kingdomgame.it
Recensione

Dragon Ball Xenoverse – Recensione, ora tocca a noi salvare Goku

Il brand dell'anime più amato di sempre fa il suo esordio su console next gen. Avrà rispettato le attese?

Con l’avvento delle nuove generazioni, i videogiochi tie-in ispirati ai manga e agli anime più popolari dell’ultimo ventennio hanno raggiunto livelli tecnici mai visti. Le varie serie Ultimate Ninja Storm e Pirate Warriors, ispirate agli universi di Naruto e One Piece, si sono consolidate nel tempo, al punto che ormai il confine tra cartone animato e videogioco è davvero sottile.

Discorso a parte, invece, per il manga considerato da molti il padre spirituale degli attuali fumetti giapponesi di categoria “Shonen”: parliamo ovviamente di Dragon Ball, un brand che possiamo considerare a tutti gli effetti immortale. Nato nel 1984 dalla matita di Akira Toriyama e composto di quarantadue volumi, ha riscosso nel tempo un successo mondiale appassionando più di una generazione. Non è un caso se oggi siamo ancora qui a parlarne, non è un caso se gli sono state ispirate tre serie TV, diciotto lungometraggi, tre speciali televisivi e, neanche a dirlo, un numero spropositato di videogiochi. Tornando quindi al discorso dei tie-in, i videogames dedicati alle avventure di Goku, Gohan, Piccolo, Vegeta e compagnia hanno subito, col passare delle generazioni videoludiche, un’involuzione. Le recenti produzioni approdate sulle console di vecchia generazione, Playstation 3 e Xbox 360, hanno deluso la maggior parte dei fan, i quali portano ancora oggi nel cuore le serie “Budokai” e “Budokai Tenkaichi” per Playstation 2.

È per questo che Bandai Namco ha deciso di tentare un’inversione di marcia sulle neonate console di nuova generazione, pubblicando l’ultima produzione dei ragazzi di Dimps su Playstation 3, Playstation 4, Xbox 360, Xbox One e PC: Dragon Ball Xenoverse, del quale siamo qui a parlarvi oggi. Si tratta effettivamente di un cambio di rotta che renda finalmente giustizia a uno degli universi più amati dai giovani (e non solo)? Scopriamolo insieme in questa recensione!

What’s my destiny, Dragon Ball?

Il titolo della sigla italiana di Dragon Ball Z ci sembra pertinente per raccontarvi la trama di Dragon Ball Xenoverse. L’epopea di Goku la conosciamo ormai a menadito, poiché ci è stata riproposta in tutte le salse. Gli sviluppatori di Dimps hanno voluto proporre, quindi, qualcosa di completamente diverso rispetto ai titoli apparsi precedentemente su console, proponendoci una storia alternativa: cosa sarebbe successo, ad esempio, se Radish fosse riuscito a liberarsi dalla stretta di Goku, sfuggendo al Makankosappo di Piccolo? O se Vegeta e Nappa si fossero trasformati fin da subito in due giganteschi scimmioni? O, ancora se Mr. Satan fosse stato posseduto da una forza misteriosa e Majin Bu si fosse moltiplicato all’infinito? Tutti questi avvenimenti accadono a causa di due loschi individui, Towa e Mira, che hanno modificato il corso degli eventi della storia originale di Dragon Ball per permettere la rinascita del Dio Demoniaco Demigra, intrappolato da settantacinque milioni di anni in un’altra dimensione. A ristabilire l’ordine degli eventi dovrà pensarci la Pattuglia Temporale, un ordine guidato da Trunks e che fa capo al Kaiohshin del Tempo. Per ricomporre le faglie temporali, Trunks chiederà aiuto al drago Shenron, il quale manderà un guerriero in supporto al figlio di Vegeta.

