Housemarque e Eugene Jarvis si uniscono in una collaborazione che porta nelle nostre console Nex Machina, un bellissimo omaggio al genere dei twin stick shooter
Non è molto famosa Housemarque. O meglio, non è tra le software house che per prime balzano in mente quando si parla di videogiochi. Eppure nei mesi successivi alla commercializzazione di Playstation 4, ad essere classificato come una delle migliori esclusive disponibili per la console era proprio uno dei loro giochi, Resogun. Colpa dei pochi titoli disponibili allora potrà dire qualcuno, o forse della qualità che da anni oramai viene infusa nei prodotti della compagnia finlandese. Non è quindi poi tanto sorprendente che in molti si aspettassero buone nuove da Helsinki. E così, dopo Alienation e con il prossimo arrivo di Matterfall, Nex Machina è stato servito ai fan dei twin stick shooter.
Sono serviti circa 86 minuti per portare a termine la modalità arcade del gioco. 86 minuti in cui abbiamo deciso di non prestare particolare attenzione ai punteggi e di attraversare tutti i mondi di Nex Machina in un solo e gustoso boccone; e lasciatecelo dire, dai primi secondi in cui fa la sua entrata teatrale la colonna sonora al boss conclusivo che pone la parola fine all’intera avventura, quello che abbiamo vissuto si è rivelato essere un viaggio adrenalinico ed esclusivo.
Sarebbe difficile anche da videogiocatore casual non essere colpiti dalle apparenze con cui si presenta il gioco, dall’accenno di storia che, ricamato con geniali sprazzi di narrativa ambientale, ci porta in un mondo nel quale hanno preso forma i più pericolosi incubi cyberpunk. Un mondo in cui le macchine si sono trasformate in predatori, cibandosi degli esseri umani e prendendo vita in sempre più mortifere forme.
Eppure Nex Machina potrebbe comunque essere preso sotto gamba, forse perché non può offrire una narrativa classica o forse perché in fin dei conti il genere dei twin stick shooter è oramai un contesto preso troppo alla leggera nonostante la presenza al suo interno di una lunga serie di eccellenze. Potrebbe essere questo il caso anche per il titolo di Housemarque ed Eugene Jarvis, che magari non necessiterà di cifre particolarmente alte in sede di vendita per essere considerato un successo, ma che per le sue qualità meriterebbe di essere giocato da un nutritissimo gruppo di appassionati.
Nex Machina non è sicuramente un esponente di quella corrente videoludica che negli ultimi anni ha individuato in un fluido procedere senza ostacoli il maggior desiderio del giocatore medio. Nonostante la quantità di tempo necessaria per portare a termine l’avventura sia piuttosto modica (ci si può mettere alla prova per altre decine di ore), la concentrazione richiesta al coraggioso di turno è ben superiore alla media che al giorno d’oggi il mercato richiede.
Le meccaniche del gameplay, tra le più semplici che si possano trovare, unite alla densità di ambientazioni, nemici e minacce, richiedono tuttavia al giocatore un continuo sforzo nel rifinire le proprie basi, il proprio tempismo, i propri riflessi. D’altronde, tra i tanti titoli del vasto catalogo a visuale isometrica, Nex Machina è probabilmente uno di quelli più ricchi in termini di nemici, trappole, raggi laser, effetti visivi e detonazioni. Un’esplosione di colori e luci che stordisce i giocatori meno avvezzi ed esalta i più abili.
Un analogico per sparare e direzionare la mira, uno per muoversi, un grilletto per schivare i nemici, un altro per le mosse speciali. Non sono necessari più di quattro pulsanti per gestire un gameplay che fa dell’alto numero di avversari e della conformazione delle mappe gli attori principali, la cui conoscenza è necessaria per continuare il proprio viaggio. È un gigantesco occhiolino ai giochi di una volta, in cui un’idea semplice e basilare riusciva a tenere incollati allo schermo innumerevoli ragazzi per ore ed ore. Non sorprende che dietro a tutto ciò ci sia la mente di un creativo che ha contribuito alla storia dei videogiochi con titoli del calibro di Defender e Robotron 2084.
La mano di Eugene Jarvis si vede tutta. Dalle idee fondamentali che stanno alla base del gameplay, alla concezione di un universo di gioco unico eppure ammiccante fino ad arrivare alle meraviglie cyberpunk passate. Anche la sua strutturazione ludica ricade pesantemente nel solco della tradizione arcade, non offrendo poi molte modalità di gioco. Eppure sarebbe un peccato non capire che il focus principale della produzione è lo stesso che non faceva staccare molti di noi dai cabinati in sala giochi, nonostante l’apparente banalità dei protagonisti del nostro divertimento. In Nex Machina è fondamentale che il giocatore capisca la necessità di un continuo miglioramento, del mettersi costantemente alla prova, arrivando a conoscere a menadito ambientazioni, segreti e tattiche per continuare la propria forsennata rincorsa ad uno score sempre più alto.
Giocare al titolo Housemarque è come trasferire su schermo i botti di Capodanno. Dai proiettili sparati dal personaggio, al rosso cangiante dei robot nemici, alle esplosioni ed i raggi laser violetti, ogni cosa presente nel gioco è un insieme di pixel colorati e saturi. Ma non è solo l’impatto visivo a colpire in Nex Machina. E’ la cura per un universo che ad un primo sguardo colpisce sì per le esplosioni ma che sulla lunga distanza affascina per caratterizzazione artistica e colonna sonora.
A curarla è nuovamente Ari Pulkinenn, spesso presente nei lavori Housemarque, che si supera ancora una volta e trasporta all’interno del titolo delle sonorità perfette non solo per il modo in cui si immergono nel contesto. Sono tracce sonore che prendono la frenesia del gameplay e la trasformano da minuscoli pixel in singole note, accompagnando i giocatori nei vari mondi disponibili, sottolineandone i momenti più enfatici o gli scontri più sensazionali.
Sensazionali non solo per difficoltà ma anche per un design che, come abbiamo detto precedentemente, risulta eccentricamente eccelso. Se a qualcuno infatti la presentazione dei livelli “normali” può non apparire particolarmente ispirata (nonostante siano nulli gli indizi in tal senso), non si può non rimanere sorpresi dinanzi ai tratti che hanno portato in vita i vari boss di fine livello. Dall’importanza che il loro design ricopre nel raccontare una storia senza l’ausilio di parole o testi, alla bellezza delle loro mosse, dei loro attacchi, dei pattern sempre più pericolosi.
Tra i tanti prodotti concepiti da Housemarque, Nex Machina è forse quello più semplice. Lo è per quanto riguarda le meccaniche di gioco, lo è per la presenza di poche e banali modalità nelle quali cimentarsi. Eppure è anche tra i giochi meglio riusciti alla software house finlandese, distinguendosi per un tratto artistico particolare ed affascinante. Difficoltà, frenesia e carattere sono infatti gli ingredienti principali di questa produzione, che nella propria semplicità trova anche il proprio pregio più grande, prefigurandosi come un titolo da non mancare per appassionati e non. Pertanto consiglio l'acquisto di Nex Machina a coloro che cercano un titolo con le sopracitate caratteristiche.