Goku torna, ma stavolta col fiato corto.
Nel corso degli anni Dragon Ball ha visto decine e decine di trasposizione, spaziando nei più svariati genere dell’intrattenimento. Dall’originale manga all’immortale anime, dagli OAV animati ai live action e così via. In questo caso il nostro settore d’interesse ricade sui videogame, e Goku e co. ne hanno viste davvero tante in questo campo. Anno dopo anno però dobbiamo segnalare un indubbio e sempre più deludente declino da parte del franchise, che ormai stantio di meccaniche sempre più abusate, di novità poco raffinate e scelte di sceneggiatura via via più condannabili, ci porta oggi a parlare di un ennesimo pezzo che va comporre il puzzle, probabilmente infinito, di questa serie: Dragon Ball Z: Battle Of Z. Il titolo Namco Bandai (anzi, Bandai Namco ndr.) uscito su Xbox 360, PlayStation 3 (versione da noi testata) e PlayStation Vita ha iniziato il suo corso in maniera del tutto interessante: le promesse erano stuzzicanti, sicuramente votate a riempire d’aria fresca una stanza che “sapeva di chiuso”. Ma poi? Ma poi c’è la nostra recensione, un redattore propriamente deluso da quello che ha giocato, e tante ma tante occasioni perse. Bando alle ciance dunque, e scopriamo il perché di queste parole.
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Praticamente tutti ormai conoscono la storia di Dragon Ball Z, ovvero da quando Radish arriva sul pianeta per dare il via alla storica “Saga dei Saiyan”, fino al paffuto (ma poi atletico, ma poi nano) Majin Bu, passando però da alcuni scontri “extra” dei film. Il titolo in sé propone un avanzamento nello story mode non lineare, con la possibilità da parte del giocatore di scegliere ora la missione da svolgere per la trama principale, ora dare il via a missioni secondare de “un’Altra Era” o “dell’Era Extra”. La prima delle due citate permetterà di svolgere scontri alternativi, magari svolgendo il ruolo del nemico e affrontando i nostri eroi. L’Era Extra invece è tutt’altra storia. Di interessante, e nel suo fulcro, propone quegli scontri tratti dalle versioni cinematografiche di Dragon Ball, i famosi OAV. Fin qui tutto bene, purtroppo le note dolenti si iniziano ad avvertire quando parliamo della sceneggiatura e della narrazione. Se quanto detto finora può sembrare allettante, non gioite. Purtroppo il titolo presenta una delle più deludenti narrazioni che un gioco tratto dalla famosa serie di Akira Toriyama possa proporre. Dialoghi scialbi, spesso non coerenti con quanto visto nel manga/anime, scene tagliate, create senza patos di sorta e davvero mal gestite. Intermezzi che spesso vi troverete a saltare piè pari. Si tratta di una pecca davvero troppo rilevante, soprattutto alla luce di una storia, come già detto, risaputa dai più, e quindi in grado di suscitare ancora interesse solo con una gestione delle scene proposte ad hoc. Nel giro di sette ore abbiamo portato al termine tutte le saghe, fino a quella di Majin Bu, quasi il doppio però concludere anche le secondarie. Una longevità, nel complesso, passabile, ma comunque non al top. A stroncare ancor più il fattore narrazione, o comunque l’immedesimazione del giocatore con quanto visto in TV, o letto nei manga, è la possibilità di scegliere missione per missione quale personaggio utilizzare in battaglia. Talvolta snaturando la trama stessa. Battere Cell in forma perfetta, giocando con Goku Super Saiyan, non è che sia il massimo. Chiaramente, tale scelta si adegua ad alcune feature del gameplay che andremo poi ad analizzare in seguito, e onestamente alcuni giocatori l’hanno apprezzata, poiché capace, se da un lato di spezzare il feeling con “l’originale”, dall’altro rende unici alcuni scontri. Siamo in dovere di sottolineare che le varie missioni non proporranno mai nulla di innovativo, seguendo sempre lo stesso svolgimento e risultando noiose e ripetitive a più non posso. La presenza di alcuni dei migliori scontri visti negli OAV è un punto a favore della produzione, in campo “storia” e questo potrebbe portarvi a completare la storia, ma difficilmente arriverete alla conclusione soddisfatti di quanto visto e giocato.
