Tu sei la vendetta. Tu sei la notte. Tu sei Batman!
Sin da che ho memoria, nell’immaginario comune, Batman è sempre stato più di un normale supereroe. Niente super forza, niente vista laser, nessun martello divino o lanterna magica. Forza di volontà e intelligenza sono da sempre le principali armi dell’uomo pipistrello. Non occorre essere un appassionato di fumetti o un nerd sfegatato per apprezzare le gesta del Cavaliere Oscuro. Batman: Arkham Knight rispecchia tutto questo. Dopo la “pausa”, durante la quale ci ha pensato Warner Bros. Montréal a deliziarci con un titolo di transizione ma godibile come Batman: Arkham Origins, Rocksteady Studios ha ripreso le redini della carrozza ed è tornato alla guida della serie di videogiochi Arkham.
Il team britannico era partito a mille nel 2009 con Batman: Arkham Asylum, un piccolo grande capolavoro che ha ridisegnato il genere dei tie-in; nel 2011 Batman: Arkham City si è consacrato nell’Olimpo dei giochi più belli della generazione passata; infine, Batman: Arkham Knight, giunto il 23 giugno scorso con tutte queste grandi premesse, sbarca su console current gen e PC e, ancora una volta, stupisce. Così come la figura di Batman può essere apprezzata dai profani del fumetto, allo stesso modo Batman: Arkham Knight punta i piedi per terra come i suoi predecessori, perché non vuole e non deve essere un prodotto di nicchia. Il risultato è un titolo che, in occasione dell’ultimo atto per il Cavaliere Oscuro, raggiunge il pieno della maturità, che merita quasi il massimo dei voti e che, lo dico mettendoci la firma col sangue e sfidando chiunque a dimostrare il contrario, si candida sul podio dei papabili giochi dell’anno. Una riconoscenza, peraltro, a cui la serie non è novizia.
Torniamo indietro di qualche anno, dimentichiamoci per un attimo il prequel Batman: Arkham Origins e focalizziamoci su Arkham City. Il Protocollo 10 ad opera di Hugo Strange e Ra’s al Ghul è stato sventato, ma Talia, la figlia di Ra’s e amata di Bruce/Batman, è stata uccisa da Joker. Il clown è poi morto a sua volta a causa del Titan. Queste premesse sono importanti per capire il contesto in cui, nei panni di Batman, andremo a vivere la nuova avventura sui i tetti di Gotham City. Nove mesi dopo il folle piano di Hugo Strange, dunque, le conseguenze dei fatti di Arkham City si ripercuotono sulla psiche del Cavaliere Oscuro, che ha visto morire la propria amata e non è riuscito a salvare Joker, infrangendo il voto di non uccidere i propri avversari.
L’eredità del crudele pagliaccio si annida nella tenebrosa città, ma la minaccia più grande questa volta è rappresentata da Spaventapasseri, alias l’ex psicologo Jonathan Crane. Il perfido villain è deciso a diffondere il panico in tutta Gotham spargendo la sua tossina e, come se non bastasse, è supportato dal Cavaliere di Arkham, un misterioso personaggio che intende distruggere Batman e conosce tutti i segreti e i punti deboli dell’uomo pipistrello. In più, Gotham è stata occupata dai più grandi criminali della città: parallelamente alla crociata contro Spaventapasseri e Cavaliere di Arkham, il nostro eroe dovrà fronteggiare anche storici avversari come il Pinguino, Due Facce e l’Enigmista. Insomma, provato nel corpo e nello spirito, Batman dovrà affrontare la sua prova più ardua perché, ancor più delle sfide fisiche a cui sarà chiamato, la vera battaglia per l’uomo pipistrello sarà quella contro i suoi demoni interiori.
Vi troverete a vivere una trama scritta egregiamente, raccontata ancora meglio con una regia eccezionale. C’è una cura maniacale nel rendere qualunque dialogo o inquadratura estremamente cinematografici. Batman: Arkham Knight è un titolo molto più longevo rispetto ai precedenti, ma forse qualche sequenza di gioco alla lunga potrebbe risultare ripetitiva, come ad esempio alcune missioni secondarie. Mi piacerebbe soffermarmi su queste ultime e in generale sull’interfaccia di gioco, leggermente diversa rispetto alle scorse iterazioni.
