Guerrilla Games apre le danze su PlayStation 4.
La prima apparizione di Killzone risale al 2004 su PlayStation 2. Per poter metter mano al secondo episodio, i fan aspettarono la bellezza di cinque anni, ed ecco che nel 2009 la serie debutta su PlayStation 3, proponendo tra le altre cose, un comparto grafico davvero eccellente. I tempi tra la seconda uscita ed il terzo capitolo si ridussero a soli due anni.
Altri due anni son trascorsi, ed eccoci a recensire Killzone: Shadow Fall su PlayStation 4. Ancora una volta, l’FPS di Guerrilla Games si fa portabandiera di una console Sony, ormai riuscito ad accaparrarsi nel corso degli anni una fetta di fan non indifferente, e soprattutto una medaglia all’onore per la fedeltà mostrata nei confronti del colosso nipponico. Senza ombra di dubbio, la sfida posta dinanzi al nuovo Killzone è dura. Il titolo si fa carico dell’assoluta mancanza di esclusive di peso nella line-up della PS4, e con ciò deve, imperativamente parlando, riuscire a trascinare quanti più acquirenti possibili: non si può dunque sbagliare, la qualità deve essere alta in modo da suscitare interesse e encomi dalla critica.
Da che mondo è mondo, Killzone ha sempre visto due schieramenti in guerra tra loro: gli Helgast e gli abitanti di Vekta. Se nel corso degli anni abbiamo assistito ad uno scontro aperto, senza segreti di sorta, anzi presente nella vita di tutti, in Shadow Fall le cose cambiano un po’. Qualora ve lo steste chiedendo, gli eventi di Killzone 3 sono trattati anche in questo arco narrativo, ma ormai distanti trent’anni. La distruzione di Helgan, ha portato gli Helgast a dover condividere il pianeta Vekta con i suoi abitanti, confinati “al di là” di un muro che divide le due razze. La pace però è tutt’altro che sicura. Alcuni eventi fanno sì che la tensione tra i due schieramenti torni tanto accesa quanto serrata, ed eccoci che vestiremo i panni di Lucas Kellan, un soldato che ha tanti motivi per odiare gli Helgast. Divisa in dieci capitoli, inizialmente la storia del gioco ci introdurrà al personaggio, mostrandoci alcune fasi della sua vita, e facendoci vivere in prima persona un evento cruciale, che non affronteremo in questo testo per evitare spoiler di sorta. Se da un lato gli sfidanti sono rimasti gli stessi, dall’altro avremo modo di saggiare una guerra diversa. Ancora una volta i toni fantascientifici sono il perno principale del plot, ma verranno manipolati i fili di una battaglia tutta nuova, fatta di dubbi, di azioni provocatorie e di rancore. E’ una guerra che vuole esplodere, che si accende inaspettatamente, o per alcuni fin troppo aspettatamene, che allo stesso tempo è giovane e vecchia, perché già vissuta in passato. E’ la storia di un evento che sta per accadere, e che noi dobbiamo fermare. I vari capitoli tendono a scorrere abbastanza piacevolmente, anche grazie ad un utilizzo da parte del team di sviluppo, di fasi cariche d’azione e fasi giocate che si immergono nello stealth, ben realizzate. Analizzando la trama però, dobbiamo dire che mancano colpi di scena e svolgimenti degni di nota, fattore appesantito ancor più da un copione poco dinamico, troppo lineare, e a tratti prevedibile. Le battute ideate dallo scrittore di turno, non riescono a trasmettere epicità o grinta, ma restano quasi sempre su toni piatti. Così come è piatta la “recitazione” degli attori virtuali, un punto a sfavore visto che già su PS3 abbiamo assistito a performance assai superiori e credibili (si veda il recente Beyond: Two Souls ndR). Il più grande neo sotto questo punto di vista è il protagonista stesso, poco carismatico e davvero di difficile immedesimazione. Insomma, poteva essere svolto un lavoro più intenso sotto questo punto di vista. Bisogna però sottolineare che nel complesso, ci troviamo dinanzi ad una produzione passabile e gradevole, che non vuole eccellere e resta sempre nella norma, senza però mai sprofondare nel “brutto”. Un punto a favore della campagna va speso per il level design. Le missioni infatti proporranno quasi sempre livelli vasti, esplorabili e affrontabili in vario modo, potendo alternare la distruzione allo stealth anche quando non espressamente richiesto. Gli obiettivi saranno inoltre sempre vari, e dovremo talvolta mandare in down le difese automatiche nemiche ai confini del muro, altre volte esplorare e distruggere una base spaziale, dando allo stesso tempo la caccia ad un obiettivo tanto importante quanto sfuggevole.
