Benvenuti a Los Perdidos!
Parliamoci chiaramente, l’avvento di una nuova generazione nel mondo videoludico è un evento unico, sempre carico di emozioni e aspettative. Tra quest’ultime vi è il titolo sviluppato in esclusiva per Xbox One da Capcom Vancouver: un certo Dead Rising 3. L’annuncio avvenne durante la conferenza Microsoft dell’E3 2013 e decretò l’ingresso del gioco nei “magnifici”, e parliamo delle tre grandi esclusive che compongono la line-up della nuova ammiraglia di casa Redmond (le altre due sono Forza Motorsport 5 e Ryse: Son of Rome, potete leggere la nostra recensione cliccando rispettivamente QUI e QUI ndR). I primi video, i dettagli rilasciati man mano e vari hands-on preannunciano un numero di zombie che va dall’esagerato all’immane, una varietà d’armi enfatizzata dalla nuova trovata delle “combo” e un “gore” sprezzante, elementi che fanno venire voglia ai fan della serie, ma anche i nuovi arrivati, di tuffarsi nella next-gen assieme agli ormai abusati morti viventi… e al nostro protagonista Nick Ramos.
Guardando al passato, l’eredità di Dead Rising 3 pesa abbastanza. Il primo capitolo del franchise fu apprezzato dai più, si voglia per una trovata unica o per una grafica che al tempo stuzzicava l’occhio, la base di fan era ormai generata. Non poteva dunque mancare un sequel, che, pur mantenendosi su buoni livelli, iniziava a boccheggiare, sintomo di un necessario cambio di rotta o comunque iniezione di innovazione per dare aria fresca al tutto. A conti fatti però, i due episodio succitati garantirono (inserendo tra addendi anche i DLC ndR.) ben 5.6 milioni di copie vendute, non proprio spiccioli. Oggi andiamo dunque a valutare questa terza proposta della serie, cercando di rispondere quanto più esaustivamente possibile alla fatidica domanda: Dead Rising 3 è l’esclusiva che tutti si aspettando?
Come già anticipato in apertura, in questo nuovo capitolo vestiremo i panni di Nick Ramos, immischiato in una brutta faccenda fatta di complotti militari, zombie e una città pronta ad essere rasa al suolo. A fare da sfondo alle vicende del gioco, è Los Perdidos, in California. Trattasi di una versione di fantasia e digitalizzata della ben più reale Los Angeles, la Città degli Angeli, diventata per l’occasione quella dei morti viventi. E allora ci troveremo in un dipanarsi di eventi atti ad organizzare e compiere la fuga dal luogo, messo in quarantena dopo che un’epidemia ha corrotto la popolazione, trasformandola nei ben noti zombie. L’esercito è ormai disposto alla distruzione più totale del posto, sancendo come tempo limite per il recupero di superstiti soli sette giorni. Il tutto inizierà precisamente 72 ore dopo il primo caso di mutazione, e in base alla modalità che sceglieremo, avremo modo di portare avanti la nostra gita a Los Perdidos con la dovuta calma o avanzare a ritmi più o meno forzati. Infatti Dead Rising 3 ci permetterà di giocare senza un “conto alla rovescia”, potendo dunque scorrazzare in giro per trovare collezionabili o svolgere compiti secondari. I “puristi” invece potranno selezionare la modalità Nightmare, quest’ultima ci metterà dinanzi ad un tetto massimo di tempo usufruibile per portare a compimento la trama, metteteci pure una maggiore arguzia e aggressività da parte dei zombie, ed eccovi servito il cocktail perfetto per una sfida davvero hardcore.
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Tornando però a parlare della trama vera e propria, le vicende non seguiranno uno svolgersi ricco di colpi di scena, anzi, spesso il gioco sarà pervaso da clichè e situazioni dall’esito prevedibile. Non si tratta sicuramente di una sceneggiatura da premiare, anzi, le battute che compongono il copione non esaltano, non stuzzicano, e quando vogliono far ridere, non riescono nell’intento (salve rari casi). A rovinare ancor più la narrazione, è un doppiaggio italiano purtroppo fuori parametro, negativamente parlando. L’espressione utilizzata in qualsivoglia situazione, sia essa di pericolo o di gioia, risulterà del tutto fuori luogo, mal indirizzata e ancor peggio recitata. Nick Ramos segna inoltre un altro punto a svantaggio: si tratta di un protagonista poco carismatico, assai anonimo e talvolta anche snervante. E’ stupido, tutti sembrano saperlo e tutti se ne fanno gioco. E’ davvero brutto sentirsi “usati”, specie in una situazione d’emergenza del genere. Non faremo la parte dei buoni, bensì dei buonaccioni, e la differenza è tutt’altro che passabile. L’altro lato della moneta però, vede un cast di personaggi secondari riusciti. In primis, vanno segnalati i boss secondari. Si tratta di soggetti davvero unici, fuori dagli schemi, ben caratterizzati e memorabili. Invitiamo senza alcun remore ad affrontare quante più boss fight secondarie possibili, non ve ne pentirete (ma di questo torneremo a parlare in futuro). Più in generale, il gioco offre scene davvero folli, che danno il meglio di sè però sempre nel comparto “secondario” e non nella run principale. Sottolineiamo che talvolta si eccede anche nel gore più puro, con tanto sangue, vomito e follia.