I comandi di gioco sono rimasti pressoché identici, cambia però la gestione di quest e arsenale di armi: tramite le frecce direzionali sarà possibile infatti attivare una ruota che, a seconda del tasto, ci metterà a disposizione il menu dei gadget di Batman o quello delle missioni. Le quest secondarie non saranno attivabili da subito, ma sarà possibile scoprirle e portarle a termine in maniera graduale nel corso dell’intera avventura. Questo perché la mappa di gioco si divide in tre grandi isole, collegate tra loro da ponti: per esplorarle tutte a fondo sarà necessario aspettare di aver proseguito nella campagna principale finché il fidato Alfred, grazie ai computer della Bat-caverna, non avrà abbassato i ponti.
Non dimentichiamo, inoltre, le sfide RA (Realtà Aumentata), questa volta presenti in numero molto maggiore rispetto ai precedenti titoli, che saranno rigiocabili più volte per migliorare i propri risultati e scalare le classifiche online. Insomma, oltre alla campagna principale in Batman: Arkham Knight ci sarà davvero tanto da giocare, tanto da vivere, tanti pugni da menare e tante persone da salvare. Lo slogan “Be the Batman”, che ha caratterizzato l’intera campagna pubblicitaria del gioco prima del suo rilascio, non è mai stato così azzeccato.
Ho scelto di dedicarle un intero paragrafo. Perché, forse, la vera protagonista è lei. Era la feature più attesa e richiesta da parte dei fan e, a mio parere, ogni aspettativa è stata ripagata e corrisposta. Non saprei dire se la mappa di gioco sia davvero cinque volte più grande rispetto a quella di Arkham City (parola degli sviluppatori). Vi assicuro però che Gotham City è immensa, ma non vi stancherete neanche una volta a percorrerla, neanche a piedi. Se poi la pigrizia dovesse assalirvi non dovrete far altro che chiamare la Batmobile con la semplice pressione del tasto L1 e la corazzata dell’uomo pipistrello vi raggiungerà ovunque voi siate.
Lo storico veicolo di Batman ha due modalità disponibili, intercambiabili tramite il tasto L2: in modalità normale potrete sfrecciare a tutta velocità tra le strade di Gotham, mentre in modalità da combattimento la Batmobile assumerà le sembianze di un vero e proprio carro armato, munito di granate, cannoni e ogni tipo di proiettile o arsenale per fronteggiare i blindati nemici. Quando sarete al volante, sentirete con mano tutta la potenza distruttiva della Batmobile, in grado di distruggere tutto (ma proprio tutto) ciò che incontra sulla propria strada.
Inutile dire che la Batmobile possiede delle quest e sfide secondarie a parte, strutturate su misura per essere superate su quattro ruote. In generale, comunque, gran parte degli enigmi e boss battle del gioco richiederanno l’ausilio del veicolo. Infatti, tra i nuovi gadget in dotazione del Cavaliere Oscuro c’è anche un dispositivo di controllo remoto della Batmobile, che ci permetterà di controllare il veicolo indipendentemente dalla presenza di Batman dentro di esso. In questo modo potremmo superare diverse sfide che richiederanno un minimo di arguzia e tattica, come ad esempio quelle dell’Enigmista. Qualcuno potrebbe dire che di questa feature se ne è abusato un po’ troppo, ma una componente così ben fatta e ben riuscita sarebbe stata sprecata se proposta in quantità limitata.
