Jacob ed Evie Frye sono pronti a liberare la gente di Londra. Assassini e templari di nuovo a confronto per avere il potere della città londinese...
Oramai quando si parla di Ubisoft, non si può che pensare ad Assassin’s Creed, una serie diventata un’importante icona nel mondo dei videogiochi, grazie al grandissimo riscontro del pubblico e interesse mostrato dalla critica specializzata e non. Da anni a questa parte, Assassin’s Creed è diventata una serie a cadenza annuale e ciò non ha fatto altro che rallentare il processo di innovazione di quest’ultima. Questa è una delle critiche che viene mossa tuttora nei confronti di Ubisoft, ovvero lo sfruttamento della saga a livello commerciale. C’è chi è d’accordo con questa politica e chi meno, ma tutti noi dobbiamo considerare una cosa: in una grande software house come quella francese di Ubisoft, i bilanci sono fondamentali. Ogni anno si devono portare a casa i guadagni, necessari per avere un’utile e stipendiare così tutti gli sviluppatori.
Assassin’s Creed Syndicate arriva in un momento difficile della serie, soprattutto dopo il tonfo improvviso verificatosi con Assassin’s Creed Unity, videogioco afflitto da numerosi problemi in grado di comprometterne la giocabilità. Io ne rimasi alquanto deluso, per il semplice fatto che le altre componenti (storia, grafica, longevità e sonoro) erano – senza ombra di dubbio – davvero notevoli. Personalmente mi aspettavo tantissimo dal primo Assassin’s Creed per current gen, ambientato peraltro nella Parigi della Francia rivoluzionaria. Il paese della marsigliese, poi, è lo stesso della software house.
Dopo questa corposa introduzione, è assolutamente doveroso dire che Ubisoft Quebec, la sezione franco canadese, ha mostrato la propria sapienza e accortezza, proprio dove Ubisoft Montréal aveva fallito: equilibrare tutte le componenti per rendere il gioco bilanciato e godibile dal punto di vista della narrazione, del divertimento e del lato artistico della Londra vittoriana.
L’assassino più carismatico rimarrà – probabilmente – il fiorentino Ezio Auditore. Nessuno degli altri è riuscito a raggiungere il suo livello, nemmeno Arno Dorian di Assassin’s Creed Unity, anche lui davvero carismatico e – come Ezio – travolto da una triste vicenda familiare.
Questa volta, Ubisoft ha deciso di raccontare le vicende di due gemelli assassini: Jacob ed Evie Frye. Entrambi hanno voglia di rivalsa e vogliono liberare Londra dall’oppressione. Proprio per questo nasce lo slogan: “l’oppressione deve finire“. Ci troviamo, infatti, nel bel mezzo della prima rivoluzione industriale, il periodo storico in cui inizia ad affermarsi la società moderna. Le macchine industriali stanno cambiando le abitudini di vita dell’uomo, così come tutte le altre invenzioni più importanti come il telegrafo e i treni a vapore, questi ultimi resi attivi grazie all’uso del carbone. Se da una parte, le prospettive di vita dell’uomo aumentano, dall’altra c’è da dire che ciò non avviene per tutti. Le persone ricche diventano sempre più ricche, mentre il ceto medio e le persone povere si impoveriscono sempre di più. C’è poi il fenomeno del lavoro minorile e i diritti dei lavoratori, sono praticamente inesistenti.
Ed è qui che entra il gioco l’ordine degli assassini, inizialmente poco presente a Londra, a dispetto del dominio incontrastato da parte dei templari, guidati dal loro capo Crawford Starrick. Colui che controlla tutta Londra: dalle fabbriche, passando per i trasporti cittadini urbani fino ad arrivare alle armi e a tutti gli altri settori, come la medicina e le comunicazioni.
Jacob e Evire Frye, quindi, hanno come obiettivo quello di indebolire il dominio di Starrick, per liberare la gente di Londra da questa oppressione, corruzione e povertà. Jacob si servirà della sua banda, i Rocks, che dovranno essere potenziati e che forniranno una grande assistenza sul campo. Evie, invece, cercherà di trovare la strada per il potere sovrannaturale (la mela dell’Eden) che dovrebbe trovarsi sempre in quel di Londra. Il tutto con un approccio furtivo, più ragionato e quindi meno diretto.
L’uscita a distanza di un solo anno da Unity, non può aver portato con sé rivoluzioni dal punto di vista della giocabilità, ma c’è un però alquanto importante. Il gameplay, infatti, essendo legato all’epoca in cui ci troviamo, prevede tante possibilità e novità. Innanzitutto c’è la presenza assolutamente importante delle carrozze, che possono essere guidate dal nostro Jacob e dalla nostra Evie ed all’occorrenza utilizzate come nascondiglio e/o per rapire i contatti. Sì, avete capito bene! In Assassin’s Creed Syndicate vi è anche la possibilità di rapire i soggetti a noi ostili, ovviamente stando attenti a non dare troppo nell’occhio ed essere così scoperti. Come dicevamo, la guida delle carrozze è decisamente arcade, ma i comandi sono bilanciati ed è molto appagante e divertente. Si presenteranno delle occasioni, in cui combattere sulle carrozze e effettuare degli inseguimenti, si rivelerà assolutamente coinvolgente e invogliante. Non mi sarei mai aspettato di scrivere questo: l’inserimento di questo sistema di trasporto, è assolutamente azzeccato e permette di spostarsi in maniera semplice e veloce.
