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Recensione

La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra – Recensione, il duello contro Sauron ha inizio!

Dopo tre anni di silenzio, Monolith Productions torna sotto i riflettori con un La Terra di Mezzo L'Ombra della Guerra, seguito attesissimo de L’Ombra di Mordor.

La Terra di Mezzo L’Ombra della Guerra sarà in grado di surclassare il successo del suo fratello maggiore?

Sono passati tre anni da quando La Terra di Mezzo: L’Ombra di Mordor uscì sul mercato riuscendo ad imporsi con forza, non senza qualche iniziale dubbio espresso dai fan dell’opera cartacea e cinematografica. Il titolo seppe dare una chiara risposta a tutti coloro che da molti anni chiedevano a gran voce un videogioco degno di essere paragonato all’enorme ed affascinante universo nato dalla penna di Tolkien. L’opera targata Monolith Productions riuscì nel non facile compito di farsi amare da critica specializzata e pubblico, al punto da garantire un successore, un fratello di sangue che si sarebbe infine concretizzato ne La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra.

Tra migliorie ed inaspettate novità, questo secondo capitolo del brand si è mostrato ai nostri occhi promettendoci faville, con una nuova avventura che avrebbe chiuso la storia del nostro Talion e aggiunte ludiche tramite le quali comandare giganteschi eserciti con cui partire alla conquista di enormi fortezze. I presupposti per un piccolo capolavoro, insomma, sembravano esserci stati serviti su di un piatto d’argento, ma dopo aver esplorato in lungo e in largo la Terra di Mezzo, dispiace constatare come l’intento degli sviluppatori sia riuscito solo in parte.

Un Anello per domarli

Narrativamente parlando La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra ha inizio lì dove si andò a concludere il primo capitolo del brand, con Talion e Celebrimbor ormai nel pieno della creazione di un nuovo Anello del Potere, l’unica arma capace di poter sconfiggere definitivamente Sauron e le sue sconfinate armate. Non appena il nostro ramingo avrà però completato la forgiatura dell’Anello, quest’ultimo rilascerà una scarica d’energia tale da scaraventare Celebrimbor oltre la Voragine del Fato, diventando così facile preda di Shelob, il Grande Ragno, che ha visto in tale avvenimento una ghiotta opportunità. L’unico modo per poter riavere indietro il nostro signore degli Elfi sarà infatti quello di donare a Shelob, come valuta di scambio, l’Anello appena portato alla luce.

Con La Terra Di Mezzo: L'Ombra della Guerra bisognerà sudarsi ogni vittoria

La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra punta ad offrire un’esperienza di gioco estremamente ramificata

Partendo da questo breve incipit narrativo, L’Ombra della Guerra porta in luce un comparto narrativo che purtroppo non riesce mai davvero a sorprendere. Soprassedendo su qualche sporadico avvenimento registicamente ben strutturato, è impossibile non notare un palpabile piattume nei confronti delle vicende che andremo ad affrontare, tra situazioni quantomeno banali e personaggi di ben poco spessore che appaiono e scompaiono senza lasciare alcun ricordo davvero memorabile nella mente del videogiocatore. Salvo per il finale dell’avventura, la storia di Talion non riesce mai davvero a coinvolgere totalmente l’utente, il quale rimarrà avvinghiato al pad più per l’universo narrativo in cui prendono piede gli eventi del titolo che non per l’effettiva storyline del nostro protagonista.

Prevedibilità scenica

Nel corso dell’esperienza, il gioco tenta anche d’infarcire l’opera con alcuni colpi di scena forse fin troppo prevedibili che purtroppo non si sono mai rivelati davvero capaci di lasciarmi con il fiato sospeso per l’incredulità, un vero peccato se si pensa alle numerose possibilità che un mondo così vasto avrebbe invece potuto offrire. Altro aspetto che sicuramente farà storcere il naso a ben più di qualche utente riguarda le numerose “licenze poetiche” che i ragazzi di Monolith hanno deciso di prendersi, con risultati che hanno portato a pericolose incongruenze nei confronti dell’opera a cui il titolo fa riferimento che fanno quasi sorridere se si pensa che il gioco è in qualche modo collegato agli eventi dei tre film di Jackson.

