Finalmente. PES 2015 arriva sul mercato con un solo obiettivo: tornare il re dei simulatori calcistici.
Nel nostro paese, lo sport del calcio è decisamente quello più amato e seguito, caratterizzato di conseguenza da un altissimo numero di share. Questi ultimi dati hanno una valenza importantissima, considerando i tempi difficili che stiamo attraversando noi come cittadini italiani e il calcio italiano in generale, vista la fortissima concorrenza estera e l’impossibilità di sferrare colpi di mercato per acquistare top player, date le cifre esorbitanti e lontane dai fatturati delle squadre del nostro campionato. Il popolo dei videogiocatori, ovviamente, è composto da una vasta schiera di appassionati di questo sport che da anni si dilettano e sfidano online i propri amici e sconosciuti da tutto il mondo. Tutto questo grazie ai due esponenti del genere, rappresentati da PES di Konami e Fifa di Electronic Arts.
In questa sede, andremo ad analizzare il nuovo PES 2015, il primo capitolo del publisher giapponese ad arrivare, oltre che su PC e console oldgen (PlayStation 3 e Xbox 360), anche su PlayStation 4 e Xbox One. Un salto necessario, che era stato accantonato lo scorso anno, forse, per preparare al meglio questo importantissimo debutto, arrivato in netto ritardo rispetto all’uscita del concorrente Fifa 15. Una sfida che si protrae da decenni e da ben tre generazioni di console. Non ci resta, quindi, che andare a vedere insieme se il ritardo dell’uscita di Pro Evolution Soccer 2015 può essere giustificata, a fronte delle novità e speranze riposte nel nostro provato sulla demo.
A ogni capitolo della simulazione calcistica di PES, è questa la domanda che in molti (compresi noi) si fanno.“PES riuscirà nuovamente a stupirci come è riuscito a fare in passato?”. I vecchi Pro Evolution Soccer hanno portato novità di peso in questo genere, ma con il passare degli anni la vena creativa e l’innovazione è andata progressivamente a perdersi. I concorrenti, come noto, non sono rimasti a guardare ma hanno investito notevoli risorse sulle nuove tecnologie per rinfrescare e migliorare il gameplay ed anche l’aspetto grafico, assolutamente più superficiale e deficitario rispetto ai vari PES. Questi ultimi garantivano una somiglianza dei calciatori davvero all’avanguardia, andando così ad assottigliare la differenza tra i beniamini reali con quelli virtuali.
Oggi Konami con PES 2015 ha cambiato radicalmente verso, anche se il processo era iniziato lo scorso anno con PES 2014, grazie alla decisione di passare a un motore grafico completamente nuovo che sapesse dare una nuova linfa di vita al gameplay, facendo pulizia di quei difetti o comunque problemi fin troppo evidenti negli ultimi episodi. Il fox Engine di Hideo Kojima – riadattato ovviamente alla serie calcistica – ha saputo garantire una nuova “vita”, una rinascita del brand.
Il gameplay è cambiato vertiginosamente ed il gioco delle squadre risulta ora più bilanciato e in linea con ciò che succede nella realtà. I team sono ben distribuiti sul terreno di gioco e superare le difese non è affatto facile, perché sono compatte e difficili da infilare. Ogni formazione europea esprime il suo gioco in campo, valorizzando le proprie caratteristiche e – da questo punto di vista – si vede la mano degli sviluppatori sull’intelligenza artificiale del computer, che non soffre assolutamente e che non dimostra amnesie di nessun tipo come, invece, era solita fare in passato. Inoltre, l’IA si dimostra affidabile nel giro palla, con fraseggi che l’aiuteranno ad avanzare di metri e a metterci in seria difficoltà. Dunque, sarà difficile trovarsi di fronte a giocate imprevedibili e prive di senno ma, soprattutto con la difficoltà impostata su super star, troveremo al nostro cospetto avversari ostici da fronteggiare, con il coltello fra i denti che cercheranno di non mollarci un solo centimetro di campo. Poi lì starà a noi impedire questo scenario e trovare le contromisure necessarie per battere i nostri avversari, usufruendo delle enormi possibilità di gioco.
Difatti in PES 2015, il singolo non potrà superare i suoi avversari solamente con lo scatto, ma sarà opportuno affrontare il tackle con il doppio passo, mandando fuori tempo l’avversario oppure lanciare un compagno con un passaggio filtrante alto o basso. Poi – come dicevamo – sono innumerevoli le possibilità, che potranno essere migliorate con la modalità denominata “allenamento”. Ultima nota riguardo il gameplay è da rivolgere ai portieri, decisamente più consapevoli del ruolo determinante che ricoprono. Essi difficilmente commetteranno degli errori banali, ma in ogni occasione proveranno ad intervenire nel migliore dei modi, specialmente nelle uscite dai pali della propria porta.
