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Recensione

Albedo: Eyes From Outer Space – Recensione, addio monotonia spaziale

Sei una guardia e di notte controlli uno stabilimento di ricerca abbandonato. La monotonia annoia, ma un'esplosione cambierà tutto!

Le pellicole cinematografiche pulp movies di fantascienza degli anni ’60, grazie alla loro indubbia atmosfera, sono riuscite ad attirare l’attenzione di Fabrizio Zagaglia. Sicuramente questo nome vi suonerà estraneo, almeno in queste righe iniziali. Pensate, questa persona – avvalendosi delle sue personali conoscenze – è riuscita a sviluppare un action game adventure in prima persona. La produzione è passata fra le mani di IV Production, società con a capo Ivan Venturi. La distribuzione (anche in versione retail) è stata affidata, invece, a Merge Games. Stiamo parlando di Albedo: Eyes From Outer Space, titolo arrivato inizialmente sottoforma di early access. Finalmente dopo mesi di attesa, è stata rilasciata su Steam la versione finale e – a fronte di questo – abbiamo ottenuto un codice review per esaminarla attentamente.

Una nottata inaspettata e piena di misteri

Lo sappiamo, i lavori monotoni sono davvero fastidiosi. Si tratta di una cosa soggettiva, ma se ogni sera non si prospettano novità o cambiamenti, si è portati a essere meno motivati e, forse, meno attenti a ciò che si fa. È proprio questo che accade al protagonista di Albedo: Eyes From Outer Space, una guardia incaricata di sorvegliare uno stabilimento spaziale, apparentemente semi abbandonato. In una notte come tante altre, un’esplosione improvvisa metterà in serio pericolo la sua incolumità.

Dopo una caduta per via dell’esplosione, John T. Longy si risveglierà improvvisamente nel seminterrato dello stabilimento. Ovviamente le sorprese, in tal senso, non mancheranno! Alieni e altre strane creature cercheranno di ostacolare il nostro cammino, a sua volta rallentato da alcuni problemi “tecnici” che dovremo risolvere per proseguire. Ed è proprio su questo che si basa l’esperienza. Tanta osservazione, una buona dose di ingegno per risolvere i vari e complicati rompicapi e un pizzico di azione.

Indugiare, ragionare e azionare

Risvegliarsi in un seminterrato, decisamente simile a uno scantinato, non deve essere assolutamente il massimo. In Albedo, bisogna in primo luogo osservare attentamente tutto ciò che ci circonda. Le ambientazioni, le possibili strade da percorrere (anche se effettivamente l’avventura risulta essere lineare) e gli oggetti presenti in una determinata location. Ma questo non basta, perché il gioco ci dà i mezzi, ma come giusto che sia, non ci dice come utilizzarli. E questo è un punto assolutamente a favore della produzione, che offre enigmi non affatto semplici.

Al giorno d’oggi, realizzare un videogioco troppo difficile, può costituire un pericolo concreto. Infatti, non si è più abituati agli standard di sfida di un tempo. Per rendere i videogame appetibili a un maggior numero di persone, gli sviluppatori si sono abbassati a questo compromesso: diminuire il coefficiente di difficoltà. Albedo: Eyes From Outer Space però non si abbassa a questo meccanismo, offrendo ben tre livelli di difficoltà, al fine di rendere facilmente visibili gli oggetti di cui si ha bisogno per progredire con l’avventura. Noi abbiamo scelto la difficoltà media per trovare una via di mezzo. Secondo noi si tratta del giusto compromesso per avere in cambio una sfida bilanciata. Questo ragionamento è quindi a sottolineare che proprio quest’ultima è il punto forte dell’esperienza, che deve essere avvalorata da un’attenta osservazione e dal proprio ingegno nell’utilizzare i vari oggetti. Questi devono essere combinati e/o utilizzati in diverse maniere.

Insomma, Albedo non è assolutamente semplice e se non si riuscisse a trovare la giusta soluzione, potrebbe risultare anche un tantino frustrante, ma questo – è giusto precisarlo – fa parte del gioco. E’ quindi un’avventura grafica, altamente interattiva e ben ispirata a livello di concept. Certo ci sono aspetti poco originali, che riguardano una storia tutto fuorché originale e di impatto e delle location visitate e rivisitate in altre produzioni. Ma non ci dobbiamo dimenticare un piccolo, ma fondamentale particolare: il tutto è stato sviluppato da una sola persona e, trattandosi di un indie game, i mezzi economici sicuramente sono stati spesi in maniera attenta e chirurgica.

Ci siamo, ma si può migliorare

Ci sono casi e casi. Ovviamente un prodotto deve essere valutato per quello che è, quindi per quello che offre e per come è in grado di presentarlo. Albedo, come dicevamo in apertura, è un progetto nato dalla mente e dalle abilità di programmazione di una sola persona e ciò rapportato da quello che vediamo su schermo è decisamente da ammirare e prendere come esempio. La grafica è gradevole, anche se – come dicevamo – non è il punto forte della produzione. Il fatto di ritrovarci sempre in piccoli ambienti delimitati da altre zone attraversabili a fronte di alcuni caricamenti, ne ha sicuramente agevolato lo sviluppo. Purtroppo, abbiamo constatato la presenza di alcuni difetti dovuti alla fisica o ad alcuni errori di codice, che hanno evidenziato bug un po’ fastidiosi. Si tratta comunque di piccoli problemi, risolvibili mediante gli ormai consueti aggiornamenti post lancio.

L’atmosfera in generale è poi resa particolare ed estremamente coinvolgente per via della presenza di effetti ambientali sonori e visivi davvero ben studiati e pensati. Dopo la versione early access, la release finale può vantare la presenza di un minimale doppiaggio in lingua inglese, decisamente una gradita aggiunta. Noi italiani, ci dobbiamo accontentare dei sottotitoli in italiano. Questa scelta è ovviamente strategica. Nonostante si tratti di un progetto nostrano, il prodotto deve prima di tutto rinvolgersi al mondo intero per farsi conoscere e raggiungere un pubblico maggiore di appassionati. Per arrivare a tutti, quindi, l’ideale era offrire anzitutto il doppiaggio in inglese. Per quello che abbiamo avuto modo di osservare e soprattutto di giocare, ci sono tutti buoni elementi, anche se la formula non è esente da difetti.

In ultima battuta, la longevità vi porterà via un bel po’ di ore di gioco, più che per la durata in sé del titolo per la difficoltà nel portare a compimento i sempre difficili – e stimolanti – enigmi ambientali. Detto questo, la durata complessiva varierà a seconda della vostra abilità nel portarli a termine.

I pro

  • L'atmosfera è di impatto
  • La grafica è nella norma
  • Ottimi gli effetti sonori e quelli visivi

I Contro

  • La trama non offre spunti originali
  • Le meccaniche a volte non funzionano come dovrebbero
  • L'avventura potrebbe risultare troppo frustrante

 

Voto Globale 7.5

Il mercato sta cambiando, si sta evolvendo. I titoli indie rappresentano quella vena creativa che in questo momento manca alle grandi proprietà intellettuali. Pur senza una trama originale, Albedo: Eyes From Outer Space offre un ottimo gameplay, basato sull'osservazione e sull'ingegno. Quest'ultimo dovrà essere usato in maniera accurata per risolvere i difficili enigmi. L'atmosfera, poi, "gioca" un ruolo fondamentale! Gli appassionati di questo genere di videogiochi, dovrebbero almeno dare una possibilità ad Albedo, anche per il prezzo dell'intero pacchetto! Questo risulta essere davvero generoso, se messo a confronto con i contenuti offerti.

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