Le vicende raccontate ne La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra non sapranno mai convincervi in pieno

Narrativamente parlando, La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra non riesce purtroppo a stupire

Sia chiaro che, ciò detto, ci sono momenti che si sono comunque rivelati decisamente interessanti, quali la creazione del Barad-dûr, le tragiche storie dei Nove o la nascita di Minas Morgul, ma è indubbio che in tal senso si sarebbe potuto fare molto di più, in particolare proprio per quanto riguarda gli eventi trainanti delle vicende di Talion e Celebrimbor, rappresentanti purtroppo la parte meno riuscita ed interessante dell’intero intreccio narrativo.

La miglior difesa è l’attacco

Ludicamente parlando, La Terra di Mezzo l’Ombra della Guerra parte dalle già ottime basi che segnarono la fortuna del primo capitolo. Preparatevi quindi ad affrontare un action in terza persona con enormi ambientazioni da poter esplorare liberamente, il tutto unito ad un combat-system che attinge a piene mani dai Batman: Arkham di casa Rocksteady, tra combo, parate e tasti da premere al momento giusto per eseguire letali fatality.

Da un punto di vista puramente contenutistico, l’Ombra della Guerra si compone di un totale di cinque diverse regioni da potersi girare in lungo e in largo, ognuna con i suoi collezionabili, i suoi obiettivi secondari da completare e le sue missioni principali, con un risultato finale capace d’offrire decine e decine d’ore di contenuti che non potranno che far la gioia di tutti i completisti più accaniti.

Com’era poi ovvio aspettarsi, anche in questo nuovo capitolo del brand torna a far parlare di sé quel sistema Nemesi che già in passato rappresentò la vera colonna portante dell’intera esperienza de L’Ombra di Mordor. Ognuna delle regioni che potrete visitare nel corso della vostra avventura conterrà infatti al suo interno una lunga sequela di comandanti e generali orcheschi che non vedranno l’ora di farvi la pelle. Ognuno di questi avrà le sue particolarità, con punti di forza e debolezze che andranno scoperti raccogliendo informazioni in giro per la mappa, in modo tale da aver un possibile vantaggio tattico da dover sapientemente sfruttare prima di un qualsivoglia combattimento, ed è proprio in tale contesto che il sistema Nemesi si mette in bella mostra, più forte che mai.

Il sistema Nemesi de La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra rappresenta l'evoluzione di quanto visto nel capitolo passato

Ne La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra, ogni comandante avrà una sua storia

Un esercito ai nostri piedi

Affrontando generali, sconfiggendoli o venendo sopraffatti a propria volta, si verranno infatti a presentare tutta una serie di reazioni a catena che daranno ancor più vita alla creatura messa in luce da Monolith. Per esempio, potrebbe capitare che un Capitano da voi umiliato decida di tendervi una pericolosa imboscata per cercare di vendicarsi, o ancora, nel caso in cui doveste eliminare un comandante nemico, potreste dovervi scontrare con il suo “fratello di sangue”, ormai furioso per la perdita arrecatagli. Quelle qui elencate non sono che una piccolissima frazione delle innumerevoli possibilità che vi si pareranno davanti man mano che giocherete, un’infinita quantità di variabili che mettono in mostra tutte le migliorie di un sistema Nemesi perfezionato sotto ogni punto di vista.

Il vero fulcro che però muove le vicende de L’Ombra della Guerra è rappresentato dalla necessità di dover creare un esercito con il quale poter muovere guerra alle pericolose armate di Sauron, legioni di orchi ai propri comandi che sarà possibile formare soggiogando i comandanti avversari dopo averli sconfitti in duello e dominati tramite il potere del Nuovo Anello. Fatto ciò, potremo quindi ordinargli di combattere al nostro fianco, assegnargli il compito di eliminare un generale avversario o, ancora, incaricarlo d’insidiarsi tra le fila nemiche al fine di tendere utili imboscate nei confronti dei nemici più forti e pericolosi, fino poi a giungere ai tanto chiacchierati assedi. All’interno de L’Ombra della Guerra, sono infatti presenti un totale di cinque diverse fortezze magnificamente caratterizzate e ben strutturate che sarà nostro compito invadere.

