L'anno scorso c'è stata la rivoluzione in PES 2015. Quest'anno la strada è la stessa, ma non è affatto in salita.
Il Fox Engine di Hideo Kojima, riadattato ovviamente alla simulazione calcistica Konami, ha assolutamente giovato all’intera produzione PES, concedendo una freschezza nel restyling, davvero senza precedenti.
PES 2015 riuscì letteralmente a stupirmi e a far rinascere dalle ceneri, la mia passione ed emozione verso il titolo calcistico della software house giapponese. Erano anni – troppi al dire il vero – che la serie PES necessitava di una mano pesante sullo sviluppo, oramai ancorato a un motore grafico vecchio e superato, animazioni poco realistiche e un calcio fin troppo arcade. Bisognava quindi andare a capo e rendere più forte la base. Insomma, più che di una rivoluzione, si sentiva il bisogno di una vera e propria restaurazione!
PES 2016 presenta quanto di buono fatto dal predecessore, ma aggiungendo delle novità nei contenuti e nel gameplay vero e proprio. Andiamo a scoprire nel dettaglio, com’è questo nuovo capitolo.
Recensire un titolo calcistico a cadenza annuale come PES, non è affatto facile. Quello che posso dirvi fin da subito è che il menu principale di PES 2016 rimane il medesimo dello scorso anno, salvo qualche modifica che non merita menzione. Le modalità che troviamo sono pressoché le stesse: campionato master, diventa un mito, campionati e coppe etc, oltre al gradito My Club (di cui vi parlerò in uno speciale dedicato!). Tra le competizioni ufficiali, ritroviamo con piacere la Champions League e l’Europa League. Oltre a queste, sono presenti altre competizioni extra europee, come l’AFC League, la Copa Libertadores etc.
Sul lato campionati, le novità sono rappresentate dalla presenza di quello portoghese, brasiliano ed argentino. Ci sono ovviamente anche i maggiori campionati europei, ma quello inglese è sprovvisto delle licenze delle squadre (tranne il Manchester United) ed inoltre c’è l’assenza pesante della Bundesliga.
Nelle mie sessioni di gioco, ho concesso uno spazio maggiore nel giocare e disputare la Champions League e un campionato master, partendo dalla Ligue 2 con il Paris FC. Il tutto per realizzare due miei obiettivi vituali: vincere ed alzare al cielo la coppa dei campioni e, nel secondo caso, arrivare ai vertici della serie cadetta francese per poi disputare il derby con il Paris Saint Germain. Ebbene, ancora non ci sono riuscito, ma ci sto lavorando!
In generale, l’atmosfera del gioco è un qualcosa di eccezionale, superiore persino a quanto visto nel titolo concorrente, rappresentato da Fifa 16. I tifosi e i soggetti che circondano il campo (come raccattapalle, cameraman ecc.) sono vivi e contribuiscono a dare un tono di naturalezza, anche a ciò che è al di fuori del campo di gioco. Parlando di quest’ultimo aspetto, è legittimo evidenziare una maggior cura nella realizzazione dei calciatori, davvero reali e con delle somiglianze nette con le loro controparti reali. Ovviamente ciò si evidenzia maggiormente nel caso di giocatori noti, tesserati con le grandi squadre, piuttosto che con calciatori meno noti e appartenenti a club modesti e più piccoli. La presenza massiccia di replay, tende a dare risalto alle gesta dei calciatori e dei portieri con tiri reali e parate spettacolari.
Insomma, Konami con PES punta a spettacolarizzare le partite ma senza rinunciare – tuttavia – al lato arcade che ha da sempre contraddistinto la serie. Arcade non vuol dire irreale, bensì rendere il gioco più spettacolare e senza eccedere nel realismo. Per carità, i nostri giocatori e quelli avversari commetteranno degli errori, ma noi saremo “facilitati” nei tiri in porta, a differenza di Fifa, dove è evidente una diversa fisica del pallone e dove le défaillance dei giocatori sono presenti quasi in ogni partita.
Per quanto riguarda l’atmosfera è da segnalare la presenza per la prima volta nella serie delle condizioni meteorologiche variabili. Capiterà infatti di iniziare una partita con il cielo nuvoloso, per poi ritrovarsi improvvisamente sotto la pioggia. Una novità che ho davvero gradito, dato che in questo modo ci sarà un netto cambio della partita. La seconda novità, invece, riguarda l’inserimento delle esultanze, selezionabili dal giocatore. C’è anche quella particolare e stravolgente di Francesco Totti, intento a scattarsi un selfie con un Iphone, accaduto realmente dopo un gol siglato in un derby dello scorso anno, giocato contro la Lazio.
