Dalle terre d’Oriente arriva un nuovo souls like, pronto a regalare una nuova sfida ai giocatori più coraggiosi. Il Team Ninja sarà riuscito a brillare di luce propria senza vivere all’ombra di Miyazaki?
Quello di Nioh è stato senza dubbio uno sviluppo molto travagliato, che ha visto diverse volte il progetto sull’orlo del baratro. Ci ha però pensato il Team Ninja a dare definitivamente ai giocatori la speranza di poter toccar con mano questo tanto atteso titolo, creando qualcosa di difficilmente immaginabile persino nei nostri peggiori incubi. Se l’epopea di casa From Software non vi ha fatto impazzire a sufficienza, immaginate cosa potrebbe mai accadere ad un titolo ‘souls like’ finito sciaguratamente in mano ai creatori di Ninja Gaiden.
Quello che ne è uscito fuori è un titolo senza dubbio complesso come livello di sfida – che corregge l’assurdo sbilanciamento della demo in maniera sempre punitiva ma più giusta – ma in grado di vivere di una luce propria, regalando agli appassionati del genere un’esperienza sicuramente vicina al ben noto brand di Dark Souls ma capace di imporsi sotto molti aspetti con un’impronta sicuramente apprezzabile e personale. Fatte queste dovute premesse siamo pronti per la recensione completa di Nioh.
Nioh narra le sue vicissitudini nel lontano 1600, in un Giappone martoriato dalle numerose guerre civili che imperversano in tutta la nazione. In questa “splendida” cornice storica, aggravata ulteriormente dall’apparizione dei temibili demoni Yokai, vestiremo i panni del primo samurai occidentale William Adams che, approdato nelle terre di Zipangu, sarà alla ricerca del suo spirito guardiano brutalmente sottrattogli dall’antagonista di turno. La sua predisposizione a percepire e vedere i demoni yokai sarà il contorno del filone narrativo servito da Team Ninja. Nonostante però una buona infiocchettatura, la narrazione di questo titolo pare sempre simile ad un motore ingolfato, che vive cioè di sussulti senza mai veramente spalancare le ali e prendere il volo come ci si aspetta in ogni momento.
Nonostante le ripetute cutscenes ad intervallare le missioni sparpagliate per le terre di Zipangu, la sensazione è infatti quella di viaggiare spesso a compartimenti stagni, senza mai sentirsi davvero al centro della storia principale; un vero peccato, insomma, per un gioco capace di tenere il giocatore impegnato per tantissime ore. Il titolo è strutturato in numerose missioni primarie e secondarie che richiederanno un tempo di gioco compreso tra le 70 e le oltre 100 ore a seconda se vorrete completare tutte le missioni proposte con un adeguato farming del vostro protagonista oppure incentrarvi maggiormente sulle main quest principali.
A differenza infatti della serie Dark Souls, non ci ritroveremo di fronte ad un titolo open world bensì ad una struttura basata su missioni che culmineranno, nel caso delle missioni primarie, con una bella boss fight ad attendervi al varco e che in molti casi vi renderà la vita un vero inferno.
Nonostante la struttura missioni, appare sin da subito chiaro come il level design peschi copiosamente dalla nota saga From Software; sulle mappe di gioco saranno infatti dislocati dei santuari che ci permetteranno, analogamente ai falò di Dark Souls, di riposarci per recuperare vitalità, aumentare le statistiche di William e al contempo anche preparare incantesimi ed eseguire diverse altre azioni che incideranno direttamente sul nostro personaggio e sulle sue abilità nel corso delle missioni.
Per aumentare di livello dovremo spendere l’amrita, la valuta del gioco, che sarà ottenibile mediante l’uccisione dei nemici dislocati per le varie aree esplorabili. Come in pieno stile souls like, in caso di morte perderemo tutte le nostre amrita e per recuperarle dovremo recarci nel punto esatto in cui saremo morti evitando di perdere nuovamente la vita durante il tragitto per non vedere tutto il nostro malloppo svanire nel nulla. Per fare questo potremo comunque avvalerci dei vari shortcut posti sulla mappa che avranno il benefico effetto di accorciare la distanza dalla vostra destinazione e aumentare le vostre chance di giungere sul posto incolumi.
Quanto risulta certamente appagante è il sistema di combattimento pensato da Team Ninja. Lasciandoci alle spalle quello a tratti legnoso tipico della saga From Software, quello di Nioh risulta essere un sistema di combattimento molto più vario, basato su differenti tipologie di armi e di pose da combattimento che dovranno essere padroneggiate in base al contesto e al nemico che ci troveremo di fronte.