Grinding all’ennesima potenza

Per conquistare tali roccaforti, si dovranno prima potenziare e “livellare” i vostri generali in modo tale da aumentare la forza dell’esercito, per poi lanciarlo all’attacco quando vi sentirete pronti all’azione. Le fasi di conquista sono piuttosto semplici e vi vedranno scalare le mura avversarie per conquistare i punti di controllo presenti nella base nemica, uccidendo al contempo chiunque vi si pari davanti, fin quando non giungerete faccia a faccia con il reggente del forte, il quale andrà eliminato nel corso di quello che, molto spesso, sarà un lungo e difficile scontro in cui suderete le proverbiali sette camicie.

Il fulcro de La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra sarà quello di creare un esercito per affrontare Sauron

La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra vi permetterà di soggiogare comandanti nemici che combatteranno per voi

Il risultato finale è un riuscito mix di meccaniche perfettamente integrate che riescono nel compito di variegare la formula di gioco il quanto più possibile, anche grazie ad un albero delle abilità estremamente variegato che permetterà di portare in auge numerosi stili di gameplay e ad un numero sconfinato di nuovi pezzi d’equipaggiamento ottenibili dai generali nemici sconfitti. Le prime ore di gioco e, in particolare, le prime due fortezze da conquistare sono state un tripudio di emozioni, tra approcci diversificati e strategie differenti che, se portate a compimento con successo, porteranno ad un senso d’appagamento senza pari. Sfortunatamente, però, non tutto è andato nel migliore dei modi e, se da una parte le prime ore di gioco sono state capaci di regalare grandi emozioni, le ultime hanno avuto l’effetto contrario.

I processi richiesti per conquistare le fortezze presenti, con il passare del tempo, si sono rivelati forse fin troppo tediosi, visto e considerato che la creazione dei nostri eserciti è un atto che va ripetuto da capo ogni qualvolta che si entra in una nuova regione, tra nuovi comandanti da dover “arruolare” e missioni secondarie da dover necessariamente compiere per indebolire le forze dell’Oscuro Signore. Quando il titolo dovrebbe dare il meglio di sé, l’avventura sembra invece rallentare, quasi a chiederci di fare il quanto più possibile al fine di allungare il brodo, situazione che raggiunge poi il culmine una volta giunti al finale.

microtransactions is the way?

Caratteristica peculiare che ha fatto a lungo discutere è stata, come molti sicuramente già sapranno, l’annosa questione delle microtransazioni. Sostanzialmente, durante l’avventura sarà possibile acquistare – con soldi reali – una particolare valuta di gioco con la quale poter poi ottenere i cosiddetti loot-box, forzieri al cui interno potreste trovare nuovi comandanti da arruolare, bonus aggiuntivi da sfruttare e pezzi di armatura da indossare, ovviamente con la consapevolezza che la qualità di ciò che troverete al loro interno sarà dettata unicamente dalla fortuna; in pratica, li si potrebbe paragonare a dei pacchetti di carte acquistabili in edicola. La loro utilità è praticamente ovvia, si paga per ottenere prima quello che invece si può ricevere solo dopo numerose ore di gioco.

Ne La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra dovrete conquistare enormi fortezze

Gli assedi de La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra sono puro spettacolo visivo

Fortunatamente, però, nel corso delle circa 35 ore che sono state necessarie per completare il titolo, non mi sono mai sentito davvero costretto ad acquistare oggetti in-game per velocizzare qualche procedura. L’avventura scorre tranquillamente, seppur in qualche caso forse in maniera un poco rallentata, fino al raggiungimento del finale, lì dove sono cominciati i veri problemi. Una volta completata la piacevole fase conclusiva dell’esperienza, giungeremo infatti ad un fantomatico Quarto Atto. Durante ciò che rappresenta a tutti gli effetti l’ultimo capitolo dell’avventura, il nostro compito sarà quello di difendere le nostre fortezze espugnando, al contempo, quelle ancora in mano al nemico. Ben presto, però, ci si accorgerà di come gli eserciti avversari che dovremo affrontare siano caratterizzati da un livello di forza estremamente elevato, ben al di sopra delle nostre abilità, con situazioni in cui l’esercito orchesco nemico ci sarà superiore anche di sei o sette volte.

