La serie prequel dell'ottimo Life Is Strange si è finalmente conclusa con il rilascio del terzo ed ultimo episodio. Noi di Kingdomgame ci siamo ovviamente catapultati nelle vicende di Chloe e Rachel, e siamo pronti a dirvi la nostra!
C’è un filo sottile che lega un medium recente e così peculiare come quello videoludico, ad uno più datato e radicato come quello cinematografico. Su tale filo si esibisce Life is Strange, con la maestria di un valido equilibrista. L’avventura grafica di Dontnod Entertainment riuscì a lasciare un segno nel sottogenere delle interactive drama nato negli ultimi anni, complice un sistema di scelte di particolare impatto, impreziosito da tematiche valide e forti.
Con Life is Strange: Before the Storm, Deck Nine Games si investe di un onere a dir poco complicato. Dopotutto, ricongiungersi alle vicende narrate nei cinque episodi incentrati su Maxine, e farlo con lo stesso piglio emotivo ed artistico, è impresa tutt’altro che scontata. Noi ci siamo – naturalmente – immersi all’interno del mondo di Chloe e Rachel, ed ora che anche il terzo ed ultimo episodio di questa mini-serie prequel è disponibile, siamo pronti a dirvi la nostra in questa recensione!
La vicenda di LIS: Before the Storm è incentrata su Chloe Price e Rachel Amber
Temporalmente collocati antecedentemente alle vicissitudini della timida e sensibile Maxine Caulfield ed al suo ritorno ad Arcadia Bay, gli avvenimenti di questa serial interactive drama prequel sono incentrati sulla figura di Chloe Price, amica di infanzia di Maxine. Il vero focus del racconto, tuttavia, è il rapporto di amicizia che sboccia con Rachel Amber, la classica adolescente popolare, pregna di apparenti certezze e di buona famiglia. Ora, è piuttosto scontato: non possiamo, in questa sede, svelarvi i dettagli di una trama che costituisce, per definizione stessa del genere cui il titolo appartiene, il punto cardine dell’intera produzione. Ci limiteremo, pertanto, alla breve sinossi di cui poche righe addietro e a poco altro, non mancando di sviscerare le motivazioni per cui Life is Strange: Before the Storm è un titolo narrativamente riuscito ed efficace.
La ragione principale risiede nella capacità di riuscire a raccontare con una semplicità ed una raffinatezza sorprendenti un tema delicato come quello adolescenziale. La peculiarità che rende il medium videoludico eccezionale, sta nella capacità di quest’ultimo di creare un legame particolare con il fruitore; ci dà la possibilità di interagire e di vivere in prima persona un racconto. L’immedesimazione aumenta considerevolmente il coinvolgimento, ed ecco che una storia, un messaggio o una tematica possono venire amplificati all’inverosimile. Questo concetto è fondamentale in Before the Storm, così come in Life is Strange. I pensieri e le preoccupazioni di Chloe ci pervadono la mente, alla stessa maniera di come le sue gioie e i suoi dolori ci accarezzano la pelle. Le sentiamo, in una qualche maniera, nostre. L’impatto emotivo del narrato, arricchito da momenti preziosi e toccanti, è tale e talmente efficace da ombreggiare quasi un lavoro non certo uniforme di caratterizzazione dei personaggi “di contorno”, alcuni dei quali si rivelano poco più che comparse. Grava poi sulle spalle della produzione anche la presenza di un finale piuttosto sbrigativo che lascia il giocatore con un po’ d’amaro in bocca. La sensazione, in tal senso, è che i soli tre episodi stiano un po’ stretti per non lasciare questioni in sospeso.
Difficilmente rimarrete impassibili nei confronti delle vicende di LIS: Before the Storm
Life is Strange: Before the Storm è – e vuole essere – un viaggio. Un viaggio nei meandri dell’adolescenza, del sentimento umano e dell’empatia. Un’esperienza narrativa coinvolgente, che ci racconta paura, amore, sofferenza, gioia, dolore, trauma. Emozioni.