Potremo passare infatti da una stance più aggressiva ad una più rapida che ridurrà però l’entità dei danni, per passare infine ad una intermedia che risulterà ovviamente il giusto compromesso. Il nostro personaggio potrà apprendere nuove combo e abilità e aumentare la sua familiarità con l’arma, rendendo la lotta ancora più esaltante ma sopratutto molto più efficace e adattabile a quello che è lo stile di combattimento che più apprezziamo o riteniamo più indicato al contesto nel quale ci troviamo. I vari menù dedicati alle abilità non saranno purtroppo di facilissima interpretazione così come i menù dedicati all’equipaggiamento che, complice l’ingente quantità di loot che troverete sparso per le mappe di gioco, sembreranno caotici ad un primo impatto; non possiamo fare altro che suggerirvi di spendere qualche minuto per farvi una chiara idea dell’interfaccia di gioco.
Nei combattimenti non dovremo solo stare attenti al nemico ma anche al nostro KI, il quale rappresenterà la stamina del nostro personaggio e che calerà a seconda del tipo di attacco che decideremo di sferrare, obbligandoci quindi a intervalli nei quali prendere fiato e recuperarlo. Sarà però necessario imparare a padroneggiare la tecnica del ritmo KI che, a fronte della pressione di determinati tasti nel momento esatto, ci permetterà di ristabilire il nostro KI in maniera più rapida.
Nonostante tutto, il gioco non mancherà mai in ogni istante di mettere a dura prova i vostri nervi e la vostra pazienza, punendovi senza pietà in caso di errore per regalarvi l’ennesima delle innumerevoli morti che dovrete imparare a metabolizzare nel caso in cui siate novizi del genere souls like. Morire sarà infatti la normalità sopratutto in occasione delle diverse boss fight che, in alcuni casi, si riveleranno davvero molto ostiche e punitive e vi obbligheranno ad accurate fasi di studio del vostro nemico per impararne a memoria i pattern offensivi e prevenire attacchi che, in moltissimi casi, vi manderanno all’altro mondo senza che nemmeno ve ne accorgiate.
Il consiglio è sempre quello di dedicarvi a frequenti sessioni di farming che renderanno il vostro protagonista un po’ più corazzato. Sia chiaro, spesso avrete la sensazione che l’aumento delle vostre statistiche possa essere una pratica inutile al cospetto di nemici capaci comunque di eliminarvi in una sola combo, ma una buona progressione del vostro personaggio vi sarà preziosa in molte fasi intermedie. Con un po’ di pratica mista ad una efficiente padronanza del sistema di combattimento sarete in grado di progredire senza eccessivi patemi (almeno fino ai boss) perché credeteci quando vi assicuriamo che, superata la prima inevitabile fase di frustrazione assoluta dovuta all’impatto certamente molto forte del titolo, la parola impossibile farà presto largo allo spirito indomito del giocatore che inizierà pian piano a prendere confidenza e a progredire nel gioco.
Analogamente a quanto accade da anni sui titoli per PC, Nioh ci permette di poter tarare e ‘scalare’ il motore grafico scegliendo tra diverse opzioni. Tali opzioni potranno favorire la qualità del livello di dettaglio e la risoluzione, bloccando il frame rate a 30fps, oppure ci permetteranno di favorire le performance riducendo la qualità del dettaglio grafico ma spingendo il framerate verso i 60fps; questa seconda scelta non è senza dubbio esente da difetti e piccoli frame drop durante le scene più concitate, ma nella maggior parte dei casi avrete comunque la sensazione di fluidità desiderata che renderà il titolo molto più apprezzabile viste la sue propensioni stilistiche.
Non mancano anche alcuni palesi difetti come vistosissimi freeze o frame drop di alcuni nemici in lontananza, ma il tutto sarà davvero sporadico e siamo sicuri non rimarrete delusi da un titolo dalle buone performance e dalla cura artistica davvero encomiabile, capace di rendere ogni location molto suggestiva e varia rispetto alle precedenti. Infine, il monster design sa farsi apprezzare grazie agli ottimi modelli poligonali che, specialmente nel caso dei boss, mostrano una qualità artistica generale e una cura in fase di progettazione davvero notevoli. Anche la soundtrack riesce a regalare ottimi momenti grazie all’ottima contestualità delle scelte compositive degli autori che non rendono mai monotone le musiche di sottofondo della nostra avventura.
Nioh è un titolo che va affrontato con pazienza, quella pazienza tipica e necessaria per ogni titolo souls like che si rispetti. Gli appassionati incalliti della saga di Dark Souls troveranno inevitabilmente diverse analogie con questo titolo ma nessuna di esse risulta penalizzante per la qualità del prodotto finale. Nioh è sempre comunque capace di brillare di luce propria pur non spiccando assolutamente per originalità; a fare la differenza è, senza alcun'ombra di dubbio, una realizzazione grafica e artistica notevole che dona un impatto visivo personale e molto piacevole nel complesso. Ci sono certamente diverse problematiche ma nessuna di queste impatta troppo negativamente su un titolo degno di ricevere il marchio di souls like in tutto e per tutto. Se il bilanciamento della demo vi aveva spaventato, troverete un titolo complesso ma più equilibrato nel suo malsano squilibrio generale, che saprà certamente mettervi in difficoltà senza però pregiudicare eccessivamente la godibilità del titolo.