Il genere dei picchiaduro, con l’avvento della settima generazione di console, ha beneficiato di una vera e propria rinascita passando da titoli dedicati ad una stretta cerchia di appassionati a veri e propri bestseller con brand capaci di piazzare anche milioni di copie in tutto il mondo. Se da una parte Capcom si è riuscita ad imporre sul mercato grazie a nuovi capitoli di alcune delle sue serie storiche come Street Fighter o Marvel Vs. Capcom, dall’altra anche gli sviluppatori occidentali hanno dato decisamente prova di sé. Su tutti, i NetherRealm Studios, nati dalle ceneri di Midway, hanno saputo balzare agli onori della cronaca grazie ad un nuovo episodio della loro IP di punta, Mortal Kombat, che è stato capace di raccogliere entusiastici consensi da parte di critica e pubblico. Il nono capitolo della saga ultraviolenta di NetherRealm è stato un gioco davvero grande ma non esente da alcuni difetti come un netcode non sempre all’altezza o alcune ingenuità per quanto riguarda la storia del gioco. Ecco quindi che nel 2013, la software house americana, tenta di bissare il successo del precedente titolo con Injustice: Gods Among Us, picchiaduro che fa leva su un roster di personaggi abbastanza nutrito e preso da uno degli universi fumettistici più ricchi e amati di sempre, quello DC Comics.
La nostra più grande minaccia
Un tratto distintivo (e apprezzabile) dei NetherRealm è sicuramente quello di voler offrire al proprio pubblico una storia di buona qualità che spinga il giocatore ad avventurarsi in una campagna single player che, altrimenti, si tradurrebbe nella classica scalata di match già vista in tanti altri picchiaduro come Tekken o lo stesso Street Fighter. Quella architettata per Injustice:Gods Among Us, è una trama davvero interessante che prende il via da un evento abbastanza drammatico. Il Joker, storico nemico di Batman, è riuscito a drogare l’eroe più potente dell’ intero universo DC, Superman, ed a convincerlo ad uccidere sua moglie Lois che portava in grembo suo figlio. La furia del Kriptoniano non conosce limiti ed, accecato dalla rabbia e dal dolore, decide di uccidere il malvagio pagliaccio davanti agli occhi attoniti dell’uomo pipistrello e di instaurare in una Metropolis già distrutta da un altro folle scherzo di Joker, una dittatura a cui quasi tutti gli altri supereroi si piegheranno senza proferire verbo, spaventati dal devastante potere del SuperUomo. A far fronte a questa minaccia però c’è Batman che si vede costretto a chiedere aiuto agli stessi supereroi proventienti da una dimensione parallela in cui il Joker non è riuscito a portare a termine il suo piano in un susseguirsi di lotte, scontri, cutscenes e minigiochi che porteranno all’ultimo spaventoso combattimento. Non volendo spoilerare oltre una trama in fin dei conti abbastanza godibile ci limiteremo a dire che l’intreccio narrativo di Injustice funziona, riesce ad interessare il giocatore ( a maggior ragione se appassionato dell’universo fumettistico da cui trae ispirazione ) e funge da presentazione perfetta per tutti i personaggi che compongono il roster ma propone anche alcune soluzioni abbastanza opinabili che potrebbero far storcere il naso a più di qualcuno.

