Abbiamo messo le mani sul platform 2D Black The Fall, primo progetto del team rumeno Sand Sailor Studio. Ecco cosa ne pensiamo!
Nel non proprio recente 2010 fece la sua comparsa sullo store Xbox Limbo, platform 2D degli allora esordienti e talentuosi ragazzi danesi di PlayDead. Fu un passo importante nell’evoluzione di un genere mai troppo avvezzo alle masse, in special modo per quanto concerne il panorama indipendente. Ad uno stile minimalista – ma non per questo privo di fascino – si accompagnava un coinvolgimento notevole, scandito da una narrativa verbalmente silenziosa, ma al contempo fortemente espressiva. Il sequel spirituale, Inside, fu la definitiva consacrazione del team danese, e di quella che oggi può essere ritenuta una sotto branchia del genere platform. Con Black The Fall i ragazzi rumeni di Sand Sailor Studio, senza farne mistero, ripescano stilemi ludici, narrativi e tematici di quest’ultima opera, per illustrarci le nefandezze del regime socialista e della dittatura di Ceausescu, che ha cancellato ogni forma di giustizia e libertà in Romania per più di 20 anni.
Pronti via, il tempo di familiarizzare con i comandi ed eccoci catapultati nell’oscurità, nell’oppressione, nell’inumana e meccanica realtà di una delle fabbriche del regime. Preso possesso del nostro alter ego, un anonimo e soggiogato lavoratore del gregge, ha inizio il nostro viaggio. O meglio, la nostra fuga. A comprendere il contesto tematico dell’avventura non ci si impiega molto, e non soltanto per via della serie di raffigurazioni di volti e simboli storici legati al comunismo ed al socialismo che ci si para presto davanti. Il contrasto cromatico acceso tra gradazioni tendenti al nero ed il rosso vivido di fasci di luce, oggetti interattivi e talune sezioni pericolose accompagna una realtà cruda e schematica, quasi palpabile. E qui ci si avvede, sin da subito, del fatto che il coinvolgimento è certamente uno dei maggiori pregi dell’intera produzione.
Così come in Inside, per tutta la nostra fuga nel tentativo di ribellione al giogo dittatoriale, non verrà detta una parola. Neanche letta, per la verità. Nessuna traccia di cutscene. A parlare e raccontare un disagio di tale portata ci sarà solamente un background visivo dallo stile notevole, capace di comunicare decisamente più di migliaia di parole. Un sound design certamente minimale, ma comunque ricercato ed efficace accompagna il dipanarsi delle vicende e delle ambientazioni sui nostri schermi. Da un punto di vista ludico, Black The Fall scende a più di qualche compromesso, specie in termini di originalità. Gli enigmi sono di buon livello, talvolta anche singolari e peculiari, ma la manciata di meccaniche che vengono proposte per risolverli – tra cui un dispositivo elettronico con cui è possibile controllare indirettamente altri operai ed un piccolo robot che ci aiuterà in più circostanze – ricalcano pesantemente quanto già visto nel titolo cui dichiaratamente ci si è ispirati. Ne consegue che l’avventura mantiene un ritmo ed un livello di sfida buoni, finendo però per perdersi in una totale assenza di elementi caratteristici – tematica a parte. Da segnalare, inoltre, qualche imprecisione nei comandi, non tanto nella mappatura in sé – elementare come in tutti i titoli di questo genere – quanto piuttosto relativamente alla responsività. Un leggero input lag, difatti, creerà qualche difficoltà nelle sezioni più concitate. Ad ogni modo nulla di troppo compromettente, così come non risulta compromettente o frustrante quel trial and error che è prerogativa dei titoli del genere. Uno studio dell’ambientazione, accompagnato da un paio di tentativi al massimo per comprendere al meglio gli enigmi vi saranno sufficienti a proseguire.
Artisticamente, il platform di Sand Sailor Studio è magnifico. Merito di un lavoro meticoloso e certosino nel proporre scorci e situazioni dall’impatto visivo ed emotivo notevole. Ricreati con uno stile gradevole e pulito, gli avvicendamenti impreziosiscono notevolmente l’esperienza grazie alla loro carica oppressiva, capace di tenere in scacco il giocatore; in poche parole, quest’ultimo viene letteralmente catturato. In questo senso, la capacità del team rumeno di portarci su schermo un’esperienza critica, istruttiva, a tratti liberatoria e così espressiva, senza proferirsi in alcuna parola, non può che essere riconosciuto come un grande merito artistico, alla stregua di quanto proposto nello stesso Inside.
In chiusura, segnaliamo un comparto tecnico senza sbavature di sorta. L’engine Unity fa il suo lavoro, offrendo un colpo d’occhio generale di qualità sia per quanto concerne le prime e più scure ambientazioni chiuse sia per quanto riguarda scorci maggiormente luminosi all’esterno della fabbrica. Anche per quanto riguarda il frame-rate non si sono riscontrati particolari problemi, con una fluidità che vi accompagnerà in tutte le circa 5 ore che vi saranno necessarie per giungere alla fine dell’avventura. Vi segnaliamo, inoltre, la presenza di diverse aree segrete di Black The Fall da scovare e raggiungere, le quali ampliano il contesto narrativo dell’opera e aumentano moderatamente il tempo che vi separa dai singolari titoli di coda.