Il cerchio narrativo si chiuderà dopo circa otto ore di gioco, che raddoppieranno qualora voleste completare il gioco per bene. Non ci sentiamo comunque di dare un giudizio positivo alla storia di Nick e Los Perdidos, che anche nel finale non riesce a decollare, restando su toni piatti e scontati.
Inutile darci a preamboli vari, il fulcro del gameply di Dead Rising 3 risiede nelle combo. Precisamente, Capcom Vancouver ha introdotto una meccanica nel gameplay che permette al giocatore di unire due armi per generarne una comprendende le caratteristiche delle due utilizzate. Esempio: unire una katana a dell’olio infiammabile ci permetterà di avere una “spada infuocata”, nel vero senso della parola. Queste combo però potranno essere effettuate solo possedendo lo “schema” adatto, il progetto per intenderci, che si troverà in giro per il mondo di gioco. Fortunatamente questi schemi sono segnalati sulla mappa tramite un’apposita icona, gli “ingredienti” starà a noi trovarli invece. Altra peculiarità delle “combo” è la possibilità di fondere anche due veicoli. Il risultato è spesso esaltante e fuori di testa. Passando alla parte pratica, la combo verrà effettuata selezionando dalla “ruota delle armi” una delle necessarie al progetto e dare il via alla realizzazione. Importante precisare che il tutto avverrà in “tempo reale”, gli zombie quindi non si fermeranno e potranno attaccarvi normalmente.
Altro punto chiave nel sistema di gioco, è la presenza di elementi RPG, come il potenziamento del nostro personaggio. L’uccisione di zombie, lo svolgimento di missioni secondarie ed i collezioanabili ci permetteranno di agguantare PP e salire di livello. Ogni livello ci darà dei punti abilità da poter spendere in variate categorie, come la Vita, per aumnetare la barra dell’energia, gli attacchi a distanza o corpo a corpo, così come la rapidità nell’eseguire le combo, giusto per citarne alcuni. Queste migliorie ci porteranno anche a nuove mosse, anch’esse sbloccabili da un apposito menù nella sezione di sviluppo, che ci alleggeriranno non poco le nostre scampagnate in città.
Abbiamo appena citato la città. Ebbene è chiaro che Dead Risign 3 fa della propria mappa di gioco uno status quo. Los Perdidos è abbastanza grande, ma non eccessiva. Diventa immensa però se ci mettiamo migliaia di zombie a rallentare i nostri spostamenti. Sarà dunque essenziale l’utilizzo dei veicoli, siano essi macchine, moto, ruspe o una strana invenzione spara fuochi d’artificio generata da chissà quale schema trovato in città. La caratterizzazione dei luoghi è nella norma, non ci sentiamo ne di punirla ne di premiarla. Ancora una volta vi invitiamo a svolgere le missioni secondarie, un ottmo modo per scoprire davvero tutto di questo luogo. A darci un attimo di respiro, è la presenza di “ritrovi”, che prima di poter essere utilizzati come tali bisognerà ripulire dagli zombie. In questa sorta di case potremo cambiarci d’abito o anche prelevare le armi (che risulteranno sempre disponibili una volta trovate o create). Essenzialmente, Los Pedidos è divisa in quattro blocchi, raggiungibili tramite autostrada (dove darete il meglio nello spiattellare gli zombie con i vostri veicoli), e spesso e volentieri ci troveremo catapultati da una parte all’altra del mondo di gioco.
Su quest’ultima affermazione, citiamo nuovamente le quest secondarie. La maggior parte di queste ci verranno assegnate tramite un sorta di radio da noi trovata e dalla quale ci parla un misterioso e ambiguo personaggio. Se per quanto concerne le missioni principali, non possiamo sottolineare grande varietà, le “opzionali” risulteranno invece assai divertenti e uniche. Si tratterà di trovare oggetti, compiere combo dinanzi a determinati NPC, o ancora risolvere strambe dispute. Il tutto atto a sottolineare ancora una volta la bravura del team nel proporre personaggi di contorno talvolta memorabili. Ad arricchire l’esperienza di gioco, troviamo anche un corposo numero di collezionabili. Questi vanno dagli già citati schemi, fino alle statue di Frank, e vi occuperanno svariate ore per raggiungere il 100%. Ognuno di questi sbloccabili, così come le quest secondarie, saranno appositamente segnalate sulla mappa. Lo abbiamo già detto, ma ci ripetiamo. Le boss fight opzionali sono di quanto meglio il titolo ha da offrire e sarebbe davvero un peccato non affrontarle.
Proprio sull’aspetto “boss fight” dobbiamo però muovere una critica. Gli scontri ideati risulteranno davvero facili. Siamo riusciti a sconfiggere ogni boss semplicemente attancando in continuazione, magari allontanandoci solo una o due volte per ricaricare l’energia tramite bevande, cibo e medicinali spari a volontà nel campo di battaglia.
