Sono passati 4 anni dall’ultima produzione di Far Cry, un capitolo che a detta della maggioranza delle persone, risultava essere troppo noioso e ridondante sempre sulle stesse meccaniche. Abbiamo potuto testare approfonditamente con mano, l’ultima fatica di Ubisoft Montreal e tornare un po’ alle origini, grazie alle ambientazioni tropicali viste nel primo capitolo. Un chiaro rimando ad Alice nel paese delle meraviglie e una produzione che sembra avvicinarsi ad un romanzo di formazione, scopriamo nel dettaglio cos’è Far Cry 3.
Non avevamo nemmeno l’ombra di un problema…
Il plot narrativo ruota attorno al nostro protagonista di turno, Jason Brody, che si ritrova a fare una bella vacanza con i suoi amici nel Sud est Asiatico, dalle parti di Bangkok, precisamente su un arcipelago di isole chiamato Rook Island apparentemente disabitato. Il loro soggiorno fila tutto liscio, tra musica e danze nel loro lussuoso yacht da figli di papà, fin quando non vengono catturati dai pirati del posto, capitanati da un certo Vaas, intento ad acciuffarli e rivenderli poi come schiavi al miglior offerente. Comincia qui la nostra avventura, dove all’interno di una gabbia con nostro fratello più grande Grant, dovremo sgattaiolare via senza farci notare dai pirati appostati nelle vicinanze. Questa parte funge prettamente da tutorial, mostrandoci come è possibile evitare un gruppo di guardie lanciando un sasso e distrarre la loro attenzione su di esso, in modo tale da passare inosservati. Seguirà successivamente, senza fare troppi spoiler, una rocambolesca fuga che ci spingerà lontano da Vaas, intento a darci la caccia ed ucciderci definitivamente. Ed è da qui che si entra pienamente nel cuore del gioco, mostrandoci l’isola in tutto il suo splendore e in tutta la sua vastità. Risulta pienamente esplorabile fin da subito.
Io… un guerriero?
Nel corso del gioco, il nostro personaggio si troverà ad affrontare delle situazioni di pura sopravvivenza. Queste lo porteranno ad affrontare situazioni molto pericolose, che vanno dal commettere omicidi in presenza di guardie e pirati, alla caccia nuda e cruda con alcune tra le bestie più pericolose del posto. Ci trasformeremo quindi da semplice preda a vero e proprio cacciatore, poi trasformato in guerriero grazie a dei tatuaggi, detti ‘’tatau’’ nella lingua locale, che permetteranno di apprendere abilità in puro stile GDR. Avremo 3 rami, l’airone, lo squalo e il ragno, ognuno improntato su un approccio diverso al combattimento, esempio: l’airone ci potenzierà negli attacchi a distanza e nel movimento, lo squalo sulla potenza e la brutalità pura, mentre il ragno sulla furtività. La caccia sarà inoltre essenziale nell’economia di gioco, perché cacciare animali significa potenziarci l’inventario e quindi zaini, portafogli, fondine per le armi e kit per le siringhe, risultando il tutto molto stimolante e appagante, e via via che cacceremo prede sempre più difficili, avremo a disposizione un inventario sempre più ampio e potremo potenziarci come si deve. La ricerca delle erbe, invece, ci permette di creare siringhe adatte ad ogni situazione che l’ambiente di gioco sarà in grado di offrirci: prendendo delle erbe di colorazione verde per esempio, creeremo le siringhe adatte alla guarigione, mentre prendendone un paio rosse potremo crearci delle siringhe che ci renderanno invulnerabili al fuoco, per poi magari passare alle erbe gialle che faranno creare siringhe adatte alla caccia, donandoci la capacità di scovare le prede più facilmente.
Ti ho mai detto qual è la definizione di follia?
