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Recensione

Oceanhorn: Monster of Uncharted Seas – Recensione, Zelda per PC?

Il panorama indie cresce ma non tutte le produzioni sono originali. Oceanhorn prende quanto di buono fatto con Zelda e ne rappresenta un diretto discendente.

La realtà è ormai questa: negli ultimi anni dove le nuove produzioni scarseggiano, a favore delle rimasterizzazioni, i titoli indipendenti hanno avuto il meritato spazio per esprimere le proprie potenzialità su un po’ tutte le piattaforme. Il PC, ovviamente, rimane la “piattaforma prediletta”, anche se le nuove console e soprattutto i device portatili hanno accolto appieno questa filosofia. Oggi però con Oceanhorn: Monster of Uncharted Seas ci troviamo a parlare della cosiddetta “eccezione alla regola”. Ora vi starete sicuramente domandando il perché di questa affermazione. I fan o comunque le persone che conoscono Zelda, noteranno fin dal trailer di rilascio di Oceanhorn una certa somiglianza con The Legend of Zelda, la meravigliosa produzione di cui è proprietaria Nintendo, nata dalla sapienti menti di Shigeru Miyamoto, Takashi Tezuka e Eiji Aonuma. Insomma, dall’intelletto di persone che rimarranno nella memoria dei videogiocatori di ieri, di oggi e di domani.

Ovviamente questa somiglianza è stata riportata anche da altri portali di informazione videoludica, certamente non solo da noi di Kingdomgame.it.

La release originale di Oceanhorn è infatti datata al 14 novembre 2013, quando il titolo arrivò sull’App Store per Iphone. Lo studio di sviluppo del gioco, ovvero Cornfox & Brothers, a fronte dell’enorme successo di critica e di pubblico ottenuto, non ha potuto far altro che mettersi al lavoro su una versione per PC. Noi grazie agli sviluppatori, abbiamo avuto modo di giocarlo – per la prima volta – in questa salsa, così da poterne scrivere in maniera approfondita e senza alcuna fretta.

Un’avventura mitologica e fantastica 

Da The Legend of Zelda, Oceanhorn prende un po’ di tutto. Non solo l’aspetto grafico e il concept di gioco, ma anche il modo di raccontare tutte le vicende narrative. Queste ultime non sono assolutamente originali, ma risultano essere già state attraversate e, per così dire, utilizzate. Impersonerete un personaggio senza nome che avrà il compito di sconfiggere un mostro meccanico marino, chiamato Oceanhorn. Quest’ultimo ha gettato un velo di oscurità sull’antico regno di Arcadia, costituito allora da alcune isolette. Ebbene, il padre del protagonista uscirà sconfitto da questo scontro e il destino di Arcadia e dei suoi abitanti, passerà nelle mani del giovane protagonista.

Vi ritroverete quindi a girovagare in cerca delle risposte alle domande che contrastano questo ambiguo e mitologico mistero. Per bloccare la conquista del male, si dovranno trovare tre emblemi: l’emblema della terra, dell’acqua e del sole. All’interno di questi saranno presenti i poteri degli antichi dei che – prima di questo prevedibile evento – avevano il compito di proteggere l’intero regno per dare modo a tutti i suoi abitanti di vivere in pace e in armonia. Quei tempi ora sono un lontano ricordo, il vostro obiettivo sarà quello di sconfiggere il male per far riaffermare il bene. Dunque, come detto in apertura, non ci troviamo davanti a niente di così tanto originale. Si tratta della solita storia che non offre spunti originali. In aggiunta a questo, pero, c’è anche qualcosa a livello di struttura del gioco che farà nascere più di un senso di frustrazione.

Accendi il GPS… ehm la bussola. Mmh no, non ho una bussola

L’avventura è piacevole, apparentemente varia e divertente. Almeno questo è ciò che abbiamo provato noi inizialmente. Questo perché andando avanti il gioco non diventa più difficile, anzi, ma più confusionario o per meglio dire disordinato. Vi ritroverete quindi a girovagare qua e la per le diverse isole circondate dall’oceano. Non vi sarà infatti indicata chiaramente la direzione da prendere. Dovrete per forza fare avanti e indietro per le isole, al fine di trovare la giusta azione da compiere per proseguire. E’ come trovarsi davanti ad un gioco apparentemente vario, ma alla fine lineare e complicato sotto questo punto di vista, ovvero: “dove si deve affrontare la missione?”.

