Entra nella metro moscovita con la nostra recensione di Metro Last Light!
Dopo tre anni dal predecessore torniamo nella Metro di Mosca nei panni di Artyom. 4A Games, con ora più esperienza grazie a Metro 2033 uscito esclusivamente su Xbox 360, porta il racconto iniziato da Dmitry Glukhovsky su tutte le piattaforme. Longevità, trama e atmosfera sono gli aspetti cardine di questo titolo, basteranno per rendere Metro Last Light un ottimo gioco?
Metro Last Light si allontana dai romanzi dello scrittore russo lasciando a 4A Games maggiore libertà interpretativa, permettendogli di raccontare la loro storia senza vincoli di sorta. La trama riprende le vicende direttamente dal finale di 2033, Artyom ha compiuto la sua scelta ma vive nei rimorsi, non è sicuro che quello che ha fatto fosse la cosa giusta. Ma c’è ancora un’ultima possibilità: uno dei tetri è sopravvissuto, un bambino, bisogna trovarlo.
Proseguiamo nel gioco con la storia che si evolve man mano, adulta e cruda con intrighi e tradimenti, l’interesse aumenta e noi veniamo ripagati con nuove scoperte. La narrazione avviene tramite i personaggi che abbiamo conosciuto nella passata avventura, ma anche gli abitanti delle stazioni con i loro racconti aumentano l’immersività e la credibilità del mondo di gioco. Immancabili i collezionabili da leggere, pagine di diario scritte da Artyom, effettivamente interessanti grazie al punto di vista che viene lasciato dal protagonista.
Last Light riprende le meccaniche del primo capitolo senza particolari novità ma le lima rendendole generalmente più piacevoli. Per la maggior parte del gioco possiamo scegliere come agire, se nell’ombra giocando stealth oppure sparando all’impazzata uccidendo ogni nemico presente sul nostro cammino. Nel primo caso dobbiamo badare a rimanere nelle zone buie, spegnendo o sparando alle fonti di luce con armi silenziate e sgattaiolando dietro i nemici. Abbiamo trovato questo approccio il più soddisfacente e immersivo, seppur migliore del primo capitolo però questa meccanica rimane grezza.
Quando l’orologio sul polso sinistro ci indicherà che siamo nascosti, possiamo correre e saltare di fianco al nemico senza che questo si accorgerà mai di noi. Questo rende il gioco estremamente facile anche nel caso lo si decida di giocare alle alte difficoltà. Le meccaniche shooter risultano ora convincenti, con gli impatti calcolati correttamente e segnalati da un indicatore rosso. Abbiamo notato un leggero aumento delle munizioni e dei momenti in cui è possibile recuperarle, ma nei combattimenti contro i mutanti abbiamo comunque rischiato diverse volte di finirle. È utile quindi sfruttare le munizioni militari, moneta sonante dell’universo di Metro, per rifornirci dai mercanti con un migliore equipaggiamento, modificandolo in base al nostro approccio.
Tecnicamente l’eccellenza viene raggiunta negli esterni, la cupezza di Mosca distrutta dalle cariche nucleari si mostra grazie ad un’ottima distanza visiva. L’immersività viene aumentata con gli effetti riprodotti sul vetro della maschera antigas, dalla sporcizia al fango fino alla pioggia e al sangue. La metro moscovita è sicuramente meno impattante ma riesce a creare un perfetto senso di claustrofobia. Le stazioni invece sono ben differenziate ed ognuna ha una storia da raccontare, con il suo stile di vita e i suoi abitanti.
Ottimo il sonoro, il doppiaggio italiano è ben recitato ed inoltre è possibile cambiare lingua del parlato, tra le altre spicca l’inglese con un piacevole accento russo.
Metro Last Light dimostra la crescita di 4A Games, seppur riproponendo le stesse meccaniche le migliora rendendole piacevoli, peccato per lo stealth poco curato che abbassa di molto la sfida del gioco. Elogiamo la scelta di staccarsi dal racconto di Dmitry, questa libertà ha giovato al team proponendo una trama complessa e adulta da seguire fino alla fine. Peccato per l'assenza di modalità alternative ma la longevità si aggira intorno alle 10-13 ore per finirlo una volta.