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Outlast: Whistleblower – Recensione

Siamo ritornati nel manicomio psichiatrico Mount Massive, ma questa volta vestiamo i panni di un'altra personalità. Scopriamo insieme cosa ci aspetta in Outlast: Whistleblower.

Outlast è un survival horror sviluppato da un team indipendente, i Red Barrels, ed uscito il 13 settembre 2013 per PC. L’anno dopo, precisamente a febbraio, il titolo è arrivato anche per PS4 e ha preso parte al programma del PlayStation Plus, diventando il videogioco gratuito del mese. Questo ha consentito la prova ad un altissimo numero di possessori della nuova home console Sony e tutti hanno manifestato il proprio entusiasmo riguardo il gameplay, l’atmosfera in grado di generare e la grande narrazione dietro a questo survival horror in prima persona. Oggi ci ritroviamo a parlare nuovamente del gioco, in occasione dell’uscita del DLC, denominato Whistleblower. Siete pronti a tornare tra i meandri del manicomio/penitenziario Mount Massive?

Come tutto ebbe inizio…

Lo scorso 6 maggio, Outlast: Whistleblower è stato reso disponibile per il download su PC e PlayStation 4. Il contenuto scaricabile offre una nuova trama che fa da prequel a quella originale. Noi impersoniamo Waylon Park, un consulente informatico che lavora per la Murkoff Corporation. Il buon senso dell’uomo e forse anche un po’ di ingenuità lo porterà a denunciare tutti i fatti che avevano luogo all’interno del manicomio e a mandare così una mail, utilizzando un pc portatile della compagnia. I dirigenti della Murkoff, grazie a tutti i sistemi di sicurezza a disposizione, non ci metteranno molto a scoprire l’esistenza del messaggio e il tradimento messo in atto da Park.

Outlast Whistleblower

A questo punto, egli sarà trasformato in una cavia da laboratorio. Ed è proprio così che inizia la storia. Park si risveglia e si trova davanti a una situazione decisamente capovolta. Difatti i pazienti malati del penitenziario hanno preso il controllo della struttura e il nostro protagonista dovrà scampare a questi tipi loschi senza farsi vedere, vagando di fatto nell’ombra. Proprio grazie all’informatico, sarà poi allertato il reporter Miles Upshur – di cui abbiamo già vestito i panni nella storia principale – che raggiungerà successivamente il manicomio per indagare su tutti i misteri che gli ruotano attorno.

Casa dolce (insanguinata) casa

Ovviamente i comandi di gioco restano i medesimi che abbiamo già potuto apprezzare. Siamo infatti armati (per così dire) della fidata e immancabile videocamera dotata di infrarossi per vedere nel buio più pesto. Dobbiamo utilizzarla a dosi, visto che – sfortunatamente – va a batterie. Queste ultime sono presenti nei luoghi più disparati e impensabili del manicomio. Non mancano in questa avventura i nascondigli, caratterizzati da armadietti e dallo spazio situato sotto i letti. Per il resto c’è da dire che le sensazioni di paura e i colpi a scena sono in misura maggiori rispetto alla storia originale, così come gli ambienti più vasti e agli effetti sonori in sottofondo che ci faranno tentennare più del dovuto. Il gameplay rimane invariato, ma la voglia di scoprire cosa c’è dietro gli esperimenti nudi e crudi della Murkoff Corporation non si farà attendere. In Outlast: Whistleblower sono presenti più luoghi privi di luce, e i nemici potrebbero sbucare da ogni angolo all’improvviso e a quel punto, l’unica cosa da fare sarà quella di scappare in cerca del nascondiglio più appropriato. Dunque, è sempre bene procedere con cautela e non emettere rumori troppo accentuati, poiché i pazzi del manicomio hanno un buon udito e un buon olfatto per scoprire la nostra posizione. I ragazzi di Red Barrels sono riusciti a rendere il superamento di certe situazioni meno indirizzato e immediato. Difatti, ci è capitata in più di un’occasione di avere un po’ di difficoltà a trovare la via di uscita per proseguire nella nostra avventura. Questo è senz’altro un merito perché ci porta a perlustrare al meglio l’area. In certi casi non è facile a causa della presenza di qualche pazzoide, pronto a sbarrarci la strada e mettere la parola fine alla nostra vita.

Outlast Whistleblower

Sul versante tecnico, Il dettaglio grafico è notevole, ma non si discosta molto dal titolo originale, e questa non è assolutamente una colpa. Quello che ci si para davanti agli occhi è uno spettacolo grandioso. Tutti i corridoi, gli spazi aperti e la cura nei dettagli è maniacale e stupefacente. È innegabile dire che si può fare sempre di più, visto che non è mancata occasione di incappare in qualche piccolo bug, facilmente risolvibile con un update del gioco, oltre a qualche texture sicuramente migliorabile. L’atmosfera di questa nuova avventura è resa ancora più avvincente dal sonoro che in questo tipo di videogiochi ricopre un ruolo di assoluta importanza, perché le sensazioni di paura, e con esse le tensioni, sono generate proprio da questo importante aspetto. Nelle tre ore abbondanti di gioco ci ritroviamo a vagare nel cupo e tetro manicomio, in cerca di una via d’uscita pronta a salvarci la pelle. Un’avventura in cui le uniche nostre certezze saranno rappresentate dalla videocamera ad infrarossi, dai nascondigli che ben conosciamo e, paradossalmente, anche da quel buio tanto odiato in alcune circostanze, ma assolutamente prezioso per mimetizzarci nell’ambiente e tenerci al sicuro dai nemici che ci scruteranno per localizzare la nostra presenza. Un piccolo appunto lo merita anche l’intelligenza artificiale dei nemici che – a differenza dell’originale – è stata leggermente migliorata, in quanto questi potranno trovarci anche all’interno degli armadietti o sotto il letto, a differenza di prima quando andavano sempre a guardare all’armadietto o al letto di fianco. Questo succede ancora, ma non con esagerazione.

I pro

  • Una nuova trama nel manicomio di Mount Massive
  • Le solite ma ben collaudate meccaniche di gameplay
  • La grafica e il sonoro sono di ottima fattura
  • Livello di sfida variabile in base al livello di difficoltà scelto
  • Intelligenza artificiale leggermente migliorata...

I Contro

  • Presenza di qualche bug e imperfezione da sistemare
  •  ...ma poteva essere fatto qualcosa di più

Voto Globale 8.5

Outlast: Whistleblower arricchisce ulteriormente l'esperienza di questo survival horror, dove non è possibile attaccare ma solamente scappare. È sicuramente un DLC che può rimettere sotto i riflettori il titolo originale. Non smetteremo mai di elogiare il lavoro fatto dal team indipendente Red Barrels, formato da personalità già note nel settore videoludico e con un gran curriculum alle spalle. Il gameplay, l'atmosfera inquieta e incerta, l'ottimo comparto grafico, il sonoro di grande impatto e infine l'elevato livello di sfida adatto a tutti i videogiocatori, tranne a chi non regge proprio l'ansia e il terrore. Il videogioco prevede inoltre la possibilità di impostare un livello di difficoltà, fra i cinque disponibili. Alla fine abbiamo concluso la nostra avventura in circa tre ore di gioco. Se avete apprezzato la trama originale, non dovete farvi assolutamente mancare questo contenuto scaricabile per scoprire di più sulle vicende che coinvolgono il manicomio psichiatrico di Mount Massive. Il prezzo è in norma con quanto offerto dall'esperienza ed è pari a 8,99 euro. In poche parole, il rapporto contenuti – prezzo giustifica in pieno il suo acquisto.

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