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Recensione

Drawn to Death – Recensione, lo sparatutto disegnato esclusivo per PlayStation 4

Drawn to Death sbarca su Playstation 4 in promozione per i possessori di abbonamento plus, il gioco è originale e divertente, ma lo splitscreen è il grande assente.

Drawn to Death è un originale sparatutto online uscito in esclusiva su Playstation 4; molti l’avranno visto, o provato, poiché al momento è gratuito per chiunque possegga un abbonamento Playstation Plus. Il titolo ha richiamato anche diverse attenzioni per la fama dell’ideatore, David Jaffe, famoso per due saghe iconiche dell’era Playstation 2, Twisted Metal e God of War.

 

Partiamo subito con la più evidente caratteristica del gioco, lo stile. Fedele al titolo, l’ambientazione sarà articolata tra le pagine di un quaderno, lo stesso che molti di noi avranno avuto tra le mani durante lunghe, non troppo avvincenti, ore di lezione. Simpatico il dettaglio del menù iniziale che ci vede nei panni dell’autore di codesti schizzi proprio alle prese con una di queste lezioni. Abbassando lo sguardo troveremo le pagine riempite di personaggi peculiari e battute cafone a non finire. Qui c’è da dire che forse il gioco ostenta troppo, le battute a tema genitale o relative a vomito e ad altri materiali che le persone espellono regolarmente possono strappare qualche risata all’inizio, ma alla lunga questa comicità sopra le righe può stancare. Nella grafica, invece, lo stile eccentrico e in alcuni casi tamarro risulta una piacevolissima sorpresa.

A primo impatto potrebbe aggredire il senso estetico del videogiocatore, ma col passare delle ore di gioco si riesce ad apprezzare sempre più l’originalità dei personaggi, delle armi e anche delle ambientazioni. Persino durante i momenti più concitati questi elementi non sfigurano ed anzi, contribuiscono a rendere le sparatorie visivamente fresche, senza sporcare la schermata. Le bocche da fuoco sono 24, con alcune che richiamano armi tradizionali mentre altre, invero la maggior parte, seguono lo stile di gioco in grottesche e divertenti invenzioni: c’è una bara che spara cadaveri, un arco con frecce munite di guantone e il simpatico JRPG che aggancia i nemici con cartucce esplosive dello SNES. Scoprirle tutte, e soprattutto trovare quella che più fa per voi, si rivelerà un arduo ma piacevole compito vi accompagnerà nelle prime ore di gioco; infatti non tutte le armi saranno disponibili fin da subito, ma si renderanno sbloccabili ottenendo chiavi e loot box, similmente ad Overwatch, completando obiettivi speciali o raggiunto un qualche traguardo di uccisioni.

C’è anche un’opzione che permette di sbloccarle fin da subito utilizzando valuta reale, una scelta discutibile considerando che l’equipaggiamento non è decisamente bilanciato, in quanto alcune armi risultano molto più forti delle altre, sebbene in generale il giocatore tenderà a scegliere le bocche di fuoco più tradizionali, come fucile d’assalto o fucile a pompa, che garantiscono una maggiore precisione, un’elemento di primaria importanza per riuscire a portarsi a casa il match, vista e considerata l’elevata quantità d’energia che ogni personaggio possiederà.

 

Oltre alle armi, il giocatore potrà scegliere tra una non troppo vasta gamma di personaggi; ce ne sono sei in totale ed ognuno possiede una buona caratterizzazione, sia visiva che in termini di meccaniche, anche se ci vorrà un po’ di tempo per prendere la mano con i comandi, non sempre intuitivi. Nel titolo è presente anche un sistema stile sasso/carta/forbice, ovvero in cui ognuno dei personaggi giocabili avrà una debolezza specifica verso uno dei suoi colleghi: ad esempio, Johnny Savage lanciando una delle sue mosse speciali verso Diabla Tijuana la curerà invece di danneggiarla, oppure Cyborgula potrà vedere Alan anche quando invisibile e così via. C’è da dire che questi sei, totalmente folli, ceffi sono divertenti e ben pensati, capaci di conquistare il cuore del videogiocatore di turno che avrà l’arduo compito di decidere quale di questi sia il suo prediletto.

 

Arrivati al multiplayer, l’utente di turno si ritroverà catapultato in arene ben disegnate, in tutti i sensi, che forse potevano beneficiare di un tocco in più di colore, essendo il bianco quello predominante su tutti. Il feeling che si ha è immediatamente chiaro per chi ha giocato agli shooter-arena degli anni ’90; armi, munizioni e cure sono attentamente distribuite su tutta la mappa, insieme a segreti, teletrasporti e scorciatoie varie. Sarà proprio la conoscenza della mappa e la capacità del giocatore di muoversi su di essa a determinare l’esito degli scontri. Considerata la centralità del movimento all’interno dell’esperienza ludica, fa però storcere il naso la meccanica del salto, davvero poco fluido e visivamente innaturale.

 

Nota davvero dolente risulta essere l’attuale impossibilità a scegliere la modalità a cui giocare. Ce ne sono diverse, a squadre, tutti contro tutti ed una specie di torneo uno contro uno, ma allo stato attuale non è ancora possibile limitare la scelta; forse gli sviluppatori volevano evitare che si andassero a formare code di attesa troppe lunghe, che già ad oggi non sono poi così rapide, tra le altre cose, probabilmente per colpa di una playerbase ancora piuttosto scarna. Vi assicuriamo però che se riuscirete a superare il primi impatto, soprattutto grazie al simpatico tutorial, vi immergerete in uno sparatutto online con uno stile fresco ma con un feeling tanto old-style quanto appagante.

Sicuramente gli sviluppatori avrebbero potuto curare con maggior attenzione alcuni dettagli, e giocando capita non di rado che si provi la sensazione che il titolo sia incompleto, come se gli mancassero alcune componenti. Una mancanza che però appare evidente e lascia indubbiamente allibiti è una qualsivoglia modalità coop locale, soprattutto se si considera come Drawn to Death avrebbe potuto rappresentare uno dei migliori giochi per dividere lo schermo con un amico passando qualche ora di divertimento a suon di battutacce senza prenderla troppo sul serio; questa aggiunta poteva essere un punto forte della produzione, invece se ne sente enormemente la mancanza enorme.

I pro

  • Stile fresco e originale
  • Design di personaggi, armi e arene sopra la media

I Contro

  • Il bilanciamento delle armi lascia a desiderare
  • Mancanza di una modalità coop a split-screen
  • Quando si salta sembra di fluttuare malamente in aria

Voto Globale 6

 Tirando le somme, Drawn to Death è uno sparatutto decisamente fresco e piacevole da giocare; forse l'essere sopra le righe risulta un po' forzato e potrebbe dare fastidio, ma lo stile grafico è davvero gradevole ed intrigante, mostrandosi capace di conquistare il videogiocatore. Alcune imperfezioni come il feeling dei salti o il bilanciamento delle armi potrebbero essere rivisti e aggiornati, ma comunque non stiamo parlando di problematiche che vanno a compromettere pesantemente l'esperienza di gioco. Il vero dato da tenere d'occhio è invece la playerbase, visto e considerato che i server non eccelsi del titolo hanno contribuito a diminuirne la popolarità. Gli sviluppatori dovranno supportare il gioco correggendo e aggiungendo gli elementi fondamentali, uno fra tutti la coop a split-screen.

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