È qui che entriamo in gioco noi ed è qui che vi parliamo dell’aspetto forse più interessante che Dragon Ball Xenoverse ci propone: tale guerriero mandato in aiuto alla Pattuglia Temporale potrà essere creato, modellato e personalizzato dal giocatore, che potrà scegliere tra cinque razze diverse (umano, Saiyan, guerriero Majin, Namecciano e clan di Freezer). Il sistema di personalizzazione è piuttosto vasto, ci permette di selezionare e modellare diverse parti del corpo come più ci aggrada: potrete scegliere, ad esempio, una capigliatura alla Gohan o alla Yamcha, un taglio degli occhi più gioviale (emulando l’espressione di Goku) oppure più serio, alla Vegeta; o ancora, potrete scegliere il tipo di corna con cui ornare il capo del vostro guerriero appartenente al clan di Freezer, o scegliere la forma del codino sulla testa del guerriero Majin. Ci sono poi diverse combinazioni di colori per quanto riguarda gli abiti, la pelle, i capelli e gli occhi, oltre che una discreta quantità di vestiti, corazze e tute ispirate a quelle dei guerrieri originali, che potrete comprare o sbloccare nel corso della vostra avventura.

Una volta completato l’editor del nostro guerriero ideale, verremo catapultati a Toki Toki City, una città crocevia della pattuglia temporale che fungerà praticamente da hub, un po’ come la torre di Destiny. Questo è l’aspetto cruciale del gioco, ma anche quello meno riuscito. Oltre al fatto che la cittadina del tempo è l’elemento cruciale per poter svolgere missioni principali commissionatevi da Trunks, quest parallele per conto di altri guerrieri, scontri liberi, tornei e compravendita di abilità, abiti, oggetti e accessori (il tutto equamente diviso tra componente online e offline), Dimps ha voluto imprimerle un’impostazione fortemente social: collegandoci online, infatti, troveremo sparsi per la città altri utenti (quindi non impressionatevi troppo se incontrerete un tipo vestito da Vegeta che si chiama Sasuke), con i quali potremmo intrattenere timide conversazioni, timide perché avremo a disposizione solo poche frasi pre-impostate.

Per quanto riguarda le missioni da portare a compimento, nulla da dire su quelle parallele, suddivise per gradi di difficoltà e presenti in numero soddisfacente. La quest principale, invece, è composta unicamente dalle quattro saghe della serie Z (l’arrivo dei Saiyan, lo scontro con Freezer, il gioco di Cell e la battaglia contro Majin Bu) più alcune avventure tratte dai lungometraggi. Mancano tuttavia all’appuntamento alcune saghe molto care ai fan, come quella di Cooler o Bojack. L’esperienza di Xenoverse, a conti fatti, non ci mette di fronte ad un classico picchiaduro, ma è piuttosto un misto di RPG, action e MMO con spunti da picchiaduro. Una miscela un po’ troppo confusionaria e con piccole carenze in ogni suo aspetto.

 

Sì, ma le mani si menano o no?

Non pensate però che non ci si prenda a cazzotti, perché alla base di ogni missione (principale o parallela che sia) c’è sempre il più classico degli scontri 1 vs 1, anche se Xenoverse riprende dal suo predecessore Battle of Z le battaglie 2 vs 2 e 3 vs 3. Dimps ha voluto unire più caratteristiche prese da diverse iterazioni, in un mix che convince dal punto di vista tecnico ma lascia a desiderare da quello della spettacolarità: tutte le mosse, anche quelle “supreme”, si riducono ad una semplice esecuzione dinamica, che va a sostituire quelle sequenze che erano sì lunghe ma anche una gioia per gli occhi.