Sembra proprio che, trovata una buona combinazione, sia meglio non cambiarla. Essenzialmente, il gameplay è rimasto invariato, ma sicuramente ha subito una sorta di evoluzione, dovuta anche alla funzione tattile del pad del DualShock 4. Si corre, si mira, si spara, ci si mette al riparo e si comanda l’OWL. Esatto, si tratta di un drone che ci accompagnerà durante la nostra avventura e al quale potremo impartire dei comandi. Il tutto sarà effettuato tramite l’area tattile, con semplici gesti del dito che puntano verso i quattro punti cardinali, ad ognuno un dato ordine. Tra questi abbiamo: attaccare un nemico, rompere le sue barriere, hackerare una console in modo da poter disattivare allarmi o abbassare difese automatiche. Ancora, avendo a disposizione una dose di adrenalina, potremo riprenderci una volta “morti” grazie proprio all’OWL che ce ne inietterà una, premendo L1 quando atterrati. Altra funzionalità di indubbio spessore, è l’utilizzo del drone come rampino. Trovandoci in posizione adatta, e scorrendo il dito sul touch verso destra, si potrà impartire l’ordine di lanciare una corda grazie alla quale potremo spostarci da un punto all’altro della mappa. Questa introduzione è ben riuscita, e tende ad ampliare meccaniche ormai consolidate, elevandole sicuramente a nuovi livelli e rendendo il gameplay fresco. Inutile dire che ringrazierete più volte il vostro amico robotico, davvero utile. Anche l’utilizzo stesso del touch è molto intuitivo, e mai invasivo. I ragazzi di Guerrilla Games hanno studiato ed inserito tra le meccaniche di gioco anche una nuova abilità. Grazie ad una qualche sorta di gadget futuristico potremo scansionare l’area circostante ed “evidenziare” i nemici, anche se nascosti dietro le pareti, seguendo inoltre i loro spostamenti. Indubbiamente, si tratta di un vantaggio non indifferente, che se usato a dovere renderà le cose davvero falici, forse anche troppo (considerando pure la presenza dell’OWL). Altra buona implementazione, è la presenza di un NPC in remoto, che durante alcune missioni ci seguirà e al quale potremo indicare determinati obiettivi da abbattere. Si tratta di un personaggio importante nella trama, e che trova un ottimo riscontro nel gameplay, aumentando la già sopracitata diversità nella tipologia di missioni da affrontare. Per quel che riguarda l’armamentario, non possiamo citare una gran varietà di armi, che risultano essere nella norma in quanto a numero, il giusto per poter cambiare di tanto in tanto stile di fuoco. Il bilanciamento però, non è dei migliori. Alcune armi risulteranno infatti assai superiori rispetto ad altre, una di queste davvero essenziale nelle fasi avanzate del gioco. Durante la campagna, potremo perdere ulteriori ore di gioco a scovare i collezionabili. Le otto/nove ore etichettate come longevità “media” (difficoltà standard) della modalità single player, ci hanno portato a raccogliere circa il cinquanta per cento dei collezionabili. Questi andranno a scavare più in profondità nell’universo di gioco, arricchendolo di retroscena e di dettagli. Tra i più simpatici, sicuramente gli audiolog. Quest’ultimi sfrutteranno infatti l’altoparlante mono integrato nel DualShock 4, proponendoci il loro contenuti audio direttamente dal pad. Una vera chicca.