Le animazioni sono aumentate di numero, quindi non si avrà più l’impressione di aver già visto – magari per troppe volte – un movimento o un tackle del giocatore. Sia chiaro, le animazioni sono state aumentate, ma ciò non toglie che – alla lunga – queste risulteranno essere più frequenti. Tuttavia, non appena metterete le mani sul gioco, il vostro colpo d’occhio noterà delle differenze piuttosto evidenti rispetto a PES 2015.
Detto questo, la struttura del gameplay di PES 2016 si basa sul capitolo precedente, ma presenta delle migliorie ed aggiunte per quanto riguarda le animazioni e per quanto concerne l’infarinatura degli stili di gioco. Ogni squadra cerca di seguire il proprio gioco, come avviene nella realtà. Ad esempio, il Barcellona tenderà a costruire un gioco basato sul possesso palla (il noto tiki-taka), mentre altre squadre sulla carta più deboli, cercheranno di ripartire in contro piede. A proposito di questo, la schermata delle formazioni permette moltissime possibilità per personalizzare le nostre tattiche e approcciare in una certa maniera le partite. Potremo infatti concentrare il nostro gioco sul possesso palla oppure sulle ripartenze, facendo girare il pallone con dei lanci lunghi oppure con dei fraseggi più corti e decidere addirittura se concentrare le nostre forze di attacco sulle fasce o – al contrario – di bucare le difese al centro.
Ovviamente è facile dire tutto ciò, ma – al contrario delle mie primissime impressioni – l’intelligenza artificiale si è dimostrata al di sopra delle mie personali aspettative, riuscendo a mettermi in difficoltà (a livello superstar), chiudendo ogni varco e adottando un gioco differente, a seconda del risultato parziale di ogni partita. Questo si noterà maggiormente nel momento in cui, giocheremo utilizzando una squadra meno forte rispetto a un top club come lo sono il Real Madrid, Bayer Monaco e via dicendo. I vari Cristiano Ronaldo, Levandoski e Messi, riusciranno a prevalere sugli altri, senza troppe difficoltà. Dal punto di vista del gioco, PES 2016 l’ho trovato più dinamico, flessibile e alla mano, rispetto a PES 2015, decisamente più ingessato, rigido ed impostato in una certa maniera.
Adesso passiamo ai difetti; le animazioni non sempre sono perfette, a volte infatti capiterà di vedere in malo modo scivolate etc con dei falli che non comporteranno danni di nessun tipo per il giocatore, a fronte di replay davvero inequivocabili… insomma, mi riferisco a falli davvero pericolosi, ma raramente sanzionati e senza effettive conseguenze per il giocatore attaccato. A tal proposito, le ammonizioni e le espulsioni sono assolutamente rare e ciò comporta a un minor realismo e facilità nel giocare le partite.
Immaginate di dover interrompere una ripartenza avversaria, vi basterà atterrare in scivolata l’avversario per impedirne il contropiede e il conseguente attacco. Mi è capitato nella maggior parte dei casi di non ricevere nemmeno un cartellino giallo! Facendo una comparazione con Fifa, invece, la questione è differente; un fallo da dietro (anche se commesso a centrocampo), può comportare ad un’esplusione e conseguente scoinvolgimento della partita da disputare poi con un uomo in meno. E’ anche vero però che ciò dipende dal match e dal campionato che si sta giocando.
Inoltre, l’assenza prolungata delle rose aggiornate delle squadre, inficia non di poco la produzione. Non è affatto bello prendere parte alle partite, senza utilizzare i giocatori presenti attualmente in un determinato club. Konami deve imparare a rendere disponibili gli aggiornamenti al day one oppure qualche giorno dopo l’uscita del gioco. Ciò non è più consentito arrivati al 2015, anno in cui PES festeggia il suo ventesimo anniversario.
I miglioramenti rispetto alla scorsa edizione, sono evidenti e continua quindi il processo di ammodernamento e rifacimento della serie. Inserimento di novità come il meteo dinamico e le esultanze dei giocatori, arricchiscono il contorno di PES 2016. Senza ombra di dubbio, il gameplay ha compiuto un piccolo passo in avanti, così come l'aspetto tecnico maggiormente curato. Un passo avanti è stato fatto anche per le licenze, visto che troviamo nuovi campionati da poter giocare. Tuttavia, la mancanza delle licenze delle squadre del campionato inglese, l'assenza della bundlesliga e di qualche squadra di serie A (il Sassuolo) non potranno che continuare a generare fastidio negli utenti ed appassionati. Restiamo inoltre in attesa delle rose aggiornate delle squadre. Ad oggi non è arrivato ancora un aggiornamento. In conclusione, PES 2016 compie dei decisi passi in avanti, ma i problemi (anche storici) non sono stati ancora superati.