Un’altra aggiunta gradita e impensabile in un Assassin’s Creed diverso da quest’epoca, consiste nella presenza del lancia corda, una sorta di rampino capace di farci raggiungere le estremità degli edifici, in pochi secondi. In effetti, ho iniziato ad avvertire questa necessità con Assassin’s Creed Unity. Le strutture si erano incominciate a farsi sempre più imponenti e – ovviamente – raggiungere la cima stava diventano fin troppo snervante e noioso.
Altre due novità che meritano menzione, sono l’ammodernamento del sistema da combattimento e l’inserimento di un sistema di livello per Jacob, Evie e per i nemici. Tutto questo, rende il potenziamento dei nostri protagonisti, più sensato e opportuno. Questo perché, altrimenti, diventerebbe estremamente difficile – se non addirittura impossibile – sconfiggere gli scagnozzi di Crawford Starrick. I combattimenti, quindi, sono più difficili da affrontare e presentano tre comandi fondamentali da non dimenticare: nel caso di PlayStation 4 (la versione da me provata), il tasto cerchio e il pulsante X, serviranno rispettivamente per contrattaccare e per rompere la guardia del nemico. Il tasto quadrato per sferrare dei fendenti, mentre il tasto triangolo per utilizzare la nostra fida e quantomai utile pistola. Quest’ultima verrà utilizzata in maniera massiccia dai nemici, rispetto ai capitoli precedenti di Assassin’s Creed.
Le difficoltà non mancheranno e, in alcuni casi, sarà bene valutare la situazione per decidere se attaccare i nemici oppure procedere furtivamente e con cautela per raggiungere indisturbati i vari obiettivi. Su quest’ultimo punto, ho da fare una breve considerazione. Una situazione di stallo riguarda l’intelligenza artificiale dei nemici. I pattern sono sempre gli stessi e quindi ci vorrebbe una completa ristrutturazione dell’IA nemica, davvero indietro rispetto ai tempi attuali e ad altre produzioni. Al di fuori delle situazioni di combattimento, essi sono davvero prevedibili e poco temibili. Burlarli è un gioco da ragazzini…
Quello su cui non possiamo assolutamente recriminare, è la capacità degli addetti ai lavori di Ubisoft, quando si tratta di realizzare una città. In questo caso, la Londra della metà del 1800, è assolutamente riprodotta in maniera fedele e quasi maniacale. Tutto è disposto in modo intelligente e studiato e – dopo abbondati ore di gioco – sembra veramente di trovarsi lì, in quel dato momento. I personaggi non giocanti sono vivi e svolgono normalmente le attività del giorno. Una volta saliti in cima su un edificio (anche questi realizzati in maniera ottimale) non si potrà che apprezzare il lato artistico di Assassin’s Creed Syndicate. Insomma, l’immedesimazione è totale!
In generale, però c’è comunque da sottolineare che i problemi, a livello di bug e glitch, non mancano. In verità sono presenti, ma in maniera ridotta e ininfluente rispetto a quanto accaduto con Unity. I problemi di programmazione e ottimizzazione, non intaccano la struttura del gameplay e non danno problemi al giocatore. L’atmosfera generale è da grande opera, anche grazie ad effetti grafici e sonori stupendi, soprattutto nelle varie condizioni climatiche (pioggia, nebbia, etc), nei rumori di sottofondo quotidiani e nelle musiche di accompagnamento della varie missioni principali e secondarie. Le prime, come ovvio, seguiranno l’evolversi delle vicende della storia di Jacob e Evie. Le seconde, invece, saranno dei veri e propri incarichi assegnati dai nostri alleati o da alcune personalità davvero influenti di quegli anni. Per quest’ultimo caso, lascio a voi il piacere di scoprire chi dovrete aiutare tra le strade di Londra.
La longevità è un punto interrogativo, dipenderà dalla vostra esperienza di gioco. Di certo, sarete quasi costretti a prendere parte alle missioni secondarie (presenti in buon numero di varianti), questo perché i punti esperienza e le sterline accumulate, saranno necessarie per sbloccare nuove abilità e per acquistare nuove, interessanti ed efficaci armi. Infine, è bene ricordare che l’esperienza di Assassin’s Creed Syndicate è godibile esclusivamente in single player, vista l’assenza di modalità online competitive e cooperative.
Ubisoft con Assassin's Creed Syndicate, è riuscita a correggere il tiro. Questo dopo il proiettile poco efficace, sparato con Assassin's Creed Unity. Syndicate è il primo Assassin's Creed moderno e rappresenta ancora una via di transizione della serie. Nonostante sia arrivato - come di consueto - ad un solo anno di distanza dal precedessore, c'è da dire che Ubisoft Quebec è riuscita a cogliere il segno, regalandoci un bellissimo capitolo. Il gameplay in sé è rimasto pressoché lo stesso, ma le novità sono numerosissime; a partire dai combattimenti, dal sistema di livelli, dalla presenza dell'utilissimo lancia corda e dall'introduzione delle carrozze. I viaggi rapidi sono senz'altro utili, ma spostarsi da un luogo all'altro in carrozza, ha tutta un altro sapore e perché. Inoltre, la presenza del solo singleplayer, ci dimostra di come Ubisoft Quebec, abbia voluto concentrarsi esclusivamente su questo aspetto.
Assassin's Creed Syndicate non rappresenta assolutamente il punto più alto della serie, ma offre una storia interessante, delle novità importanti nel gameplay e una Londra veramente magnifica. Non ci troviamo davanti ad un bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Assassin's Creed Syndicate è un titolo da giocare a occhi chiusi. L'8 assegnato è decisamente un ottimo voto, che sarebbe potuto crescere addirittura fino a 9, se non fosse per un'intelligenza artificiale ancora indietro e ridicola rispetto alle grandi produzioni di oggi.