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Recensione

Life is Strange 2 Episodio 1, Roads – Recensione (o forse no?)

Dontnod Entertainment torna su piazza con il sequel episodico di una delle avventure grafiche più di successo dell'attuale generazione. Finalmente siamo pronti a dirvi la nostra sull'incipit di questa nuova avventura!

Lo confesso: l’attesa per questo Life is Strange 2 è stata di quelle importanti per chi scrive. Del resto, gli avvicendamenti di Maxine e Chloe, Arcadia Bay e compagnia cantante sono state tra le esperienze multimediali – e non solo – più intense, profonde, emotivamente istruttive e preziose che questo fantastico medium mi abbia donato. Come dite? Sì, lo so. Una recensione dovrebbe essere moderata, morigerata, assennata, anche nella forma. E – me ne rendo perfettamente conto – questo incipit non è molto rassicurante in tal senso. Temete di non trovare in questo scritto un’analisi oggettiva del prodotto in questione, che ne rispecchi il valore universalmente attribuitogli? Probabilmente temete bene, perché nel raccontarvi l’episodio 1, intitolato Roads, della nuova avventura targata Dontnod Entertainment ho deciso di lasciarmi trascinare da quello che è il valore più grande che questa – oramai – saga ha da sempre manifestato e professato: l’emozione. Se volete non chiamatela recensione – di fatto non lo è. Il voto lo trovate lo stesso, tanto non conta nulla. Potete, anzi, andare direttamente a piè pagina e leggere solamente quello (non sarebbe manco una novità, no?) Sono certo che poi, però, in questa circostanza, tornerete tra le righe di questo scritto.

I tortuosi sentieri della vita

Si diceva dell’amore viscerale per i cinque capitoli di Life is Strange. Proprio in virtù di ciò, la scelta di Dontnod di conferire a questo sequel episodico una natura antologica è il primo passo positivo dell’opera. L’idea di raccontare una vicenda incentrata su personaggi ed avvenimenti con nessun legame apparente con Max e Chloe è senz’altro la scelta che pare più azzeccata per l’occasione. Del resto, ci risulta davvero difficile immaginare come si sarebbe potuto proseguire in linea diretta un racconto che pare definitivamente essersi chiuso con un epilogo chiaro.

L'incip iniziale di Life is Strange 2 è perfetto.

Life is Strange 2 propone una nuova storia, caratterizzata da un perfetto incipit!

Questo primo episodio di Life is Strange 2 si apre con una sequenza registica che ci immerge tra le strade di periferia di Seattle, al crepuscolo di una giornata come tante. Siamo nell’ottobre del 2016 e Sean Diaz, 16 anni, è intento a pianificare la serata di festa che lo attende con la migliore amica, Lyla. Una banale lite tra ragazzi, nata da uno scherzo di Halloween del piccolo Daniel Diaz, trasforma una normale giornata autunnale in un dramma che porta i due giovanissimi fratelli a vagare per le strade della West Coast. Tranquilli, del plot di questo primo episodio non vi verrà rivelato altro.

Il respiro della produzione ci rimanda immediatamente all’atmosfera di Arcadia Bay dei primi cinque episodi, e questo è certamente l’impatto che ci si attendeva. Il merito pare ancora una volta di quell’aura adolescenziale che permea il racconto, si insinua nei dialoghi, addentrandosi fino al cuore del videogiocatore, e conquistandolo grazie ad un incredibile realismo nel mostrarci la spontaneità, la trasgressione, il disagio, l’emozione dell’età certamente più peculiare della vita di ciascuno di noi. La conquista più grande di un’opera di questo genere, fortemente incentrata sulla narrativa, non può che essere il coinvolgimento emotivo. C’è di più: l’impatto dei personaggi in questo primo episodio del sequel è più incisivo ed intenso addirittura di quanto lo fosse quello delle care Max e Chloe. Sean, Daniel e gli altri personaggi che incontrerete già in questo incipit vi conquisteranno in pochi minuti, complice uno spessore notevole in termini di caratterizzazione.

Sotto il profilo della continuità stilistica, artistica e narrativa, questo inizio è assolutamente perfetto. Senza riserva alcuna. Avete letto bene: i personaggi sono esemplari, il taglio emotivo è il medesimo, e risulta persino amplificato. La durata dell’episodio si attesta sulle 3 ore circa, in linea con le aspettative, e sotto il profilo del ritmo è altrettanto coerente. A questo punto, è doverosa una precisazione: è abbastanza evidente che se siete tra coloro che non apprezzano la formula di gioco – fortemente passiva – di queste avventure grafiche in terza persona, non sarà certo Life is Strange 2 a farvi cambiare idea. Il ritmo rimane nel complesso lento, si alternano fasi legate alle interazioni dialogiche fondate sulle scelte del giocatore ad alcune fasi più esplorative, che potranno sembrare fini a se stesse al giocatore poco meticoloso. Ma va bene così. Questo è esattamente quello che ci si aspettava da questa nuova avventura, e Dontnod non ha deluso.

