La Rossa di AMD incontra il DirectCU II di Asus uscendone vincitrice!
Durante il GPU 14 che si è tenuto questo settembre, AMD presentò la sua nuova serie di schede video: R7 ed R9. La top di gamma, nonché protagonista di questa recensione, è stata la prima (insieme alla sorellina minore R9 290) scheda video di AMD a montare la nuovissima GPU Hawaii di cui tanto si è discusso; stiamo parlando della R9 290X, la scheda da 2816 Stream processors con 4GB di memoria GDDR5. Nvidia di tutta risposta non attese molto per presentare la sua GTX 780 Ti (qui la nostra recensione) per contrastare AMD e come fiore all’occhiello le versioni con dissipatori aftermarket non si fecero attendere. Fu così che per molto tempo la R9 290X di AMD rimase strozzata dal suo dissipatore reference che non garantiva una dissipazione degna della nuova GPU Hawaii. Per fortuna, finalmente, anche AMD si è decisa a rilasciare delle versioni della sua Top di Gamma con dissipatori Aftermarket. Grazie a questo, oggi possiamo mostrarvi quello su cui abbiamo messo le mani nelle scorse settimane. Ecco a voi la R9 290X Direct CU II OC di ASUS.
La variante di ASUS con il suo efficiente quanto silenzioso dissipatore ha portato letteralmente una ventata di aria fresca sulla R9 290X permettendo finalmente di fare uscire il potenziale della scheda grazie alla possibilità di raggiungere dei clock più alti. La scheda ha infatti un clock base di 1050MHz nel core e 5400Mhz nelle memorie. È munita di due BIOS, come ogni scheda top di gamma che si rispetti, che settano il profilo delle ventole o in Quite mode, per godersi sessioni di gaming prive di fastidiosi rumori da parte della scheda video, o in Performance, per avere un profilo più spinto a scapito delle silenziosità.
Per concludere questa piccola introduzione e passare a dare uno sguardo alla scheda, è inoltre importante un cenno al software ASUS GPU Tweak, tramite il quale possiamo applicare un overclock veloce impostando il profilo “Gaming” che porta il core clock a 1070MHz oppure mettere la scheda in modalità “Silent” che, invece, imposta il core clock a 1000MHz scendendo il powertune del 10%.
Cominciamo dando uno sguardo estetico alla scheda ed alla sua confezione.
In questa seconda pagina della nostra recensione andremo a dare un’occhiata alla confezione della scheda così come ci viene proposta da ASUS.
Per cominciare, parte frontale della confezione della R9 290X Direct CU II OC.
Parlando di Asus è immancabile il classico graffio che ormai caratterizza i suoi prodotti appartenenti questa categoria. Nella parte frontale viene, tra le altre cose, evidenziato il software GPU Tweak, a cui la scheda ha il pieno supporto per l’overclock.
Passando al retro:
A parte l’immagine rappresentante il DirectCU II, nel retro troviamo evidenziato il DIGI+ VRM Super Alloy Power, che riduce la rumorosità della scheda del 30% mentre è alimentata rendendo al contempo più efficiente l’assorbimento di energia del 15% con conseguente stabilità e longevità più che raddoppiata. Viene inoltre mostrata la possibilità di cambiare colore alla scheda, tramite degli sticker, adattandola alla propria scheda madre.
Poche chiacchiere ed apriamo la confezione
Aprendo la confezione, prima di arrivare alla R9 290X, troviamo una scatola più piccola con logo ASUS e l’immancabile frase “In Search Of Incredible”.
Al suo interno troviamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno: Degli adattatori, nel caso il nostro alimentatore non abbia le giuste uscite per alimentare la scheda, un manuale contenente informazioni sulla scheda, e, dulcis in fundo, degli sticker in alluminio per, come accennato prima, cambiare colorazione alla scheda.
Ed infine, la R9 290X DirectCU II OC.
Ma questa, e ne siamo sicuri, la riconoscereste ovunque…
No? Allora non perdiamo tempo e passiamo subito alla terza pagina di questa recensione!