In molti hanno puntato il dito contro PES per l’eccessiva presenza di giocate prettamente arcade, lontane dal realismo. Quest’ultimo aspetto è stato, invece, sempre espresso nella serie Fifa che ne ha fatto un punto imprescindibile a scapito – forse – della spettacolarità delle giocate. In PES 2015 è anche questa tendenza a cambiare, visto che sarà l’arcade a poggiarsi sul realismo e non viceversa come in passato. I movimenti, i passaggi, le scivolate e la coordinazione dei calciatori rispecchia la realtà e il colpo d’occhio iniziale sarà davvero stupefacente (almeno su PlayStation 4, la versione da noi testata per la recensione). È davvero piacevole e gratificante giocare le partite con PES 2015, grazie ad una grande somiglianza dei giocatori, anche se – purtroppo – non mancano riproduzioni completamente errate di alcuni di questi che diffidano dalla realtà.
L’atmosfera degli stadi è grandiosa e la spettacolarità è totale anche a fronte delle coreografie realizzate dai tifosi graficamente “sgranati”, presenti sugli spalti. Il fattore casa e fuori casa conterà relativamente, vista l’accoglienza del pubblico con applausi per i padroni di casa e bordate di fischi per il club ospite. L’atmosfera è poi resa ancor più avvincente dalla nuova coppia formata dallo storico telecronista di SKY, Fabio Caressa, e il commentatore Luca Marchegiani. Entrambi svolgono il proprio compito in maniera onesta e sufficiente, riuscendo ad immergere gli utenti nelle partite, tuttavia, è presente qualche ripetizione di troppo e l’enunciazione dei giocatori risulta un tantino priva di esaltazione.
PES 2015 attraversa quindi una rinascita, in concomitanza con l’approdo sulla nuova generazione di console. Purtroppo però rimane uno dei problemi che fa storcere il naso dei videogiocatori e che li va a indirizzare verso la serie concorrente; si tratta del problema relativo alle licenze. Queste ultime sono davvero poche e possono vantare tra i campionati europei, il campionato spagnolo e quello francese con l’aggiunta delle rispettive serie cadette. Purtroppo non è riconosciuta la lega di serie A e la premier league (oltre alle rispettive serie minori). La premier ha solo una squadra provvista di licenze: il Manchester United.
D’altra parte però, la serie PES può vantare le licenze delle due maggiori competizioni europee: La Champions League e L’Europa League (con la finale tra le due squadre vincitrici rappresentata dalla supercoppa europea). Quest’anno oltre alla Copa Libertadores, c’è l’AFC Champions League ovvero la coppa dei campionati in cui partecipano i club asiatici.
Le altre modalità presenti sono le stesse degli altri capitoli della serie; esibizione, campionato master, campionati internazionali con le varie coppe, diventa un mito e la nuovissima modalità Myclub (la vecchia master league online). In quest’ultima è possibile creare la propria squadra, spendendo i punti ottenuti grazie all’esperienza accumulata nelle partite oppure utilizzando i soldi reali, vista la presenza di un sistema di microtransazioni. Il comparto online va a dare un taglio netto al passato della serie. La ricerca dei giocatori è abbastanza rapida e il lag è ridotto al minimo se non completamente esente. Come in passato, si possono affrontare sia partite amichevoli che non vanno ad influenzare il punteggio, e poi le le partite competitive che comportano ad aumentare o diminuire i punti.
Cos'altro dire di PES 2015? Questo nuovo capitolo della serie mette a disposizione dei giocatori tutte le migliorie possibili, sia a livello di gameplay che a livello di grafica, con l'aggiunta di una novità dal punto di vista della telecronaca. L'atmosfera è più coinvolgente che mai e riesce nell'importante compito di immedesimare gli utenti nelle azioni di gioco. Inoltre, le infrastrutture utilizzate per le modalità online riescono a garantire sessioni di gioco, senza sbavature tali da compromettere la buon riuscita del match. L'unica pecca grave che abbiamo evidenziato in questo capitolo, purtroppo, viene dal passato e riguarda i pochi contenuti ricoperti dalle licenze ufficiali. All'infuori di questo aspetto, ci sentiamo di consigliare a occhi chiusi PES 2015, perché offre tutto (o quasi) quello che un simulatore dovrebbe garantire e avere al giorno d'oggi.