L'Hack'n Slash definitivo (ed online!)
Path of Exile è un hack’n slash multiplayer, sviluppato in sette lunghi anni e approdato, assolutamente in modo gratuito, su Steam pochi giorni fa. Inutile dire che si tratta di un diretto concorrente di Diablo III, tutto sommato una delle grandi delusioni dello scorso anno. Sebbene questa sia una recensione di PoE e non un confronto diretto fra i due titoli, indubbiamente i paragoni avvengono quasi in maniera automatica, soprattutto visto il campo di conflittualità in cui si trovano ed il fatto che, probabilmente, essi siano un po’ gli unici punti di riferimento su cui basare un giudizio oggettivo.
La trama di PoE è intricata ma dallo scarso impatto emotivo. Costretti all’esilio (i motivi varieranno a seconda delle classi da noi scelte), ci ritroveremo in un mondo di gioco tetro, infestato dai demoni e da assurde creature, sempre piuttosto aggressive. Sebbene sia ufficialmente un hack’n slash, PoE strizza molto l’occhio ai mmorpg dello stampo di World of Warcraft, caratterizzandosi per una lunga trama di gioco che si divide in missioni principali e secondarie, divise in capitoli (ognuno dei quali corrispondente ad un’area esplorabile), lungo la quale far crescere il proprio personaggio. Sarebbe falso affermare che durante il gioco si presti davvero tanta attenzione a ciò che i personaggi non giocanti dicono o suggeriscono: l’online spinge il giocatore a correre per accaparrare risorse, punti esperienza (PE) ed armature sempre più belle e potenti. Un problema condiviso anche da Diablo III, il quale rispetto ai predecessori si basa su un single player potente e maestoso, pur non sviluppandosi proprio come gdr, non offre una storia ed un coinvolgimento degni di nota. Al contrario questi multiplayer massivi, costringono ad un approccio molto più sistematico, vista anche la mole di missioni ed ore di gioco da affrontare per poter arrivare all’agognato livello 100 (il tetto massimo raggiungibile).
Insomma se non si è neofiti del genere massivo online si capirà subito qual è l’andazzo. Ovviamente sarà possibile creare gilde e party di gioco, nei quali condividere esperienza e drop. Quest’ultimo punto sarebbe forse da sistemare con un criterio di assegnazione vincolata dell’item. Troppo spesso capita infatti di raccattare oggetti che magari servono ai nostri amici o s’incappa in una gestione e raccolta errata dei suddetti, essendo questi ultimi liberi nell’appropriazione (al contrario di titoli come Guild Wars, nei quali l’oggetto spawnato è vincolato casualmente ai giocatori del gruppo in maniera equa). E’ ovvio che non ci saranno problemi tra amici, ma entrando in gruppi casuali si rischia di rimanere a bocca asciutta.
Proseguendo il discorso sul gameplay vero e proprio, PoE rappresenta un gioiello. Innanzitutto le classi non sono personalizzabili: una volta scelto tra strega, templare, duellante e via dicendo, la skin del personaggio sarà sempre uguale. Ovviamente la personalizzazione è attuabile equipaggiando le migliaia di diverse armi, oggetti ed armature presenti nel gioco. Sono davvero tantissime, colorabili e dalle forme più strane. Punto a favore (e qui il paragone tutto negativo per Diablo esce automatico) l’utilizzo di animazioni uniche per ogni arma impugnata, al contrario del titolo Blizzard, dove equipaggiare un’ascia o un martello non cambiava l’animazione dell’auto-attack, ma solo i valori di danno. Alle armi e all’equipaggiamento è collegato il punto fondamentale di tutto il gioco: i sockets. Si tratta di spazi colorati entro i quali inserire delle gemme del corrispettivo valore. Sono loro che ci conferiranno tutte le abilità attive del gioco (magie, focus, palle di fuoco, totem, qualsiasi cosa si casti deriva dai sockets). Questo sta a significare che sono assenti le stesse nell’albero delle abilità e che per farle salire di livello servirà semplicemente averle equipaggiate, condividendo con le stesse i PE raccolti. In questo modo, anche grazie al mercato e alla collaborazione tra giocatori, sarà possibile ottenere magie livellate senza magari averle utilizzate per gran parte del tempo (ma ovviamente bisognerà stare attenti che si soddisfino i requisiti). Le mappe di gioco, ben studiate ed accattivanti, sono costruite all’insegna della randomizzazione, facendo respawnare mostri casuali ad intervalli regolari. Il sistema di controllo si basa sul movimento con click sinistro (che corrisponde anche all’attacco base) ed un’interessante mappatura delle scorciatoie, collegate alle abilità attive, sui tasti ‘Q’, ‘W’, ‘E’ e via dicendo. Molto utili poi le fialette contenenti vita e mana. Esse sono fisse (non bisognerà comprare pozioni, ma solo eventualmente cambiare fialette con altre più grandi e migliori) e si riempiranno negli accampamenti o uccidendo nemici.
