Dopo due anni da un primo capitolo promettente, ma incompleto, UFC torna in vesti più solide
Nel 2014 il mondo videoludico ha conosciuto l’UFC, la più grande lega dedicata alle arti marziali miste a livello globale, grazie a EA Sports. EA Sports UFC non segnava, in realtà, il debutto su console dell’MMA – qualche esperimento c’era già stato un paio di generazioni videoludiche fa – ma di certo ha avuto una succosa possibilità di mostrarsi al grande pubblico di Playstation 4 e Xbox One e aumentare il seguito di questa disciplina, poco seguita in Italia, ma che di certo sta riscuotendo grande seguito in tutto il mondo.
Il prodotto finale riuscì, però, solo a metà: la divisione sportiva di Electronic Arts riuscì a confezionare un titolo promettente e dal grande impatto visivo, ma d’altro canto il gameplay risultò eccessivamente lento e fin troppo tecnico – poco adatto per un neofita – e i contenuti del gioco erano ridotti all’osso.
EA Sports UFC 2 ha raccolto tutto ciò che non ha funzionato nel suo predecessore e lo ha ottimizzato al meglio per consegnare ai videogiocatori un prodotto di alto livello: spettacolare, ma soprattutto divertente.
Se non siete pratici di MMA, sappiate che questa disciplina si basa su combattimenti piuttosto violenti caratterizzati da prese, clinch e sottomissioni varie. Proprio questo aspetto, nel primo capitolo, era quello reso peggio per chi non conoscesse appieno tutte le varianti e gli stili di questo sport: abbandonata l’idea che tutti i segreti dell’MMA fossero scontati a chi vi si approcciava, gli sviluppatori hanno optato per un gameplay più guidato, ma non per questo meno appagante.
La struttura di base del combat system resta invariata: i tasti frontali del joypad corrispondono ognuno a un arto del combattente, i dorsali sinistri servono per tecniche e colpi avanzati mentre quelli destri occorrono per effettuare parate alte e basse. A ciò si aggiungono gli stick analogici: quello sinistro naturalmente serve a muoversi all’interno dell’ottagono, quello destro diventa fondamentale affinché il vostro incontro diventi un vero e proprio match di MMA piuttosto che un semplice picchiaduro. Muovendolo da solo o in sincronia con i tasti per i colpi avanzati si entrerà in modalità presa, e qui sta una delle novità di EA Sports UFC 2.
Iniziata la presa, infatti, comparirà un utile “menu” che mostra le mosse di clinch e sottomissione disponibili a seconda della vostra posizione sull’avversario. Queste fasi inizieranno in piedi, per poi evolversi in intricate torsioni e sottomissioni a terra, durante le quali sarà opportuno eseguire i comandi che appaiono sullo schermo per portarle a termine.
Queste modifiche e aggiunte nel gameplay rappresentano un importante passo in avanti, poiché, come già detto, permettono un’accessibilità molto maggiore a un combat system che, nel capitolo del 2014, a tratti risultava quasi criptico e senza alcun senso.
Ciò non significa che riuscirete a prenderci la mano fin da subito: sarà necessario allenarsi molto per destreggiarsi appieno in tutte le meccaniche di questa disciplina e a tal proposito il gioco propone un ottimo tutorial da visualizzare in qualunque momento e, soprattutto, una serie di sfide abilità che permettono di guadagnare punti e migliorarsi sempre di più.
Altro punto di forza di EA Sports UFC 2 sono i contenuti. La povertà di proposte, come già detto, era un altro dei principali difetti del suo predecessore. Il team di sviluppo, in questo senso, ha seguito le orme della più che consolidata formula di FIFA e il risultato finale è un titolo che presenta una manciata di modalità davvero interessanti.
Ci sarebbe da sbizzarrirsi anche solo con i semplici scontri 1 vs 1, in locale quanto in co-op online. Il roster di combattenti disponibili è semplicemente sconfinato: duecentocinquanta lottatori, divisi tra uomo e donna e pesi Mosca, Gallo, Piuma, Leggeri, Welter, Medi, Mediomassimi e Massimi. Una raccolta di tutte le principali celebrità del mondo dell’MMA, sia presenti che passate visto che è possibile giocare anche nei panni del leggendario Bruce Lee o di Mike Tyson in diversi momenti della loro carriera.