Dato uno sguardo veloce alla confezione della R9 290X DirectCU II di ASUS, passiamo subito a vedere come la compagnia ha riorganizzato la GPU Hawaii di AMD.
La scheda presenta due ventole da 92mm che spingono l’aria su un dissipatore in rame placcato nickel con 4 heatpipe da ben 8mm.
Esteticamente parlando, la variante DirectCU II di Asus può vantare di materiali di ottima qualità sia per quanto riguarda i componenti interni, sia per il rivestimento esterno costituito di un ottimo metallo.
Per quanto riguarda le uscite, come connettori troviamo una Display Port, una porta HDMI e due DVI Dual Link.
Sul retro della scheda, Asus ha montato un elegantissimo Backplate color nero satinato con tanto di logo e scritta DirectCU II ben in evidenza.
Per alimentare questo gioiellino avrete bisogno di un cavo a 8 pin più uno da 6 pin. Anche se in commercio ci sono schede che montano alimentazioni che richiedono 2 cavi da 8 pin, pensare che questa scheda consumi di meno è del tutto sbagliato. Anzi, dai nostri test si è rivelata piuttosto esigente.
Ottima, la presenza del Dual BIOS, come accennato prima, che permette di cambiare il profilo delle ventole da “Quiet“, per godere della silenziosità del DirectCU II, a “Performance“, per avere il massimo dai propri giochi a scapito però della silenziosità del sistema di raffreddamento. Il BIOS è switchabilie tramite una piccola levetta posta al lato della scheda come in foto.
Per concludere, visto che Asus ha disegnato il DirectCU II anche per l’overclock, sono presenti degli spot per il controllo più accurato dei voltaggi. Un ausilio che sarà sicuramente apprezzato dai overclocker professionisti.
Spulciata per bene la nostra scheda, non ci resta che passare a parlare della nostra configurazione di prova per poi partire con una bella serie di Benchmark!
La Top di gamma AMD R9 290X è stata la prima a montare la nuovissima GPU Hawaii, con ben 2816 Stream Processors accompagnati da 4GB di Memoria GDDR5.
Asus “dona” alla scheda il suo DirectCU II e ne aumenta ancora di più la potenza aggiungendo un overclock di fabbrica, rendendo la scheda significativamente più performante rispetto ad una reference.
Di seguito le Specifiche Tecniche:
Per quanto riguarda invece la nostra configurazione di prova, i test saranno eseguiti su un PC con i7 3770K a 4.5Ghz su una Asrock Z77 Extreme 4 e confrontati con una GTX 680 Lightning.
Tutti i test sono stati eseguiti a 1920×1080 per mancanza di un monitor a definizione superiore.
Mantle è la nuovissima API presentata da AMD insieme alle nuove GPU serie R7 ed R9. Con quest’API, la compagnia ha promesso un significativo incremento delle prestazioni per i giochi che la supportano e sembra proprio che AMD abbia mantenuto la promessa. Con i Driver Catalyst 14.1 Beta rilasciati da pochi giorni è stato finalmente introdotto il supporto a Mantle per una vasta selezione di GPU tra cui Radeon serie 7000, serie 8000 Serie R7 ed R9, ma anche per le APU serie A10-7000 ed A8-7000. Purtroppo possiamo testare Mantle solo con Battlefield 4 e sul Benchmark Star Swarm. Considerato che si tratta di una tecnologia ancora in beta e su cui AMD ha ancora da lavorare, siamo rimasti piacevolmente sorpresi.
Partendo da Battlefield 4: L’incremento in questo titolo non è stato gigantesco se giocato a 1920×1080 ad ultra con tutti i filtri attivi, ma si può notare una significativa stabilità del framerate migliorata rispetto a quando si gioca utilizzando DX11 come API, anche se comunque 10 fps in più non sono di certo da snobbare.
Passando a Star Swarm:
I risultati su questo Benchmark sono incredibili. La nostra Asus R9 290X Direct CU II, grazie a Mantle, è riuscita a raddoppiare il framerate medio, passando da 29,05 fps medi in DX11 a ben 59,49fps con Mantle.
