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Assassin’s Creed Liberation HD – Recensione

New Orleans in alta definizione!

Poco più di un anno fa, in concomitanza con l’uscita del terzo capitolo principale su Home Console, arriva per la portatile Sony, PlayStation Vita, un certo Assassin’s Creed III: Liberation, primo spin-off dell’ormai nota, ed annuale, serie targata Ubisoft. Oggi ci troviamo a recensire quella che è la riproposizione in alta definizione, e su console casalinga di scorsa generazione, del titolo succitato, che per l’occasione cambia nome in Assassin’s Creed Liberation HD. La scelta dietro questo porting non è ben chiara, e può assumere mutevoli sfaccettature. I malpensati potrebbero facilmente leggere tale uscita come l’ennesima forzatura di spremere fino all’ultimo centesimo, spesso anche al costo di una minor qualità generale, una serie ormai divenuta etichetta di un’intera generazione (e probabilmente anche della prossima). Chi invece ancora fa fatica a pensare sempre il male, può leggere il tutto come la voglia in quel di Ubisoft di dare la possibilità a chi non dispone di una PS Vita di conoscere ancor più a fondo il mondo degli assassini ed introdursi così facendo in un contesto nuovo, quale quello di New Orleans e del primo Assassino femmina giocabile nella storia del brand.

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Una bellezza letale

Come già accennato poc’anzi, Liberation HD ci mette nei panni di Aveline De Grandpré, primo membro femmina giocabile del brand. Il contesto storico nel quale veniamo catapultati è lo stesso di Assassin’s Creed III, ma questa volta andremo a coprire un arco di tempo assai inferiore, che va dal 1765 al 1780. La città che principalmente farà da sfondo alle vicende è New Orleans e le paludi circostanti. Non mancheranno comunque varie, piacevoli gite fuori i confini appena descritti. La trama purtroppo non è delle migliori. Aveline è parte di una famiglia benestante, avente a disposizione tutti i lussi necessari e l’ambivalenza dei due mondi, quello mondano e quello degli assassini si nota, gradevolmente, nel titolo. Mentre la nostra lotta contro la schiavitù fa da filo conduttore principale, si dipanano anche altre sotto trame, come la ricerca di un manufatto da parte dei templari o ancora la voglia da parte di Aveline di ricongiungersi alla madre. Andando avanti con il gioco si noterà come queste vicende siano mal amalgamate tra loro, si vuole per forza di cose asserire a tutt’esse senza però mai andare a fondo e dunque affrontando il tutto con superficialità e poca grinta. Sembra inoltre che il team di sviluppo abbia optato per la strada più breve, volendo arrivare alla fine della vicenda in maniera davvero troppo frettolosa, portando il giocatore a percorrere 15 anni (virtuali) in circa 7-8 ore di gioco, affrontando i fatti troppo velocemente, quasi non avessero una reale importanza. E se la prima metà del gioco risulta essere abbastanza piatta, il finale è purtroppo anch’esso poco curato, senza quell’apice di epicità che dovrebbe contraddistinguere ogni produzione. Se aggiungiamo alla ricetta le cut-scene non propriamente brillanti, che si salvano giusto per qualche linea di dialogo azzeccata, allora il cocktail non può che essere esplosivo, negativamente parlando. La protagonista potrebbe essere il tassello portante, salvatrice della produzione sotto questo punto di vista, e probabilmente vi affezionerete ad ella. Probabilmente arriverete a guardare i titoli di coda con l’amaro in bocca, consapevoli di aver intrapreso un viaggio sempre in bilico tra la mediocrità e l’insufficienza, convinti ancor più che lo spazio riservato ad Aveline sia di gran lunga marginale, poco incisivo. Un’occasione sicuramente sprecata.

Prima di finire l’analisi del comparto narrativo, dobbiamo sottolineare un altro paio di cose. Innanzitutto il gioco è completamente dislocato dalle vicende di Desmond Miles, e questo è essenziale per coloro che si domandano se fosse necessario o meno giocare a Liberation per comprendere al meglio anche il filone narrativo principale della serie. L risposta è dunque: NO. Inoltre si sente la mancanza di quell’incipit atto a farci conoscere come la protagonista sia diventata un membro del Credo degli Assassini. Tutto ciò porterà il giocatore a non riuscire ad immergersi totalmente nella storia di Aveline.

