa recensione, ve lo diciamo da subito, non è stato facile. Ripensare a tutte le cose che ci hanno colpito e quelle che ci hanno fatto storcere il naso di un titolo così mastodontico ci ha causato un discreto numero di grattacapi. E’ dal momento della nascita del franchise, infatti, nell’ormai lontano 1996, che non si assisteva ad un cambiamento così radicale della sua struttura, un cambiamento che potrebbe spiazzare alcuni utenti ma che di sicuro avrà fatto la felicità della fetta più grande del suo pubblico. Stiamo parlando ovviamente di Pokémon X e Y, l’ultima iterazione del fortunatissimo ed amatissimo brand legato alle creature create da Satoshi Tajiri. Un brand, quello di Pokémon, che ha saputo creare attorno a sé un universo incredibilmente articolato e vivo grazie anche alla maestria del team di sviluppo Game Freak che con la sua dedizione ha trasformato ogni nuovo capitolo in uscita in un evento epocale, un vero e proprio fenomeno di costume. La cosa che apprezziamo di più di Game Freak, tuttavia, è la sua innata capacità di superarsi ogni volta, cosa che rende questa sesta generazione il miglior titolo dedicato ai Pokémon mai creato.
Come dicevamo in precedenza, in ben 17 anni di storia, la serie Pokémon ha saputo sempre rinnovarsi e a incontrare il favore del pubblico grazie a piccoli miglioramenti che di volta in volta hanno saputo rinfrescare una formula che altrimenti sarebbe divenuta presto stantia. Con l’avvento di Nintendo 3DS, tuttavia, si sentiva la necessità di una vera e propria rinascita del brand, un pesante restyling dell’anima della serie, a partire dal comparto tecnico senza rinunciare, però, ai capisaldi del gameplay che i tanti appassionati hanno imparato ad amare negli anni. Ecco quindi che Pokèmon X e Y si presentano come due titoli fortemente innovativi a partire dalla stessa trama che accosta il solito viaggio per conquistare tutte le medaglie che ci permetteranno di accedere alla famigerata Lega Pokémon ad un compito ben più impegnativo assegnatoci dal Professor Platan, ovvero fare luce sul mistero della cosiddetta MegaEvoluzione, una nuova forma che determinati tipi di Pokémon possono assumere che garantisce loro uno strabiliante boost di potenza. A metterci i bastoni tra le ruote, questa volta, ci sarà il Team Flare, associazione criminale che mira a risvegliare un’antica arma capace di distruggere tutte le forme di vita sul pianeta ma che nasconde un segreto anche più grande. Per quanto si percepisca la voglia della software house di fornire una trama abbastanza piacevole e credibile si capisce subito che, di certo, l’intreccio narrativo non è il fattore più importante nell’alchimia del prodotto, anzi. Ciò che ha sempre reso speciali i titoli basati sull’universo di Tajiri è sicuramente la parte dedicata al “collezionismo” delle centinaia di creature disponibili e alle lotte tra gli allenatori che analizzeremo di seguito.
Strutturalmente il gioco rimane simile a quanto visto in passato ma con alcune migliorie davvero sostanziali. Partiamo col parlare del movimento non più limitato alle 4 assi bensì portato a 8, elemento, questo, fortemente richiesto dai fan che tuttavia ci sentiamo di bocciare a causa della scelta di introdurre dei pattini che rendono gli spostamenti più veloci ma molto, molto più imprecisi e ci si ritrova spesso a incastrarsi negli angoli dello scenario. Grandioso, invece, il lavoro svolto nella differenziazione degli ambienti di gioco, la cui varietà non influisce solo dal punto di vista prettamente estetico bensì si amalgama con la struttura del gioco e restituisce ambientazioni che godono di una propria “vita”, di una propria fauna e flora caratteristica e di elementi fortemente distintivi, non avrete mai la sensazione di visitare lo stesso posto una seconda volta. Anche le varie città sono di una bellezza senza precedenti per quanto riguarda la serie con una vetta di eccellenza raggiunta da Luminopoli, una metropoli centrale all’interno del gioco e ispirata alla città di Parigi in cui la telecamera passerà alle spalle del nostro allenatore e ci permetterà di esplorarne tutti i vicoli godendo di un’atmosfera davvero unica. Sempre per quanto riguarda la varietà, all’interno del gioco, sono presenti centinaia e centinaia di Pokémon provenienti da tutte le generazioni senza distinzioni che aspettano solo di essere catturati, un fattore che farà sicuramente la gioia di tutti gli appassionati.
