Abbiamo passato parecchie ore in campo da allenatori, giocatori, fantagiocatori e giovani promesse del calcio inglese. Ecco il nostro verdetto sull'atteso appuntamento con il calcio videogiocato.
Il settembre videoludico è sinonimo di sport. Abbiamo già sviscerato gli attesissimi PES 2017 e NBA 2K17, ora tocca a Electronic Arts con il suo FIFA 17, sui nostri scaffali dal 29 settembre scorso per PS4, Xbox One, PC e console old gen.
EA Sports, sin dalle prime immagini della sua nuova iterazione calcistica, ha suscitato enorme curiosità presentando FIFA 17 come una rivoluzione già annunciata. Ed è vero, dopo alcuni anni vissuti all’ombra di sé stesso il publisher canadese è riuscito a dare un’impronta innovativa a questo ennesimo appuntamento con il calcio videogiocato.
La grafica non è necessariamente l’anima di un videogioco, per certi titoli a volte risulta addirittura superfluo parlarne perché ciò che conta, per molti, è altro, come una trama ben costruita o un gameplay solido.
Questa volta la nostra recensione di FIFA 17 parte proprio dal suo comparto visivo, quest’anno supportato da quella che forse è la novità più importante: parlo dell’utilizzo del motore grafico Frostbite, lo stesso che da alcuni anni EA monta sulla serie Battlefield e che ha deciso di applicare a tutti i suoi franchise per garantire un fotorealismo senza precedenti.
L’importanza di questa innovazione è immensa e probabilmente rappresenta la vera marcia in più di FIFA 17, in quanto ha permesso a EA Sports di applicare il concetto di rivoluzione di cui si parlava in apertura sotto diversi aspetti, ma per ora atteniamoci alla grafica.
Il Frostbite Engine ha alzato tantissimo l’asticella di FIFA 17 dal punto di vista dell’impatto visivo. Ora i volti dei calciatori, specie quelli più famosi e blasonati, sono riprodotti con una fedeltà eccezionale alle loro controparti reali.
A tal proposito c’è da segnalare la solita pecca dei giochi FIFA, ovvero la riproduzione perfetta dei giocatori più conosciuti ma una quasi totale noncuranza per quelli appartenenti a squadre minori. In particolare, poi, i calciatori che militano nella Premier League, la massima competizione inglese che da anni ha una partnership ufficiale con EA Sports, sono riprodotti con la solita, maniacale dovizia di particolari che nessun’altra squadra del gioco possiede.
Questo grazie all’ottimo motion capture e alle scansioni facciali che Electronic Arts ha operato agli atleti più famosi del mondo. Anche la nostra Juventus, da quest’anno, ha avviato una collaborazione con il publisher, per cui i componenti del team bianconero sfoggiano una somiglianza straordinaria con i loro doppi nella vita reale, seppur comunque non al livello dei colleghi in Premier. Tuttavia, non mi capacito del fatto che Gonzalo Higuain non sia stato ricostruito utilizzando le suddette tecniche, risultando solo vagamente somigliante al vero Pipita.
Dunque i vari Cristiano Ronaldo, Leo Messi, ma anche Dybala, Bonucci, Icardi, Rooney, Ibrahimovic e soci si proporranno sui vostri schermi con un fotorealismo letteralmente mozzafiato, così come in generale gli stadi ottimamente ricostruiti e persino il pubblico, molto più credibile a livello poligonale seppur non dettagliato quanto i protagonisti in campo.
Se la vostra squadra del cuore è un team di media o bassa fascia, purtroppo le fattezze degli atleti sono ricostruite alla buona e con poco impegno. Di certo, rispetto alle precedenti iterazioni, il Frostbite permette comunque una riproduzione quanto più vicina possibile ai lineamenti reali anche di calciatori meno blasonati, ma in ogni caso i componenti di squadre neopromosse o di livello medio (per non parlare dei team di Serie B) avranno una somiglianza piuttosto lontana rispetto ai loro alter ego che vediamo in TV.
PES e FIFA vengono storicamente definiti simulatori calcistici, così come in generale ci si riferisce ai videogiochi sportivi come simulativi. EA Sports quest’anno va oltre questo concetto: FIFA 17 ora è sinonimo di giocare il calcio piuttosto che simularlo.
Ancora una volta c’è di mezzo il Frostbite: il nuovo motore grafico, oltre a garantire una perfetta scansione di fattezze fisiche e componenti estetiche degli ambienti, ha permesso anche un significativo salto di qualità nella riproduzione di animazioni, movenze ed esultanze.
La fisica dei calciatori in campo, i loro movimenti nell’effettuare passaggi, scatti, sovrapposizioni, tiri in porta, calci piazzati (insomma, tutto quel che concerne la presenza in campo di un atleta) risultano rinnovati e resi incredibilmente fluidi e realistici, ragion per cui segnare un gol con un tiro a effetto da fuori area non sarà mai stato così soddisfacente.