Il transito tra un’isola e l’altra è completamente pilotato e – a seconda della distanza tra esse – comporterà ad un enorme e frustrante perdita di tempo, che potrà essere in qualche modo alleviata da una sorta di “tira e colpisci il bersaglio”, utile per riguadagnare la salute (composta da quattro cuori) oppure con la conquista di monete d’oro e punti esperienza. Parlando di questi ultimi, c’è da dire che potranno essere ottenuti sconfiggendo i nemici, trovando degli scrigni preziosi e – come prevedibile – concludendo le missioni. Con l’avanzare dell’avventura, il personaggio principale salirà di livello con il quale si otterranno poi dei potenziamenti e delle nuove armi. Insomma, anche in questo, tutto sa di già visto. Anche quando si vanno a visitare le altre isole, cambiano i colori ma le texture gira e rigira sono sempre le medesime.

La pecca principale di Oceanhorn è quella di assomigliare in maniera troppo lampante a The Legend of Zelda: A Link Between Worlds. Se il titolo avesse mostrato più originalità, un po’ di varianti dal punto di vista del gameplay, della grafica e delle ambientazioni, molto probabilmente avremmo fatto meno caso ad alcune problematiche sottolineate qualche riga più sopra.

Vedo il sole, vedo il mare ma sempre a Zelda ci fai pensare

L’appeal, quindi, va scemando proprio per la somiglianza con una delle icone più importanti di Nintendo. Non è assolutamente un male, anche perché non dobbiamo affatto dimenticarci che tutto questo lavoro è stato realizzato da un team indipendente. Oltretutto il progetto era nato per uscire esclusivamente su device mobile, e questo – a conti fatti – potrebbe andare anche bene. La trasposizione però va stretta al PC, piattaforma su cui pretendevamo molto, ma molto di più. L’adattamento alla risoluzione si vede, però si avrebbe dovuto lavorare più attentamente sulla diversificazione delle zone delle isole. A parte questo, trattandosi di una rivisitazione, non possiamo assolutamente pretendere di più.

Per l’impegno profuso, per una grafica tutto sommato buona, per un discreto doppiaggio in inglese (arricchito dai preziosi sottotitoli in italiano) e una trama trita e ritrita, questa versione PC di Oceanhorn: Monster of Uncharted Seas può meritarsi una sufficienza risicata. Questo perchè si tratta pur sempre di un parere soggettivo e quindi più visioni potrebbero essere in contrasto con quanto scritto in questa recensione. Il prezzo poi gioca un ruolo importante, visto che per aggiudicarsi la produzione basteranno all’incirca 11,99 euro per questa prima settimana di uscita. Successivamente il gioco tornerà a costare 14,99 euro. Un prezzo quindi abbordabile per testare con le proprie mani, le gesta di questo sconosciuto avventuriero.

I pro

  • Gameplay alla portata di tutti
  • La grafica è graziosa
  • Le musiche si sposano bene con l'azione di gioco
  • È sottotitolato in italiano

I Contro

  • Troppo simile a Zelda
  • Pecca di originalità
  • La sfida è di basso livello
  • Il gioco non sembra lineare ma lo è. Ci sono poche indicazioni per gli utenti.

Voto Globale 6

In questa recensione a Oceanhorn: Monster of Uncharted Seas, gliene abbiamo dette di tutti i colori. Come diceva un mio professore: "copiare è un arte". Gli sviluppatori di Oceanhorn prendono abbondantemente spunto da The Legend of Zelda e peccano di originalità. Inoltre, alcune fasi di gioco sono confuse e ci hanno dato non pochi grattacapi. Non parliamo di sconfiggere nemici o boss, oppure di risolvere gli enigmi presenti (peraltro molto banali), ma di sapere cosa fare. Ci siamo ritrovati più volte a fare avanti e in indietro per le varie isole, allo scopo di capire cosa diamine fare per proseguire. Oceanhorn dà infatti l'idea di essere un gioco in grado di dare parecchia libertà al giocatore. In effetti è così, ma non per ciò che concerne le missioni principali. Queste sono legate ad un unico filo e se non si trova l'inizio di questo, incominciano a sorgere i primi problemi. Una maggiore guida o comunque un qualche aiuto di orientamento da parte degli sviluppatori, avrebbe giovato per rendere l'avventura più immediata, divertente e sicuramente meno frustrante. Magari per bilanciare il tutto, avrebbe potuto migliorare l'IA dei nemici e rendere un pizzico più complicati i vari enigmi. Cornfox & Brothers può fare tesoro di questi feedback, così da potersi ripresentare - magari - con un nuovo videogioco più originale e in grado di sopperire a queste problematiche.

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