Riuscirà il Gothic più chiacchierato a conquistare i giocatori PS4? Se avete voglia di un RPG...
Ogni amante degli RPG ha aspettato da lungo tempo il ritorno in auge del genere. Con l’attuale generazione di console e a distanza ravvicinata tra loro abbiamo avuto il modo di riavere la vecchia Bioware con un incredibile Dragon Age Inquisition e di vestire nuovamente i panni dello strigo in The Witcher 3. Entrambi i giochi rimarranno impressi nelle mente degli appassionati per essere dei giochi di ruolo estremamente profondi, ricchi delle meccaniche che contraddistinguono il genere, come non se ne vedevano da anni.
Ogni amante degli RPG, ciò che non vorrebbe più vedere è un Gothic “non Gothic”. Così è stato definito il quarto episodio della serie. Arcania: Gothic IV deluse talmente tanto i fan da non voler essere considerato per niente al mondo un titolo canonico della serie, niente “Gothic IV”, solo “Arcania”.
A suo tempo non si fece una bella nomea come avrete capito e fu dimenticato abbastanza in fretta. Non la voglia dei fan di giocare, un giorno, un vero capitolo della serie, magari da chi la creò: i Pirahna Bites.
Dopo cinque anni dalla sua uscita originale, Nordic Games ha deciso di resuscitare proprio Arcania, dandogli un’altra possibilità, questa volta su Playstation 4.
Le vicende di Arcania si svolgono quindici anni dopo gli eventi di Gothic III: Forsaken Gods, l’Eroe senza Nome è divenuto il re Robhar III ed ha iniziato la campagna per la riunificazione del regno di Myrtana. Quando mancava poco alla conclusione della sua battaglia, il re venne posseduto da un demone che lo portò ad invadere le terre massacrandone gli abitanti.
Il suo primo obiettivo è Feshyr, una piccola isola dove inizia la nostra avventura e dove facciamo conoscenza del nuovo protagonista senza nome di Gothic IV. Dopo aver completato una missione, torniamo al nostro villaggio scoprendo che Robhar III non fa prigionieri. Il suo passaggio ha causato la distruzione del villaggio e la morte di tutti i civili, compresa la nostra futura moglie. Inizia così una fin troppo banale e scontata storia di vendetta.
Se la premessa non è interessante di per sé, non lo è nemmeno il resto della trama. Questa non si evolve nel corso del gioco e non vengono nemmeno svelati dettagli su quanto accade del mondo di gioco, non generando apatia al giocatore nella lore di Arcania.
Il nostro sarà un semplice proseguire dritto fino ad imbatterci nella prossima missione primaria, nella prossima ancora e via dicendo. Missioni primarie – e secondarie – tra l’altro che diventano ben presto ridondanti, non offrendo mai momenti memorabili. Il tutto si riduce in: “riportami questo” e “ritrovami quella”.
Arcania: Gothic IV è un RPG, ma la più grande critica mossa a suo tempo era proprio riguardante le meccaniche da gioco di ruolo. Il CEO di JoWoo, il publisher originale, ammise che Arcania avrebbe avuto una componente RPG volutamente semplificata in modo da avvicinare anche i meno avvezzi al genere, allargando quindi i possibili acquirenti.
Quella che era una mossa pensata per aumentare gli introiti, si rivelò come una rovina. I fan di Gothic non erano contenti di vedersi semplificato il loro gioco di ruolo preferito. Ciò che manca in Arcania è proprio
una parte ruolistica ben definita. Il combat system infatti permette di usare gli attacchi corpo a corpo, quelli a distanza e la magia indistintamente, avendo equipaggiato le relative armi.
Un tasto è dedicato all’utilizzo della magia, uno per l’attacco corpo a corpo ed uno all’arco/balestra. Questo significa che possiamo combinare i vari attacchi a piacimento. Possiamo, per esempio, stordire un nemico con una magia e poi colpirlo con la nostra spada. Il che funziona, e neanche male, permette di variare il gameplay in tempo reale, rendendolo più vario.
