La vita vita di un mercenario indemoniato deve essere dura. Abbiamo giocato l'intrigante gioco di ruolo, ma...
Era ora! Tra annunci ed uscite ufficiali, il mercato degli action GDR torna finalmente a smuovere un po’ le sue acque, dopo un periodo di calma piatta su console e PC dovuto, probabilmente, all’avvento delle nuova generazione di piattaforme videoludiche domestiche. Ed è proprio in questo contesto che arriva l’uscita di Bound by Flame, titolo sviluppato da Spiders Games e prodotto da Focus Entertainment, disponibile per PC, PlayStation 3, Xbox 360 ed anche per PlayStation 4. Noi di Kingdomgame abbiamo avuto modo di testarlo: volete sapere che ne pensiamo? Bene! Allora continuate a leggere la nostra recensione!
La trama di Bound by Flame narra della guerra tra la temibile compagnia dei Signori del Freddo, un gruppo di sanguinari mostri provenienti da Nord, ed il resto di Vertiel, un mondo fantasy medievale che prende molta ispirazione dalle affascinanti ambientazioni dei libri della serie di Game of Thrones. La situazione è resa molto più complicata dal fatto che i Signori del Freddo sono al comando dell’Armata dei Non Morti, un esercito sterminato di putridi esseri che marcia senza sosta facendo tabula rasa delle popolazioni e delle città che incontrano sul loro cammino. A contrapporsi a quello che sembra essere un destino tragicamente segnato, troviamo la compagnia di mercenari delle Lame Franche, e di cui ovviamente fate parte. Ingaggiati dagli appartenenti agli Scribi Rossi, la compagnia delle Lame Franche si ritrova a dover proteggere i maghi da un attacco del nemico e, proprio mentre gli stessi stanno effettuando un rituale che possa contrastare il predominio del nemico, qualcosa va storto, ed il giocatore si ritrova a dover coesistere con un’entità demoniaca che lo possiede. Fermandoci qui con la trama, per evitare di spoilerare troppo gli avvenimenti di Bound by Flame, vi possiamo dire che non tutti i mali vengono per nuocere. Infatti, grazie al vostro “ospite”, sarete in grado di utilizzare dei nuovi poteri legati al fuoco.
In cambio, però, il prezzo da pagare al Demone sarà la vostra umanità: starà al giocatore decidere se utilizzare i poteri dell’entità ed avere una minima chance di cambiare le sorti della guerra, oppure non utilizzarli, rischiando il tutto per tutto ed affidandosi esclusivamente alle proprie forze. Purtroppo, però, la decisione che dovrebbe caratterizzare l’intera esperienza di gioco e su cui dovrebbe basarsi il titolo, si riduce ad una mera funzione aggiuntiva. Difatti, si capisce immediatamente, giocando, di come i poteri del Demone siano fondamentali per proseguire nell’avventura. Buffamente, Bound by Flame significa proprio questo: vincolato alla fiamma. Ed è un peccato, perché le decisioni prese e le eventuali conseguenze potevano rappresentare delle buona basi di valutazione del titolo.
Questa considerazione ci porta alquanto spediti alla valutazione delle rimanenti meccaniche di gameplay del titolo in questione.
Bound by Flame, al netto dei poteri demoniaci, si presenta come un action GDR di stampo classico, che offre circa 20 ore di avventura tra quest principale e missioni secondarie. Queste ultime, effettivamente, non brillano certo per l’originalità, riducendosi spesso alla serializzazione dei compiti consegnataci dai pochi personaggi non giocanti. Con essi si riuscirà a scambiare quattro chiacchiere: gli NPC disponibili a parlare e a darvi quest saranno pochi, ed oltretutto difficili da trovare, complice anche la scelta infelice del segnalarli sulla mini mappa come fossero delle statue se sono nella stessa zona dove si trova il giocatore o come dei libri se si trovano, ad esempio, all’interno di edifici. Insomma, non propriamente la migliore delle decisioni stilistiche.