E a proposito, immancabile la Modalità Carriera da condurre con un lottatore già conosciuto o con un proprio avatar interamente personalizzabile. L’editor per creare il proprio alter ego lottatore non è particolarmente ricco, con poche scelte per quanto riguarda varianti fisiche, ma compensa con il lato estetico visto che potrete sbizzarrirvi nel rendere il vostro personaggio quanto più pittoresco possibile a suon di tatuaggi e personalizzazioni per le movenze da assumere sul ring. Una volta completata la vostra personalizzazione dovrete farvi strada nel mondo dell’UFC a suon di incontri, con l’obiettivo di vincere il titolo e mantenerlo il più a lungo possibile. Qui, ovviamente, emergono i limiti di una modalità che vi terrà impegnati per poco, visto che per ovvi motivi manca quella componente manageriale tipica di giochi come FIFA.
Sempre sulla scia del simulatore calcistico, altra novità è rappresentata da UFC Ultimate Team. Da due anni a questa parte FUT è diventato sempre più popolare al punto da radunare una vera e propria community a livello globale. Il concetto alla base di UFC Ultimate Team è lo stesso: è possibile creare fino a cinque lottatori e personalizzarli con carte abilità, suddivise per efficacia e rarità, per poi cimentarvi in incontri sia in singolo che in multiplayer online e formare i propri campioni. Un esperimento interessante, ma molto più limitato rispetto alla controparte calcistica a cui si ispira, sotto questo punto di vista c’è ancora da lavorare.
Si è pensato persino ad accontentare i videogiocatori più “pigri” con la modalità Knockout: trattasi del più classico dei combattimenti 1 vs 1, in cui le prese, i clinch e le sottomissioni non esistono ed è necessario colpire l’avversario fino ad esaurire la sua barra di salute. Il tutto è personalizzabile, si può scegliere la quantità di salute iniziale dei lottatori così come il numero dei round ma, in tutta sincerità, se preferite una modalità del genere allora vuole dire che l’MMA non fa per voi.
Infine non mancano gli eventi live: EA Sports aggiornerà di continuo la propria utenza in modo da fornire eventi videoludici che ricalcano quelli reali, un’ulteriore possibilità ed elemento di sfida per seguire le orme dei propri beniamini anche su console.
Già il primo capitolo presentava un comparto tecnico e sonoro di ottima qualità. In particolare il motore grafico lasciava già due anni fa a bocca aperta, tra volti perfettamente identici alle controparti reali e le contusioni, i lividi e il sangue che si formavano sui corpi dei lottatori con un realismo senza precedenti.
Francamente credevo fosse difficile, se non impossibile, fare di meglio a questi livelli. Scrivo con piacere di essermi ricreduto, non si può non fare un plauso agli sviluppatori per il lavoro svolto sul titolo: l’impatto visivo toglie letteralmente il fiato, i dettagli sono curati in modo maniacale e in certi frangenti sembra quasi di assistere a un incontro reale in tv che a una simulazione virtuale. Le animazioni principali sono ben realizzate e, soprattutto nei replay, osservare determinate esecuzioni o vedere formarsi lividi, tagli e contusioni varie man mano che si menano o si ricevono colpi diventa una gioia per gli occhi.
Molto buono anche il sonoro, tra una soundtrack incentrata su brani pop e rap e l’immancabile commento tecnico che precede, accompagna e segue gli incontri, rendendo l’esperienza generale ancora più realistica e coinvolgente.
Il tutto si può riassumere nell’aggettivo “spettacolare” e soprattutto fa ben sperare che simili standard, nella realizzazione delle future fatiche targate EA Sports, diventino una prassi. UFC 2 è una perla e paga il semplice fatto di non avere attorno a sé una community come quella calcistica, ma di certo rappresenta un’offerta imperdibile per tutti gli appassionati di MMA e dell’Ultimate Fighting Championship.
EA Sports UFC 2 è un must have per tutti gli amanti delle arti marziali miste: lo sviluppatore ha ottimizzato al meglio il gameplay macchinoso e a tratti criptico del primo capitolo a favore di un combat system decisamente più solido e accessibile, il tutto grazie ad elementi e linee guida che non abbassano il livello di sfida e di impegno. Il tentativo di proporre un’offerta più ricca di contenuti è riuscito, pur riciclando modalità ben collaudate in titoli più blasonati come FIFA. Complice la giocabilità più fluida, il roster immenso e un comparto grafico e sonoro di altissimo livello, è un’offerta che centra il segno e che soddisfa sotto tutti gli aspetti il suo target di riferimento.