Se da una parte, comunque, la presenza di così tante creature provenienti dal passato da catturare ed allenare potrebbe essere considerato sufficiente, dall’altra va sottolineato come, questa volta, i Pokémon inediti siano davvero pochi, poco sopra la settantina, un numero piuttosto esiguo rispetto a quanto visto nelle precedenti iterazioni del marchio. Discorso analogo può essere fatto per le creature leggendarie presenti nel ridottissimo numero di 2 completamente nuove più 4 provenienti dal passato. Anche le battaglie sono state pesantemente riviste con l’introduzione del tipo Folletto che, per la prima volta, contrasta il tipo Drago, ribilanciando completamente il meta-game della serie ma senza perdere quell’enorme complessità nascosta sotto l’apparenza di gioco semplice da padroneggiare. La difficoltà generale, dal canto suo, è stata notevolmente abbassata in quanto fin dalle prime battute del gioco ci viene consegnato il cosiddetto “Condividi Esperienza”, un particolare item capace di conferire una discreta quantità di punti esperienza a tutti i Pokémon presenti in squadra, rendendo molto più facile la progressione tra le varie palestre. Nota di merito va fatta, inoltre, alle MegaEvoluzioni che rendono sì più forti (e in certi casi anche più belli ndR) i Pokémon che possono accedervi ma senza donargli eccessiva potenza, sempre nell’ottica di quel bilanciamento che GameFreaks persegue da sempre. Chiudiamo il capitolo dedicato alla struttura di gioco accennandovi altre 3 novità introdotte in occasione dello sbarco della saga su 3DS ovvero il SAV (Super Allenamento Virtuale), il Poké Io e Te e i Poteri 0. Il primo non è altro che una sorta di minigioco in cui è possibile aumentare leggermente le statistiche dei nostri Pokémon preferiti, il secondo è un concetto assimilabile a quanto visto nei tamagochi in cui sarà possibile prenderci cura delle nostre creature mentre l’ultima è una serie di potenziamenti attivabili per se o per i propri amici che donano un boost in determinate statistiche come attacco, soldi guadagnati, exp guadagnati ecc… e che diventano sempre più performanti man mano che li si utilizzano. Una struttura di gioco completa, quindi, non esente sicuramente da difetti ma che si configura come la migliore esperienza Pokémon che la storia ricordi. Infine, per quanto riguarda la longevità, la storia principale vi terrà occupati per 25/30 ore ma, una volta battuta la Campionessa della Lega Pokémon, non offrirà grandi extra aggiuntivi se non la possibilità di catturare i Pokémon mancanti e completare il Pokédex, contrariamente a quanto accadeva in passato.
Probabilmente l’elemento che splende di più dell’intera produzione è il comparto tecnico completamente rivisto e rimodernato. Adesso l’ambiente di gioco, i personaggi, i modelli dei Pokémon, le palestre, i percorsi, la Lega, sono tutti realizzati completamente in 3D con un’effetto davvero godibile. Il level design è di livello davvero alto, le battaglie tra i Pokémon realizzati in Cel Shading sono le migliori mai viste, le animazioni degli attacchi e delle mosse speciali rendono le lotte davvero piacevoli da guardare, gli scenari sono memorabili e molto variegati e la presenza di creature provenienti da tutte le generazioni condisce il tutto con la giusta dose di nostalgia. Per la prima volta, inoltre, è stata introdotta la possibilità di personalizzare il proprio allenatore acquistando nuovi vestiti, nuovi accessori e personalizzandone i tratti somatici in un editor invero abbastanza primitivo ma che, come prima apparizione, si comporta piuttosto dignitosamente. Nota di merito finale anche per la colonna sonora parecchio azzeccata che aggiunge epicità all’avventura e che non risulta mai invadente (qualcuno ricorda Lavandonia? ndR). L’effetto 3D, infine, risulta praticamente assente se non durante qualche sporadico avvenimento o durante le battaglie senza, comunque, rendere meno apprezzabili le varie situazioni proposte.
Per concludere quest'ultima iterazione del marchio Pokémon si configura come la più completa, la più ricca di contenuti, la più bella opera dedicata ai "mostri tascabili" mai realizzata seppure qualche difetto non manca di certo, primo tra tutti una forse eccessiva semplicità nella progressione e l'esigua presenza di Pokémon davvero nuovi. Ciò non toglie che l'ultima fatica di Game Freak va ad arricchire la già mastodontica schiera di titoli meritevoli presenti su Nintendo 3DS con un pezzo davvero importante per la storia del franchise con una vera e propria rinascita che farà breccia nel cuore, già lo sappiamo, di tutti coloro che vorranno dargli una possibilità.