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Recensione

Disgaea 5: Alliance of Vengeance – Recensione, un JRPG in controtendenza

Il JRPG tattico dedicato ai Prinny sbarca su nuova generazione e ci regala tante ore di gioco piacevoli!

È la legge dei grandi numeri, tra tanti Golia prima o poi arriva sempre un Davide a stupirci tutti. Il mercato videoludico, ormai, fa delle produzioni cosiddette “Tripla A” il proprio credo economico: così ci ritroviamo sommersi da grandi titoli quasi ogni mese, saturi di mappe open world fino ai confini del mondo, di centinaia di ore tra quest principali e secondarie che quasi ci fanno dimenticare l’esistenza di piccoli outsiders che sono ancora in grado di regalarci ore di gioco piacevoli.

Oggi vi racconto una bella storia con una premessa: non sono un grande fan dei jrpg tattici, ma mi sono ritrovato per caso una copia di Disgaea 5: Alliance of Vengeance e, dopo una prima parte di gioco più o meno lunga che è praticamente un tutorial all’intera esperienza in compagnia dei Prinny, posso dire di aver trascorso delle ore soddisfacenti, tra un Netherworld e l’altro.

Nippon Ichi Software  e NIS America hanno fatto un lavoro eccezionale negli ultimi tredici anni, proponendo in totale sei titoli di pregevole fattura e sposando una filosofia di mercato esemplare: di questa ne parleremo più avanti, per ora vi basti sapere che Disgaea 5: Alliance of Vengeance, già rilasciato in Giappone nel mese di marzo, sbarcherà in America il 6 ottobre e in Europa il 9 ottobre su Playstation 4, segnando l’esordio della serie sulla console di nuova generazione.

Un piccolo grande titolo

Per i profani della serie, Disgaea 5: Alliance of Vengeance è, come già detto, un gioco di ruolo tattico con un combat system a turni eccezionalmente profondo per l’apparente, e sottolineo il termine, semplicità del titolo. Non vi lasciate ingannare da quella (pregevole, a mio parere) grafica in totale stile anime, della serie che vi sembrerà di star giocando un vero e proprio cartoon nipponico: Disgaea 5 vi trascinerà in un’esperienza vasta e longeva, catapultandovi nel solito e coloratissimo hub centrale, il Pocket Netherworld.

Da qui sarà possibile accedere alle quest principali, che consisteranno nel liberare i numerosi Netherworlds dal controllo dei Lost, alle quest secondarie e a diversi altri portali, tra negozi, potenziamenti e reclutamenti. I Netherwolds, a proposito: nelle precedenti iterazioni ne avete avuto solo un minuscolo assaggio, in questa nuova edizione ne esplorerete a volontà, sfiorando il centinaio di ore di gioco.

Ciascuna mappa vi metterà contro un determinato numero di nemici, il numero e la forza di questi ultimi dipenderà ovviamente dai progressi che farete nel corso del gioco. Ogni personaggio sarà in grado di muoversi casella per casella entro un raggio limitato: di qui la scelta andrà a voi se attaccare un avversario, in quale modo farlo, che tipo di attacco utilizzare, oppure se difendersi o visualizzare e utilizzare oggetti ed equipaggiamenti. Stessa formula di sempre, con l’obiettivo principale di ripulire completamente uno scenario dagli avversari, con qualche nemico e qualche classe in più rispetto al quarto capitolo.

Vendetta in tutte le salse

L’avrete capito già dal titolo, ma Disgaea 5: Alliance of Vengeance è un gioco basato in tutto e per tutto sull’idea di vendetta. Perché il protagonista Killia nutre un forte sentimento di vendetta verso l’imperatore Void Dark, che cerca di conquistare e devastare i vari Netherworlds con l’ausilio del suo esercito, i Lost. Perché, in determinate fasi critiche della battaglia, i personaggi che compongono la vostra squadra potranno attivare la Revenge Mode, che potenzia i guerrieri con statistiche bonus.

A proposito del party, la composizione e il reclutamento dei suoi membri non sono sicuramente features nuove alla serie Disgaea, ma in Alliance of Vengeance avrete più opzioni per quanto riguarda le classi e i lavori (ne avrete più di quaranta a disposizione) e anche le modalità di interazione con i compagni durante le battaglie: grazie alla nuova modalità Alliance Attack i personaggi principali potranno sfoderare potenti mosse speciali, la cui efficacia dipenderà dal rapporto che intercorre fra i vostri guerrieri.

Insomma, in conclusione non fatevi ingannare dall’aspetto e non giudicate il libro dalla copertina: Disgaea 5: Alliance of Vengeance è un prodotto di estrema nicchia, non c’è dubbio. E vuole esserlo, è doveroso sottolinearlo. Questo non può che fare onore al team di sviluppo, perché ha avuto il coraggio di non espandere per forza il proprio target, ma di continuare a lavorare per accontentare quello già creatosi con le prime iterazioni. In barba ai colossi del mercato, Disgaea 5: Alliance of Vengeance non sarà di certo un Final Fantasy, un Bloodborne o un Dark Souls, ma è in grado di dire la sua.

Ed è qui che il suo difetto principale può diventare un pregio: vi ritroverete di fronte a un titolo che, nelle sue meccaniche di base, aggiunge molto poco di innovativo rispetto alle edizioni precedenti su old gen. Ma non lo fa per carenze di idee o per motivi commerciali: è una scelta oculata, meno remunerativa, ma soprattutto di cuore. E avere a cuore i propri fan, avere il coraggio di non generalizzarsi, è cosa rara al giorno d’oggi.

Se proprio volessi sforzarmi di puntare il dito ed enumerare qualche difetto effettivo, si potrebbe dire che, come i suoi predecessori, il gioco non è tradotto in italiano ma dovrete giocarlo interamente in inglese, audio e sottotitoli compresi. Un aspetto che potrebbe far desistere ancor di più un profano del genere che magari non mastica troppo bene le lingue straniere. Anche in questo Disgaea 5 si conferma come un prodotto di nicchia, ma a noi, tutto sommato, va bene così.

I pro

  • Tante ore da giocare…
  • Convince il proprio pubblico pur non essendo un “tripla A”…
  • La grafica in stile cartoon piace, come sempre

I Contro

  • …ma esclusivamente in inglese
  • …poche, seppur oculate, innovazioni

Voto Globale 7

Disgaea 5: Alliance of Vengeance è un JRPG tattico di nicchia che non avrà certo il massimo dei voti né farà record di vendite, ma Ichi Software  ne è consapevole e gli sta bene: meglio consolidarsi e accontentare un target più ristretto che espandersi per dominare il mercato e rischiare di perdersi. Poche ma oculate innovazioni rispetto alle iterazioni precedenti, impreziosite dal salto generazionale su Playstation 4. Peccato per l’assenza di doppiaggio, o quanto meno sottotitoli, in italiano. Insomma, non sarà il primo della classe, ma l’esame è ugualmente superato.

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