Gli approcci per quanto riguarda i combattimenti, sono abbastanza vari e ne è un chiaro esempio la situazione che riguarda gli avamposti, piccoli sandbox dove dovremo decidere come affrontare il tutto. Grazie ad una macchina fotografica, potremo studiare attentamente l’ambiente circostante e ‘’paparazzare’’ i nemici che si trovano al suo interno, in modo tale da coglierli di sorpresa e affrontare ogni nemico nel giusto modo, si perché i nemici si differenziano un po’ per la diversa classe; abbiamo gli scagnozzi normali che ci spareranno solo se verremo avvistati, gli assaltatori che saranno più propensi a cercarci ed attaccare come kamikaze, i cecchini che controlleranno dalla distanza e i devastatori, macchine da guerra ambulanti che saranno più difficili da abbattere. Oppure se siamo stanchi dello stealth, possiamo passare all’azione più pura con tutto il nostro arsenale a nostra disposizione, anche se il tutto risulterà più difficile da gestire anche grazie alla buona intelligenza artificiale del nemico negli scontri a fuoco. Sempre per quanto riguarda gli avamposti, una volta liberati questi non solo ci permetteranno di attivare un fast travel, ma renderanno più sicura la zona e ci sbloccheranno automaticamente una nuova arma che sarà reperibile gratuitamente nei negozi. Le armi sono in tutto 39 e tutte personalizzabili come più ci aggrada, aggiungendo magari un silenziatore piuttosto che un mirino e un colore particolare che magari permette di mimetizzare meglio l’arma con l’ambiente attorno a noi. Un plauso grandissimo va all’ottima riuscita di due personaggi, Vaas e Hoyt. Il primo grazie alla sua pazzia e imprevedibilità, ci regalerà dei momenti emozionanti, quasi come un Joker dei fumetti di Batman, mentre il secondo è il vero uomo che sta dietro a tutto il business commerciale legato anche agli schiavi, e ci porrà davanti non poche difficoltà. Lo stile del titolo è impregnato di follia, la quale affronteremo anche grazie ad assunzione di droghe che ci porteranno ad affrontare demoni interiori e allucinazioni al limite del surreale.
Sei mesi prima…
Oltre ad offrire una quantità di cose incredibili in singleplayer, il titolo non si lascia sfuggire neanche un buon comparto online, basato sia sul competitivo che sul cooperativo. Nel primo caso avremo un classico competitivo online con diverse modalità a disposizione, tra cui la modalità “rogo”, dove ogni squadra deve impegnarsi d’incendiare le scorte nemiche prima che lo facciano altri. Tra i diversivi che si possono usare per intralciare il nemico, si può utilizzare il gas allucinogeno, che confonderà l’avversario impedendogli di distinguere gli amici dai nemici, attaccandosi cosi tra di loro. Poi fanno la loro entrata gli urli di guerra. Ne esistono di tanti tipi, uno dei più efficaci è sicuramente quello che incrementa le capacità della squadra sia nel combattimento che nella guarigione. Alla fine di ogni round inoltre, si può scegliere se risparmiare il nemico oppure umiliarlo nel modo che più ci piace. Ma il pezzo forte della sezione online è la cooperative a quattro giocatori online oppure in locale. La storia di questa campagna secondaria a parte, si svolge sei mesi prima di quella singleplayer dove ci vede vestire i panni di uno dei quattro personaggi a disposizione, che scoprono di essere stati venduti da Vaas e cercano vendetta: sono Callun lo scozzese, Tisha l’ex soldato, mikhail il russo e Leonard il poliziotto corrotto. La campagna si svolge in sei missioni che è possibile scegliere e tra queste vi saranno momenti in cui è possibile sfidare l’altro nostro alleato in una determinata gara a chi prende delle bombe per prima per esempio. Infine, abbiamo anche un corposo sistema di editor delle mappe, che allungano la longevità alle stelle e siamo sicuri che vi durerà mesi.
Non proprio rose e fiori
La maestosità dei paesaggi è innegabile e vedere certe scorci di panorama è davvero uno spettacolo per gli occhi, soprattutto per chi possiede un pc lo spettacolo è assicurato. Tutto questo ben di Dio purtroppo, ha anche dei compromessi, come succede alla maggior parte dei titoli free roaming. Vi imbatterete a volte in bug dovuti ad una fisica non proprio calibrata a dovere, magari mostrandoci dei personaggi incastrati nelle pareti, orsi che s’incastrano nelle rocce e fluidità del fogliame al nostro passaggio non proprio impeccabile, cosi come i personaggi secondari che sembrano tutti uguali e mal approfonditi dal punto di vista caratteriale. Il doppiaggio italiano è buono, ma alcune voci come quella di Vaas rendono sicuramente meglio nel loro parlato originale. Buone le musiche con discreti campionamenti, ma non c’è una colonna sonora dall’impatto forte
I passi avanti fatti dal secondo capitolo Far Cry sono davvero evidenti, non portando quasi mai il giocatore a provare noia nei tantissimi incarichi a disposizione all’interno dell’arcipelago. Una volta entrati all’interno dell’isola vi assicuriamo che vi dimenticherete quasi del tutto la campagna principale, perdendovi nello sconfinato ambiente circostante. Un gioco fatto con passione mostra alla fine i suoi frutti, e vale proprio la pena di affrontare le vostre follie.