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Recensione

DmC: Devil May Cry: Recensione e analisi

Col passare degli anni le software house Giapponesi hanno riscontrato una serie di problemi legati alle vendite dei loro titoli in Occidente, tanto da spingerli a promuovere delle alleanze con altrettante talentuose software house del nostro continente. Queste collaborazioni hanno portato a dei buonissimi risultati in termini di vendite e di buona fattura dei giochi. Adesso Capcom non sta passando un periodo brillantissimo. Oggi ci propone un reboot di una delle sue saghe più famose, parliamo per l’appunto di Devil May Cry.  Il Dante di adesso viene considerato una sorta di emo che non ha nulla a che fare con quello storico, eppure di carisma ne ha tanto e di stile ne ha a profusione in diversi momenti. Tuttavia, questo cambiamento ha fatto perdere le speranze a molti videogiocatori. Ninja Theory sarà riuscita a gestire questo acclamato brand?

 

Metà angelo e metà demone

Dante è un ragazzo spigliato e scurrile (dice tante parolacce!) Non ricorda esattamente il suo passato, ritrovandosi spesso – a sua insaputa – braccato dai demoni di Mundus, malvagio signore dei Demoni che si è reincarnato in una versione umana per poter tenere sotto controllo tutta Limbo City e in particolare il figlio del traditore Sparda, unica sua minaccia. Inizia così nel suo appartamento-roulotte quello che è il vero e proprio inizio del gioco, in cui faremo pratica con i vari comandi d’attacco massacrando i diversi nemici a disposizione. Il cambio di stile non solo è evidente dal punto di vista estetico del personaggio, ma anche lo stile narrativo risulta molto più interessante ed intenso rispetto ad un comune action, dove vengono narrate molte scene interessanti e dove si crea man mano un legame sempre più forte tra i personaggi. Gli angeli e i demoni convivono nella stessa società e il diavolo si nasconde dietro il consumismo di bevande gasate. L’informazione e i mezzi di comunicazione vengono costantemente controllati dai rappresentanti del signore dei Demoni, distorcendo così tutto quello che si ha attorno, ed è cosi che Limbo city, città parallela, rappresenta la vera faccia della società.

 

Savage & Sensational

Il gameplay di Devil May Cry da sempre è stato considerato perfetto e stilisticamente azzeccato in ogni sua forma quindi, per Ninja Theory, il compito di riadattare tutto ad una meccanica di gioco reboot non sarebbe stato facile, ma ci sono riusciti alla grande, mescolando mosse già viste nei precedenti capitoli. Alcune di queste possiamo ritrovarle nel terzo capitolo. Le armi e le combinazioni sono legate all’aspetto angelico e demoniaco del personaggio, già perché i poteri di Dante ruoteranno attorno a questa doppia natura che gli permette di utilizzare armi diverse a seconda di quale grilletto dorsale verrà premuto. Per il trigger destro infatti scateneremo i poteri demoniaci del personaggio, con tanto di utilizzo di Arbiter – un alabarda di due metri – ed Enix, pugni infuocati dalla forza incredibile che rimandano ai vecchi Ifrit del primo capitolo della serie. Legati sempre a queste due forme, ci sono anche i rampini angelici e demoniaci, che saranno utilissimi non solo in combattimento per avvicinare o venir incontro ad un nemico, ma anche nelle fasi platform spalmate un po’ su tutte le missioni. Ogni combo che metteremo a segno, porteranno ad un grado di valutazione classico che va dalla D alla tripla S di Sensational, il massimo grado che si può raggiungere concatenando fendenti a più non posso. Il cambiamento sostanziale consiste proprio in questo, destreggiarsi il più possibile in questi due nuovi rampini, anche perché nel corso del gioco ci saranno certi nemici che potranno essere messi in difficoltà soltanto con uno dei due richiami, magari disarcionare uno scudo nemico sarà fondamentale per poter infliggere danno.  Non esiste un lock on fisso, infatti il personaggio attaccherà il nemico più vicino a lui o nel caso delle pistole, quello che si trova nella sua direzione e verso la posizione di Dante. Ciò risulta scomodo, in quanto bisognerà spesso e volentieri spostare manualmente la telecamera per poter inquadrare bene l’azione, e in momenti in cui sono presenti gruppi di nemici non è proprio il massimo della vita. Spesso ci si trova anche a sbagliare qualche salto nelle fasi platform a causa di questa mal calibratura.

