Un concept di gioco dal grandissimo potenziale!
Nidhogg è un titolo di grandissimo impatto. Sfruttando delle ambientazioni e delle skin in pixel art a dir poco pregevoli implementa una struttura action/platform tecnicamente validissima, che farà entusiasmare subito il giocatore. Allo stesso tempo però vedremo come, complice una certa superficialità di sviluppo, non riesca ad offrire molto altro dal punto di vista del gameplay, risultando quindi più che un gioco vero e proprio, un concept di gioco, punto di partenza verso qualcosa di più elaborato e completo.
Il gioco non ha una trama. Impersonificheremo uno spadaccino antropomorfo, che si caratterizza dai rivali solo per il diverso colore (bella la scelta di destrutturare completamente il personaggio, che risulterà essere un semplice omino monocromatico), che dovrà correre verso il lato indicatogli da una freccia dinamica, uccidendo od evitando gli analoghi che gli sbarreranno la strada. Una volta morti il gioco non finisce, ma la freccia esorterà l’avversario a correre dalla parte opposta, e toccherà a noi fermarlo. Chiaramente il “possessore” della freccia potrà benissimo correre ed evitare gli attacchi, mentre il difensore, per poter vincere e girare il verso di gioco a suo favore, dovrà necessariamente uccidere la controparte. La dinamica è sempre questa, sia che si giochi contro l’IA, che contro un avversario umano. Le mappe sono disegnate in modo tale da essere circolari, pur se sviluppate a scorrimento 2D, così da avere un punto di inizio al momento dello start e lo stesso punto di arrivo per entrambi i giocatori.
Il gameplay è, come già detto, tecnicamente ineccepibile. Ci muoveremo verso destra o sinistra, correndo come forsennati, saltando in avanti, indietro o sul posto. Il personaggio fatto saltare sopra un muro ci si aggrapperà in automatico, utile stratagemma per sfuggire agli affondi dei nemici. Con il secondo pulsante invece attaccheremo: pugni o affondi, se armati di spada. Le spade hanno tre posizioni di attesa (corrispondenti a tre altezze), cambiabili con lo stesso stick di movimento. Saltare ed attaccare ci farà calciare in stile Van Damme. Descritti così i movimenti ed i tasti sembrano banali, nulla di più sbagliato! Innanzitutto sarà possibile disarmare i nemici, ci basterà avvicinare la spada a quella avversaria, posizionandola sopra o sotto all’altezza della guardia e poi spostarla repentinamente, per far volare via quella del rivale. Si tratta di un’operazione molto difficile e soprattutto rapidissima, ma di fondamentale importanza per poter vincere gli scontri. Sia che si vada semplicemente addosso all’avversario, sia che si dia un affondo, il primo contatto della spada al corpo corrisponderà ad una morte sanguinolenta (i personaggi si disintegrano letteralmente in una pozza colorata permanente, che creerà effetti davvero suggestivi nelle partite più lunghe). Al contrario il contatto tra spade produrrà rumore di schermaglia e si tradurrà in un semplice tocco di fioretto, non dannoso, ma realistico e molto convincente. Stupiscono le animazioni: di una varietà incredibile, tutte volte ad un realismo che spiazza in una produzione graficamente artistica ma indubbiamente semplice. Le morti patite dai poveri omini sono strazianti, nonché fantasiose ma ben studiate.
Il gioco è dinamico, veloce, improntato a cambi continui e repentini di fronte e di azione. Purtroppo però è carentissimo di contenuti, quali una storia, una campagna single player come si deve (ci sono solo 4 mappe, ben caratterizzate, ma brevi e con pochissimi ostacoli od elementi che possano essere ricondotti ad un action vero e proprio), nonché di server multiplayer capaci di sostenere le partite, sebbene basterebbe trovare qualcuno online. La locale può offrire sicuramente più divertimento, vista la possibilità di introdurre dinamiche ulteriori come la low gravity o le spade boomerang, ma il numero di mappe di gioco e di modalità alternative irrisorio dopo un po’ si fa sentire.
Arte e Pixel
La grafica di gioco è qualcosa di stupendo. Come si riesca a portare la pixel art (che non a caso viene chiamata art) a questi livelli di compenetrazione e bellezza è cosa che fa riflettere. In Nidhogg vedremo colori sgargianti, esplosioni cromatiche, terreno impregnato del sangue dei cadaveri, landscape cangianti e confusi e molto altro ancora. Innanzitutto si tratta di uno stile grafico tanto semplice quanto evocativo ed immersivo. Parrebbe difficile pensare che dei blocchetti colorati e spigolosi possano dare l’idea dello scontro di due spade, del cozzare del metallo, della corsa forsennata. Questo gioco ci riesce. Sebbene le mappe siano poche, quel poco che c’è è molto curato. In una delle quattro affronteremo l’avversario lungo un campo di grano, che al passaggio dei giocatori piegherà le proprie spighe, impedendo comunque una visuale ottimale. Nel livello denominato clouds (nuvole), troveremo invece ponti gassosi che si disfano al passaggio, nuvole colorate in maniera morbida e sensuale, luci che ci impediranno spesso di vedere la nostra stessa spada, rendendo il combattimento eccezionalmente difficile e divertente. Anche le musiche sono ovviamente all’altezza del contesto, cambiando sia con l’ambiente circostante, che accompagnando i ritmi di gioco, che come già abbondantemente detto sono veloci ed elevatissimi.
Nidhogg dal punto di vista tecnico è davvero un esempio di come l’indie possa raggiungere vette altissime e competitive, senza invidiare nulla a produzioni più grosse e danarose. Allo stesso tempo però è chiaro che il titolo è stato lanciato in fretta e senza un’idea di gioco, come trama o mappe o livelli, ben elaborata e capace di intrattenere di più della breve scaramuccia con qualche amico. Siamo di fronte insomma ad un concept di gioco ottimo, più che ad un gioco vero e proprio.
Messhof ha prodotto un gioiello di tecnica e grafica (nonchè sonoro), ma forse si è scordata di inserire qualcosa di più per rendere il gioco non solo un concetto interessante, ma anche un prodotto fruibile per più di qualche partitella. E' indubbio che il gameplay risponderà bene a qualsiasi evoluzione. Per ora quindi non possiamo che dire questo: compratelo per capire di che si tratta, o aspettate una prossima uscita più corposa.