Le origini del giustiziere mascherato.
L’ultima volta che vi abbiamo parlato di Batman Arkham: Origins, ci eravamo lasciati facendovi capire la nostra tranquillità nel vedere il progetto ad un team che non fosse Rocksteady. Ora, vi confermiamo che il lavoro svolto da Warner Bros Montreal ha ben poco da invidiare rispetto a quello dei colleghi britannici.
Le vicende narrate in Batman: Arkham Origins vedono un Bruce Wayne vestire i panni dell’uomo pipistrello da due anni, sulla linea temporale ci troviamo quindi prima degli avvenimenti di Arkham Asylum e Arkham City. Seppur in attività da poco, le voci riguardo la presenza di un giustiziere mascherato dilagano tra i criminali, e i quesiti sulla veridicità delle sue imprese aumentano di giorno in giorno. Siamo alla vigilia di Natale, Gotham City si prepara a festeggiare mettendo sotto l’albero il certificato di morte del killer delle festività per eccellenza: l’Uomo Calendario. Condannato alla camera a gas, non è a conoscenza di quello che sta per accadere. I media annunciano una notizia straordinaria, il carcere di Blackgate è stato preso d’assalto da decine di criminali vestiti di tutto punto e con il volto coperto, insieme a loro quello che sembra un uomo con le sembianze di un coccodrillo. Batman non perde tempo, a bordo della Batwing raggiunge la prigione, ormai riportante i segni dell’accaduto. Veniamo a conoscenza che gli uomini di Roman Sionis – meglio conosciuto come Maschera Nera – hanno liberato il loro capo facendosi aiutare da Killer Croc. Il Commissario di Polizia Loeb è ora in pericolo. Quest’ultimo è stato per anni corrotto da Sionis in modo tale che le forze dell’ordine se ne stiano lontane dai suoi loschi affari. E non è certo felice di vedersi incarcerato da colui che ha pagato per anni, per questo Loeb viene infilato nella camera a gas e lasciato morire, mentre l’Uomo Calendario viene lasciato libero.
Noi non riusciamo ad intervenire, se non inseguendo Maschera Nera sul tetto del Blackgate, non facciamo in tempo a raggiungerlo che veniamo bloccati da Killer Croc. Riusciamo ad avere la meglio contro di lui e quando stiamo per gettarlo in un crepaccio ci rivela la presenza di sette assassini che ci vogliono morti. Dobbiamo scoprirne di più. Torniamo alla Batcaverna ed analizziamo un scheda di memoria che avevamo recuperato da un drone distrutto. Per noi le cose non si mettono bene, Killer Croc non mentiva, sulla nostra testa pende una taglia da 50.000.000 di dollari, la saliva già pende dalle bocche dei criminali al solo pensiero di intascare quella cifra. Non solo, la legge viene infranta anche dai poliziotti che, vista la situazione, non tardano a diventare i Bad Boys.
I sette assassini, sono loro la nostra maggiore preoccupazione. Roman vuole assolutamente fermarci, a qualsiasi costo, per questo ha pagato degli spietati criminali, mentalmente instabili, che sfrutteranno ogni risorsa a loro disposizione. Conosceremo per la prima volta gli storici nemici di Batman, come Bane, Deathstroke, Electrocutioner, Pinguino e tanti altri. La scelta di renderlo un prequel è stata azzeccata e per nulla sprecata, Bruce è giovane e inesperto, in certe occasioni dimostra la sua fragilità. Sotto quella tuta c’è un uomo, e non lo nasconde, spesso libera le emozioni sentendosi in colpa per le vite che i villain hanno spezzato. Lui stesso rischia più volte di commettere errori, di non reggere la pressione stringendo più del dovuto il collo di un nemico rischiando di ucciderlo. Gli alleati ancora non esistono, se non il suo fidato maggiordomo Alfred, la polizia è corrotta e lo considera un mostro. Gordon è ancora un Tenente, la fiducia tra i due è labile, dovranno quindi riuscire a stabilire un rapporto per collaborare.
