Dopo alcuni anni di oblio la saga Aliens torna con Aliens: Colonial Marines. Mostrato per la prima volta durante l’E3 2011 di Los Angeles, questo nuovo titolo doveva esser portatore di tenebre e di puro terrore unito ad elementi originali presi dai film come la USS Sulaco, gli elementi presi dalla saga cinematografica sono stati inseriti grazie al raggiungimento di un accordo con la Major 20th Century Fox. Il titolo si colloca cronologicamente tra gli eventi di Alien 1 e Alien 2. Grazie alla storia presentata nel titolo si possono cogliere alcune sfaccettature che i fan sapranno apprezzare.
E tutto tacque…
Inizialmente saremo spediti in missione con altri marines sulla USS Sulaco, dove una misteriosa forza ha letteralmente smembrato tutti i marines mandati in ricognizione sulla nave ormai alla deriva nello spazio. Non ci vorrà molto per venire a conoscenza di cosa sia stato a uccidere i malcapitati marines. La USS Sulaco oramai in preda ad una infezione di Xenomorfi non è lasciata li per caso ma bensì viene controllata da remoto dalla Weyland-Yutani che usa la nave come centro di studio e per esperimenti sugli Xenomorfi. Sarà nostro compito, almeno inizialmente, recuperare quanti più marines possibile, per fronteggiare le orde di Xeno e trovar una via di uscita dall’inferno. L’azione si svolgerà in una prima parte del gioco in luoghi angusti, bui e chiusi per spostarsi poi all’aperto ma sempre in condizioni di scarsa visibilità e di pericolo costante, l’unico nostro vantaggio sugli Xenomorfi sarà un rilevatore di movimento con cui potremo identificare la direzione di provenienza degli Xeno e la loro distanza ma in azioni particolarmente coincitate sarà inutilizzabile in quanto non è possibile sparare e controllare il radar in contemporanea, questo aspetto rende a tratti il gioco un puro survival horror obbligandoci a darcela a gambe lasciando i nostri marines (invincibili) contro le orde di insetti sputa acido.
Eppur si muove…
Il titolo si svolge principalmente nella penombra, all’inizio della campagna ci verrà suggerito di regolar la luminosità in modo tale da garantire il giusto effetto al titolo, purtroppo non basta abbassare la luminosità per godere di cotanta ambientazione, nell’avanzare della campagna cali di frame-rate saranno frequenti, le texture caricano man mano che si avanza e spesso nemmeno fermandoci riusciremo ad evitare il lento caricamento di esse, questo fastidioso effetto rende gli oggetti e il paesaggio come una cozzaglia di poligoni privi di dettagli e forme, davvero un peccato considerando che gli Xeno amano muoversi in ambienti angusti e perciò particolarmente pieni di dettagli e oggetti (non poligoni). Il titolo è dotato di un motore fisico che avvolte meraviglia e avvolte spaventa, se difatti spareremo contro le paratie in vetro della USS Sulaco esse si frantumeranno andando a creare depressurizzazione esattamente come se fossimo nello spazio, per evitare di finire nel vuoto cosmico verranno subito abbassate le paratie come in una vera astronave, d’altro canto è anche triste vedere come gli oggetti siano immobili e immutabili, si può sparare contro a monitor, fusti, sedie, ma tutto rimarrà esattamente dove si trova senza nessun danno (più o meno) reale.
L’ IA non brilla per astuzia o per iniziativa, le orde di Xenomorfi saranno più facilmente eliminabili se si identifica il punto esatto da cui sbucheranno, inoltre gli eventi sono scriptati, cioè ad ogni nostro respawn i nemici eseguiranno le stesse mosse, facilitando ed impoverendo notevolmente l’esperienza di gioco. Come ogni buon FPS che si rispetti anche in questo titolo dovremo ammazzare gli Xeno con un buon arsenale a nostra disposizione, le armi presenti nel titolo sono all’incirca 20, vanno da mitragliatrici, lanciafiammi a fucili a pompa, ma grazie all’acquisto dei diritti sul brand potremo utilizzare alcune armi presenti anche nella saga cinematografica come il lanciafiamme costruito da Ripley. Nel corso dell’avventura potremo utilizzare per nostra difesa anche mitragliatrici fisse, granate anti-blindato, granate incendiarie e mine Claymore, ideali contro gli Xenomorfi. In singolo o in compagnia?
Giocare in solitaria, magari con luce soffusa e durante un temporale fa apprezzare seriamente il titolo anche se esso soffre di carenze dal punto di vista grafico, dal punto di vista audio ogni suono è identico a quelli presenti nel film, dalle raffiche di colpi sparati ai versi degli Xeno, ogni singolo rumore fa percepire un’atmosfera tesa e di paura, per non parlare delle urla strazianti dei marines colpiti dagli alieni e sciolti dai loro acidi corrosivi! Sicuramente il comparto sonoro migliora l’esperienza di gioco salvando il titolo in corner! I ragazzi Gearbox hanno inserito però un ottimo comparto multigiocatore, accedibile dal menu principale tramite la voce “versus”. Le modalità giocabili sono 4:
– partita mortale: 2 squadre, marines e Xeno, si affrontano e la squadra con il maggior numero di uccisioni alla fine del tempo vince
– sterminio: modalità 6 vs 6, in queste partite i marines dovranno piazzare gli esplosivi per far saltare in aria le uova degli Xenomorfi
– fuga: 2 squadre, 4 vs 4, i marines dovranno fuggire dal territorio infestato dagli alieni, pena la morte!
– Sopravvissuto: 2 squadre, 4 vs 4, ogni marines che muore viene mutato in Xeno, riuscirà l’ultimo marines a rimaner vivo fino allo scadere del tempo?
Il comparto multigiocatore è ampliato da una serie di personalizzazioni, potremo modificare l’aspetto, le mutazioni e l’arsenale a nostra disposizione, sia impersonando gli Xeno sia impersonando i marines. Le personalizzazioni saranno acquistabili con i crediti che otterremo completando le sfide proposte.
Aliens: Colonial Marines non segna una vera svolta nel campo videoludico, riese però a tener attaccati alla console i veri fan della serie che vogliono provare l’ansia e il terrore di esser inseguiti dagli Xenomorfi, peccato però per un comparto grafico sottotono che avrebbe davvero potuto segnare la svolta per un titolo di questo calibro.
Da fan della serie si apprezzano alcune sfaccettature presenti nel titolo ma a volte il lento caricamento delle texture fa davvero innervosire e lascia l'amaro in bocca. Un titolo che va saputo giocare con testa, non si può giocare al “piccolo Rambo”, quindi una dose di tatticismo è più che necessaria.