God of War: Ascension è l’ultima fatica in casa Santa Monica. Un titolo che mantiene appieno i livelli qualitativi a cui ci ha abituato la trilogia del cupo Kratos, con qualche cosetta ovviamente in meno. E’ quasi fisiologico un piccolo calo nella bellezza della serie, che durante la trilogia ha dato tutto in termini di qualità tecnica (evolvendosi con le mutazioni della console) e di trama. Trama che in questo interessante prequel, per mantenere una certa epicità, introduce elementi ed avventure a noi ovviamente sconosciuti, ed in gran parte improbabili per l’intreccio finora sviluppato.
Sangue e Sabbia
La trama di Ascension si inserisce prima del primo God of War. Kratos è imprigionato dalle Furie, che si trovano nella prigione costruita dentro al corpo mummificato del gigante Briareo. Kratos, distrutto dalle visioni di morte che Ares continua ad inviargli, si libera dalla morsa delle tremende sorelle, cercando un modo per liberarsi dai tormenti del passato. Raggiunto da una misteriosa presenza viene consigliato dalla stessa: liberarsi del legame che lo lega con Ares, per cercare la verità e mettere fine ai propri incubi. La strada da compiere è lunga, e le uniche risposte si trovano a Delfi, dall’Oracolo. Come già detto in testa d’articolo, la trama è interessante, ma non rende certo come nella trilogia. Innanzitutto c’è una certa dissonanza tra l’inizio di God of War e questo Ascension, nel quale si scopre che Kratos prima delle sue peripezie ufficiali ne ha vissute altrettante, clamorosamente epiche (nonché fino ad oggi stranamente misconosciute).
La liricità dei combattimenti rimane inalterata, così come la resa grafica e scenica. Il personaggio Kratos però non viene assolutamente ampliato, il suo carattere non solo non viene approfondito o ridiscusso, ma addirittura non esce proprio fuori. Sembra davvero di trovarsi di fronte ad una macchina tritarifiuti, che non fa altro che distruggere ed uccidere, senza nessun tipo di obiettivo. Una differenza che stona con i titoli della saga, nei quali il fantasma di Sparta, pur se sempre taciturno e restio a discorsi articolati, mostra una brutalità, esasperata dalla brama di vendetta, che lo divora e lo consuma.
Per quanto concerne invece il gameplay nulla da eccepire: eccezionale. Combo dirette e veloci, poca difficoltà nella loro attuazione, grandissima resa grafica e ottima risposta ai comandi. Il sistema di punti esperienza/potenziamenti continua a dare un bel contributo al gioco, nel quale, sebbene riusciremo sempre e comunque ad avere un Kratos mortale e bilanciato, ci sarà comunque una discreta rigiocabilità, dovuta alla sostanziale diversità degli stili di combattimento preferiti. Nel corso del gioco troveremo infatti quattro poteri divini, selezionabili in qualunque momento, che trasformeranno le lame del caos in fulmini tonanti o in fiamme inestinguibili, a seconda dei casi. Ad esse sono associate diverse mosse e magie, sempre se avremo abbastanza punti per espanderle. Unico neo la barra dell’Ira, che ci darà accesso a particolari combo e mosse devastanti: essa si ricarica con delle sequenze di colpi (senza averne subiti), scemando però dopo qualche secondo di inattività. Insomma a volte, soprattutto contro innumerevoli nemici, diventa difficile poterla utilizzare. Sarebbe stata più divertente una barra fissa, che si ricarica magari anche più lentamente ma senza calare mai.
Tendenzialmente comunque la difficoltà di gioco è davvero bassina, con scontri impegnativi ma mai impossibili (non abbiamo mai ricominciato il checkpoint fino al capitolo dieci!), e miniquest che non possono essere certo chiamate tali. Ovviamente, non si tratta di una scampagnata, ma esistono action sicuramente più ostici.
La grafica degli Dei
Tecnicamente Ascension si colloca nella videoteca dei migliori titoli di terza generazione. Ineccepibili le ambientazioni, sempre magnifiche e trasbordanti. Esagerate, epiche, grondanti elementi classici impastati in maniera storicamente inesatta ma di indubbio appeal, le scenografie di gioco ci esalteranno e ci faranno strabuzzare gli occhi. Anche qui il confronto forse pende leggermente verso il terzo titolo della saga, ma è anche una questione di affetto: Ascension si difende bene e con maestria. Le musiche sono a loro volta adatte e ben implementate. Ricordiamo poi il doppiaggio completamente in italiano, se ci mettiamo che si tratta di un buon doppiaggio non possiamo che esserne contenti.
Interessante anche il multiplayer: non si tratta della solita accozzaglia di contenuti “tanto per”. Potremo espandere il nostro personaggio, attraverso l’accumulo di punti esperienza. Acquistare elmi, armi ed altri oggetti personalizzabili, scegliere tra modalità di gioco molto originali, rese ancora più immersive dalla presenza di due schieramenti tra cui scegliere. Certo rimane il fatto che un gioco come questo deve curare prima di tutto il single player, ma si tratta pur sempre di un buon comparto online.
Ascension è un titolo da avere in casa, da giocare e da godere appieno. Non merita come i suoi compagni l'ambito nove in pagella, vista la sua trama sicuramente più debole e peggio sviluppata. Anche la caratterizzazione di Kratos è venuta meno, quando ci si aspettava da un titolo "aggiuntivo" proprio il contrario. Si parla però di un otto e mezzo che vale il prezzo d'acquisto, il fantasma di Sparta è più in forma che mai, e ci regalerà tante ore di gioco.