Il solito Assassin’s Creed

Il gameplay di Assassin’s Creed Liberation HD è quanto di più classico si sia visto nella serie. Abbiamo il climbing, sia urbano che “off road”, le uccisioni silenziose e chi più ne ha più ne metta. Andando per gradi, il gioco propone missioni single player conosciute ormai da tutti fan, ma riesce comunque a prendere. Se allora l’infiltrazione in basi sorvegliate farà la felicità degli amanti dello stealth, non mancheranno combattimenti e fughe “cinematografiche”. Il tutto però viene affossato dal livello di difficoltà proposto. La serie non è di certo famosa per proporre una sfida serrata, anzi. Con questo spin-off le cose peggiorano. L’IA delle guardie lascia davvero a desiderare, permettendo al giocatore di compiere errori a più non posso e riuscire comunque ad avanzare indisturbato. Stessa cosa in fase di fuga: le città sono povere di soldati, e quando ne troviamo, fanno fatica ad inseguirci e a renderci la vita difficile. Il livello di notorietà non influirà più di tanto, e anche quando saremo ben sopra la metà avremo modo di sfuggire prima di essere identificati, il tutto dovuto ad un cono visivo dei nemici incredibilmente limitato. Ancora una volta troviamo gli obiettivi secondari per raggiungere il cento per cento della sincronizzazione, ma, scusate la ripetitività, anche in questo caso il carro non tira. A parte qualche sporadica richiesta, nulla ci impegnerà davvero, e spesso portando avanti la missione normalmente, senza buttare nemmeno l’occhio ai requisiti necessari per la sincronia totale, raggiungeremo comunque lo scopo. Gli aspetti negativi di questa produzione, però non finisco  con le missioni principali, dobbiamo mettere i punti sulle “i” anche per quanto concerne le secondarie. Se negli altri titoli legati al brand le quest opzionali riescono comunque a prendere e a far sicché il giocatore spendi talune volte anche decine di ore per completarle al 100%, in questo caso non possiamo dire lo stesso. Svolgere questi compiti risulterà noioso, mai nulla di nuovo, e sicuramente nulla che possa giustificare dunque il tempo “perso”. Il team di Ubisoft Sofia ha cercato di introdurre un sistema economico efficace, mancando però il bersaglio, e di molto. Aveline nel gioco è un’aristocratica, e lo si nota per davvero. Non mancheranno mai i soldi per acquistare tutto ciò che vogliamo. Il titolo prevede anche un sistema di gestione del mercato via mare. Praticamente, attraverso una mappa potremo decidere di smerciare via mare alcune merci e qualità, ricavando dunque un bel gruzzoletto. Per far ciò dovremo comprare determinate navi, selezionare la merce, la tratta ed aspettare il tempo indicato per ricevere la ricompensa. Metteteci l’abbondanza di soldi sempre disponibile, metteteci che dopo qualche interazione il tutto risulterà davvero ripetitivo, anche questa “novità” è tutt’altro che riuscita.

Dovendo spezzare una lancia a favore di Assassin’s Creed Liberation HD, dobbiamo puntare indubbiamente sulla presenza delle vesti presenti nel gioco, funzionali ai fini stessi del gameplay e non solo come mero accorgimento estetico. Aveline avrà a disposizione i classici indumenti dell’Assassino, ma potremo optare anche per vesti da schiava o da damigella. Le prime  citate, sono le più letali, in quanto daranno modo di compiere uccisioni furtive e sbloccare tutto l’arsenale del Credo. Le sembianze da schiava invece ci permetteranno di entrare in accampamenti e tenute schiaviste indisturbate, o quasi, ammesso che abbiate qualcosa in mano da portare. Gli indumenti da aristocratica invece ci garantiranno l’abilità di sedurre i nemici per attirarli in luoghi nascosti e compiere così la nostra uccisione in maniera del tutto discreta. Inizialmente il titolo punta molto su questa feature, ben implementandola al contesto e facendo sperare per il meglio. Purtroppo non tutto ciò che luccica è oro. Andando avanti vi accorgerete che il cambio d’abito è davvero relativo, se non per forzatura, e che preferirete al più le classiche vesti della gilda. Un colpo quello del team Sofia che poteva avere un impatto assai più ingente, diventando magari una vera e propria “must feature”, ma purtroppo così non è stato. Sarebbe interessante vedere questa caratteristica inserita anche in altri futuri capitoli, magari evidenziandola e curandola per bene.

Un porting di ottima fattura

Come abbiamo già detto, si tratta di un porting venente dalla versione per console portatile, anche questa volta affidata ad Ubisoft Sofia. Non possiamo che elogiare il lavoro svolto. Visivamente il titolo propone un nuovo sistema di illuminazione, ricreato dalle basi per la versione HD. In aumento anche il numero stesso dei poligoni di personaggi e strutture, nonché il numero di abitanti che popolano la città. Giocando siamo andanti incontro ad alcuni cali di frame rate, ma anche in questo caso la situazione è migliorata rispetto a quanto visto su PS Vita. Quello che più lascia a desiderare dal lato tecnico è il comparto legato alle animazioni, ancora poco fluide ed “eleganti”. Una nota di demerito va ai fondali, ricreati purtroppo in maniera piatta e “spigolosa”. Sonoro nella norma, con qualche piccola incertezza nel doppiaggio, soprattutto nella scelta di toni di voce poco azzeccati al personaggio. Nel complesso comunque va premiato il lavoro svolto, e anche se non siamo ai livelli di ben note produzioni, possiamo affermare che questa versione HD… merita tale etichetta.

I pro

  • Ottimo porting grafico
  • Aveline è un bel personaggio

I Contro

  • Sistema economico da rivedere
  • Quest secondarie Noiose
  • Trama che non prende a dovere

Voto Globale 6.5

Assasssin's Creed Liberation HD è palesemente uno spin-off, ma è anche il porting di un titolo per console portatile. Da queste due affermazioni ne deriva un gioco che non riesce pienamente a convincere, soprattutto a coloro che recentemente hanno giocato, e apprezzato, il ben più riuscito Black Flag. La trama è sicuramente il perno mancante dell'intera produzione, essendo sempre sottotono, mai intrigante e spesso superficiale e blanda. Il gameplay inoltre piacerà a coloro che amano la serie, ma chiunque noterà una certa ripetitività di fondo, enfatizzata da missioni secondarie davvero troppo passabili e da un livello di difficoltà infantile. Da premiare invece il porting tecnico, che seppur costellato da qualche problema dovuto alla sua natura d'origine, riesce a mantenere livelli decenti. Gli amanti della serie possono acquistare il gioco, visto anche il prezzo d'acquisto: 20€, mentre 15€ per chi lo ha preordinato. Chi invece può farne a meno di un ulteriore Assassin's Creed, passi la palla. Coloro che hanno già giocato il titolo su PS Vita invece, non ci pensino nemmeno ad acquistarlo nuovamente.

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