Scarponi ben allacciati, zaino in spalla e piccozza alla mano: ok, siamo pronti per partire insieme a Toad alla ricerca di inestimabili tesori.
In alcuni antichi scritti, risalenti più o meno agli anni ’80 e ’90, si faceva cenno ad una strana tipologia di videogiocatore dedita alla ricerca continua di una vera sfida per il proprio intelletto. Tale individui, spesso definiti “topi da sala giochi” e malvisti dal resto della popolazione, amava passare il proprio tempo libero in compagnia di console casalinghe e portatili, ragionando in maniera del tutto assorta, di fronte allo schermo. Più simili a filosofi dell’antica Grecia che a videogiocatori, i tizi in questione in realtà pensavano al come confluire il proprio ragionamento in una determinata azione, utile a sbloccare il prossimo livello in quella rara forma d’arte ormai conosciuta come videogioco, più precisamente rintracciabile all’interno della categoria denominata “puzzle game”.
Da qui la leggenda diventa mito e come si sa, in ognuna di esse è sempre presente una sottile verità. Oggi la presenza dei puzzle game nel mercato delle console è raro, con qualche sporadico esponente fra i titoli indie o in produzione tendenti al “casual” mediamente disponibili sui più noti social network; il motivo di questo abbandono del genere, probabilmente è da ricercarsi nell’integrazione di certe meccaniche all’interno di altre tipologie di videogiochi. Questa fusione ha garantito ai moderni open world, adventure e platform di offrire una maggior profondità in termini di gameplay, senza però riuscire a mantenere la reale sfida che un tempo il genere sapeva offrire.
Questo è il caso di Captain Toad: Treasure Tracker per Wii U, un titolo nato da quel mini gioco presente in Super Mario 3D World, per mano del medesimo team di sviluppo che ci porta oggi a vestire i panni del simpatico uomo-fungo. Un “gioco nel gioco” come si suol dire, che ha funzionato come trampolino di lancio per una produzione a sé stante e della quale ci si chiede ancora oggi cosa possa aver fatto mai scattare nelle menti degli ingegneri Nintendo, spingendoli a tirar fuori un inedito puzzle game da schierare in prima linea nella line-up 2015. A pensarci bene, il ruolo del puzzle game trascinatore è spettato solo al caro Tetris sul mitico Game Boy, tralasciando lo sfortunato caso di Zack & Wiki: Il tesoro del pirata Barbaros (una perla in fondo l’oceano) su Wii. Si, possiamo forse definirlo un azzardo quello di Nintendo che, nonostante una situazione non ancora rosea, si appresta ad iniziare il nuovo anno con un genere di videogiochi non particolarmente acclamato da utenza e critica.
Ricapitoliamo. Il 2015 parte immediatamente con la creazione di un nuovo brand. Nintendo è pioniera in questo campo, soprattutto nell’incredibile capacità di sfruttare le proprie icone. Toad appare sui cabinati e sulle nostre console fin dal primo Super Mario Bros., ma mai è stata battuta la strada per renderlo una vera star. Ecco l’occasione giusta, ma soprattutto l’idea per dargli il giusto spazio. Captain Toad: Treasure Tracker parte subito a razzo e senza mezzi termini, proiettandoci in un’avventura fresca e immediata. Niente tutorial, i comandi sono semplici, intuitivi e d’altronde sarebbe imbarazzante per un videogiocatore non apprendere le basi attraverso il canonico trial & error che, a noi nerd, piace veramente tanto, troppo.
La storia è sempre la stessa e a noi, in fin dei conti, i rapimenti piacciono come nessun altro. Questa volta Pesca, Peach o Principessa Toadstool che dir si voglia, non c’entra nulla e al suo posto sarà Toadette ad essere rapita da… no, ma quale Bowser, il cattivo di turno ora è Wingo, un uccellaccio avido di stelle e tesori. Per farla breve, la nostra avventura partirà con Toad intento a seguire questo infimo individuo, affrontando ben oltre settanta livelli e recuperando tesori. Le nostre uniche armi sono quelle messe a disposizione dall’ingegno e dall’abilità di trasportarle in maniera ludica. Si, sono presenti dei power-up, ma utilizzabili in maniera molto sporadica e limitata. Per citarne alcuni, si potrà trovare in alcuni livelli il martelletto spacca pietra o il fungo che ci donerà monete e/o assolverà lo stesso ruolo dei titoli di piattaforme dedicati a Mario, cioè ci ridarà la “giusta statura” con annessa possibilità di assorbire un colpo nemico prima della morte. Il resto è dato da rape da lancio e dal nostro provvidenziale tocco sul touch screen, utile ad eseguire alcune piccole operazioni.
