Compile Heart ci regala un remake del primo capitolo della serie, che ci ha incredibilmente stupito!
Dopo circa tre anni dall’uscita del gioco originale per PlayStation 3, il primo capitolo di Hyperdimension Neptunia è pronto a tornare con un remake intitolato Re;Birth 1 non solo sulla portatile di casa Sony PS Vita, ma anche su PC tramite la piattaforma digitale Steam. Possiamo già anticiparvi che i cambiamenti fatti sono davvero molti e contribuiscono a rendere il gioco ancora più ricco di contenuti e migliorarlo sotto quasi ogni aspetto. Proseguiamo dunque con la nostra recensione di Hyperdimension Neptunia Re;Birth 1!
Il titolo è ambientato nel mondo di “Gamindustri” diviso da quattro regioni, Planeptune, Lastation, Lowee e Leanbox. Queste non offrono solo ambientazioni e paesaggi molto diversi tra loro, ma rappresentano anche delle console del mondo reale, come si può intuire dal nome. Gli abitanti venerano delle dee chiamate CPU, queste sono in costante guerra tra loro per vincere quella che è conosciuta come la “Console War”. Diversamente da quella del nostro mondo però, in questa le quattro fanciulle se le danno di santa ragione, ed è qui che inizia la nostra avventura.
Durante l’ennesimo scontro, Neptune, una delle quattro dee, viene sconfitta dalle altre tre che hanno deciso di unirsi per farla fuori, essendo lei la più forte. Fortunatamente per la protagonista però, non perde la vita, ma bensì perde la memoria. Durante questo stato di incoscienza fa la conoscenza di Histoire, un’entità che dice di essere imprigionata e che ha bisogno del suo aiuto per tornare libero. Solo dopo il risveglio incontreremo Compa, ragazza che ha trovato Neptune e l’ha portata a casa per guarirla, che si unirà a noi per esplorare il luogo dove la protagonista è avvenuta la battaglia. Così inizia l’avventura di Hyperdimension Neptunia, che anche nei dialoghi offrirà non poche citazioni riguardanti il mondo videoludico.
Il remake porta un drastico cambiamento al gameplay del primo capitolo, soprattutto per quanto riguarda il sistema di battaglia. Se nel primo capitolo originale per PlayStation 3 il giocatore doveva scegliere il nemico e poi attaccare, adesso è presente un sistema di movimento come quello di Hyperdimension Neptunia mk2. Questo porta un livello di strategia maggiore, visto che il giocatore è libero di scegliere la posizione ideale prima di lanciare l’offensiva, in questo modo è anche possibile attaccare più nemici in un colpo solo. Ovviamente anch’essi possono utilizzare questo sistema contro di voi, quindi dovete stare attenti alla posizione dei membri del gruppo.
Un altro elemento preso da Hyperdimension Neptunia Victory è quello della EXE Gauge, una barra che viene riempita quando si infliggono danni ai nemici. Una volta che questa è arrivata al massimo, il giocatore può decidere di non sprecarla e utilizzare le EX Finisher, delle tecniche che si eseguono dopo la fine di una combo, oppure consumarla per attivare delle abilità speciali chiamate EXE Skills. Per sconfiggere i nemici si utilizzano essenzialmente delle combo che il giocatore può creare con le tre tipologie di attacchi a disposizione, ovvero Rush, Power e Break. Quest’ultima tipologia infligge più danni alla barra GP presente sotto agli HP, quando questa viene consumata i nemici (o gli alleati) entrano in Guard Break e ricevono più danno. Gli attacchi Power invece, come suggerisce il nome, sono più potenti ma non fanno molti danni ai GP, mentre quelli Rush sono abbastanza equilibrati.
Aumentando di livello le protagoniste potranno imparare nuovi attacchi per un tipo specifico di categoria, ed è qui che entrano in gioco i CP, grazie ai quali possiamo creare le combinazioni da utilizzare in battaglia. Per ogni tipologia ci sono tre attacchi massimo e in base alla potenza e agli effetti i CP possono sia aumentare che diminuire. Ovviamente non mancano le classiche abilità che utilizzano gli SP, anche queste si imparano aumentando di livello. Inoltre durante la battaglia Neptune può trasformarsi nella sua forma “divina” grazie al comando HDD. In questa forma le sue statistiche aumentano ma cambiano anche in base all’equipaggiamento, che è diverso rispetto a quello della forma normale.