Ed è proprio la trama il punto forte del titolo, un prequel che come tale riserva intrighi e colpi di scena narrati splendidamente con cut scene spettacolarizzate che non impallidiscono minimamente con la trilogia cinematografica di Nolan.
Parlando del gameplay, non possiamo non elogiare per la terza volta il Free Flow Combat. Per chi non ha mai approcciato la serie Batman Arkham, vi diciamo che si tratta del combat system ideato da Rocksteady e che fa della fluidità il suo piatto forte. Basta la pressione di un singolo tasto per permettere a Batman di compiere un balzo e raggiungere immediatamente il nemico da contrastare. Si conferma ciò che Warner Bros Montreal ci disse in fase di provato, il team di sviluppo ha limitato il button smashing punendo chi ne fa uso, premiando invece i giocatori che si impegnano nello sfruttare a dovere il sistema di combattimento. È infatti più complesso aumentare il contatore combo se non si dosano gli attacchi, se uno di questi va a vuoto il moltiplicatore torna allo zero. Questo rende i combattimenti gratificanti, in quanto man mano che diverremo più abili otterremo risultati migliori, realizzando che noi stessi abbiamo fatto dei progressi. La difficoltà è impostata in modo da esaltare questo aspetto, aumentando man mano che prosegue la storyline, impennandosi però verso la conclusione, ciò potrebbe rendere le fasi finali frustranti ai meno avvezzi del genere. Le boss fight sono veri e propri test atti a mettere alla prova ciò che abbiamo appreso. Ognuna di queste si differenziano in base all’assassino che abbiamo di fronte, contro Deathstroke dobbiamo stare attenti a contrattaccare con il giusto tempismo, nello scontro con Bane è fondamentale schivare le sue cariche, e via dicendo.
Alla fine degli scontri veniamo giudicati in base ai colpi inferti, la varietà, la difficoltà degli avversari e la combo massima, la nostra performance determina i punti esperienza assegnati. Ogni qual volta che saliamo di livello otteniamo un punto potenziamento da spendere per migliorare le abilità e l’equipaggiamento dell’uomo pipistrello. I potenziamenti si dividono in tre categorie. In quella relativa alla mischia, la nostra resistenza nel supportare i colpi aumenta notevolmente, che siano essi derivati dai cazzotti dei nemici o causati dalle pallottole. Sbloccheremo inoltre nuove combo. Se vogliamo padroneggiare le tecniche di evasione e lo stealth, predatore invisibile ci permette di sbloccare abilità che ci facilitino il compito. Come KO silenziosi, per non allertare i nemici vicini mentre addormentiamo una guardia oppure la possibilità di lanciare batarang multipli. Ognuna ha una struttura ad albero, comprato il primo upgrade è possibile sbloccare i successivi, via via più potenti.
In Batman: Arkham Origins, lo stealth è maggiormente di secondo piano rispetto i precedenti capitoli, ma le stanze con le gargolle sono ancora presenti. Piene di nemici armati fino ai denti, sarebbe quindi per noi un suicidio affrontarli a testa bassa, per questo diveniamo il predatore. Qui l’importante è esaminare l’area scoprendo gli elementi colorati di arancione utili a nostro vantaggio. Nascondersi in una grata o in un condotto è fondamentale in attesa che il nemico di ronda ci passi vicino in modo da sbucare all’improvviso e metterlo KO. Se scoperti è meglio lanciare una granata fumogena e svignarsela al più presto, la nostra corazza non ci protegge a lungo dai proiettili nemici. La vera novità è la coinvolgente modalità detective, in alcune occasioni ci verrà chiesto di diventare lo Sherlock Holmes della situazione, dovremo infatti indagare sulle scene del crimine cercando indizi per arrivare a risolvere il caso. Scansionando le prove Batman trae le sue conclusioni e su schermo viene ricostruito visivamente l’accaduto.
