L'attesissimo gioco di guida esclusivo per Playstation 4 è finalmente arrivato. Le tante belle promesse... saranno state mantenute?
Durante il Playstation Meeting dedicato al reveal di Playstation 4, Sony portò anche diverse esclusive per accompagnare la console. Oltre a Infamous: Second Son, Knack e Deep Down, spiccò un gioco di guida: Driveclub. Driveclub si proponeva non solo di essere il primo “First Person Racing Game”, ma anche il primo gioco social. Come ben fa intendere il titolo infatti, i club sarebbero stati i veri protagonisti dell’intera esperienza, piuttosto che il singolo pilota. Tante interessanti premesse, tanta attesa… tanta delusione?
Anche se Driveclub punta tutto sull’esperienza condivisa con altri giocatori e con il nostro club, cominciamo a parlarvi della sua parte per giocatori solitari, vi spiegheremo dopo perché. Il tour è la campagna singleplayer del titolo Evolution Studios, nel modo più classico possibile, ci troviamo davanti ad una griglia di eventi divisi per difficoltà. Per sbloccare la nuova serie dovremo collezionare il numero richiesto di stelle. Ottenibili completando le sfide nelle varie gare. In ogni competizione sono presenti tre di queste, le quali ci chiedono, per esempio, di ottenere un certo numero di punti derapata, o di mantenere una determinata velocità media in un tratto di gara prestabilito. Per proseguire non siamo costretti a completarle tutte, ma ci permetterà di raggiungere prima il numero prestabilito di stelle, magari evitandoci di gareggiare in qualche competizione da noi poco gradita. Così come non siamo costretti a raggiungere il primo posto, tutta l’attenzione è rivolta al completamento dei compiti descritti sopra. In aggiunta, ci sono i punti fama, questi rappresentano la nostra esperienza. Durante le gare, in alto troviamo proprio il contatore di questa. Eseguendo manovre particolari andremo ad accumularla, come per esempio superando un avversario, o andando in derapata. Ma nel momento in cui usciamo di pista o facciamo a sportellate, ci verrà sottratta in base alla gravità di questi. Tagliato il traguardo, i punti guadagnati andranno a sommarsi ai nostri, facendo salire noi e il nostro club. Questo ci permette di sbloccare nuovi veicoli e vinili per i nostri bolidi.
Insomma, una progressione semplice, ormai banale, vista e stravista. Ci sono subito venuti in mente gli Shift di Slighty Mad Studios. Nei loro titoli non solo trovavamo la medesima idea per quanto riguarda il singleplayer, ma anche una simile assegnazione dei punti esperienza. Non cercate di trovare una trama nel giocatore singolo di Driveclub, non esiste. È un gioco di guida, non pretendiamo colpi di scena, cutscene e una narrazione profonda – anche se qualcuno ci aveva provato, riuscendoci pure – ma un minimo di giustificazioni del perché ci ritroviamo a gareggiare in giro per il mondo sì. Appena avviato il Tour ci ritroviamo nella schermata della selezione delle gare. Veniamo buttati di prepotenza all’interno del mondo di Driveclub sostanzialmente, senza introduzioni o video di sorta. La nostra sensazione generale degli aspetti fino a qui descritti è di un lavoro grezzo, veloce, e senza troppi pensieri sul cercare di proporre qualcosa di almeno un minimo più curato, se non nuovo.
Il gameplay di Driveclub è uno di quelli con le idee poco chiare, non vuole posizionarsi né dalla parte di un estremo né dall’altro. È un titolo che vuole avvicinare un’ampia gamma di giocatori. Sia quelli che vogliono riprodotte per filo e per segno le sensazioni delle quattro ruote, sia chi semplicemente vuole sfrecciare sull’auto dei suoi sogni, senza stare tanto a pensare ai dati meccanici di questa. Il gioco riesce a metà in entrambe le figure, tra le altre, non abbiamo la possibilità di andare a regolare gli aiuti o il livello di sfida. Inoltre, quando andiamo a selezionare i veicoli presenti non troviamo un’enciclopedia, ma le informazioni essenziali. Niente banco di prova con le statistiche della coppia motore o altro, solo un veloce grafico utile a comparare l’accelerazione, la velocità, la maneggevolezza e la derapata con gli altri veicoli. Scelto il bolide si scende in pista, ed è qui che si valuta il gameplay del titolo. L’abbiamo nominato prima, ma siamo costretti a ripeterlo: Shift.
Anche questa componente ci ha ricordato il titolo EA. Soprattutto per il modo in cui andiamo ad affrontare le curve. Ci si può infatti permettere di arrivare lanciati prima di affrontarne una, anche a velocità esagerate – dove altrove finiremmo dritti dritti giù dalla collina che ci precede – senza andare a perdere eccessiva velocità. Magari sfruttando una derapata, senza paura di ritrovarci a fare un testa coda a causa del sovrasterzo. Questo è decisamente raro, anche al volante di una supercar, non è difficile riportare la macchina in posizione. Più facile cadere in balia dei sottosterzi in determinate condizioni. Condizioni che possiamo valutare relativamente, visto che ancora non possiamo sperimentare il comportamento sul bagnato. Decisamente più sentito è il peso di ogni vettura, la quale influisce sulla maneggevolezza, avvertibile pad alla mano.