Una delle principali, nonché interessanti, novità del titolo era la presenza di incontri quattro contro quattro. Purtroppo, il tutto è risultato essere una lama a doppio taglio per la produzione. Ma andiamo per gradi. Il battle system del gioco propone una mappatura del pulsanti del pad abbastanza anonima, che prevede l’utilizzo del triangolo per dare calci e pugni, senza sorta di poter creare combo dinamiche e complesse. Già allora iniziamo ad intravedere i primi segnali di un gameplay un po’ troppo poco gratificante, ma speranzosi andiamo ancora avanti. Con la pressione dei dorsali, abbinati a triangolo o cerchio, sferriamo quelle che sono le tecniche del personaggio. Una d’attacco fisico, l’altra energetica. Premendo invece i due pulsanti prima citati insieme, parte il “super attacco”. Purtroppo dobbiamo anche stavolta sottolineare note sfiatate, ovvero la presenza di sole quattro mosse a personaggio. Il volo è invece gestito da X e quadrato, il primo per “atterrare” e scattare, l’altro per salire sempre più in alto. La parata è invece affidata al dorsale L1, e ci permetterà, nella maggior parte dei casi, di uscire indenni dagli attacchi avversari, vista anche l’assenza di mosse da presa. In definitiva comunque, si ha a che fare con un sistema di lotta davvero poco raffinato, privo di qualsiasi tecnicismo, e soprattutto esente da quella spettacolarità che contraddistingue il nome “Dragon Ball”.
Come esordito ad inizio paragrafo, il gioco prevede, anche in modalità storia, duelli che coinvolgono fino a quattro giocatori per squadra. Capirete dunque che alcuni scontri chiave della storia, giocati con quattro personaggi, risulteranno di per sé davvero poco coerenti con i rispettivi duelli del manga o dell’anime. Inoltre avrete la possibilità di scegliere per ben quattro volte lo stesso personaggio. E’ una cosa che va a discrezione del giocatore decidere come impostare la propria squadra, ma ci sembra comunque una scelta poco condivisibile. Vedere quattro Goku o quattro Gohan lottare contro Vegeta o contro Cell è disarmante e amareggiante.
Una delle feature (forse) riuscite in questa produzione risiede negli elementi “RPG”. Praticamente ogni scontro, vinto o perso, ci darà dei punti esperienza che ci faranno progredire di livello e ottenere delle carte collezionabili da abbinare ai vari personaggi. Ogni carta darà un bonus specifico, in grado dunque di alterare le statistiche del lottatore e migliorarlo. Se abbiamo detto “forse”, un motivo ci sarà. Questo infatti tende a dirottare il tempo di gioco sempre più verso il farming, poiché online vincerà quasi sempre chi manderà in campo il personaggio “meglio potenziato”.
Passiamo ora alla telecamera, una delle caratteristiche che merita un paragrafo a sé. Durante gli scontri avremo modo di muoverla liberamente, e questa, di norma seguirà il nostro personaggio. Purtroppo spesso risulterà davvero ballerina, e toccherà a noi, con estrema bravura, ricalibrarne le sorti. Durante le fasi di volo, in duelli che vedono quattro personaggi contro quattro personaggi, e dunque già carichi di caos, vedere lo schermo inquadrare tutto fuorché il nostro combattente è frustrante.
Anche con Battle of Z il team si è adoperato per lo stile cell shading da attribuire al comparto grafico. La scelta è condivisibile, in quanto si tratta del miglior modo di avvicinare il titolo ad una controparte “anime”, o comunque al manga. Abbiamo detto “la scelta” perché la realizzazione invece è tutt’altro che convincente. Le texture utilizzate sono davvero brutte a vedersi, sfoggiando slavature inaudite, stilisticamente poco ammirevoli e con una definizione ormai passata da tempo. Anche per quanto concerne il risultato raggiunto con la riproposizione delle tecniche speciali non abbiamo nulla da lodare, così come gli effetti particellari in generale. Il sonoro invece ha dalla sua una buona qualità, che spesso farà da piacevole sfondo a duelli noiosi e privi di carisma, complice anche la possibilità di settare il parlato in lingua giapponese.
Ancora una volta siamo arrivati alla fine della storia di Goku e dell’universo creato da Akira Toriyama. Dragon Ball Z: Battle Of Z purtroppo segna un altro passo verso il lento, ma inesorabile declino del brand. Probabilmente in casa Bandai Namco dormono sugli allori, convinti che basti il nome a trainare una serie verso la “somma di copie vendute” prefissatasi, ma non è così. I giocatori avvertono il calo, e in questo caso è davvero un passo falso disarmante. C’è ancora chi è affezionato al brand così intensamente da optare per l’acquisto, nonostante le pecche. Ma noi non possiamo che sconsigliare di acquistare il gioco a fronte di una modalità storia poco curata e noiosa, un online caotico e qualità tecniche ormai arretrate. Qualora invece non potreste fare a meno di immergervi in kamehameha, pianeti in via di distruzione e Saiyan di ogni genere, acquistatelo, ma a prezzo di sporcare il ricordo dei bei tempi, ormai andati.