Un platform dalle tinte dark che presenta degli enigmi da risolvere, conditi da piccoli incubi.
Ultimamente il genere dei platform ha conosciuto nuove ed interessanti varianti che hanno permesso a molti titoli dal budget contenuto di spopolare in tutto il mondo. Oggi il protagonista di questo testo è Little Nightmares, un nuovo platform in 2,5 dimensioni targato Bandai Namco e Tarsier Studios, disponibile da qualche giorno su PC, Playstation 4 ed Xbox One che cerca di fare leva proprio su coloro che hanno adorato le atipiche esperienze di gioco offerte in passato da Limbo ed Inside. Dopo averlo giocato e terminato, ecco la nostra recensione completa.
Proprio come accaduto con Limbo e Inside (il confronto in questo caso è d’obbligo), Little Nightmares non presenta una trama nel vero senso del termine. Vestirete infatti i panni di un ragazzino che si “risveglierà” da un incubo per affrontarne altri ben peggiori; con indosso un k-way incappucciato di colore giallo e in possesso di un pratico accendino, dovrete farvi strada negli ambienti proposti e – di volta in volta – risolvere gli enigmi che si paleseranno d’innanzi a voi per poter proseguire nell’avventura. Sia chiaro, non si tratta di rompicapi davvero complicati, ma il colpo d’occhio sarà fondamentale e servirà un pizzico di concentrazione per trovare il giusto modo di agire a seconda della situazione in cui vi ritroverete.
Ciò detto, preparatevi quindi alla presenza di una forte linearità di fondo, visto e considerato che il titolo vi presenterà un’unica strada percorribile per poter avanzare. Little Nightmares è un’esperienza che deve essere vissuta e giocata in tutta tranquillità, cercando di catturarne tutte le emozioni e sensazioni che l’opera di Bandai Namco tenta di trasmettere. Non è un videogioco spensierato, ma fa leva sull’attenzione con l’intento mettere un pizzico d’ansia (quanto basta) ai videogiocatori, senza però rendere l’esperienza tanto frenetica quanto – piuttosto – immersiva, alternando sequenze concitate ad altre ben più tranquille e condite da pura suspance.
Parlando della configurazione dei comandi di gioco, posso dire di esserne rimasto complessivamente soddisfatto. L’assetto è semplice, visto che il personaggio che guiderete potrà correre, saltare e interagire con gli oggetti presenti su schermo. L’imput poteva essere nettamente migliore, visto che la reattività non è risultata eccellente e – in alcuni casi – ho commesso degli errori dovuti alla poca responsività dei controlli, piuttosto che a cali di concentrazione. Questo tipo di situazione porta poi a provare frustrazione, in particolar modo perché la posizione dei checkpoint non l’ho trovata affatto equilibrata. In alcuni frangenti, incappando nel fatidico game-over, ci si potrebbe infatti ritrovare a dover nuovamente riaffrontare abbondanti porzioni di gioco.
Come detto in apertura, Little Nightmares ha moltissime affinità con titoli quali Limbo e Inside. Non ci sono date spiegazioni scritte o narrate, tutto viene “raccontato” attraverso il gameplay e le ambientazioni. Il titolo del videogame, poi, racchiude in due parole l’avventura costituita da “piccoli incubi” che sarete portati ad affrontare, con ambientazioni dal tocco dark e tutt’altro che rassicuranti unite alla perenne sensazione di trovarsi in prossimità di pericoli imminenti. I rompicapi da portare a termine non sono difficili, ma spetterà al videogiocatore scovare l’unico modo per completarli e proseguire nel suo viaggio.
Il lavoro grafico e di level design, quindi, è stato realizzato con una cura quasi maniacale e il tutto riesce a regalare un impatto superlativo; sotto questi punti di vista non resta che fare un grande encomio al team di sviluppo che ha lavorato alla produzione. D’altro canto anche gli effetti sonori e le musiche di accompagnamento riescono nell’intento di accompagnare degnamente l’utente di turno all’interno di questi piccoli incubi, cambiando ritmo a seconda della situazione da dover affrontare.
L’avventura proposta da Little Nightmares è riuscita sicuramente a coinvolgermi più di quanto mi sarei aspettato, ma devo essere assolutamente sincero; nel momento in cui si sente di essere entrati nel vivo della questione il tutto finisce, termina e lo fa senza alcuna spiegazione. Ho provato un forte vuoto nello stomaco come se mancasse un qualcosa. Le 5 ore necessarie per portare a termine l’avventura sono riuscite a tenere viva la mia curiosità, a divertirmi cercando una soluzione agli enigmi e ad affrontare “le paure” del ragazzino dal k-way giallo, ma avrei voluto di più; ero in attesa di una vera svolta che – purtroppo – non è mai arrivata. A fronte di un titolo lanciato a circa 20 euro, però, forse non potevo chiedere di più, ma una cosa è certa; lasciare sazio il giocatore può risultare controproducente, piuttosto che lasciarlo affamato di nuove esperienze del genere. Vendite permettendo, spero di vedere presto un Little Nightmares 2, magari ancor più maturo e godibile di questo primo e spero non ultimo capitolo.
Mi sento di consigliarvi Little Nightmares? Assolutamente sì. E’ un videogioco che ha una propria anima, anche se non è realmente qualcosa di nuovo, visto che riprende la formula di due platform che hanno dato una linfa alternativa a questo genere. Avrei preferito una longevità un po’ più generosa, visto che il titolo - per forza di cose - non può essere rigiocato una seconda volta. Alla cifra media di 20 euro vi porterete comunque a casa un bellissimo platform in 2,5 dimensioni, capace di mettere a dura prova il vostro spirito d’osservazione ed in grado di tenere la tensione alle stelle.