Per quanto riguarda, invece, il mondo di gioco, il giocatore non avrà a disposizione una mappa completamente esplorabile in ogni suo millimetro poligonale, bensì delle zone collegate tra di loro tramite delle aree, o delle vie da cui non si potrà uscire. Per intenderci, se volessimo passare da una zona all’altra bisognerà attendere il caricamento dell’area successiva. A rafforzare la sporadica sensazione di costrizione, interviene anche la scelta da parte degli sviluppatori, di non permettere al giocatore di saltare con il proprio alter ego digitale. Probabilmente, comunque, la decisione di usare queste grosse aree separate avrebbe avuto maggiormente senso se al posto di usare un combattimento prettamente action, si fosse scelto di optare per una soluzione di combattimento con la pausa tattica, che in Bound by Flame è completamente assente.
Discorso a parte per il personaggio, in cui convivono ugualmente, però, luci ed ombre. Come in ogni buon GDR che si rispetti, il giocatore può far progredire il proprio personaggio in tre diversi alberi – guerriero, ramingo e poteri del fuoco – che caratterizzano lo stile di combattimento e possono andare ad influenzare parametri quali punti vita o le chance di colpo critico. Ogni percorso è suddiviso in ulteriori tre livelli, ognuno dei quali si sblocca spendendo i punti guadagnati. Ad ogni level up vengono consegnati tre punti esperienza, suddivisi in due punti da spendere negli alberi e nei percorsi descritti sopra, ed un punto da spendere nelle abilità e skill passive, come ad esempio la possibilità di craftare oggetti o pozioni con un numero minore di risorse, o aumentando il peso trasportabile. Il sistema è molto semplice, veloce da comprendere e padroneggiare, risultando essere divertente e ben congegnato. Il giocatore può anche darsi al crafting delle risorse di cui necessita: si va dalla pozione di mana, utile per castare gli incantesimi di fuoco del Demone, ai vari miglioramenti per l’armatura o le armi. Unica pecca è che spesso il crafting si presenta essere veramente esoso in termini di risorse da utilizzare, risultando difficile avere sempre a disposizione tutto il necessario per creare anche una sola pozione di salute.
L’altra faccia della medaglia del personaggio è rappresentata dalla scarsa personalizzazione in sede di creazione ad inizio avventura: si può infatti scegliere tra una manciata di volti pre impostati e non modificabili, e lo stesso discorso vale per le acconciature. Un po’ poco per un gioco appartenente, in parte, al genere dei GDR. Senza infamia, ma nemmeno senza lode, il sistema di combattimento: il giocatore può infatti “lockare” il nemico ed attaccarlo scegliendo lo stile che più gli aggrada. Inoltre può essere aiutato dai compagni a cui, tramite il menù contestuale, si possono dare ordini particolari per impostare il loro comportamento durante la lotta.
Tecnicamente, Bound by Flame si attesta su livelli discreti, con un design del mondo che lascia un po’ a desiderare, probabilmente perché condizionato dalla scelta di non optare per un mondo aperto, stessa cosa per i personaggi, abbastanza anonimi: si ha quasi sempre la sensazione di déjà vu guardando le popolazioni o le fazioni all’interno del gioco, non favorendo, giocoforza, l’immedesimazione con il proprio alter ego. Ottimo, invece, lo stile dei mostri e dei nemici, molto ispirati. Certo, se gli sviluppatori avessero impiegato un quarto dell’ispirazione che hanno usato per il bestiario ed i nemici sul personaggio principale, probabilmente l’avremmo preferito, ma tant’è. Menzione speciale anche per la colonna sonora, curata dallo stesso compositore di quella ascoltata in Remember Me, che risulta essere veramente ben fatta. L’unica pecca, forse, è che a volte sembra essere slegata dal contesto del gioco in quel momento, ma non è nulla di cui ci possiamo veramente lamentare.
Bound by flame è un titolo afflitto da alcuni piccoli problemi, sia di design che tecnici, che ne minano l’esperienza, portando l’action GDR prodotto da Focus Entertainment, alla sola sufficienza. Il titolo di Spiders Games, che per certi versi ha qualcosa da dire, prende il suo potenziale punto di forza - i poteri da Demone, la scelta di utilizzare o meno gli stessi e le conseguenze dell’utilizzo - e lo riduce ad un elemento comune, quasi di secondo piano, buttando alle ortiche un qualcosa che poteva caratterizzare fortemente il titolo, facendolo risultare originale e diverso dagli altri. Invece, complice anche una realizzazione tecnica altalenante, si deve accontentare di essere un action GDR come altri.