Effettivamente, tolta la skin mariesca, il titolo ha poco a che fare con i tipici luoghi comuni che ruotano attorno Nintendo, dimostrando invece di essere un puzzle game di carattere e maniera, pur con qualche piccolo problemino legato al controllo della telecamera, su cui fra l’altro, fa fulcro l’intera avventura. Bene, a questo punto non ci resta che aprire il libro dei racconti ed iniziare a sfogliarne le pagine che altro non sono che i livelli di gioco che ci troveremo ad affrontare.
Sembrerà una scemenza, ma la società moderna ha perso la capacità di fermarsi ad osservare ciò che la circonda. Seguire questo esempio in Captain Toad: Treasure Tracker sarebbe un grave errore vista l’importanza di fermarsi un secondo a riflettere e osservare – per quanto possibile – il livello, prima di cimentarsi in una determinata scelta. Questo ci farà sicuramente risparmiare tempo, ma soprattutto le preziose vite prima di finire con un sonoro game over.
La difficoltà di gioco è ben calibrata, crescendo esponenzialmente di livello in livello. Rispetto ai titoli vecchio stampo, il Capitano Toad è decisamente più accessibile e meno complesso, soprattutto dopo aver appreso le basi sul come e dove cercare i preziosi diamanti. Questi item, utili per proseguire nella nostra avventura, saranno sempre tre in ogni livello, seguiti da una iper Stella che ci permetterà di giungere alla conclusione dello stage. Molti di essi saranno ben visibili, anche se non sempre linearmente raggiungibili; altri invece, si troveranno nascosti nelle “viscere” dello stage e si dovranno compiere determinate azioni per potervi accedere.
Da simil cubi a territori ben più estesi, i livelli di gioco sono tutti caratterizzati in pieno stile Nintendo, sempre con elementi e nemici perfettamente riconoscibili. Seppur la mole poligonale e la qualità delle textures non sia eccelsa come visto nelle recenti produzioni, è ben riconoscibile il motore di gioco preso in prestito da Super Mario 3D World ed i suoi effetti di luce, sul quale si estendono nuove meccaniche e possibilità di gioco. Niente salti, corse e costumi, così come non ci sarà un cronometro a scandire il passaggio del tempo, permettendoci di sperimentare la soluzione migliore per ottenere l’agognato tesoro. A quanto pare è bastato poco per dar vita ad un prodotto innovativo nei nuovi studi di Kyoto, fortemente voluti dal Presidente di Nintendo, Satoru Iwata.
Toad non ha bisogno di tecnicismi per far funzionare la barca e quest’impressione sarà sempre presente lungo tutta l’avventura. C’è voluta l’ennesima prova di coraggio per dimostrare che un prodotto di punta non ha bisogno di grafica mozzafiato, non richiede l’ausilio di una colonna sonora da oscar, ma semplicemente preferisce poggiare le proprie fondamenta sulla semplicità di gioco e un’elevata rigiocabilità. Concetti ben conosciuti ai creatori dei classici titoli di Mario e cari a quei giocatori che ancora oggi si trovano a correre e saltellare fra gli sprites bidimensionali dell’inossidabile Super Mario Bros., si, quel titolo che a breve compirà trent’anni.
L’avventura prenderà delle pieghe parzialmente scontate, ma nonostante questo ci saranno dei bonus da scoprire e rigiocare nel lungo periodo. Il tempo richiesto per completarlo si aggira intorno le dieci ore, con alcune ore extra da dedicargli per poterlo completare al 100%; ma non è questo a definire la qualità di un prodotto, bensì l’intera esperienza che ci ha portato a completarlo e magari a giocarlo nuovamente, provando in cuor nostro le medesime sensazioni godute durante il primo avvio. Semplicemente indimenticabile.
Calmiamo gli animi, facciamo un bel respiro e diamo sfogo ai nostri pensieri. Certamente Toad non è un titolo perfetto. Non è esente da difetti e soprattutto non appartiene ad un genere di giochi apprezzato dai teenagers. È, però, un titolo venduto ad un prezzo budget (circa 40,00 euro) ed ha da offrire un'esperienza di gioco apparentemente inedita per il periodo in cui si affaccia nel mercato. C'è una grave mancanza in Toad per Wii U, anzi, forse sono due: quella principale è l'assenza di una modalità dedicata ad almeno due giocatori; la seconda è ovviamente l'online, due fattori che avrebbero reso quasi eterno questo impavido videogame. La nostra valutazione è quindi fondata esclusivamente sull'esperienza single player che porta in dote questo titolo e sia che si tratti di grandi e piccini, Captain Toad: Treasure Tracker va provato e giocato fino in fondo, perché saprà stupire anche una volta completata la quest principale.