A questo punto, le possibilità saranno due; dare il via ad un lunghissimo percorso di grinding che vi porterà via numerose decine d’ore tutt’altro che entusiasmanti, o lasciarsi tentare dai loot-box sopra citati e tentare di velocizzare il quanto più possibile il processo. Ora chiariamoci, non voglio puntare il dito contro Monolith Productions accusandoli di aver allungato eccessivamente l’avventura al solo fine d’invogliare l’utenza ad acquistare qualche bonus con moneta sonante, ma visto è considerato che L’Ombra della Guerra rappresenta a tutti gli effetti la chiusura delle vicende di Talion, l’idea di dover spendere numerose decine d’ore a ripetere continuamente gli stessi passaggi in una struttura di gioco terribilmente tediosa e dal poco mordente, mi ha lasciato quantomeno perplesso e, in parte, deluso.

Solidità tecniche

Graficamente parlando, l’Ombra della Guerra si è difeso più che degnamente sulla Playstation 4 – non Pro – su cui girava. Le mappe di gioco sono caratterizzate da generose dimensioni e specifiche peculiarità,capaci di donare uno stile unico ad ognuna di esse, con scorci meravigliosi capaci di farci abbandonare il pad al solo fine di gustarsi tutti i dettagli visibili intorno a noi. Oltre a ciò, ogni orco e personaggio secondario è stato curato fin nei più piccoli dettagli, con un’ottima conta poligonale ed animazioni di tutto rispetto, seppur qualche compenetrazione qua e là non si sia fatta attendere. Il lavoro posto per i giochi di luci ed ombre si è poi dimostrato a dir poco certosino, così come la cura per texture di oggetti ed edifici non ha deluso le aspettative.

Tecnicamente parlando, La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra è un titolo solidissimo

Alcuni degli scorci de La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra lasciano senza fiato

Un plauso in particolare se lo merita, ovviamente, il nostro alter-ego digitale, maniacalmente realizzato con la massima cura per ogni più piccolo dettaglio e capace di sfoggiare splendide coreografie sia in corsa che durante un qualche combattimento. Fortunatamente, anche in termini di frame-rate l’Ombra della Guerra non ha mai mostrato il fianco ad alcun calo, restando perennemente ancorato sui 30 fotogrammi al secondo anche nelle situazioni più caotiche ed esigenti in termini di risorse. Di ottimo livello si sono rivelati essere anche la colonna sonora, capace di accompagnare magnificamente il giocatore nel corso della sua partita, ed il doppiaggio italiano, con voci convincenti che sono riuscite a dare la giusta vitalità a tutti i personaggi, seppur sporadicamente sia capitato d’incappare in problemi con il labiale.

I pro

  • Conquistare le prime fortezze si rivelerà estremamente divertente…
  • Un mondo enorme e ricco di cose da fare
  • Il sistema Nemesi impreziosisce notevolmente l’offerta ludica
  • Graficamente solido

I Contro

  • …ma alla terza o quarta volta, sarà la noia a prendere il sopravvento
  • Narrativamente debole
  • Sulla lunga, il rischio ripetitività è alle stelle
  • Il Quarto Atto rappresenta un elogio al grinding davvero poco piacevole

Voto Globale 7.5

La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra aveva il compito di surclassare quanto di buono già fatto con il primo capitolo del brand, un ambizioso obiettivo che però è riuscito solo in parte. Monolith Productions è infatti riuscita a sviluppare un videogioco semplicemente enorme, tra missioni principali, obiettivi secondari e collezionabili che sapranno sicuramente tenervi impegnati per decine d’ore di sano divertimento, il tutto anche grazie ad un migliorato sistema Nemesi che impreziosisce una struttura di gioco già dì per sé ottima. Al contempo, però, il comparto narrativo sfoggiato dal titolo rimane sempre su livelli appena sufficienti, con vicende ed avvenimenti che difficilmente riusciranno davvero a tenervi con il fiato sospeso, senza poi tener conto di tutte le numerose “licenze poetiche” presenti e ben visibili nel corso dell’avventura che sicuramente non piaceranno ai fan più accaniti delle opere di Tolkien. Oltre a questo, dispiace pure constatare come, ludicamente parlando, il titolo tenda ad allungarsi troppo in alcune situazioni, costringendo necessariamente a dover impiegare diverse ore di gioco a ripetere gli stessi passaggi prima di poter finalmente passare alla fase successiva, con un quarto atto di gioco in particolare che, dispiace dirlo, si è rivelato semplicemente esasperante per l’enorme quantitativo d’ore di grinding richieste prima di poter davvero giungere ai titoli di coda, con un particolare accento sulle microtransazioni che, onestamente, non ci è piaciuto.
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