Tecnicamente Driveclub ha degli indimenticabili alti, ma anche memorabili bassi. Ciò che stupisce a vista d’occhio è l’incredibile distanza visiva. In un gioco di guida siamo soliti a vedere la pista e i pochi dettagli ai lati: le casupole e i soliti spettatori che esultano. Nel titolo Evolution Studios la sensazione è quella che c’è qualcosa oltre alla strada che percorriamo. C’è un contorno che svolge egregiamente il compito di immedesimarci completamente, rende il tutto più reale, più credibile. Notiamo un sacco di colori, di dettagli, di alberi diversi, di case ai bordi con il camino che fuma. Diciamolo: visivamente è una meraviglia per gli occhi. Peccato che tutto questo se lo possa godere solo la nostra vista, e non le gomme della nostra auto. Infatti, se solo usciamo di qualche centimetro dalla strada, veniamo malamente rimbalzati in pista. Un effetto da respingente dei flipper presente anche quando sbattiamo contro un palo o un guardrail. Tutto questo senza perdere velocità. Ciò accade in minima parte solo quando percorriamo la ghiaia fuori pista. Parlando di velocità, è memorabile il lavoro del team proprio per quanto riguarda questo aspetto. È infatti difficile non notare a quanti chilometri all’ora stiamo procedendo. Ottimo il lavoro sui modelli delle – poche – auto, davvero dettagliati, sia l’esterno della vettura che l’interno. Peccato che non sia più il “First Person Racing Game” mostrato all’annuncio del titolo. La possibilità di ammirare l’auto tramite gli occhi del nostro pilota per esaminarne ogni minimo particolare è stata completamente levata dal codice finale. Ciò che ci aspettavamo sono anche le condizioni meteo e il replay mode, entrambi ad oggi assenti.
Continuando con i difetti del titolo, non possiamo non citare L’IA degli avversari. Speravamo di non vedere in altri giochi i famosi trenini di Gran Turismo, ed ecco che la maledizione tocca anche a Driveclub. Se non in rare occasioni dove abbiamo visto qualcuno tagliare una curva, o prenderla troppo larga, l’intelligenza artificiale si limita a seguire in fila indiana il percorso migliore della pista. Menzione d’onore per la parte audio, il suono dei vari motori sono davvero dettagliati, una goduria per gli amanti delle quattro ruote. Piacevole anche la soundtrack di accompagnamento con pezzi originali creati per l’occasione.
Ed ecco che è giunto il momento di parlarvi della componente più critica del titolo: l’online e tutta la sua infrastruttura. Diciamolo subito: il lancio di Driveclub è stato un disastro. Oltre alla companion app rimossa dagli store per i motivi più disparati, per svariate settimane abbiamo avuto la maggior parte delle opzioni disattivate. Quelle che riguardavano la parte club, online e sociale del gioco. Questo perché i server erano sovraccarichi. Ed ecco spiegato il motivo del ritardo della nostra recensione, sinceramente non sapevamo come comportarci. Potevamo mandare immediatamente online l’articolo occupandoci solo del singleplayer, o aspettare che tutti i problemi venissero risolti per offrirvi la nostra opinione più completa possibile. In realtà non abbiamo fatto ne uno ne l’altro. Il gioco è uscito l’8 ottobre, e ancora oggi, il 29 dello stesso mese, Evolution Studios è ben lontana da risolvere le magagne descritte sopra. Insomma, chi ha comprato il gioco al day one aspettandosi di giocare con il proprio club insieme agli amici, si è ritrovato con un gioco inutilizzabile.
Ma tralasciando tutte queste problematiche, i club, fulcro dell’intero titolo, non sono nulla di nuovo o di rivoluzionario. Li abbiamo già visti anche in altri titoli dello stesso genere. Possiamo unirci a quelli esistenti o crearne uno. Creando il nostro logo, il nome della crew e il vinile da applicare alle nostre auto. Fine. Competendo nelle gare, anche in solitaria guadagniamo punti per far salire il livello del nostro club. Ad oggi non ci sono particolari competizioni, tornei o altro che ne giustifichino l’esistenza. In generale anche il multigiocatore è deludente, le piste e le tipologie di gare vengono riprese dal giocatore singolo. Una ed una sola è la modalità presente: un team contro team dove vince la squadra con la migliore posizione finale. Se nei primi giorni non potevamo neanche accedere a tutte le componenti online, ora riusciamo ad avviare il multiplayer. Si notano però ancora i problemi con i server, qualche errore ogni tanto tende a comparire, e la lentezza di comunicazione con questi incide con la velocità del matchmaking.
Cosa dire dopo tre settimane spese in attesa di giocare a Driveclub nella sua completezza? Se avete letto i novemila e passa caratteri qui sopra, avrete ben capito le pesanti limitazioni del titolo. Crediamo che Driveclub possa essere definito come una delusione, non solo per il lancio disastroso, ma per tutti i suoi aspetti in generale. Il titolo di Evolution Studios manca di originalità, di una componente che lo faccia spiccare da qualsiasi altro titolo di corse visto e stravisto. Perché dovremmo consigliarvi di comprarlo? Il singleplayer manca di una sua identità e la progressione è semplice e banale, l’online è privo di modalità interessanti e i club non trovano una vera funzione all’interno di tutto l’ecosistema del titolo. Cosa rimane? L’aspetto tecnico. Il team ha puntato la maggior parte delle risorse per creare delle piste meravigliose esteticamente, il picco attuale sotto questo aspetto nell’attuale generazione. Peccato che manchino ancora le condizioni atmosferiche e il photomode. Insomma, un titolo uscito a pezzi che punta tutto sull’”effetto wow” piuttosto che cercare di proporre qualcosa di unico. Il gameplay è tutto sommato divertente e il tour, se non vi stancherà prima, vi intratterrà per svariate ore. Se siete a secco di giochi di guida su Playstation 4 e avete l’irrefrenabile voglia di mettervi al volante, Driveclub è una delle poche opzioni attualmente disponibili.