PES 2017 mostra dei decisi passi in avanti, grazie ad un gameplay migliorato e sempre meno prevedibile. Tornano però anche vecchi problemi...
Negli ultimi due anni, abbiamo assistito a una vera e propria rinascita da parte del brand di PES, a partire dal cambio di motore grafico. Il Fox Engine realizzato da Kojima e i suoi, infatti, ha dato inizio a una fase di svecchiamento, tale da riportare in auge la serie calcistica di Konami. PES 2017 prosegue nella strada intrapresa dal publisher giapponese, ovvero quella di riproporre il gameplay arcade e caratteristico della serie, andando però – gradualmente – ad offrire un gioco sempre più bilanciato e per certi versi, più realistico rispetto a quanto visto in passato. La versione definitiva arrivata nei negozi, si è dimostrata decisamente più differente rispetto alla build rilasciata nei primi giorni di settembre.
PES 2017, nella sua interezza, mostra davvero moltissime migliorie, tra cui però alcune magagne già evidenziate nelle versioni precedenti del simulatore calcistico. La pecca più importante, purtroppo, è quella relativa alle licenze. Queste ultime, in questo capitolo come non mai, sono ridotte all’osso. Ciononostante PES 2017 può ancora vantare alcune licenze esclusive come le maggiori competizioni europee – Champions League, Europa League e Supercoppa europea – e extra continentali come l’AFC League.
Una volta, PES era saldamente al comando nella contesa con l’acerrimo rivale Fifa. La tendenza è poi cambiata con le ultime 5-6 edizioni, grazie alla rivoluzione attuata da EA Sports, capace di rimescolare le carte in tavola. Ora, invece, la situazione è stata nuovamente capovolta, perché Konami sta portando avanti la propria rivoluzione, tuttavia, decisamente più graduale e sistematica, al fine di non sconvolgere fin troppo gli animi dei fan di vecchia data della serie.
La strategia, quindi, è quella di apportare delle modifiche sostanziali a poco a poco per “aggiustare” sempre di più il tiro e – di conseguenza – avvicinare nuovi appassionati di questo fantastico sport. Tra le aggiunte più interessanti, c’è da evidenziare una miglior collocazione e sintonia di squadra e una conseguente propensione ad effettuare passaggi più sicuri e al contempo meno prevedibili. La prevedibilità, per l’appunto, è stato un problema che ho constatato in PES 2016, a distanza di mesi dalla sua uscita. Ed è proprio questo l’argomento che affronteremo nel prossimo paragrafo.
Negli anni, uno dei problemi riscontrati con PES è stato quello di assimilare con il passare del tempo le tattiche e le strategie dell’intelligenza artificiale. La sua natura arcade – che prevale su quella meramente realistica – ha abituato gli utenti a un certo tipo di gioco. A questo si aggiungono le movenze dei calciatori, che diventavano fin troppo scontate e che portavano, inevitabilmente, a far calare la difficoltà complessiva delle varie sfide.
A proposito di questo fattore, PES 2017 mostra decisi passi in avanti e questo non può che far piacere a tutti gli appassionati che si divertono con la maggiore difficoltà, ovvero quella Super Star. Detto ciò, la sfida si fa sempre più impegnativa, anche se questo aspetto dovrà essere valutato nel lungo periodo. In caso di cambiamenti, non mancherò di riportarvi nuove delucidazioni. A fronte di queste buone considerazioni, è bene evidenziare che, alle volte, l’intelligenza artificiale degli avversari commette degli strafalcioni, in grado di facilitare così il compito del giocatore.
Un altro anello debole, peraltro già evidenziato nella demo dimostrativa, è quello relativo alle mancate espulsioni. Difatti, molti falli da gioco, anche pericolosi e senza senso, non vengono mai sanzionati con un cartellino rosso, ma soltanto con quello giallo e in altre occasioni, solo con un richiamo verbale. Questa mancanza porta un vantaggio netto per noi, ovviamente, se lo scopo è quello di difendere il risultato, al contrario, ci penalizza quando dobbiamo recuperare. Nel momento in cui scrivo questa recensione, il problema non è stato ancora risolto. Speriamo quindi che ciò possa avvenire al più presto mediante una o più patch correttive post lancio.
Cos’altro c’è da risolvere? Il comportamento dei portieri. Troppo fuori dal gioco e facilmente battibili a tu per tu. Quando il portiere si trova ad uscire, invece di buttarsi a capofitto sull’avversario per agguantare il pallone, esce allo sbaraglio e senza fare nulla. I miglioramenti, invece, risiedono in una miglior posizione e reattività sulle conclusioni lontane e su quelle dalla breve distanza. Anche in questo caso, la speranza è quella di vedere risolto il problema degli estremi difensori, visto che si tratta di un ruolo determinante in rapporto al risultato finale delle partite.
In generale, il gameplay di PES 2017 è decisamente più vivo e di grande impatto. I calciatori si muovono con cognizione di causa e cercano sempre di aiutare il portatore di palla. Gli avversari rispondono con delle marcature (a uomo o a zona a seconda della squadra) cercando di occupare tutte le porzioni di campo. L’atmosfera degli stadi è favolosa e spettacolare, così come i passaggi filtranti per mandare in porta il nostro attaccante e le scivolate all’ultimo secondo per sventare un’azione avversaria. Inoltre, l’aggiunta della vibrazione del controller, migliora enormemente il feeling dell’utente perché genera un imput tra chi gioca e il campo virtuale.
Insomma, a dirla tutta è una goduria. Le animazioni facciali dei giocatori rispecchiano fedelmente la realtà e godono di un ottimo dettaglio grafico, grazie al sempre performante Fox Engine. Restano comunque da sistemare alcuni bug, come ad esempio alcuni contrasti casuali e brutti da vedere tra i calciatori.
In attesa di provare con mano e in maniera approfondita il comparto multiplayer del titolo, mi sento di poter elogiare Konami per tutte le migliorie apportate rispetto al capitolo passato, ma al contempo rimproverare il publisher giapponese per essersi fatto scappare altre licenze importantissime, come ad esempio la liga spagnola (con annessa Liga Adelante), la Copa Libertadores e molti diritti (nome, divise ma per fortuna non giocatori) delle maggiori squadre del nostro continente.
Konami prosegue con il perfezionamento della formula di gioco. PES 2017 non rappresenta una vera e propria rivoluzione rispetto al predecessore, ma propone un rinnovamento atto a rendere il titolo più realistico e meno arcade. Per raggiungere una parità tra realtà e simulazione, comunque, ci vorrà ancora del tempo. Personalmente ritengo di essere soddisfatto dai miglioramenti apportati in questo nuovo capitolo, grazie alla sua capacità di divertire e alla presenza di un gioco decisamente più tattico e meno scontato. La grafica, inoltre, risulta sempre bella da vedere e fedele. Le pecche di PES 2017, risiedono in alcune criticità dell'intelligenza artificiale che potrebbe avvantaggiare gli utenti, ai pochi provvedimenti disciplinari (dove sono finiti i cartelli rossi?) e alle sempre meno licenze presenti in questo nuovo capitolo. Se ne acquistano altre, ma se ne perdono altrettante... se non di più. L'acquisto, comunque, è senz'altro consigliato.