Ne risulta giovata la gestione del pallone in fase di possesso, ma le novità più piacevoli sono da registrare in difesa: oltre a un notevole miglioramento della CPU, che ora si muove con molta più cognizione di causa sia in fase di attacco per effettuare sovrapposizioni che in fase di non possesso per dare man forte ai difensori, è ora possibile sfruttare un più ampio sistema di animazioni e comandi per effettuare al meglio contrasti e scivolate.
EA Sports ha deciso di rinnovare e ampliare anche la gestione dei calci piazzati, introducendo delle nuovissime feature per corner, punizioni e rigori.
Per quanto riguarda i calci d’angolo e i calci piazzati, è possibile ora optare per una visuale diversa dalla classica terza persona, che solitamente ci porta di spalle al battitore per poter dosare un cross o un tiro in porta. Adesso si potrà anche impostare la visuale dall’alto, durante la quale il giocatore potrà scegliere il punto in cui lanciare il pallone in caso di passaggio alto e controllare anche il giocatore ricevente, in modo da piazzarlo nel punto migliore dal quale colpire la palla per insaccarla in rete.
La gestione dei rigori, invece, è stata rivoluzionata con la possibilità di scegliere come posizionare il giocatore davanti il pallone e il dosaggio della rincorsa. Un sistema che, all’inizio, potrebbe creare qualche perplessità, ma una volta presa la dimestichezza necessaria anche segnare su calcio di rigore sarà soddisfacente come non mai.
FIFA 17 ha introdotto anche gli allenatori in campo, proponendo i volti ufficiali di alcuni dei più acclamati tecnici del panorama calcistico. Purtroppo questa feature è relegata soltanto alle squadre di Premier League, che dunque sfoggeranno a bordo campo i vari Mourinho, Klopp, Guardiola e anche alcuni nostri compatrioti come Antonio Conte e Claudio Ranieri. Gli allenatori della Premier ci sono tutti, ma non tutti hanno le fattezze ufficiali: Walter Mazzarri, ad esempio, del tecnico toscano ha soltanto il nome.
Se da un lato abbiamo elogiato l’introduzione del Frostbite, sull’altro piatto della bilancia c’è la seconda grande novità di FIFA 17, che è comunque estremamente subordinata al nuovo motore grafico senza il quale la sua realizzazione non sarebbe stata possibile: The Journey o come viene tradotto in italiano “Il Viaggio”, appunto.
Ricordo a chi legge, tra l’altro, che Il Viaggio non è una modalità disponibile sulle versioni PS3 e Xbox 360 di FIFA 17.
Suddetta modalità unisce le feature della Carriera Giocatore a quelle di un RPG con dialoghi multipli. Il Viaggio, infatti, ci mette nei panni dl Alex Hunter, una giovane promessa del calcio inglese nella cui famiglia questo sport scorre nelle vene.
Il nonno di Alex, infatti, era un talentuoso attaccante negli anni Sessanta, mentre il padre fu costretto a ritirarsi dai campi da gioco a causa di un grave infortunio che ne condizionò la carriera e la felicità.
Saremo dunque chiamati a vivere le prime fasi del percorso calcistico di Alex, a partire dalla sua infanzia fino ai provini per entrare in un club professionistico per poi ascendere ai vertici della Premier League, il tutto accrescendo le statistiche del giovane calciatore.
Tra una partita e l’altra (che potremo scegliere di giocare nei panni del solo Hunter o di tutta la squadra) e tra un allenamento e l’altro, si assisterà a diverse sequenze video che ci porteranno dentro una storia fatta di gioie e drammi come se stessimo vedendo un vero e proprio film con protagonista un giovane calciatore.
Inoltre, durante le suddette sequenze sarà possibile intrattenere dialoghi con i propri compagni di squadra, familiari, allenatori o giornalisti in un sistema di risposte molto simile a quanto ci ha abituato Bioware con i vari Mass Effect e Dragon Age.
Le tre risposte a disposizione corrisponderanno a un aspetto del carattere che si vuole sviluppare: spavaldo, pacato o diplomatico. Ognuna di queste variabili condizionerà non solo le prestazioni di Hunter in campo, ma anche la sua vita pubblica e privata e il suo rapporto con amici, allenatori e stampa.
Il Viaggio rappresenta, dunque, una novità assoluta e piacevole per chi cercava una ventata d’aria fresca nella ormai stagnante offerta di modalità proposte da FIFA, ma non è esente da difetti. Innanzitutto, rammarica la relativa brevità della campagna: la storia di Hunter copre circa 15 ore di gioco e abbraccia soltanto una stagione calcistica, la prima da professionista della giovane promessa inglese. Insomma, proprio quando si inizia a prender gusto con le feature del Viaggio, ecco che esso finisce quando sarebbe stato soddisfacente vivere, se non per intero, quantomeno i tratti salienti di tutta la carriera del protagonista.
Questo perché Il Viaggio riesce a coinvolgere il giocatore anche più della Carriera Giocatore, proprio grazie all’elemento narrativo che ci permetterà di approfondire la psicologia di Alex e dunque gioire con lui per un gol segnato o semplicemente per una maglia da titolare, così come soffrire per una prestazione sottotono o una delle tante delusioni sportive in cui un’atleta facilmente incappa nel proprio percorso.