Mantle risulta un API ancora “giovane” ma capace di grandi cose. I test che avete visto qui sopra sono il risultato di una AMD più matura che è stata capace di definire il concetto di ottimizzazione nella parola “Mantle”.
Grazie ai driver Catalyst 14.1 Beta, abbiamo potuto “assaggiare” questa nuova tecnologia dal potenziale enorme, e non vediamo l’ora che il supporto a Mantle sia esteso a molti altri giochi!
Quando si parla di benchmark è impossibile fare a meno di 3D Mark come metodo di confronto tra le varie schede in commercio. Kingdomgame non può vantare una vastissima gamma di GPU ma abbiamo avuto tra le mani delle belle schede. Ecco come se l’è cavata la nostra 290X a confronto con due schede Nvidia.
Una comodità della 290X di Asus è quella di poter cambiare liberamente il proprio profilo, non solo tramite BIOS, ma anche grazie ad ASUS GPU Tweak. Tramite un tasto possiamo scegliere se godere dei nostri giochi in silent mode oppure, in tempo reale, passare alla modalità gaming per ottenere qualcosina in più. In particolare, la modalità silent setta il core clock della GPU a 1000MHz mentre di default sono 1050MHz. La modalità Gaming invece, più rumorosa, setta il core clock a 1070Mhz e le memorie a 5480MHz contro i 5400MHz Default.
Superati i test con 3D Mark, abbiamo testato la nostra R9 290X Direct CU II su Unigine Heaven e Valley. I due famosi test Unigine sono ancora oggi un punto di riferimento per confrontare la configurazione del proprio PC con quella di qualcun altro. Heaven è un test che supporta la DirectX 11 ed offre una notevole tasellazione capace di affaticare anche le GPU più potenti.
Anche se un po’ più obsoleto, passiamo ora a Valley. Il test, come Heaven è gratuito ed è ancora capace di far lavorare bene le nostre GPU. Vediamo come se l’è cavata la nostra R9 290X Direct CU II.
Assaggiamo un po’ di follia con Far Cry 3. Il gioco è caratterizzato da enormi spazi aperti pieni di vegetazione, tanti effetti luce, occlusione ambientale e così via. Lo sparatutto in prima persona ci mette nei panni di Jason Brody, nel gioco assisteremo alla sua progressiva trasformazione in un vero guerriero. Il suo scopo: recuperare i sui amici e mettere fine alle crudeltà di Vaas.
Far Cry 3 sfrutta il Dunia Engine 2, ottimizzato per AMD. Abbiamo svolto il test selezionando l’ API DirectX11. Abbiamo settato il gioco in Ultra 1080p con MSAA 8x, nulla da dire, per la nostra R9 290X, al pari con la GTX 780ti, gestire i 60fps è stato un gioco da ragazzi.
Tomb Raider è tornato nel 2013 nei nostri PC e nelle nostre console. Solo di recente ha fatto il sue debutto su console Next Gen. Il gioco è stato un’occasione per AMD per presentare la nuovissima tecnologia TressFX che da vita ai capelli di Lara rendendoli incredibilmente realistici. Abbiamo testato la R9 290X Direct CU II sia con il TressFX attivato, sia senza. Anche qui il gioco è rimasto ad un framerate decisamente alto. La nuova GPU Hawaii di AMD non tollera compromessi!
Dopo un paio di titoli della squadra rossa, passiamo ad un titolo verde Nvidia, Metro: Last Light. Il titolo ci porta in mondo Post-Apocalittico dove gli umani sono costretti a vivere nella metropolitana di Mosca, in Russia, per difendersi dalle minacce della superficie. Non stiamo parlando di semplici radiazioni, ma di strane creature mutate a causa del cataclisma nucleare, ma soprattutto dei temibili Tetri, creature capaci di controllare le menti altrui contro cui difficilmente, un essere umano, può qualcosa.