Purtroppo, a lungo andare il system battle, ma anche la conquista dei collezionabili e l’esplorazione, vireranno verso il monotono, scaturendo una certa noia nel giocatore. Questo è dovuto a situazioni trita e ritrita, come anche per le carneficine effettuabili durante gli spostamenti. Il primo impatto sarà di puro divertimento, ma poi ci verrà offerto un pacchetto che seppur ben ideato, indubbiamente povero in fatto di varietà.
A svolgere il ruolo da gigante in Dead Rising 3, è la modalità multigiocatore. Ormai divenuta uno status symbol della stragande maggioranza dei giochi, non poteva mancare in questa esclusiva Xbox One. In particolare, avremo modo di invitare un nostro amico nella nostra partita, anche se dovessimo trovarci più avanti nei capitoli della campagna. Semplicemente l’host avrà potere decisionale nelle scelte da prendere nell’aventura, mentre il “compagno” potrà poi fare le sue una volta ripresa la propria campagna, o una volta raggiunto il capitolo giocato in co-op, saltarlo e registrare le scelte fatte in multi. Da dire però che i progressi ottenuti durante questa sessioni si registreranno anche in singolo. Per quanto concerne l’alter-ego del secondo player, questi prenderà le fattezze di Dick, un camionista presente nella storia, ma con un ruolo puramente marginale ed inutile, se non fosse per il comparto multigiocatore. Il livello di difficoltà diminuirà comunque parecchio, se infatti in singolo si riuscirà ad arrivare al finale senza grossi problemi, in due risulterà davvero arduo morire. E’ indubbio comunque che il divertimento ne gioverà non poco, ed esplorare Los Perdidos in compagnia sarà assai più piacevole.
Tecnicamente parlando, Dead Rising 3 risulta ambivalente. Los Perdidos è vasta, complici anche la moltitudine di strutture dagli interni esplorabili. Le migliaia di zombie su schermo ci permettono inoltre di saggiare la next-generation, anche se con rari cali di frame rate. Ma c’è un però, non per nulla trascurabile. A livello di potenza bruta, questa produzione non riesce a ingranare, restando con un piede nella scorsa generazione di console. Le texture sono scadenti, a tratti slavate e sicuramente poco dettagliate. La realizzazione dei personaggi e degli zombie è inoltre rimasta ancorata al passato, e non si riesce davvero a rimanere stupiti, anche dinanzi a esplosioni ed effetti particellari. Quest’ultimi infatti, non risultano avere nulla di più a quanto già visto su Xbox 360. Altra nota dolente: le animazioni, specie quelle relegate al salto. Provando a raggiungere il tetto di una vettura da quello di un’altra vettura, si noterà come il protagonista sarà “calamitato” in una determinata direzione, in maniera davvero poco fine a vedersi. Insomma, una desing un pò anonimo, texture di bassa qualità, effetti da old-gen e animazioni criticabili, sono un punto debole abbastanza scoperto di Dead Rising 3. Aggiungiamoci anche la risoluzione posta ai 720p, e allora il mix è tutt’altro che esplosivo (o lo è, dipende dai punti di vista). Sicuramente questi fattori influiscono sul giudizio finale, non perchè “la grafica è importante”, ma semplicemente perchè come esclusiva di lancio, pure assai pubblicizzata, era quanto mai doveroso lavorare e limare questo aspetto: dopotutto chi compra una console di nuova generazione si aspetta di poter affermare che “anche gli occhi hanno avuto la loro parte”.
Siamo stati in visita a Los Perdidos, abbiamo conosciuto i suoi personaggi, la sua storia e esplorato i suoi anfratti. Ne siamo usciti con un retrogusto amaro, non pianmente soddisfatti di un titolo che sarebbe potuto essere ottimo, ma che si ferma nel "mediocre". Dead Rising 3 è un gioco divertente, ma poi annoia. E' l'infinità di zombie che vagano per le cittadine, ma che poi mascherano un comparto tecino tutt'altro che apprezzabile. Dead Rising 3 è anche un cast di controno interessante e gratificante, ma sommerso da una trama poco brillante ed un doppiaggio ancor meno riuscito. Il sistema di combo va encomiato, e soprattutto va mantenuto anche per un possibile capitolo futuro, così come magari in qualche altra produzione, non copiato ma suggerito. Indubbiamente, il gioco dà il meglio di sè in cooperativa, ove il divertimento è assicurato. Per rispondere direttamente alla domanda inziale, dobbiamo pronunciare un fatidico "no". Dead Rising 3 non è l'esclusiva che ti aspetti. E' un gioco fattibile ovunque, non solo su Xbox One, come invece suggerito più volte da Capcom. E tutto fuorchè "next". Purtroppo l'appuntamento è rimandato al futuro. Ci sentiamo di consigliarlo a coloro che non trovano altro di più interessante nella line-up di lancio, o magari semplicemente perchè siete fan della serie. In definitiva, se non avete grosse aspettative, potete cimentarvi comunque nel suo acquisto.