Inoltre, l’esperienza de Il Viaggio è circoscritta unicamente al campionato di Premier League, con qualche comparsa d’eccezione come quella di Marco Reus del Borussia Dortmund o James Rodriguez del Real Madrid. Tra l’altro, i ruoli in campo selezionabili all’inizio dell’avventura sono soltanto quelli di centravanti, ala destra, ala sinistra e centrocampista offensivo (trequartista), questo ovviamente per permettere al giocatore di essere sempre nel vivo nel gioco.
Ciononostante questa nuova modalità esce ampiamente promossa, consci del fatto che si tratta di un esordio destinato a essere riproposto nelle prossime iterazioni visto il feedback che finora sta ricevendo dalla community di FIFA, pur dovendosi necessariamente prestare a diverse migliorie e ampliamenti – che magari, chissà, possano applicarsi anche ad altre modalità come la Carriera: immaginate poter condurre le conferenze stampa col proprio alter ego allenatore alla maniera de Il Viaggio?
In fase di scrittura questa recensione mi sembra infinita, perché immensa è la gamma di contenuti che FIFA 17 propone al punto da far letteralmente impallidire il rivale PES 2017 e la sua più che mai scarna offerta in termini di licenze e modalità.
Anche in questa iterazione tornano le Carriere Allenatore e Giocatore. In particolare la prima è stata evoluta in senso più manageriale: nessun particolare stravolgimento se non l’introduzione di una serie di obiettivi a breve e lungo termine imposti dalla società e che determineranno la vostra permanenza sulla panchina.
Tra questi c’è la fama del brand, una percentuale minima di spettatori richiesta (il cui numero ovviamente dipenderà dalle prestazioni della squadra) e la gestione del Vivaio, con particolari criteri da soddisfare per valorizzare i giovani della Primavera.
Restano alcuni nei, come certe valutazioni di cartellini e ingaggi decisamente esagerate, ma in generale la Carriera resta uno dei pilastri di FIFA per chi si diletta alla vecchia maniera nella crescita del proprio club del cuore o semplicemente per scalare le vette del calcio mondiale.
Sulla scia dell’enorme successo riscosso nelle ultime edizioni, continua anche la fortunatissima modalità FUT (FIFA Ultimate Team), anch’essa non tanto rivoluzionata quanto centellinata e limata al fine di soddisfare ancora di più i propri utenti.
D’altronde FUT, ormai, è un vero e proprio gioco nel gioco e rappresenta una costante quotidiana per EA Sports e la sua community, sia per quanto riguarda il comparto online che quello offline. Tra le novità c’è FUT Champions, una serie di tornei infrasettimanali utili per ottenere ulteriori premi. E ancora, EA Sports ha ampliato le possibilità di personalizzazione e il parco sfide, per regalare un’altra entusiasmante stagione con quella che è diventata la sua feature di punta.
In chiusura, mi sento di elogiare anche il comparto sonoro: FIFA 17 propone una soundtrack di ottimo livello, con brani commerciali e godibili tra i quali sono riconoscibilissimi i Kasabian e il nostro Rocco Hunt.
Anche la telecronaca, affidata ancora una volta al conduttore Mediaset Pierluigi Pardo e all’opinionista/ex calciatore Stefano Nava, non delude e risulta arricchita di frasi, esclamazioni e curiosità su tutte le squadre sulle quali vale la pena ricordare qualcosa di storico. I commenti dei due cronisti accompagneranno i videogiocatori finanche nelle gesta di Alex Hunter durante Il Viaggio.
FIFA 17, in conclusione, è il miglior FIFA di sempre? Sì, senza alcun dubbio. Dal punto di vista qualitativo e quantitativo il videogioco (non più simulatore, a parere di chi scrive) di EA Sports è riuscito a elevarsi in una dimensione superiore rispetto al concorrente PES 2017.
Konami ha senza dubbio svolto un ottimo lavoro sul suo simulatore, che resta appunto nient’altro che un simulatore. Questa differenza è essenziale nella scelta dell’acquisto annuale per quanto riguarda il calcio videogiocato: entrambi i titoli soddisfano quasi alla perfezione il proprio target di riferimento, ma FIFA 17 rappresenta un must per gli appassionati del calcio totale – videoludicamente parlando, non me ne vogliano gli olandesi.
FIFA 17 porta il calcio videogiocato in una nuova dimensione che va oltre la semplice simulazione sportiva. EA Sports quest’anno offre una gamma di contenuti e licenze che fanno impallidire la concorrenza. Le novità nel gameplay e delle modalità di gioco sono molteplici, il tutto sorretto dall’utilizzo del motore grafico di ultima generazione Frostbite, vera marcia in più del gioco. Certo, le squadre e i calciatori meno blasonati sono stati trascurati come al solito e Il Viaggio poteva durare di più, ma FIFA 17 raggiunge nuove vette di eccellenza e rappresenta un appuntamento da non perdere per tutti gli appassionati del calcio su console e PC.