La storia si basa sul legame tra il protagonista, Artyom, ed i Tetri. Il gioco, debuttato l’anno scorso, è tratto dal famoso romanzo di D.Glukhovsky ed è un titolo “NVIDIA – The Way It’s Meant To Be Played”, ottimizzato per CUDA e PhysiX. Questi paroloni non fanno di certo paura alla nostra R9 290X che è riuscita a pareggiare con la GTX 780Ti reference che abbiamo testato in precedenza.
Passiamo ad un altro titolo Nvidia, Assassin’s Creed IV: Black Flag. Il quarto capitolo della fortunata saga, ci mette nei panni di Edward Kenway, da prima un corsaro, divenuto poi un pirata. I suoi sogni di gloria e ricchezza lo portarono in breve ad entrare nell’ordine degli assassini. Nel mostrarvi i benchmark di questo titolo va sottolineato che non può andare oltre i 60 fps. Tuttavia è un titolo recente e con una grafica soddisfacente e ritentiamo giusto riportarlo. L’abbiamo testato ad Ultra con HBAO+ e MSAA 2x a 1080p.
Adesso è tempo di avventure tra le nuvole con Bioshock Infinite, celebre titolo di 2K Games che narra le avventure di Booker ed Elizabeth nella città di Columbia. Dopo tempo ormai dall’uscita è un gioco ancora molto giocato grazie al grande supporto da parte degli sviluppatori che si sono impegnati nel far uscire periodicamente la nuova serie Burial at The Sea, che ci riporta a Rapture, ambientazione del primo Bioshock. Ancora una volta abbiamo di fronte un titolo AMD Gaming Evolved. Abbiamo testato la nostra R9 290X durante una sparatoria nel DLC “Scontro tra le nuvole”.
Crytek è famosa per Crysis e per il suo talento nello sviluppare una grafica di altissima qualità, lo abbiamo visto di recente anche con Ryse: Son of Rome per Xbox One. Con Crysis 3, grazie al Cry Engine 3, il gioco ha raggiunto livelli di dettaglio impressionanti, rivelandosi una vera e propria sfida persino per i PC più performanti. Il titolo è stato ottimizzato per AMD ed è perfetto per chi voglia vedere fino a che punto possa arrivare la propria GPU. La nostra 290X Direct CU II è riuscita a mantenere un punteggio sufficientemente alto durante il test a 1080p con impostazioni “Very High” e MSAA 2x.
Asus ha dotato la sua R9 290X di un eccellente sistema di dissipazione, silenzioso quanto efficace. Grazie al DirectCU II potrete godervi le vostre sessioni di gaming senza troppi rumori, oppure aumentare un po’ il grafico delle ventole grazie a GPU Tweak ed applicare un buon overclock sulla vostra scheda per avere il massimo delle prestazioni nei vostri giochi preferiti. Siamo riusciti a raggiungere i 1150Mhz (+100) di Core Clock e 5700Mhz (+300) sulle memorie portando il voltaggio da 1.250 a 1.312. Durante tutti i nostri test la GPU è rimasta incredibilmente fredda, aggirandosi intorno ai 68-71°c in overclock, ovviamente dandogli un aiutino con modificando il grafico delle ventole. Ecco come se l’è cavata la R9 290X DirectCU II.
Asus ha aggiunto alla R9 290X quello che mancava fin dall’inizio: Un buon sistema di dissipazione. Grazie al DirectCU II questa GPU è finalmente capace di reggere il confronto con la rivale di casa Nvidia (GTX 780 Ti).
Mentre prima, con i modelli reference, molte R9 290X si ritrovavano “strozzate” dalle temperature altissime, Asus progetta la sua versione di R9 290X per renderla: Fredda, silenziosa, sicura per l’overclock ma sopratutto performante.
Con questa scheda Asus fa l’occhiolino a chi cura molto il design interno del proprio Desktop PC cercando di trasformarlo in una vera opera d’arte. Dal design provocante, la DirectCU II di Asus adesso ha la possibilità di cambiare vestito adeguandosi alla propria scheda madre. Nel caso il rosso, che da sempre caratterizza il famoso sistema di dissipazione di Asus, spicchi troppo, o, a seconda dei propri gusti , troppo poco, nel bundle, insieme alla scheda, troviamo dei pezzi di ricambio in alluminio dorato da sostituire a nostro piacimento. Possiamo anche scegliere di lasciare la scheda senza colore in modo da farla confondere con il resto dei componenti.