 

Dante must die!

Le armi risultano semplici da utilizzare, il loro implemento non è stato calibrato proprio alla perfezione, perché ai livelli più semplici il gioco risulta abbastanza facile e a quelle più elevate, le cose si fanno molto complicate in quanto bisognerà alternare rapidamente i tasti e uccidere un determinato nemico con un solo tipo di arma. Spesso ci si trova a premere involontariamente un determinato rampino avvicinandosi cosi ad un nemico grosso e fastidioso che potrebbe anche distruggerci in men che non si dica, se affrontato in maniera sbagliata. Ecco in questo senso lo studio britannico avrebbe potuto fare meglio per sistemare le cose. A proposito di difficoltà, quest’ultime sono davvero tante infatti, oltre aa quelle classiche e alla Dante Must Die, si sbloccheranno anche altre due modalità tostissime:  Inferno o Paradiso e Inferno e Inferno, in cui dovrete sfoggiare tutte le vostre abilità di cacciatori di demoni per fronteggiare i nemici, che spesso e volentieri vi uccideranno anche con soli due colpi.

 

 Qui Bob Barbas, svolgo solo il lavoro di Dio…

Una delle cose più azzeccate e belle da vedere del titolo è senza dubbio il level design. Gli ambienti sono paesaggi distorti della città reale, e sono caratterizzati in maniera unica per un gioco action. In particolare, riescono a far risaltare il boss – che andremo ad affrontare – e tutto il background narrativo che gira attorno a lui. Le fasi platform sono azzeccatissime, divertenti e spezzano la monotonia dei combattimenti, proponendoci a volte anche degli enigmi da risolvere o delle particolari piattaforme da spostare per andare avanti. Non mancano gli orbs di vario colore, in particolare quello bianco ci permetterà di potenziare le abilità del personaggio o della arma che noi utilizziamo di più del solito, imparando cosi sempre nuove mosse.  Sono presenti anche dei segreti come delle porte particolari che andranno aperte con diverse chiavi (oro, rame e argento) e una volta dentro dovremo affrontare diverse prove che ci chiederanno di sconfiggere un certo gruppo di nemici con una specifica arma o mossa oppure di annientarli entro un tempo limite, facendoci sbloccare diverse ricompense come un frammento di stella verde, in grado di aumentare la barra della salute. I livelli sono divisi in missioni – 20 in tutto – intervallati da checkpoint, il che rende tutto molto facile da portare a termine alle difficoltà facile e normale.

 

 Conclusioni…

Il sonoro è davvero buono, con musiche che danno una carica incredibile e che rispecchiano sempre l’atmosfera della situazione, introdotte dai Noisia con buoni campionamenti. Il doppiaggio in italiano è piacevole da sentire, anche se le parolacce a volte scorrono un po’ troppo spesso e sono anche fuori luogo, volendo quasi forzare il personaggio.  Graficamente il titolo utilizza l’Unreal Engine che mostra la sua vecchiaia nella modellazione dei poligoni ma che con uso sapiente di colori e luci riesce in qualche modo a compensare. Non sono mancati, tuttavia, sporadici bug come il parlato che durante il dialogo stenta a sentirsi oppure qualche rallentamento in alcune cut scene. Nulla di preoccupante, non accade tanto spesso, anzi raramente ma che comunque spezza un po’ la buona realizzazione tecnica

I pro

  • Divertente, stiloso e fuori dalle righe
  • Trama non originalissima narrata in maniera appassionante

I Contro

  • Telecamera mal implementata e a volte fastidiosa
  • A volte la scurrilità è esagerata e fuori luogo
  • Il nuovo look di Dante potrebbe non piacere ai ''puristi''

Voto Globale 8.5

Il lavoro svolto da Ninja Theory è davvero incomiabile e mostra tutta la cura e il rispetto che hanno questi ragazzi verso il brand di Capcom. Il gioco è molto divertente e stiloso, stiloso da morire e restare barricati nelle proprie convinzioni, di un personaggio che non è più come quello di un tempo, preclude la possibilità di gustare un prodotto fresco e divertente, che non ha nulla da invidiare ai suoi predecessori. Il miglior lavoro dello studio britannico.

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