Peccato che il combat system sia davvero poco profondo, soprattutto quello all’arma bianca. Il che rende il tutto ben presto monotono. Anche lo stesso albero delle abilità non aiuta nel migliorare la situazione, essendo decisamente lineare.
Al salire di livello abbiamo tre punti abilità da spendere nelle otto “discipline” disponibili. Chi vuole creare un personaggio dedito al corpo a corpo dovrebbe aumentare le statistiche in “ardore”, aumentando l’attacco fisico. I maghi invece dovrebbero sbloccare le magie di fuoco, tuono e ghiaccio, aumentandone il potere distruttivo.
Al primo avvio, è difficile non notare quanto Arcania: Gothic IV senta il peso degli anni. La sola cut scene iniziale sprizza 2004 ad ogni frame… e il gioco originale era uscito nel 2011. Figuratevi il risultato ora, nel 2015, abituati troppo bene dai titoli di recente uscita. Che si parli dei filmati o del gioco vero e proprio, poco cambia, il “ringiovanimento” c’è stato, ma ben lontano dal nascondere il vecchiume che sprizza da ogni animazione e texture.
Vi dicevo prima quanto uno dei più grandi problemi di Arcania sottolineato alla sua uscita era la povertà degli elementi tipici degli RPG. In particolar modo di una lore, di un mondo ricco e vivo, di missioni un minimo interessanti e dell’esplorazione. Ancora una volta: figuratevi il risultato ora, dopo l’uscita di colossi come Dragon Age: Inquisition e The Witcher 3, con i loro mondi enormi e le infinite quest.Per farla breve: come spiegato poco sopra, il problema più grande di Arcania è stata la brillante idea del publisher di rendere Gothic un gioco estremamente semplice, alla portata di tutti. Questo è ciò che ha decretato l’insuccesso del titolo e, per la cronaca, il fallimento di JoWoo.
Il tutto si riduce ad una linearità estrema, sia delle mappe di gioco sia delle quest. Questo distrugge sostanzialmente anche l’esplorazione, praticamente nulla, non troverete niente di interessante da scoprire. A questo facciamo un altro collegamento: la durata e la relativa ripetitività. Senza correre troppo e completando un buon numero di missioni secondarie, ho completato Arcania in quattordici ore. Decisamente poche per il genere, ma allo stesso tempo è uno degli aspetti più positivi del titolo.
A causa della sua struttura e delle missioni banali e prive di un minimo di varietà, allungare il brodo avrebbe peggiorato la situazione. Personalmente ho iniziato ad avvertire il senso di ripetitività dopo sei ore di gioco, il tutto incominciava a non reggere più.
Ore passate non solo ad annientare nemici, ma anche a fare i conti con le non poche magagne presenti. Dopo poche manciate di minuti ho dovuto riavviare il gioco a causa dell’audio che era sparito, più altre in seguito per il personaggio che era rimasto incastrato nell’ambiente di gioco.
Nel pacchetto vi portate a casa anche Arcania: Fall of Setarrif, l’espansione che continua e conclude le vicende dopo il finale del gioco base. Nulla di particolare da segnalare, a parte la possibilità di scegliere una classe ad inizio avventura nel caso in cui non lo si inizi subito dopo aver concluso Arcania: Gothic IV, in questo caso potete continuare l’avventura con il vostro personaggio.
Le pubblicizzante trentacinque ore per concludere Fall of Setarrif sono raggiungibili solo nel caso in cui vi perdiate nell’intricato level design di questa espansione, personalmente non ho raggiunto le dieci ore di gioco.
C’è una parola che mi piace usare spesso quando descrivo determinati titoli: “vecchio”. Vecchio è un titolo obsoleto nelle meccaniche, nella struttura, nei classicismi che sfrutta. Gothic IV non è “retrogaming”, non è vecchia scuola, è solo vecchio. “Lo era alla sua uscita originale, figuratevi oggi” è la frase che più lo rappresenta.