Un GDR a turni ricco di azione e intrighi adatto agli amanti di questo genere ma anche ai neofiti.
Daedalic Entertainment: la casa sviluppatrice tedesca un anno dopo averci regalato il primo capitolo di BlackGuards torna a far parlare di sé con il seguito di questo medesimo brand. È proprio di Blackguards 2 che andremo a parlare in questa recensione, esaminandone i vari aspetti ma senza fare paragoni eccessivi con il suo predecessore.
Blackguards 2 da il via alla propria storia senza molti preamboli. Il ruolo del giocatore è impersonare una donna, Cassia, imprigionata senza un apparente motivo nelle celle sotterranee del castello da colui che poco dopo si rivela essere il suo stesso marito, il tiranno Marwan. Il bruto e silenzioso carceriere sarà l’unico compagno che la povera Cassia potrà vantare mentre i suoi anni nel buio scorrono e il veleno della Corapia, una specie di ragno che abita quelle celle, inizia a farsi strada nel suo organismo e ne deforma il bellissimo viso. Questo veleno può avere due differenti effetti, ucciderti oppure renderti pazzo. Gli anni passano e dopo esserne trascorsi ben quattro dal suo primo risveglio in cella, Cassia riesce finalmente ad avere l’occasione che da tempo cercava per evadere, una volta all’esterno della sua gabbia di pietra giura vendetta al suo aguzzino e inizia così il suo piano per uccidere Marwan.
Per rendere realtà questo macabro desiderio decide di rivolgersi a tre impavidi guerrieri: Takate, leggendario gladiatore portatore di morte con la sua lancia, Zurbaran abile mago sconfitto dalla propria pigrizia e infine Naurim, un massiccio nano tanto coraggioso quanto avido. Dopo una sessione di gioco nella quale la nostra aspirante nuova regina dovrà convincere questi tre personaggi a collaborare con lei, i quattro partiranno alla conquista del regno, una città alla volta sostenuti anche dal furente esercito della Legione Silente. Cassia è sopravvissuta più del previsto al veleno della Corapia, ciò vuol dire che ha ormai perso il senno oppure che è provvista di una resistenza fuori dall’ordinario?
I nomi elencati prima di certo avranno acceso alcuni ricordi nella mente di coloro che hanno giocato il primo capitolo di questa serie, semplicemente perché questi ultimi sono presenti anche qui. Coloro che decidono di approcciarsi al brand di Blackguards partendo da questa seconda incarnazione si ritroveranno quindi a giocare con personaggi che stanno subendo le conseguenze fisiche o psicologiche di quanto narrato negli avvenimenti del primo gioco. Ma niente paura, questo, dopo un iniziale e leggero disorientamento non avrà alcuna ripercussione nel gioco che potrà essere quindi affrontato in totale libertà.
Pur essendo Blackguards di fatto un GDR, non è provvisto dell’esplorazione che ormai contraddistingue questa tipologia di giochi. Una volta dato inizio alla campagna militare di Cassia avremo accesso solo a due differenti scenari: l’accampamento e il campo di battaglia. Il primo può essere allestito all’interno delle mura cittadine oppure tramite tende di fortuna ed è utile per commerciare i vari loot ottenuti negli scontri passati o per migliorare le abilità dei nostri personaggi, ognuno dei quali vanta una rosa davvero ampia di scelte che permettono una personalizzazione davvero raffinata delle abilità di combattimento di ciascuno.
Mosse speciali, incantesimi, statistiche base, talenti e abilità con le armi sono le voci principali che danno vita ad altrettanti alberi di abilità tuttavia per avere rapidamente a disposizione combattenti al pieno della loro forma fisica e distruttività è preferibile sacrificarne la ecletticità in favore di una specializzazione approfondita. Purtroppo il menu di gestione di queste abilità non è di immediata comprensione ma una volta appresi i suoi segreti regala molte soddisfazioni.