Gli sviluppatori hanno infatti voluto lavorare più sulla riproduzione realistica delle battaglie in Dragon Ball che su un picchiaduro dove si menassero le mani senza criterio: ad esempio, la trasformazione in Super Saiyan avrà un tempo limitato dall’esaurirsi della barra del Ki. Sarà necessario ricaricare costantemente la propria aura se si vuole mantenere la trasformazione. Tutto ciò va ad aumentare il livello di difficoltà, poiché le battaglie non si ridurranno più a semplici scambi di Kamehameha ed esplosioni varie, ma saremo costretti a impegnarci per mettere KO il nostro nemico nel corpo a corpo.  All’inizio ci sembrerà tutto molto semplice, ma a lungo andare il sistema potrebbe finire con lo stancare il giocatore, poiché la difficoltà di alcune missioni è davvero alto e saremo costretti ad allenarci e salire di livello per poter andare avanti. Si tratta, in ogni caso, di un gameplay promettente, che nelle prossime iterazioni non potrà che migliorare e garantirci esperienze di gioco ancora superiori.

Assenze importanti

Vogliamo concludere con due brevi appunti sul roster dei personaggi giocabili e sul comparto grafico. Troppo esiguo il primo: pur essendo presenti personaggi tratti anche dalla serie GT (molti dei quali saranno disponibili come DLC a pagamento) sono in tutto quarantuno i guerrieri utilizzabili, escluse le trasformazioni. Non un roster scadente, ma considerati i numeri ai quali siamo stati posti di fronte nelle precedenti iterazioni, i fan più sfegatati di Dragon Ball storceranno il naso di fronte ad assenze davvero clamorose, come ad esempio l’Androide n. 16, il Dr. Gelo, le prime trasformazioni di Cell, le trasformazioni di Majin Bu dopo l’assorbimento di Gotenks e Gohan. La stizza aumenta vedendo che, mancando all’appello personaggi cruciali, Dimps ha inserito nel roster alcuni scagnozzi dell’esercito di Freezer assolutamente anonimi. Un punto a favore, tuttavia, il titolo lo merita per la quantità di costumi alternativi: oltre ai diversi tipi di abiti indossati dai protagonisti, sono presenti anche diverse versioni lacerate o distrutte delle tute dei nostri guerrieri preferiti.

Vogliamo lodare in parte anche il comparto grafico: eccezionali i modelli dei personaggi, davvero pregevoli i dettagli dei toni muscolari o dei vestiti. Dettagliati e affascinanti anche gli scenari di combattimento, ma troppo poveri e poco interattivi: abbiamo testato la versione del gioco per Playstation 4 e ci aspettavamo voragini sul terreno o nelle montagne al passaggio delle nostre Kamehameha, ma il massimo che abbiamo ottenuto è stata la distruzione di una piccola roccia o una casa.

I pro

  • Una trama alternativa e coinvolgente…
  • Ottimo sistema di creazione e personalizzazione del proprio guerriero
  • Combattimenti dinamici…
  • Modelli dei personaggi davvero pregevoli…

I Contro

  • …ma avremmo apprezzato qualche saga in più
  • L’hub di Toki Toki City ha meccanismi social e online carenti
  • …alla lunga gli scontri potrebbero stancarvi
  • …ma sono solo quarantuno

Voto Globale 7

Aspettiamo da anni una rivoluzione che c’è stata in parte: Dragon Ball Xenoverse è un interessantissimo esperimento, che getta le basi per una serie che su console next gen può raggiungere livelli molto alti. Vi divertirete un mondo con la personalizzazione del vostro guerriero, così come vi divertirà la trama alternativa e la possibilità di vedere il vostro personaggio che aiuta Goku a lanciare la sfera Genkidama contro Kid Bu nella battaglia per salvare l’universo dalla malvagia creatura rosa. Il gameplay è un mix di tradizione e innovazione, con un occhio di riguardo più alla fedeltà all’anime che alla spettacolarità di alcune mosse. Un ipotetico Dragon Ball Xenoverse 2 con un roster più vasto, un hub più completo e scenari completamente distruttibili e più interattivi consacrerebbe la serie come uno dei migliori tie-in degli ultimi anni.

Seguici su Facebook