Gotham City torna come città esplorabile, resa visivamente diversa grazie all’espediente di ambientare l’avventura alla vigilia di Natale. Vediamo quindi il bianco della neve porsi come colore cardine affiancato dal rosso degli addobbi. Inoltre, per evitare di proporre il medesimo scenario lo sviluppatore ha raddoppiato le dimensioni della mappa. Questo ha reso necessario realizzare uno spostamento rapido, giustificato dalla presenza della Batwing. Per sbloccare queste scorciatoie dovremo vedercela con Enigma, che non ci vuole proprio vedere gironzolare per Gotham, ha infatti piazzato dei disturbatori in giro per la città che dobbiamo disattivare. Questa è una delle tante attività secondarie, spostandoci con il nostro rampino ed esplorando i quartieri scopriremo che Batman ha parecchio lavoro da svolgere. Per esempio fermare le proteste di Anarky: le bombe da lui piazzate devono essere disinnescate in tempo, come deve essere distrutto il Venom che sta circolando in città. Un pausa possiamo prenderla nella Batcaverna, che si fregia di avere l’importante compito di essere l’hub centrale dove Batman può rifugiarsi. Troviamo Alfred, che ci riferisce il da farsi, dandoci indicazioni sulla prossima missione, una cabina dove cambiare costume e l’area di addestramento. Passiamo qui il nostro tempo per impratichirci con il combat system, ci vengono proposte delle sfide che se portate a termine sbloccano ricompense come esperienza extra e bozzetti.
Non solo troviamo Warner Bros Montreal dietro a questo capitolo di Batman: Arkham, i ragazzi di Splash Damage si sono impegnati per impacchettare il multiplayer. L’unica modalità presente è chiamata Predatore invisibile, qui gli eroi, Batman e Robin, fronteggiano gli scagnozzi di Bane e quelli di Joker mentre essi si eliminano a vicenda. La coppia di buoni vincono riempiendo la barra di intimidazione, variando i loro KO e bersagliando i capi banda. Se un eroe muore l’intimidazione cala. Le bande vincono eliminando quelle rivali, attraverso le uccisioni e mantenendo le aree di controllo. La scelta di chi impersoneremo in partita avviene casualmente nella lobby pre-match, nel caso in cui venissimo scelti come giustizieri, il gameplay è quello della modalità singleplayer. Abbiamo allo stesso modo la possibilità di mettere KO il nemico premendo un singolo tasto, nel caso in cui esso sia ignaro della nostra presenza. Oppure di sfruttare i batarang e il batartiglio per confonderlo e finirlo a suon di pugni. Come criminale, il gameplay diventa quello di un classico shooter in terza persona con la schivata e le coperture. Il tutto è stato pensato a dovere per proporre un multiplayer divertente senza stonare con il brand, il problema più grande è l’assenza di giocatori. È infatti complesso riuscire a giocare una partita, le lobby sono vuote oppure la maggior parte delle volte una schermata di errore ci ha riportato al menu. Non sono mancate le disconnessioni durante i match, ma che fortunatamente non hanno compromesso la progressione di livello e i crediti guadagnati.
Graficamente siamo molto vicini a quanto visto in Batman: Arkham City, la realizzazione di un’area esplorabile ancora più grande non ha influito sulle prestazioni e il tutto risulta fluido, se non qualche calo di frame rate in rare occasioni. Fiore all’occhiello la realizzazione dei modelli per quanto riguarda i personaggi principali, maestoso Batman e il suo costume sempre più sgualcito e strappato man mano che abbraccia il suo destino da cavaliere oscuro. Colonna sonora eccellente così come il doppiaggio italiano, ancora una volta ad evidenziare come la serie Batman: Arkham la potremmo seguire testa in su, mani nei popcorn.
Batman: Arkham Origins trova sfruttata ottimamente l'idea di farne un prequel, la trama è quindi ricca di spunti interessanti, non mancano colpi di scena e filmati degni del grande schermo. Seppur meno fresco e con poche novità, il combat system riesce regalare grandi soddisfazioni una volta appreso a dovere. Peccato per una fin troppo punitiva difficoltà che si impenna esageratamente verso la conclusione. Dispiace per il desolato multigiocatore, diverse idee interessanti ma pochi utenti. Insomma, se amate l'Uomo Pipistrello e il carisma dei cattivi dell'universo DC Comics, un salto a Gotham potete (ri)farlo.