Parlando di equipaggiamenti, oltre a quelli più normali come armi, accessori e armature ci sono anche i dischi. Su questi il giocatore può aggiungere degli effetti particolari che si possono trovare come oggetti sia nei dungeon che come premio per le quest secondarie. Delle missioni secondarie si occuperà la gilda, qui troverete una lista con tutti gli incarichi che potete accettare, alcuni sono anche ripetibili, un ottimo modo per fare soldi e prendere oggetti senza perdere troppo tempo.
Parlando dell’esplorazione, i nemici appaiono sulla mappa e non ci sono quindi incontri casuali, ma non è tutto, sono infatti presenti dei tesori nascosti che potete trovare con il tasto apposito. Inoltre, attaccando i nemici prima che lo facciano loro vi fa ottenere un gran vantaggio. Un’altra novità è la presenza del Remake System, parlando con alcuni NPC il giocatore può ottenere dei Piani, per essere creati però abbiamo bisogno di diversi materiali. Una volta ottenuto il necessario, possiamo creare non solo nuovi dungeon, ma anche modifiche al gioco stesso come l’aumento o la diminuzione della difficoltà.
Nell’organizzazione del party potete anche decidere di utilizzare alcuni personaggi come supporto, basterà posizionarli alla destra di quelli che combattono per scoprire quali effetti si attivano. Alcuni aumenteranno gli SP, altri i punti esperienza e così via. Parlando del gruppo, bisogna specificare che alcuni personaggi presenti nel gioco originale non sono presenti (come Gust e Nisa), vengono infatti sostituiti da altri.
Una delle preoccupazioni dei fans della serie era il comparto sonoro che non era eccelso nel gioco originale per PlayStation 3. Per fortuna questa volta la musica è cambiata, letteralmente. Possiamo notare un cambiamento positivo per quanto riguarda questo argomento. Le OST sono davvero ben fatte e sono molto orecchiabili, quindi possiamo dire che la promessa di migliorarle è stata mantenuta. Nelle opzioni inoltre potete decidere il doppiaggio giapponese o inglese.
Anche graficamente c’è qualche miglioramento rispetto alla versione per la console Sony, ma lo stile grafico rimane ovviamente inalterato per non stravolgere i canoni della serie e deludere i fan. Durante i dialoghi i protagonisti verranno mostrati in versione anime, mentre in combattimento e durante l’esplorazione in 3D, come i mostri presenti nella mappa.
La difficoltà che offre il remake è abbastanza normale, basterà grindare un po’ per poter superare quasi la maggior parte dei nemici necessari per proseguire nella storia principale, anche se ovviamente è sempre necessaria una buona strategia, soprattutto con i nemici più forti. Ma grazie al Remake System, siamo padroni di scegliere se aumentare ancora di più la difficoltà o diminuirla se vogliamo goderci la storia e completare il gioco il più velocemente possibile. La longevità invece rimane molto elevata, non solo grazie alle quest secondarie che dopo un po’ potrebbero annoiare, visto che bisogna fare su per giù sempre le stesse cose (uccidere un numero di nemici o prendere tot oggetti), ma anche grazie al Remake System e alla possibilità di creare nuovi dungeons che non erano presenti nel gioco originale.
Un remake pieno di novità e migliorie
Sistema di battaglia ben strutturato
Ottima longevità
Le quest secondarie sono abbastanza ripetitive
Hyperdimension Neptunia Re;Birth1 non è un semplice remake che offre qualche piccola novità, tutt’altro, le modifiche sono così numerose che anche i fan, o tutti coloro che hanno giocato al titolo originale, si ritroveranno davanti ad una nuova esperienza che comunque riesce a mantenere intatto lo spirito della serie. Non mancano infatti elementi come l’ironia o citazioni al mondo videoludico, ma anche riferimenti al fanservice, un elemento che potrebbe allontanare qualche interessato, ma che vi assicuriamo non influirà sul gioco, che offre un gameplay davvero solido e ben strutturato.