Più in generale un po’ tutto il gioco ruoterà attorno alla completa libertà di equipaggiamento e di crescita delle skill, passive e non. Questo è merito dell’incredibile albero delle abilità, come già detto si tratta solo delle passive che si struttura come un’enorme ragnatela di punti, ognuno collegato in vario modo e capaci di rendere la stessa classe di personaggio tanto tank, quanto caster. Com’è possibile? Semplicemente ogni classe parte in una zona diversa della mappa di caratteristiche, la quale non è però la stessa per tutti. Ciò significa che, con una sapiente costruzione della build, chiunque potrà fare qualsiasi cosa, garantendo una versatilità davvero unica nel genere di gioco proposto. In questo momento in redazione abbiamo creato un vecchio templare lancia fuoco e negromante, che bisogna ammettere, fa la sua figura! Allo stesso modo anche le armi e le armature soggiacciono solo ai requisiti minimi, i quali sono dati al 90% dalle scelte fatte nell’albero delle skills. Un sistema di gioco indubbiamente vincente, capace di rendere il titolo aperto ad ogni tipo di build e combinazione. Tutto questo si riversa poi nel pvp, durante il quale sarà fondamentale costruire un pg degno di calcare le arene di gioco.
Ultima nota riguardante il sistema di scambio, riguarda il baratto. Non esistono gold, ma ogni mercante (anche quelli controllati dall’IA) scambia oggetti a fronte di pergamene dell’identificazione o globi magici. E’ ovvio che questi stessi oggetti finiscono poi per diventare più simili a dei soldi, ma il fatto che siano ad ogni modo utilizzibali per scopi diversi, rende intrigante anche il mondo economico di PoE. Da ricordare l’assenza di oggetti a pagamento (parliamo di real money) ad esclusione dei soli equipaggiamenti di bellezza, incapaci di regalare alcun tipo di bonus in-game (nello stile degli ultimi free-to-play come Dota 2 o LoL).
Tecnicamente, PoE non ha nulla da invidiare ai colossi del genere. La grafica è realistica e ben collegata all’ambientazione. Meno cartoon di WoW e più simile al cupo mondo di Diablo, Path of Exile ci porterà in un mondo dove non mancano i colori, ma neanche le ombre. I mostri sono tutti disgustosi e ben fatti, con fiumi di sangue e bile che scorrono ovunque. Non si tratta di una critica, ma di un complimento. La violenza espressa, sebbene lo renda un titolo adulto, ben si sposa con la storia, molto profonda e matura, compresi i paesaggi, piuttosto lugubri e sinistri. L’interfaccia grafica (che deve molto ai concorrenti a pagamento) è realizzata in maniera semplice e funzionale, così come funzionali sono i server di gioco, piuttosto frequentati, ma con pochi problemi di lag o crash. Certo qualche bug ogni tanto può presentarsi, ma nulla che oltrepassi la normale amministrazione. Le giocate sono sempre fluide ed i requisiti minimi non faranno urlare di fatica i vostri PC.
Il comparto audio segue a ruota il collega grafico, mostrando una colonna sonora forse non originalissima, ma sicuramente di grande impatto. Lenta e maestosa, serve bene gli eventi di gioco e le concitate fasi d’azione.
In generale PoE rappresenta un hack’n slash old school, anche piuttosto ostico, con delle caratteristiche online ben definite e, sebbene non innovative, solide e divertenti. Il grande pregio è probabilmente nel sistema delle abilità passive e dei sockets attivi, sicuramente originale e di indubbio valore ludico. A questo poi si deve aggiungere la completa natura free del progetto, oramai uscito dalla beta e disponibile su Steam.
PoE è sicuramente un grande titolo. Non è esente da difetti, come tutti, ed ovviamente il fatto che si sviluppi esclusivamente per il multiplayer lo penalizza sotto il profilo più spiccatamente gdr (quello della trama e dell'evoluzione del mondo di gioco, ovviamente assenti). Questo non è un demerito, ma al contrario un dato di fatto che scaturisce dallo stile di gioco, improntato per l'appunto sul pve e pvp. Considerando la fruibilità gratuita del titolo e la sua mole incredibile, Path of Exile è sicuramente uno dei migliori giochi attualmente sul mercato, nel suo genere.