Quando si parla di AMD e di serie R9, sorge spontaneo il confronto con la serie GTX 700 di casa Nvidia. Abbiamo messo le mani su entrambe, 290X e GTX 780 Ti e possiamo dire senza troppi dubbi che una vale l’altra. È bene ricordarsi però che la concorrenza ha equipaggiato la sua scheda di 2880 Cuda Core contro i 2816 Stream processors della top di gamma AMD. Dunque la battaglia tra le due schede sta principalmente sul modo in cui le due case riusciranno a sfruttare ed ottimizzare l’hardware a propria disposizione.
La nuova GPU Hawaii di AMD si è rivelata fenomenale nei test in FULL HD superandoli senza problemi e garantendo un framerate molto alto a definizioni Ultra durante tutta la sessione. Considerato il rapporto qualità prezzo, le nuove tecnologie quali True Audio o TressFX, ed il pieno supporto all’API Mantle, che è riuscita a raddoppiare il framerate medio nel benchmark “Star Swarm”, scegliere una R9 290X accoppiata all’ingegnoso DirectCU II di Asus potrebbe rivelarsi una decisione più matura. Tutto questo però, se si è disposti a trascurare il fatto che AMD, oltre a Battlefield 4 in alcuni bundle di schede R9 ed R7, non regala alcun gioco con la sua R9 290X, al contrario, la concorrenza, offre un vasto pacchetto di tre giochi con l’acquisto di una delle GPU valide per l’offerta, dunque questo, potrebbe lasciare in disappunto chi, insieme alla propria scheda, stesse cercando anche un bundle conveniente che gli permettesse di sfruttarla a dovere.
Un ultimo cenno va fatto sui consumi, premettendo che si tratta di schede molto performanti e quindi c’è anche da aspettarsi che consumino non poco. Confrontando ancora una volta le due rivali la GTX 780 Ti con i suoi 250W circa di consumo in full load risulta essere una scheda un po’ più “verde” anche quando si parla di consumo elettrico. Dall’altro lato, una R9 290X reference riesce ad arrivare sui 300W di consumo, ma se aggiungiamo pure un dissipatore potente come il DirectCU II, i consumi schizzano a 400W in full load, considerando anche la spintarella di un overclock, la scheda non può di certo definirsi a basso consumo.
La scheda si trova in commercio ad un prezzo che si aggira sui 550€ Iva Inclusa.
Si Ringrazia Asus Italia per il Sample Fornitoci.
Asus prende la R9 290X e la rende una scheda degna del suo nome applicandogli l'efficientissimo DirectCU II accompagnato da un lieve overclock di fabbrica. I problemi di surriscaldamento che fino ad ora hanno caratterizzato la GPU Hawaii di AMD sono quindi spariti e gli amanti dell'overclock potranno spingere questa scheda ai limiti. Ma l'acquisto non è indicato solo ad una categoria di utenti più esperti, infatti grazie a GPU Tweak sfruttare la propria scheda è incredibilmente semplice; Asus, ancora una volta, rende l'overclock user-friendly, alla portata di tutti. Se ancora siete indecisi se prendere o no una scheda AMD, la R9 290X di Asus potrebbe essere la scelta che fa al caso vostro. L'assenza di un pacchetto di giochi in bundle si fa sentire, tuttavia AMD è concentrata nell'innovazione e nello sviluppo di tecnologie, come ad esempio Mantle che è riuscito a sbalordirci. Ed è grazie proprio a queste tecnologie che la scheda AMD riesce a guadagnare qualche punto in più rispetto la concorrenza. Prendere una R9 290X DirectCU II, in vista del suo potenziale e dell'innovazione portata da AMD, può significare fare una scelta più matura. A patto però di essere disposti ad accettarne i consumi.