Dopo aver visto il viaggio inaspettato di Bilbo e la desolazione causata da Smaug, siamo pronti ad affrontare l'eroica avventura di...
Nella nostra recensione di The Lego Movie Videogame avevamo marcato il poco tempo trascorso dalla nostra ultima analisi di un videogioco con protagonisti i mattoncini più famosi al mondo. Ciò che ci sorprese però è che, in quel breve periodo, TT Games era riuscita a sistemare buona parte delle criticità che avevamo mosso nell’articolo dedicato a Lego Marvel Super Heroes. La progressione, i numerosi bug e la monotonia erano stati spazzati via dall’irriverenza del film con protagonista Emmet. Siamo ancora qui a parlarvi di un gioco Lego, ma questa volta non si tratta di mesi, ma di sole poche settimane. Il compito è stato ancora più arduo, riuscire a trasportare la trilogia di Peter Jackson cercando di non snaturare i due brand, proponendo comunque qualcosa di nuovo nella longeva serie videoludica. TT Games sarà riuscita nel compito di farci vestire i panni di un Hobbit nel suo – inaspettato – viaggio?
Lego Lo Hobbit ripercorre le vicende dei due film usciti nelle sale cinematografiche – Un viaggio inaspettato e La desolazione di Smaug, le avventure di Racconto di un ritorno le potremo vivere attraverso un DLC che verrà rilasciato in futuro -. Sequenza per sequenza ripercorreremo il viaggio di Bilbo Baggings invitato – o costretto? – da Gandalf ad iniziare l’avventura insieme alla compagnia dei Nani, alla volta del terribile Smaug. Se non avete letto i romanzi di J.R.R. Tolkien o visto i film di Peter Jackson, scoprirete tra poco chi, o cosa è.
Ereborn è la fortezza tra la montagna dove sul suo trono siede Thror, il rispettato Re dei Nani a cui vengono a visitarlo per ammirare le immense ricchezze del loro reame. La tranquillità del regno viene spezzata al presentarsi di Smaug, un temibile drago del nord il cui brama le ricchezze custodite dall’avido Re. I Nani vengono costretti alla fuga, non potendo nulla contro lo sputafuoco, temuto anche da Thranduil, il portatore della corona degli Elfi, che rifiuta di aiutare il decadente impero. I Nani sono ora costretti a vagare per la Terra di Mezzo, con il desiderio di sconfiggere Smaug e di riprendersi ciò che gli spetta. Per fare ciò gli manca uno ed un solo componente: Bilbo Baggings. Come continua l’avventura ve lo lasciamo scoprire da voi, come detto in precedenza, il gioco segue le vicende del film cercando di rispettare la pellicola. Mettendoci ovviamente un pizzico dello spirito irriverente della serie, senza mai però intaccare l’atmosfera di Lo Hobbit. Dovendo realizzare un videogioco che, si suppone, debba durare più di un film, alcune scene sono state “riadattate” cambiando leggermente alcuni avvenimenti, dovendo giustificare una sequenza giocata o la presenza di più personaggi. Nulla comunque che rovini la trama originale, rimasta intatta.
Proprio come in The Lego Movie Videogame, la pellicola è stata sfruttata a dovere per proporre sequenze che spezzino la monotonia della classica progressione dei giochi Lego, riuscendo così a rendere il tutto più piacevole. Per esempio, finita la cena con gli indesiderati ospiti in casa Baggings, sarà ora di sistemare i piatti di Bilbo, così come nel film. Mentre i nani ci giocherellano dovremo premere i tasti al momento giusto. La vera novità in termini di gameplay in Lego Lo Hobbit è la forgiatura. I Nani sono rinomati per questa loro abilità, ed è per questo che ci viene data la possibilità di creare oggetti, quando ci viene richiesto. Ora, la distruzione dello scenario non ci premia solamente con i gettoni, ma anche con del materiale che viene riposto nel “menu bottino”. Ciò, non fa che aumentare il desiderio di distruzione del giocatore, che viene premiato ulteriormente da questa azione. Posizionandoci davanti ad una forgia, con il numero di materiale richiesto, inizierà la fase di costruzione. Identica a quella vista nel precedente gioco della serie, ci verrà chiesto di scegliere uno dei pezzi Lego tra quelli che ci vengono proposti in base al progetto che stiamo costruendo, la velocità viene premiata con un consistente numero di gettoni bonus.