Pugni e Arene
Il gameplay, da sempre elemento più importante, specie quando si parla di picchiaduro, si presenta abbastanza coreografato, spettacolare e brutale ma nasconde un cuore molto tecnico, accessibile ma difficile da padroneggiare. Tutto ruota attorno ai tre tipi di attacchi eseguibili da ciascuno dei ventiquattro lottatori disponibili che sarà possibile modificare grazie allo stick analogico per utilizzare i poteri caratteristici di ciascun personaggio ( un po’ come accadeva in Mortal Kombat ). A questo si aggiunge un tasto ( il tasto B su Xbox 360 o rotondo su Ps3 ) che ci permetterà di performare un attacco bonus che dipende sempre dal personaggio che staremo “interpretando” e che verrà impiegato per prolungare le serie di combo eseguibili e le potenti, esplosive e devastanti supermosse attivabili grazie alla pressione dei due grilletti una volta riempita l’apposita barra che potranno davvero sconvolgere l’esito degli scontri a causa dell’elevato quantitativo di danno che procurano al malcapitato di turno. La barra Super, comunque, può essere adoperata in altri due modi: potenziando le tecniche speciali di ciascun combattente con la pressione del grilletto destro o tramite il cosiddetto Wager Mode, una modalità attivabile una sola volta per match, che consiste in una vera e propria scommessa in termini di barra che permetterà di recuperare energia ed infliggere danno all’avversario in caso di vittoria. Vero fiore all’occhiello della produzione, tuttavia, è la distruttibilità delle arene e degli scenari che rappresentano, forse per la prima volta nella storia del genere, una vera e propria parte integrante del gameplay. Ogni arena presenta numerosi punti utilizzabili per arrecare danno all’avversario. Per fare un esempio, nell’arena dedicata ad Atlantide, si potrà bucare la parete di vetro dell’acquario per investire il contendente oppure scagliargli contro un mappamondo in cristallo presente nello scenario, oppure, ancora, sferrargli un potente calcio per farlo impattare con il trono di Aquaman. Le possibilità sono tantissime e conferiscono a Injustice: Gods Among Us, una personalità davvero apprezzabile oltre che aggiungere spettacolarità ad un già scoppiettante gameplay. A chiudere il cerchio ci pensano le coreografiche transizioni tra gli scenari attivabili con un potente attacco quando l’avversario è al bordo dell’arena che daranno il via ad una pirotecnica sequenza grazie alla quale si potranno infliggere ragguardevoli lesioni. Un plauso va fatto, sicuramente, ai ragazzi americani di NetherRealm per quanti contenuti hanno saputo offrire agli acquirenti della loro ultima opera. Oltre alla storia già di per se abbastanza consistente e al numero spropositato di collezionabili come art work, costumi e tracce musicali sbloccabili – tramite un sistema di XP acquisibili dopo ogni scontro – sarà presente la classica modalità scalata arcade che terminerà con un filmato variabile a seconda dell’eroe o villain utilizzato. La modalità S.T.A.R. offrirà scontri sempre diversi garantiti da alcuni modificatori di difficoltà o regole speciali ( un po’ come nella torre di Mortal Kombat ), la modalità Pratica o Tutorial la quale saprà spiegare abbastanza bene i fondamenti alla base di Injustice e la modalità Multiplayer che consiste, oltre ai classici scontri anche della modalità King of the Hill e Survival supportate, tuttavia, da un netcode non all’altezza che, purtroppo, non garantisce stabilità agli scontri che verranno talvolta interrotti, semplicemente resi ingiocabili dal lag.

Tecnicamente Parlando
Dal lato puramente tecnico Injustice: Gods Among Us si difende egregiamente proponendo una rivisitazione artistica abbastanza dark di alcuni degli eroi e villain più amati della DC Comics con modelli poligonali di buona fattura e animazioni credibili. Eccellente la distruttibilità degli ambienti che – come detto in precendeza – rappresentano un punto cardine degli scontri e il doppiaggio tutto in lingua inglese ( scelta forse dettata dall’infelice esperienza dell’ultimo Mortal Kombat, un doppiaggio davvero da dimenticare ). Unica nota dolente sono le sequenze in Computer Grafica della modalità Storia abbastanza sottotono rispetto alla reale grafica del gioco.
Voto Globale
8.5
L’ultima opera di NetherRealm è un gioco dal gameplay solido e che nasconde sotto la sua apparenza coreografica e spettacolare, un cuore da picchiaduro tecnico e soddisfacente. Una trama interessante, un carnet di modalità e contenuti davvero ricco e una buona realizzazione tecnica chiudono il quadro di un prodotto ottimo sotto ogni punto di vista. Dispiace solo per alcune ingenuità a livello di storia, qualche piccolo sbilanciamento nel roster e per un netcode decisamente ballerino che non elevano questo Injustice: Gods Among Us ai livelli di eccellenza che meriterebbe.