La narrativa funziona, inoltre, perché i tre episodi si allineano perfettamente su di un oculato filo di continuità con quanto narrato nei “successivi” cinque, merito di una quadratura e coerenza di vicende che combaciano alla perfezione. La sottile e costante presenza di Max nei pensieri che la protagonista riporta sul suo diario, contribuisce al senso di continuità che ci accompagna per tutta l’avventura.
Che avventure grafiche di questa tipologia – prive di un vero e proprio gameplay – siano incentrate sul giocatore e su un sistema di scelte in grado di ramificare la trama non è certo un mistero. L’esperienza di gioco di Before the Storm, in termini di peso delle scelte operate, tuttavia, si rivela differente come impatto sul giocatore rispetto a quanto visto in Life is Strange. L’assenza di una tematica come la teoria del caos, che pendeva come una spada di Damocle sulla nostra testa per tutto l’arco della vicenda, si percepisce eccome. Sebbene l’impostazione della ramificazione narrativa sia analoga al passato, con modifiche anche sostanziali alla trama a seconda di quanto abbiamo operato, l’impressione generale è che esse siano globalmente meno altisonanti – e certamente meno numerose. Complice, senza dubbio, la durata ridotta dell’avventura complessiva. I tre episodi vi intratterranno ciascuno per circa un paio d’intense ore, o poco più.
Per sopperire all’assenza della meccanica che permetteva di riavvolgere talune sezioni di gioco grazie al potere di Max, qui ne viene inserita una nuova – altrettanto minimale e sporadica, ed altrettanto coerente con una peculiarità della nuova protagonista. Chloe sarà in grado di ottenere particolari informazioni e sbloccare nuove ramificazioni nei dialoghi facendo valere la propria spigliatezza e arguzia. Il giocatore dovrà scegliere una frase corretta con cui rispondere all’interlocutore in questione. Per farlo avrà a disposizione pochi secondi, e dovrà individuare la frase appropriata, facendo leva sui tratti caratteriali del personaggio con cui interagirà. Certamente interessante, peccato solo che le situazioni siano così poche da non consentirci di entrare completamente in sintonia con tale meccanica.
Da segnalare la presenza di azioni facoltative che è possibile svolgere, alla stregua delle foto che Max poteva scattare a taluni soggetti. Chloe si occuperà di imbrattare qualche oggetto o muro con una bomboletta, talvolta con frasi o espressioni che potrebbero strapparvi un sorriso spontaneo.
Il dettaglio tecnico di LIS: Before the Storm è piuttosto basso
Che sotto un profilo prettamente tecnico Before the Storm presenti le medesime criticità del suo predecessore cronologico, francamente, poco ci tocca. L’engine Unity utilizzato dallo studio Deck Nine non riesce a fare di meglio rispetto al già obsoleto Unreal Engine 3. Il comparto grafico del titolo stenta, con modelli poligonali dei comprimari e degli ambienti di gioco abbozzati, ed un livello di dettaglio generale complessivamente basso. Parimenti, tuttavia, anche il piglio artistico è stato ereditato fedelmente. Ed ecco che lo stile grafico ad acquerello è stato riprodotto ottimamente, e mantiene il suo fascino.
Il colpo d’occhio è gradevole, e contribuisce ad elevare la qualità artistica del prodotto. Così come ad elevare la qualità artistica dell’intera opera, nonché la sua efficacia narrativa, è la colonna sonora. Interamente composte dai Daughter, gruppo musicale indie folk inglese, le tracce sanno accompagnare adeguatamente i momenti topici dell’avventura, proponendo uno stile musicale in linea con la soundtrack di Life is Strange. L’atmosfera, in generale, è stata perfettamente compresa e riprodotta dallo studio statunitense sotto ogni punto di vista, e bisogna certamente renderne merito.