Una buggy tutta per noi, nuove armi, nuove missioni. Insomma, imperdibile.
Lo scorso febbraio 2015 avevo definito Dying Light, senza troppe difficoltà, come l’evoluzione dei giochi di zombie. Nella sua recensione dedicata i pregi sottolineati erano molti. Il parkour in primis, saltare sulla testa degli zombie è davvero soddisfacente. Un gameplay che seppur riciclato da Dead Island, risulta davvero al cardiopalma. Un mondo di gioco poi che, con i suoi pericoli, non deve essere minimamente sottovalutato.
Insomma, un titolo che già allora consigliai senza rimorsi. Techland ha pensato di non abbandonare il suo ultimo lavoro, ma di dedicargli ancora del tempo non solo con qualche DLC, ma anche con una vera e propria espansione, confezionando inoltre una “Enhanced Edition” pensata per chi ancora non ha visitato Harran.
Nuove animazioni, nuove armi, un’IA migliorata e tante altre sono le chicche aggiunte dallo sviluppatore, gratuitamente via aggiornamento per chi ha il gioco originale, gli altri ritroveranno il tutto nel disco della nuova versione. Ciò che più ci interessa però è The Following la prima “maxi espansione” per Dying light.
The Following prende atto durante le vicende della storia del gioco base, prima della sua conclusione. Siamo arrivati ad Harran, abbiamo fatto conoscenza dei runner della torre e sappiamo le intenzioni del GRE. L’Antizin ormai non basta più, c’è bisogno di una soluzione definitiva.
Un uomo ferito è stato portato in salvo dai runner, blatera di gente non affetta dal virus. Con sé ha una mappa che segna una via d’uscita da Harran. È delirante, facciamo fatica a credergli, ma in un mondo in rovina è bene tentare ogni possibilità.
Un po’ di parkour nelle fogne della città e arriviamo alla nuova zona esplorabile offerta da The Following. L’impatto è maestoso, l’ambientazione questa volta è rurale, il verde predomina rispetto al grigiore della cittadina che abbiamo visto nel gioco base.
L’uomo aveva ragione, esiste una via d’uscita, dovremmo continuare a dargli ascolto anche sulle persone non infette. Egli però è morto, dobbiamo trovare qualcuno che confermi la sua teoria.
Arrivati ad una vicina fattoria, chiediamo informazioni ai suoi abitanti, essi si rivelano scortesi nei nostri confronti, non hanno intenzione di dirci nulla riguardo alle persone che non si trasformano. Non negano però che sia così. Un venditore campeggiato nella zona, di nome Kaan, è disposto a dirci di più, in cambio però di una mano con le consegne dei suoi prodotti. Ci servirà un mezzo.
Arrivati vicino al nostro obiettivo capiamo subito come l’espansione sia pensata per chi ha già fatto esperienza con Dying Light, qualche arma potenziata è l’ideale, altrimenti è difficile pensare di proseguire. La buggy, che diventerà il nostro mezzo di trasporto, è difesa da decine di uomini armati. Fate i vostri conti prima di tentare di avvicinarvi.
Una volta rubata, avremo tra le mani la vera novità di questa espansione. Tornando a parlare della trama, il tutto è avvolto da un’atmosfera mistica, sorretta da una sorta di Dea venerata da tutti gli abitanti della zona: La Madre. Proseguendo scopriremo la sua identità e la verità riguardo alle persone non infette. Nulla di indimenticabile, ma tutto sommato funziona come “scusa” per farci arrivare alla conclusione.
Missioni principali che vengono alternate a quelle secondarie. Come già capitato in altri titoli – Gat out of Hell ne è un memorabile esempio -, Techland ha pensato di obbligarci a compiere queste ultime prima di farci proseguire con la trama, in modo da allungare la longevità. Le ore di gioco saranno notevoli, personalmente ho portato a termine The Following in circa quindici ore, compiendo qualche missione secondaria, ma lasciandone diverse in sospeso. Non è difficile stimare quindi una ventina di ore per portare a termine il tutto.
L’azione qui si svolge in maniera diversa. Si continua a menare le mani come in precedenza, grazie anche alle nuove armi corpo a corpo che ne variano l’inventario, aggiungendo però più polvere da sparo rispetto al passato. Come scritto sopra, appena iniziata l’espansione dovremo combattere un gruppo ben armato, ricavando fin da subito delle armi da fuoco. Le useremo quindi in maggiori occasioni, così come sarà più facile trovare delle munizioni.
La vera aggiunta è la buggy, mezzo di trasporto perfetto per le lunghe gite da un punto ad un altro che dovremo compiere per portare a termine le missioni, ma anche una vera e propria arma.
La mappa di gioco è davvero vasta e offre delle zone colme di non morti, pronti ad assaggiare il nostro paraurti. Investirli è davvero divertente, ma non prendete questo passatempo alla leggera. Come le nostre armi, anche i componenti della nostra auto si consumano, fino a rompersi. Tirando sotto i non morti, andando fuori strada e andando a sbattere consumeremo motore, sospensioni, gomme e via dicendo.
Dovremo quindi dedicarci al loro mantenimento, sostituendoli e riparandoli. Possiamo anche decidere di montare dei pezzi migliori, in modo da aumentare le prestazioni del nostro veicolo. Veicolo che ha anche un ramo delle abilità dedicato, sbloccheremo così delle vere e proprie difese anti-zombie da montare su di esso.
Dying Light The Following è l’esempio che tutti dovrebbero seguire su come creare una vera e propria espansione del gioco base. Una nuova mappa di gioco enorme, dettagliata e ricca di compiti da svolgere, una trama dedicata, nuovi personaggi e nuove armi. Senza contare la buggy, che cambia il modo di spostarci nel mondo di gioco, sacrificando però il parkour. Il voto è stato dato tenendo conto del fatto che si tratta di un’espansione, venduta a venti euro. Tralasciando il backtracking e la mancanza di momenti memorabili nelle missioni principali, era difficile fare di meglio.