Non pensate però che in Batman: Arkham Knight non ci sia da menar cazzotti! Quel sistema di combattimento adrenalinico, spettacolare e così ben collaudato tornerà a essere protagonista delle risse tra le strade e i tetti di Gotham, stavolta incrementato con alcune piccole migliorie, sia nell’azione vera e propria che nella fase stealth. Per quanto riguarda la prima, le innovazioni principali sono due: i KO ambientali, che ci permettono di scaraventare contro l’avversario oggetti lanciabili oppure di lanciare l’avversario stesso contro superfici varie per stordirlo e la nuova modalità “Dual Play”. Alcune missioni secondarie, infatti, ci permetteranno di collaborare con Nigthwing, Robin e Catwoman. Durante i combattimenti, premendo L1 potremo passare da Batman al suo aiutante e viceversa. Andando avanti a suon di pugni, inoltre, riempiremo una barra che, una volta completata, ci permetterà di scatenare un potente KO di coppia. Spettacolare, veloce e dinamico sono le tre parole chiave del sistema Dual Play: il passaggio da un personaggio all’altro è impercettibile e non rallenta mai l’azione.
Le fasi stealth, invece, sono state arricchite da tanti nuovi gadget, come ad esempio il sintetizzatore vocale, che ci permetterà di riprodurre le voci dei boss nemici per indurre gli scagnozzi ad attivare alcuni meccanismi, o ancora l’infiltratore remoto con il quale potremo disattivare temporaneamente torrette e droni armati. In più, l’indicatore caricabile del “Terrore” ci darà la possibilità di eseguire un multi KO fino a un massimo di tre avversari.
Il comparto tecnico meriterebbe quasi un paragrafo a parte, tanto è ben curato e minuzioso in ogni piccolo dettaglio. Anche per la sua potenza grafica e sonora, e non solo per la narrazione e le botte da orbi, Batman: Arkham Knight merita di essere eletto uno dei migliori giochi della nuova generazione di console. Tutto, dalle luci ai colori di Gotham City fino ai modelli dei personaggi, passando per la bellissima corazza di Batman e le animazioni della Batmobile, è visivamente spettacolare; il comparto sonoro è come sempre di alto livello, tra musiche che rispecchiano perfettamente l’atmosfera e un doppiaggio, quello italiano, che non sfigura di fronte a quello originale, con gran parte delle voci ufficiali della storica serie animata di Batman. Ho testato la versione su Playstation 4 e, a differenza di quella per PC che sta dando non pochi problemi, mi sembra che su console giri tutto benissimo, senza bug troppo gravi e con pochissimi cali di frame, avvertibili solo in alcune sessioni di gioco con la Batmobile. Parlo, comunque, di piccolissimi e impercettibili difetti che non vanno ad intaccare un comparto tecnico, per concludere, praticamente perfetto.
Assegnerei a Batman: Arkham Knight un dieci se non fosse per un difetto di fondo: in un’esperienza di gioco così coinvolgente e spettacolare ho tuttavia avvertito la mancanza di quelle sensazionali boss battle che caratterizzavano la serie. La sensazione è che, per dare al titolo quel taglio cinematografico di cui vi ho parlato in apertura, Rocksteady abbia scelto di sacrificare in questo senso la componente videoludica, riducendo i duelli contro boss principali e secondari a inseguimenti in auto o a sequenze molto simili a quick time events. Purtroppo, mancano all’appello scontri degni di nota come quelli contro Bane, Poison Ivy, la fuga dalla tana di Killer Croc o il duello contro Ra’s al Ghul. Confermare simili boss battle avrebbe permesso a Batman: Arkham Knight di superare l’esame a pieni voti. La valutazione complessiva è leggermente inferiore, ma resta il fatto che l’ultimo capitolo della serie Arkham resterà scolpito a lungo nella memoria dell’attuale generazione di videogiochi.
Batman: Arkham Knight arriva all’atto finale confermando la prova di maturità che ci si aspettava. Un titolo divertente, coinvolgente e spettacolare che vi terrà incollati alla console per svariate ore che passerete a sfrecciare a bordo della Batmobile e a consegnare criminali di ogni sorta alla giustizia, grazie a una trama degna delle migliori pellicole dedicate ai supereroi. Una narrazione perfetta, unita a un comparto tecnico di eccezionale fattura, permette a Rocksteady Studios di ridisegnare, ancora una volta, il genere dei tie-in, che prima dell’arrivo della serie Arkham sentiva fortemente la mancanza di un interprete di spessore. Peccato per l’assenza di boss battle degne di questo nome, una carenza che ci toglie la soddisfazione di dare al titolo il massimo dei voti.