Una delle caratteristiche che ha sempre contraddistinto questo franchise, è il comparto tecnico. Killzone: Shadow Fall non può essere criticato sotto questo punto di vista. Alcuni scenari postici dinanzi sono spettacolari e verrà quasi spontaneo immortalarli con la funzione “share” della PS4. Il giocatore si troverà realmente catapultato nella next-gen, con modelli poligonali curati, effetti inseriti a quantità (e con qualità), ma più in generale, texture all’altezza del cambiamento generazionale. Da considerare anche che si tratta di un titolo di lancio, e quindi solo del trampolino dal quale, nel corso degli anni, si compirà lo sviluppo vero e proprio in ambito tecnico. E se queste sono le premesse, non possiamo che essere fiduciosi. Per dovere di cronaca, segnaliamo che il gioco gira a 1080p (nativi) ed a 30FPS. Oltre alla già citata vastità del livelli, dobbiamo anche sottolineare la profondità di campo. La vista spazierà davvero in lungo e in largo, con un orizzonte raggiunto da intere città, o panorami impossibili da eguagliare su PlayStation 3. Il frame rate è davvero stabile, e anche nelle situazioni più concitate non accennerà a svirgolare. Assente qualsivoglia problema di pop-up. La tavolozza cromatica ha subito inoltre dei cambiamenti, proponendoci scenari ora ricchi di colori, ora più cupi e grigi. In passato invece eravamo abituati a colori sempre tendenti al grigio/blu. Dal lato del sonoro, ancora una volta possiamo applaudire. Gli effetti delle armi, il doppiaggio e anche la colonna sonora si assestano su ottimi livelli, ed accompagneranno perfettamente il player durante le sessioni di gioco.
Quello di Killzone: Shadow Fall è un multiplayer diverso dal resto della massa. Con questo non vogliamo dire che sia migliore, ma di certo non vuole scontrarsi con i top del settore. Al giocatore son messe dinanzi tre diverse classi: Assalto, Supporto e Ricognizione. Ognuna di queste classi avrà determinate abilità che, ovviamente, fungeranno da “pro” o da “contro” a seconda della situazione in cui ci troviamo. Si potrà inoltre mandare avanti una vera e proprio carriera, fatta di determinati obiettivi da raggiungere durante le partite online e divisi in base alla classe scelta. Una delle principali caratteristiche di questo comparto multigiocatore, è la presenza delle Warzone. Queste Warzone potranno essere modificate secondo parametri stabiliti dal giocatore, e creare quindi partite uniche, sempre nuove. Una delle pecche della modalità presa in esame, è la mancanza di un buon numero di mappe, che si fermano a 10, e la qualità di queste, non sempre riuscite. Il divertimento non manca, ma è indubbio che Guerrilla Games ha generato un multigiocatore fatto per essere affrontato con amici, e non da solo. Risulterà necessario studiare per bene l’equilibrio della propria squadra, con classi scelte ad hoc, anche in vista della possibilità di scegliere una sequenza di modalità da affrontare e quindi iniziare una lunga e variegata run, senza mai tornare alla schermata di selezione. A parte i vari crash dovuti ai problemi al PSN, non abbiamo riscontrato problemi di lag che impedissero o rovinassero il normale svolgimento della partita.
Killzone: Shadow Fall è l'ingresso della serie nella nuova generazione. E' la conferma di un franchise che ha impresso il marchio PlayStation, e a sua volta lo imprime nel mercato. Non si tratta di un capolavoro, ma sicuramente di un buon gioco. Con un single player che riesce a divertire grazie alla varietà di missioni da affrontare, nonostante una trama non brillante. Con un multiplayer atipico, che porta un pò d'aria fresca in questa modalità di gioco, nonostante alcuni problemi legati alla qualità delle mappe. Con un comparto tecnico davvero ben ideato, che spesso regalerà non poche soddisfazioni, e che ci fa tuffare finalmente nella next-gen. Con un sonoro che riesce a fare la sua parte, grazie al suono delle armi di ottima fattura, così come all'eccellente doppiaggio. Con un gameplay saldo, farcito a sua volta di interessanti novità. Insomma, se avete acquistato la PlayStation 4, vi invitiamo ad acquistare anche Shadow Fall!