Giocatori di Pathfinder e Dungeons & Dragons, venite a me!
Alla Gamescom 2016, tra i tanti che abbiamo visto e giocato, i titoli indipendenti, quelli “più nascosti” e meno pubblicizzati, sono quelli che più ci sono rimasti impressi. Basti pensare a Kingdomcome Deliverance, che, seppur abbia una complessità addirittura superiore a titoli blasonati, il progetto sta continuando grazie ai fondi del neo studio ceco e al supporto dei fan.
Un altro titolo che mi era personalmente piaciuto molto è proprio Dungeon Rushers, finalmente disponibile dopo un periodo di Early Access. Vi piacciono i dungeon crawlers? Vi piacciono i giochi di ruolo? Vi piacciono le trame che si prendono poco sul serio? Questa piccola grande perla potrebbe stupirvi.
In Dungeon Rushers facciamo la conoscenza di Elian un, giusto per riprendere lo stile goliardico del titolo, “lava cessi”. Il ragazzo però ispira a una vita migliore e vorrebbe diventare un esploratore di dungeon, per la gloria, i soldi e le ragazze.
Se già da queste tre righe non l’aveste capito, il titolo non è il solito gioco di ruolo serioso dove interpretiamo un nobile cavaliere dall’armatura scintillante pronto ad uccidere draghi ed eliminare temibili nemici. Per capirci, Elian intraprende il suo sogno di “dungeon looter” con uno scopettone per il water come arma, appropriato visto il suo vecchio lavoro.
Elian si licenzia quindi, con il suo ex capo che gli dice come sia una scelta sconsiderata e il suo talento da lava cessi sprecato. Nel nostro viaggio incontreremo diversi personaggi che si uniranno alla nostra squadra, ma soprattutto faremo una scoperta sconcertante: qualcuno ha comprato tutti i dungeon della regione e li sta usando a proprio vantaggio.
Li riempie volutamente di ricchezze in modo da attirare gli avventurieri, una volta morti a causa dei nemici o delle trappole che riempiono le stanze, questa società malvagia rivende gli oggetti personali come proprio ricavo. A noi il compito quindi di scoprire i responsabili e fermarli.
Il nostro punto di partenza è una world map con posizionati i dungeon visitabili, il nostro scopo in ognuno di essi è trovare un forziere. Quelli normali hanno una costruzione predefinita, al contrario i castelli hanno diversi piani, ognuno generato proceduralmente e con difficoltà crescente.
La mappa dei dungeon è a caselle, tutte quelle attorno a noi sono coperte, possiamo selezionare solo quelle vicine di uno spazio. Cliccando su di esse ci viene rivelato il passaggio, se abbiamo fortuna questo sarà vuoto e avremo via libera, altrimenti potremmo imbatterci in un nemico, un evento speciale od una trappola.
Negli eventi speciali, casualmente, potremmo subire una maledizione o un miglioramento momentaneo delle nostre caratteristiche. Se ci imbattiamo in una trappola, al costo di punti stamina, possiamo usare le abilità di un membro della squadra per disinnescarla, o far subire i danni a solo uno di essi. Come si farebbe in un gioco di ruolo da tavolo, possiamo usare delle abilità, diverse per ognuno dei personaggi, per facilitarci l’esplorazione. Elian per esempio ne ha una utilissima: rivela i percorsi attorno a noi per due caselle.
Il combattimento è a turni, con la disposizione di alleati e nemici su due file. A ogni turno dovremo quindi tenere presente chi possiamo effettivamente colpire e chi, di conseguenza, prendere di mira per primo. Le magie e le frecce possono colpire ogni posizione, ecco quindi che i relativi personaggi giocano un ruolo fondamentale per eliminare per esempio i maghi, nascosti dietro ad un compagno munito di spada.
Quando è il turno dei nostri, ci compaiono i tre attacchi a disposizione. Ogni personaggio ha le sue peculiarità. Elian, oltre ad avere un arco, ha anche una daga avvelenata con cui poter infliggere il relativo stato alterato. Pod invece è un bardo che con le sue melodie strazianti può infliggere mutismo e impedire ai maghi di lanciare incantesimi per un turno, oppure aumentare la nostra difesa fisica.
Dungeon Rushers non è per nulla un titolo semplice ed ha, infatti, tutti i classicismi del genere. Dobbiamo tener presente gli stati alterati, i bonus alle statistiche, le varie tipologie di nemici e le priorità dei turni. Non manca ovviamente la possibilità di salire di livello una volta guadagnata l’esperienza necessaria, in questo modo possiamo utilizzare dei punti per aumentare i danni dei nostri attacchi, o per sbloccare delle abilità passive. Strana però, la mancanza dei dettagli di queste ultime, una sovrimpressione che ci spieghi la sua utilità.
L’equipaggiamento, ottenibile sconfiggendo i nemici, tramite i forzieri o con il crafting, influisce, infatti, sulla rapidità d’azione – l’ordine dei turni, come visto sopra -, sulla difesa fisica, sul danno degli attacchi magici e corpo a corpo e via dicendo. Peccato che le armi e i pezzi dell’armatura non cambino i modelli di quelli in gioco, ma solo le statistiche.
Oltre a vagare per i dungeon e a puntare al solito obiettivo – trovare il forziere – non c’è molto altro da fare, il che può portare rapidamente a un senso di monotonia dopo. Dungeon Rushers va preso a bocconi, giorno dopo giorno. A spezzare l’avventura di Elian, c’è l’editor, che permette di creare i nostri dungeon in maniera davvero semplice e immediata. Basta selezionare una casella sul campo di gioco per creare una stanza, nella quale poi decidere se piazzare una trappola, un evento o dei nemici. In pochi minuti avremo creato la nostra mappa da poter condividere con la community che la potrà giocare.
Lo stesso potremo fare noi, Steam Workshop ci permette di scaricare i dungeon che vogliamo, oppure lasciare che il gioco ce ne assegni uno casualmente da dover completare. Se riusciremo nel compito, guadagneremo dei progetti con cui sbloccare nuove trappole e inserire più stanze e nemici nelle nostre creazioni.
Dungeon Rushers è una piccola grande perla indipendente, il suo essere ruolistico lo farà amare a chi vive di pane e Dungeons and Dragons. Il gameplay, soprattutto durante le fasi di combattimento, è più profondo di quanto si possa credere, ogni mossa deve essere ponderata. Peccato per il senso di monotonia che non fatica a palesarsi a causa della mancanza di varietà.