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Life is Strange 2 punta, ancora una volta, sull'importanza delle scelte dei videogiocatori.

Life is Strange 2 propone nuovamente un’esperienza lenta, basata sulle scelte dei giocatori.

Le scelte sono sempre “pesanti”, di quelle che ti portano a piantarti di fronte allo schermo e pensare anche per diversi minuti a tutte le possibili conseguenze che ciascuna di esse potrebbe generare nei risvolti del racconto. Per saggiarne l’efficacia e il peso, tuttavia, come sempre accade in questi casi, sarà necessario attendere gli episodi successivi. Le premesse, comunque, sono ottime anche sotto questo aspetto.

Occhio vede, cuore non duole

Tecnicamente ed artisticamente, Life is Strange 2 si presenta altrettanto in linea con il suo predecessore, con qualche miglioria tecnica dovuta principalmente all’ammodernamento dell’engine (ora il motore utilizzato è l’Unreal engine 4). Le forme sono più precise, ed anche le espressioni facciali paiono lievemente più dettagliate, nonostante la scelta stilistica di mantenere uno schizzo ad acquerello permanga – ed anche in questo caso nulla di più gradito. La tavolozza di colori, in questo primo episodio Roads, appare più cupa e dedita alle tonalità scure, perfettamente in linea con il dramma ed il vagabondaggio dei due giovani, ai quali la vita sembra aver voltato le spalle. Giusto l’incipit e il finale dell’episodio si risollevano un pochino sotto il profilo delle tonalità visive, complici due crepuscoli che preservano ed avvalorano lo spessore artistico che ormai è un marchio di fabbrica di Dontnod, quando si parla di questi capitoli. Il risultato, nel complesso, è ottimo anche sotto questo aspetto, merito anche del solito incredibile lavoro svolto dalla colonna sonora, in cui compaiono nuovamente i Syd Matters. La band francese è meritevole, nuovamente, di un grosso plauso, per l’ennesima composizione musicale di livello assoluto, che accompagna le prime ore di avventura con sequenze sottili, riflessive, emozionanti. Perfette.

A chiudere, vogliamo comunicarvi un’ultima cosa, ben lungi da qualsivoglia spoiler: rimarrete fortemente colpiti in taluni momenti di questo primo episodio. Si tratta di alcuni lampi, piccoli flash magistralmente accompagnati da una regia sempre puntuale ed efficace, che se avete giocato ed apprezzato il primo Life is Strange accenderanno qualcosa nella vostra emotività.

I pro

  • Personaggi ottimamente caratterizzati, dall'impatto sorprendente
  • Piglio artistico, stilistico, narrativo ed emotivo in linea con Life is Strange, ma tutto amplificato
  • La solita, incredibile, solonna sonora

I Contro

  • Non pervenuti

Voto Globale 10

Lo avrete certamente intuito, abbiamo voluto - senza nascondere un pizzico di provocazione - impostare questa analisi sull'emozione e sul concetto di perfezione. Si dice che non esista, specie in ambito videoludico. Eppure questo incipit di Life is Strange 2, Roads, è l'incipit perfetto. Il che vuol dire che non rappresenta la perfezione assoluta in relazione al medium di riferimento, od al genere di appartenenza. Quantomeno, questo non possiamo certo affermarlo dopo aver visto solamente un quinto dell'esperienza complessiva. Tuttavia questo primo episodio risulta perfetto in relazione al compito difficile che avrebbe dovuto svolgere, e che ha assolto completamente: riproporre e migliorare uno stile artistico e narrativo che come quasi nessun altro esponente di questo medium riesce a trascinare il giocatore nell'emozione, che è l'essenza più pura e straordinaria dell'essere umano. La capacità di farci legare ad un personaggio in qualche minuto, o di farci riflettere sul nostro concetto di etica, su ciò che vogliamo e su ciò che siamo, il tutto tramite l'esclusiva narrazione di una storia è una prerogativa di un'opera che merita il massimo dei voti. Questa analisi non sarà oggettiva, proporzionata alle altre valutazioni o particolarmente credibile per qualcuno (di certo non è completa, alla luce dei quattro episodi che siamo curiosi di giocare in futuro). Ma a noi, per adesso, va bene così, perchè Life is Strange 2 ci ha già mostrato il suo pregio migliore: la capacità di portarci al cospetto di noi stessi, delle nostre emozioni e di quello che siamo.
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