Questa meccanica viene sfruttata per risolvere alcuni degli enigmi ambientali, potrebbe capitarci dover passare un fiume, il ponte è distrutto, raccogliamo quindi i pezzi necessari e ne costruiamo uno noi per arrivare alla riva opposta. Anche le missioni secondarie, in parte, vengono risolte attraverso questo meccanismo. È anche possibile scambiare pezzi con i mercanti che troviamo durante il nostro cammino. Peccato però che il crafting non sia libero, non è possibile costruirci per conto nostro un’arma, per esempio. Parlando di armi, queste sono parte integrante delle meccaniche legate all’esplorazione e alla risoluzione di enigmi, ognuna di esse ha una particolare utilità atta a farci proseguire nel gioco. Per esempio il martello pesante di Dwalin ci permette di spostare massi e statue, la frusta di Dorin di tirare o appenderci, e via dicendo. Il sistema di combattimento è quello che già conosciamo, relegato alla pressione di un singolo tasto per gli attacchi semplici, quelli che vengono usati la maggior parte delle volte. Ora possiamo prendere sotto braccio un compagno per eseguire degli attacchi combinati devastanti. Dovremo sfruttare questa strategia soprattutto contro i nemici più possenti. Il combat system rimane comunque la parte più debole della produzione, non riuscendo a regalare soddisfazione al giocatore che si ritrova per la maggior parte del tempo a premere il tasto dell’attacco senza criterio, falciando i nemici che si ritrovano nella sua area d’azione. Le boss fight si riducono all’utilizzo dell’attacco combinato quando opportuno e a semplici QTE.
Come accennato in precedenza, è possibile accettare le missioni secondarie che ci vengono affidate dai vari abitanti della Terra di Mezzo, potremo infatti esplorarla in lungo e in largo tra una missione principale e l’altra. Il completamento al 100%, come al solito, non è relegato alla sola lettura dei titoli di coda, ma vi è tutta una serie di collezionabili relegati all’esplorazione. Da Bree a Esgaroth, da Rivendell a Hobbiton, la vasta Terra di Mezzo vi porterà via ulteriori ore, da sommare alle circa otto necessarie al completamento della storia. Da lodare il lavoro svolto da TT Games atto a rendere il gioco più piacevole e non frustrante, ci eravamo infatti lamentati in passato dei problemi legati ai controlli che rendevano l’esperienza poco piacevole. Un semplice cerchio blu sotto i nostri piedi è bastato a risolvere la situazione, oltre a farci capire a colpo d’occhio chi stiamo controllando, questo ci aiuta nelle fasi platform per indicarci dove atterreremo. Ancora una volta, sfruttare un film per una trasposizione nel mondo Lego ha giovato agli sviluppatori. Il mondo di Tolkien è infatti riprodotto a dovere sotto forma di mattoncini, con ambientazioni visivamente piacevoli, come Pontelagolungo. L’audio vede l’interpretazione degli attori originali della pellicola, noi possiamo seguirne i dialoghi tramite i sottotitoli, fin troppo piccoli, con un font scelto che non ne aiuta la comprensione.
Ancora una volta, siamo sorpresi. Seppur i giochi Lego continuino ad uscire ad un ritmo forsennato, TT Games sfrutta le carte a disposizione per cercare di limare i difetti della serie. In questo capitolo abbiamo trovato cura e dedizione nel prendere appieno quello che il brand Lo Hobbit aveva da offrire. Tanto di cappello per aver migliorato, ancora una volta, un gameplay fino a prima problematico. Il crafting è un’aggiunta che varia l’ormai inflazionata risoluzione degli enigmi, peccato però che si limiti a questo. Non è libero, non possiamo creare a piacimento. Lo ripetiamo di nuovo, non facciamo che desiderare un nuovo sistema di combattimento. Detto questo, il consiglio finale è lo stesso di The Lego Movie Videogame: vi consigliamo Lego Lo Hobbit se avete apprezzato il viaggio di Bilbo e la compagnia dei Nani al cinema, altrimenti, non avete motivo di prendere in mano il pad.