Un rogue like diverso dal solito, che saprà catturarvi!
Dungeon of the Endless segue la moda del momento, almeno in campo indipendente, portando sullo store di Steam l’ennesimo rogue like. Nonostante quindi un approccio certo non nuovo, gli sviluppatori hanno giustamente puntato su un gameplay in parte rivisitato con altri stili, per poter emergere dal marasma di cloni ed invogliare l’utenza all’acquisto. Possiamo dire da subito che l’impresa è riuscita, regalandoci un titolo che se non è certo un capolavoro assoluto, diverte ed impegna moltissimo.
La trama, se così possiamo chiamarla, ricalca il solito clichè della navicella spaziale che, costretta ad un atterraggio di fortuna, rovina all’interno di un dungeon molto particolare. In un guazzabuglio di antico e moderno i nostri eroi dovranno riuscire a salire i dodici piani che li separano dall’agognata libertà. Della navicella si salva solo il Cristallo energetico, elemento fondamentale all’interno del gameplay. Prima di addentrarci nell’analisi specifica di quest’ultimo cerchiamo di capire brevemente in cosa consisterà la nostra avventura all’interno del gioco. Dungeon of the Endless potrebbe sembrare, all’inizio, un action Rogue Like classico. Al contrario si tratterà di un “Rogue Life”, un miscuglio di strategia, gestionale e tower defense. Il dungeon infatti si snoda in piani (i livelli di gioco) e stanze. Le stanze sono tutte chiuse, ma tutte esplorabili. Esplorare una stanza comporterà il passaggio dei turni, permetterà di accumulare risorse, trovare oggetti, elementi ostili e via discorrendo. L’obiettivo rimane comunque l’uscita: l’ascensore che ci porterà al successivo piano di gioco. Per attivare l’ascensore dovremo spostare il cristallo dalla navicella fino alla stanza dell’uscita. La difficoltà sta però nel sistema di gestione delle room e dei mostri. Il cristallo infatti a seconda della dust raccolta in gioco (si potrà ottenere dust esplorando ed uccidendo) potrà accendere o spegnere le zone della mappa esplorate.
Le stanze accese potranno essere migliorate con strutture di produzione delle risorse, di difesa e quant’altro ed inoltre diminuiranno il rischio di spawn dei mob ostili. Una volta rimosso il cristallo però si dovrà aver preparato un percorso di fuga relativamente sicuro, perché in quel preciso momento si scateneranno tutte le ondate di nemici, risultando il passaggio con l’ascensore, il segmento di gameplay più difficile. Le altre risorse a disposizione sono il cibo, l’industria e la scienza. Il primo servirà a crescere di livello ed a guarire i nostri eroi, il secondo a costruire le strutture, il terzo a cercare i piani di costruzioni delle seconde. Le risorse si accumulano con il passare dei turni, in base a quante strutture di produzione (macro strutture) abbiamo costruito. Insomma, in maniera davvero simile ad uno strategico a turni ci toccherà capire e prediligere le risorse da raccogliere, edificare le migliorie minori (come torrette difensive, scudi, torri di recupero vita e simili) che riteniamo più valide ed il tutto stando sempre attenti agli spawn casuali di mostri ed alla gestione del percorso di uscita più sicuro e veloce. A questo si aggiunge anche l’utilizzo degli eroi. Ognuno è caratterizzato da peculiarità diverse ed agirà semplicemente in base a dove gli verrà detto di andare. Con il click destro del mouse quindi gli eroi si sposteranno di zona in zona, attiveranno l’uscita, punti di interesse e porte da aprire. Se si troveranno in un posto occupato da esseri ostili attaccheranno automaticamente, in base alle specifiche a loro disposizione. Lungo il corso dell’avventura spetterà a noi decidere se investire nella salita dei livelli dei PG o se prediligere l’utilizzo di strutture di difesa fisse. Allo stesso modo troveremo sovente armi ed equipaggiamenti, vitali per poter proseguire lungo gli intricati corridoi del prodotto.
Siamo di fronte, in poche parole, ad un gioco indubbiamente valido e particolare, che riesce a mescolare elementi che si sarebbero detti inconciliabili in altre condizioni. Non si parla di un bero e proprio tower defense, perché il concetto si sposta non tanto sulla difesa di un posto, quanto sulla difesa di un oggetto in movimento. Allo stesso tempo non si possono tralasciare le dinamiche pseudo ruolistiche e gestionali, riguardanti produzione e loot degli oggetti, in un mix che funziona grazie soprattutto ad un ottimo bilanciamento degli elementi a disposizione.
Altro punto di indubbia qualità è senz’altro l’ambientazione, che fa di Dungeon of the Endless un prodotto interessantissimo. L’approccio grafico potrà sembrare all’inizio di qualità ma piuttosto classico, con una visuale dall’alto 2D, uno stile molto pixelloso ed una grande cura dei dettagli. Ma in realtà quello che colpisce più di ogni altra cosa è la stravagante amalagama di elementi fantascientifici ed antichi, che rendono il dungeon del software sempre piuttosto imprevedibile e bello da vedere. Dietro una porta automatica potremmo trovare delle sale comandi piene di fili che mandano scariche statiche, oppure potremmo essere colpiti dalla presenza di mostri che rievocano antichi incubi, quali scarafaggi e ragni. Allo stesso modo si passerà dalle lugubri grotte fino a splendenti e misteriose aule contenenti artefatti di vario colore. Eppure, sebbene la miscela possa sembrare quasi improbabile, vedremo che l’appeal è sempre reso ottimamente, con una sensazione di plausibile che non ci scrolleremo mai di dosso. Tecnicamente un plauso all’utilizzo dei colori e delle luci, soprattutto della grande differenza di ombreggiatura tra una stanza illuminata ed una buia e spenta. Interessanti anche le musiche, che non distraggono mai il giocatore dalle manovre da attuare, ma che anzi aiutano ad immergerlo nel mondo di gioco.
Segnaliamo la presenza di un multiplayer, funzione molto interessante poiché cambia visibilmente l’approccio di gioco, facendo si che i partecipanti si dividano i compiti da svolgere, e non debbano avere sempre tutto sotto controllo, sebbene è sempre consigliato mantenere il contatto globale con l’obiettivo di gioco. Allo stesso tempo la rigiocabilità è garantita dalla presenza di elementi sbloccabili, a seconda degli obiettivi richiesti, quali nuove navicelle iniziali e nuovi eroi giocabili. Il titolo non è esente da difetti, che però si manifestano quasi esclusivamente in un a certa confusione quando si passa da un livello all’altro (cosa che ci farà perdere spesso il nostro compagno di avventura) ed una mancanza di bilanciamento sotto il punto di vista delle risorse e dell’esplorazione. Ci è infatti capitato di non avere possibilità di accesso ad alcune strutture solo per la cattiva riproduzione delle stesse, che dovrebbe essere ostica, ma non inaccessibile. In generale comunque il gioco è difficile, non a causa del bilanciamento ma di una precisa scelta di sviluppo, e sarà davvero dura riuscire ad arrivare fino alla fine senza morire tonnellate di volte.
Dungeon of the Endless è un titolo che va assolutamente provato se si è amanti del rogue like e delle sfide difficili. Il gioco infatti è a volte frustrante, e la morte e la ripetizione continua è elemento imprescindibile di questa produzione (e delle avventure procedurali in genere). Certo, la varietà di generi mescolata rende il software più fresco ed appetibile, ma l'avvertimento rimane: se non avete la pazienza di cimentarvi in sfide difficili, lasciate perdere!