Il campo di battaglia invece si presenta come quella che possiamo definire un’arena a mattonelle esagonali che possono essere usate per muoversi su di essa. Lo scontro è quello tipico di un combattimento a turni, ma che non annoia mai. Le diverse abilità dei nostri eroi come anche le numerose tipologie di avversari che possiamo incontrare, unito ad una perenne inferiorità numerica da parte del nostro esercito rendono il tutto davvero imprevedibile ed ostico al punto giusto. A difficoltà “Normale” può accadere di dover rigiocare più e più volte la stessa battaglia prima di riuscire a portare a casa la vittoria ma raramente ciò fa cadere il giocatore in uno stato di stress, anzi il gioco sprona quest’ultimo a rigiocare subito senza commettere gli stessi errori.
Ogni nemico ha poi a disposizione punti deboli e punti forti utili da sapere per avere la vittoria in tasca fin dal primo turno di combattimento ma difficili da apprendere in quanto solo l’esperienza è in grado di mostrarli. Infine non possiamo non dire che le mappe sulle quali affrontiamo i nostri avversari sono sempre ricche di oggetti utilizzabili: ponti levatoi, trappole e casse di legno; il loro utilizzo è del tutto opzionale ma sanno rendersi molto utili in caso di bisogno per rallentare i nemici o ottenere un vantaggio tattico sugli stessi. Purtroppo una nota dolente del gioco risiede proprio in questi oggetti che non sempre hanno una funzione intuibile istantaneamente ed erroneamente possono causare danni allo stesso utilizzatore anche e soprattutto a causa di una telecamera che non è in grado di ruotare e che quindi nasconde al giocare alcuni punti della mappa che potrebbero rivelarsi di interesse.
Il comparto grafico del titolo è certamente su un livello medio e non si può gridare al miracolo del dettaglio realistico ma nel complesso, e nel gioco che Blackguards 2 vuole essere, riesce a dimostrarsi più che adeguato e senza eccessive sbavature. Uniche incertezze sono i sporadici momenti in cui il frame rate cala senza apparenti motivi sui quali però si può chiudere un occhio. La grafica, che possiamo definire “mediocre ma funzionale”, è soprattutto leggera. Anche chi non dovesse disporre di un hardware PC eccessivamente potente può comunque godersi il titolo in alta qualità. Tutto questo si unisce a musiche al di sopra della media nelle quali si nota il loop di riproduzione ma che riescono a non irritare il giocatore, ma che anzi lo accompagnano volentieri durante i numerosi scontri.
A livello di longevità il lavoro di Daedalic Entertainment non scende al di sotto delle venti ore di gioco che possono crescere a dismisura per i giocatori più perfezionisti e alla ricerca della build perfetta. Un’ultima nota va fatta alle impostazioni presenti in gioco che sarebbero potute essere senza dubbio arricchite, si sente la mancanza di alcune impostazioni aggiuntive come anche la possibilità di salvare nel corso del combattimento o tornare sui propri passi una volta eseguita una determinata azione. Lo stesso discorso è da rimandare per i prigionieri di guerra che Cassia ottiene nelle sue battaglie, questi sono in grado di fornire preziosi aiuti tattici ma solo se l’aspirante regina vince un duello psicologico con il prigioniero grazie ad un dialogo a risposte multiple. Molte volte, troppe volte, la buona riuscita di questa azione è puramente casuale, ci vorrebbero più informazioni riguardo ai nemici catturati in modo da non dover sparare alla cieca.
Blackguards 2 è senza dubbio alcuno un gioco ben fatto che fornisce tante ore di gioco sia agli amanti e veterani del genere sia a chi aveva abbandonato lo stile di combattimento a turni. Quest'ultimo non annoia mai e regala parecchie soddisfazioni durante la narrazione di una storia avvincente e che spinge il giocatore a continuarla per scoprire cosa si cela dietro il mistero della povera Cassia.